La guerra dei papaveri è un romanzo Fantasy di Rebecca F. Kuang, autrice cino-americana che nel 2018 ha debuttato proprio con questo romanzo. In Italia The Poppy War (Harper Voyager, 2018) è arrivato il 13 Ottobre 2020 edito da Mondadori. La guerra dei papaveri è il primo volume di una trilogia: i due volumi successivi, The dragon republic (Harper Voyager, 2019) e The burning god (Harper Voyager, 2020) sono ancora inediti in lingua italiana.
Fang Runin, detta Rin, è un'orfana di guerra adottata da una famiglia di contrabbandieri d'oppio, sostanza illegale dalla cosiddetta Guerra dei Papaveri. Quando scopre di essere destinata a sposare un funzionario doganale, Rin decide di tentare la sorte con il Kējŭ, l'esame per entrare nella più prestigiosa Accademia militare dell'Impero: Sinegard, ma quando riesce ad ottenere l'accesso scopre che la parte difficile è farsi accettare dagli altri studenti, tutti rampolli delle migliori famiglie del Nikan.
Fang Runin: donna, guerriera, arma, Dea
Una ragazzina che non sa niente del mondo, che per disperazione scopre di avere in sé la determinazione necessaria per uscire dal suo villaggio e di essere pronta praticamente a tutto pur di mantenere il privilegio acquisito, questo ci troviamo davanti quando guardiamo Rin. È determinata, abbastanza intransigente con sé stessa per guadagnarsi la libertà attraverso lo studio. Esce dai canoni della bella-e-intelligente, perché per lei lo studio è fatica e ustioni sulla pelle per tenersi sveglia mentre studia.
Alla Sinegard Rin scoprirà quello che a molti è celato: che cioè si può combattere non solo con le armi, ma con i poteri degli Dei attraverso lo sciamanismo, un'antica via di meditazione che permette di comunicare col Pantheon, abitato da sessantaquattro diverse divinità. La sua strada, quindi, comincia a divergere drasticamente da quella dei suoi compagni, portandola in un mondo che nasconde più segreti di quel che sembra e rendendola un guerriero temibile.
Un'orfana alla scuola di guerra
La vicenda si ispira a una trama già vista, ma la rende nuova inserendo elementi che normalmente non vengono affrontati nei romanzi per ragazzi. Un po' Ender's Game e un po' Il Romanzo dei Tre Regni (da cui ci sono citazioni molto esplicite), l'Accademia è un covo di menti geniali che competono per pochi posti di rilievo. Le rivalità tra studenti, così come i tornei organizzati con la benedizioni degli insegnanti, rendono questa scuola un po' diversa rispetto a quelle a cui siamo abituati. Manca tutta la parte buonista e protettiva nei confronti degli studenti, ed è davvero un addestramento all'ultimo sangue.
Il risvolto sovrannaturale, perché non parlerei di religione, è un po' inaspettato e dà un senso di profondità diverso dal solito alla meditazione e alle pratiche più spirituali a cui l'oriente è legato e di cui racconta nel suo fantastico. Le pratiche marziali sono descritte come una derivazione di forma che suona 'fuori tempo' parlando di un presunto passato mitologico. È il tipo di 'forma derivata' che hanno le Arti Marziali moderne, più belle che utili. Questo da una parte da un tono molto realistico all'ambientazione, molto vissuto, e dall'altra sorprende pur rimanendo in un tema molto familiare agli appassionati del genere.
I personaggi
L'Impero Nikan si sta riprendendo da una guerra devastante. Gli adulti ricordano ancora gli orrori e gli stenti della guerra, mentre i giovani sono nettamente divisi tra ricchissimi e poverissimi, senza vie di mezzo tra la classe lavoratrice e i figli dei nobili. Lo scontro all'Accademia, quando la protagonista scopre di doversi ancora guadagnare un rispetto che forse non arriverà mai, è chiaro. Rin, quindi è il nostro metro di giudizio su tutti, e sembrerebbe avere la lucidità necessaria a distinguere i buoni dai cattivi.
Nezha, il giovane rampollo che le si oppone, è un personaggio classico. Ci piace immaginarlo biondo e col naso all'insù, mentre parla di purezza di sangue e di essere degni. La parte migliore di Nezha, comunque, è la sua crescita nel corso del libro.
Al contrario Kitay, ricco anche lui ma di indole più gentile, si rivela spesso la coscienza di Rin, oltre che un buon amico. La giovane, infatti, soffre di un particolare tipo di indifferenza al dolore altrui che risulta un po' spiazzante finché non se ne scoprono le radici.
Una guerra devastante
Nella seconda parte del romanzo il tono cambia drasticamente: i giovani che bisticciavano durante l'addestramento diventano soldati e prendono parte all'orrore della guerra. In questa parte la Kuang rivela il lato più cruento del suo romanzo, che inizialmente poteva sembrare quasi uno Young Adult. Le teste che esplodono da un certo punto in poi ci ricordano che no, non è un romanzo per ragazzi, e la stessa cosa vale per le scelte 'morali' della protagonista, tutte sbagliate secondo i canoni classici ma perfettamente in linea con la storia di vendetta e genocidio che viene raccontata.
Nella guerra dei papaveri Altan Trengsin è la personificazione di questo risvolto: ultimo sopravvissuto di una razza estinta, quello che cerca è la vendetta, una vendetta senza confini e senza limiti, con un progetto folle degno di un villain all'apice della sua carriera. Veder bruciare il mondo, quando la propria gente è già stata incenerita, sembra tutto sommato accettabile.
La morale
La guerra dei papaveri mostra la contrapposizione tra un Impero fatto di ordine e giustizia e l'efferatezza di gente che non ha più nulla da perdere è tipica dei racconti orientali. È questo il caso della Federazione di Mugen, stretta su un isolotto sovrappopolato, con il rancore di due guerre alle spalle, che decide di conquistare a qualsiasi prezzo e con qualsiasi mezzo l'Impero Nikan. Su questo equilibrio, e sulla scelta tra questi due opposti, si incentra tutto il romanzo.
L'equilibrio e la pace rappresentati dalla bellissima Imperatrice Su Daji, eroina del suo popolo, si contrappongono alla sete di sangue che guida la Federazione nella scelta del suo leader, un giovane focoso che inizia subito la guerra che tutti attendevano. Allo stesso modo la pacatezza dell'insegnante di demagogia di Rin, Jiang, si contrappone al mondo che lei sembra aver perso, il mondo della guerra rappresentato dal focoso insegnante di combattimento Jun.
L'autrice
Rebecca F. Kuang è una giovane autrice (classe 1996) cino-americana. Arrivata in America all'età di quattro anni, nel suo romanzo d'esordio, The poppy war, ha interpretato in chiave Fantasy la storia della Cina del XX secolo, con particolare attenzione alla seconda guerra sino-giapponese, avvenuta prima e durante la Seconda Guerra Mondiale. Non è difficile vedere il Giappone nell'isola della Federazione di Mugen, e la brutalità dei racconti di guerra è intesa, come specificato dall'autrice stessa, come un punto di accuratezza storica.
The poppy war (La guerra dei papaveri) è il primo volume di una trilogia che comprende anche The dragon republic (2019) e The burning god, uscito proprio questo 17 Novembre e ancora inedito in Italiano. La particolarità è che La guerra dei papaveri è arrivato al grande pubblico nel 2018, facendo di Rebecca F. Kuang una delle più giovani autrici di Fantasy di successo al mondo: aveva infatti solo diciannove anni.
Conclusioni
La guerra dei papaveri è un buon Fantasy. Diventato famoso per la sua componente cruda e drammatica (è stato definito 'grim' Fantasy) riprende la spettacolarità del Wuxia e la fonde con i drammi storici della guerra e del genocidio. Il tutto si amalgama in modo coerente con il punto di vista di una giovane che non era preparata – come nessuno può esserlo – agli orrori della guerra. Il volume è proposto in una bellissima edizione dominata dal bianco e nero con punti di arancione che acquisteranno senso e valore nel corso della lettura. Un bel romanzo in una veste studiata al dettaglio.