Il 6 agosto 1991 nasceva ufficialmente il World Wide Web, noto ai più con l’abbreviazione Web e riportato nel nome di tutti siti sotto forma della sigla WWW. Tutto comincia nel 1980, quando Tim Berners-Lee, un informatico britannico, è assunto al CERN come consulente nell’ambito dell’ingegneria del software. Fin da subito si concentra su come rendere immagazzinabili e fruibili le informazioni, che al CERN erano in costante e veloce aumento. Nel 1989 presenta un documento intitolato Information Management: a Proposal (il paper originale è disponibile online qui).
Nell'elaborato spiega come, basandosi sul lavoro che stava svolgendo con il collega Robert Cailliau, si potrebbe usare internet per condividere documentazione scientifica in formato elettronico. L’obiettivo è quello di migliorare la condivisione e la cooperazione fra i ricercatori dell’istituto attraverso un formato indipendente dalle piattaforme utilizzate. Sviluppa in prima persona, sul suo Next Cube, il primo Web server e il primo browser, sfruttando l’idea di ipertesto (introdotto a livello teorico da Ted Nelson nel 1965).
A dicembre 1990 tutto è finalmente pronto e compare il primo sito: non è ancora però World Wide, in quanto aperto in via sperimentale solo ai colleghi del CERN; solo il 6 agosto 1991, Berners-Lee pubblica finalmente al mondo il sito (lo potete trovare qui), pubblicizzandolo su diversi news group: deve però aspettare ben 17 giorni per vedere il primo accesso dall’esterno. Il Web diventa finalmente un fenomeno World Wide, ossia mondiale.
Internet e World Wide Web non sono la stessa cosa?
La prima domanda che potrebbe sorgere spontanea è: “Che differenza c’è fra internet e il Web?”. In effetti al giorno d’oggi l’estensione e la diffusione del Web è tale da aver completamente appiattito, nel parlato comune, i due concetti in un unico elemento. In effetti però così non è. Internet è l’infrastruttura su cui si basano tutti i servizi di cui disponiamo ed è, semplificando, la parte più fisica: quando accendiamo il nostro modem o il nostro router, stiamo usando un apparato fisico per connetterci alla rete.
Internet è un’idea americana, sviluppata a partire dal 1969 dal ministero della difesa USA (con il nome ARPANET) ed estesa negli anni anche all’Europa. Ha ovviamente anche una componente software, formata dai protocolli di comunicazione fra i computer connessi alla rete stessa, ma è lo strato più di basso livello, sul quale poi si innestano i servizi che usiamo tutti i giorni.
La seconda domanda che sorge spontanea è: ma se non c’era il Web, a cosa serviva Internet? Fin dagli albori internet supportava protocolli di trasmissione dati o di connessione fra computer: era possibile accedere a computer in maniera remota attraverso linea di comando (telnet), oppure si potevano inviare semplici messaggi (sendmsg) e trasferire file (ftp, protocollo ancora oggi molto usato e noto). Nel 1971 fu anche introdotta la posta elettronica che, quindi, precede di ben diciotto anni l’invenzione del World Wide Web.
Il World Wide Web dal 1991 ai giorni nostri
Il Web è quindi uno dei tanti servizi di internet ed è quello che ci permette di navigare, attraverso un programma apposito chiamato browser (da “to browse” che significa sfogliare, curiosare) come Chrome, Internet Explorer o Safari, fra siti, pagine e documenti attraverso l’uso dei link (in italiano collegamenti ipertestuali).
Il Web nasce nell’ambito della ricerca e vi rimane fino al 1993, anno in cui il CERN, per voce del direttore Carlo Rubbia, specifica che non è suo compito occuparsi della promozione industriale del World Wide Web, pur valutando l’idea come brillante. Contestualmente il CERN decide di mettere il WWW a disposizione di tutti, rilasciando il codice sorgente di pubblico dominio.
Tim Berners-Lee lascia quindi il CERN per proseguire lo sviluppo della sua creatura con il MIT, presso cui poi fonderà il World Wide Web Consortium (W3C) nell’ottobre del 1994. Il W3C è un’organizzazione non governativa che definisce tutti gli standard tecnici utili allo sviluppo del servizio e si occupa della crescita del WWW (il motto è infatti “Leading the Web to Its Full Potential”).
L’espansione del Web continua e gradualmente si trasforma da strumento di pubblicazione, in strumento di emancipazione culturale, politica ed economica, affiancandosi e, in alcuni casi, sostituendo il ruolo degli altri media. Nel 2009 Berners-Lee fonda la World Wide Web Foundation, una fondazione no profit che si occupa dell’espansione dell'accesso globale al World Wide Web garantendone la sicurezza, l’indipendenza e la gratuità al fine di migliorare la vita delle persone. L’aspetto sociale del Web è fondamentale e viene ribadito dal suo inventore in più occasioni, in particolare nel libro L’architettura del nuovo Web dove ha scritto:
“Il Web è più un'innovazione sociale che un'innovazione tecnica. L'ho progettato perché avesse una ricaduta sociale, perché aiutasse le persone a collaborare, e non come un giocattolo tecnologico.”
Agli aspetti tecnologici si affiancano quindi altri concetti sempre più importanti, come quelli relativi all’accessibilità (sia in termini di libertà e censura dei contenuti, sia in termini di diritto all’accesso per le persone disabili), all’usabilità e alla privacy. Anche la sicurezza informatica è un tema sempre più sensibile: il Web è uno dei principale veicoli di nuovi tipi di truffe e di diffusione di virus; il passaggio di moltissime transazioni finanziarie sulla piattaforma (basti pensare all’home banking) rende lo strumento al centro dell’attenzione, sia malevole, sia benevole.
Il World Wide Web nell'immaginario collettivo
Negli anni l’uso del Web si è esteso in moltissime direzioni diverse e si è diffuso sempre più, tanto da divenire quasi un sinonimo di internet, almeno presso i non addetti ai lavori. Oggi il Web è un fenomeno che coinvolge quasi cinque miliardi di persone e fa parte dell’immaginario collettivo, tanto da diventare il punto focale di cinema e televisione ed un comprimario, a volte silente, sempre presente.
Già si parla del Web nel 1995, nel film The Net, con Sandra Bullock: il film tratta del furto di identità online, ma l’argomento è complesso e gli sceneggiatori non riescono a renderlo comprensibile al pubblico. Le rappresentazioni del World Wide Web sono sempre molto semplificate e lo rimangono a lungo: ancora nel 2001 esce Codice Swordfish, film con un cast d’eccezione (John Travolta, Hugh Jackman, Halle Berry e Don Cheadle) che però ancora fallisce nella rappresentazione del Web (per fortuna accessoria rispetto alla trama).
Diversi sono i filoni che hanno attinto a piene mani dal Web: si va da quelli horror, che hanno trattato della pericolosità dell’anonimato o dell’intrusione malevola nelle vite delle persone (#Horror, FeardotCom, Unfriended: Dark Web), a quelli di denuncia (il più famoso in tal senso è sicuramente il controverso The circle, con Tom Hanks ed Emma Watson; meno famoso ma molto più interessante Hard Candy, con una giovanissima Ellen Page, mai uscito nelle sale italiane, tratta il tema dell’adescamento online dei minori da parte dei pedofili), passando per quelli bibliografici (The Social Network, che ha incassato più di duecento milioni di dollari, ma anche Snowden, film diretto da Oliver Stone e che racconta la storia di un ex tecnico della CIA che rivela documenti segreti dell’agenzia di intelligence americana) o comici (citiamo per esempio Gli stagisti, con Owen Wilson e Vince Vaughn o Sex Tape con Cameron Diaz).
Mano a mano che ci avviciniamo al presente, la cinematografia sembra aver sempre maggior confidenza con l’argomento ed il pubblico risulta più maturo: si arriva così al già citato The Circle, ma anche a prodotti molto più particolari, come ad esempio Guns Akimbo (film splatter demenziale) o Ralph Spacca Internet (film d’animazione ambientato all’interno della rete).
Il mondo delle serie TV ha risposto più lentamente ma ha anche sfornato il prodotto che meglio di ogni altro è riuscito a descrivere il mondo del Web e della rete nei suoi anfratti più assurdi, nelle sue contraddizioni e nelle sue potenzialità più estreme: Black Mirror. La fortunata serie inglese (ora prodotta da Netflix e scesa un po’ nei toni) è riuscita a distillare l’essenza di diversi elementi del Web (la privacy, la gamification, il controllo, il ruolo dei social) e l’ha riproposta in un mondo futuribile che sgomenta per la sua crudezza e la sua attualità.
Una citazione particolare la merita infine The Good Wife: la celebre e premiatissima serie ha infatti raccolto molti consensi per aver raccontato l’influenza dei social media e internet sulla società, sulla politica e sulle leggi, il tutto già dal 2011.
Cosa è oggi il World Wide Web
Il mondo del World Wide Web è lentamente entrato nella nostra vita e continuerà ad essere sempre più pervasivo: l’espansione continua a ritmi impressionanti, la tecnologia cerca costantemente nuove soluzioni per aumentarne le potenzialità e sui tavoli politici si scatenano discussioni su etica, diritti e uguaglianza. E’ impressionante la strada fatta da quella semplice, piccola pagina pubblicata da Tim Berners-Lee nel non così lontano 1991.
La storia del World Wide Web, raccontata direttamente dal suo inventore, è narrata nel libro Weaving the Web: dagli inizi nei laboratori del CERN all’affermazione come fenomeno globale, senza dimenticare di dare uno sguardo al futuro di questo fenomeno planetario.