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La Casta dei Meta-Baroni: recensione dell'edizione integrale di Magic Press

Magic Press porta in fumetteria La Casta dei Meta-Baroni: L'integrale, edizione imperdibile di una delle più appassionanti saghe fumettistiche sci-fi.

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Magic Press porta in fumetteria La Casta dei Meta-Baroni: L'integrale, edizione imperdibile di una delle più appassionanti saghe fumettistiche sci-fi.

Per comprendere l’importanza di un’opera come La Casta dei Meta-Baroni bisogna ricordare che uno dei due nomi che hanno dato vita a questa titanica narrazione fantascientifica è Alejandro Jodorowsky. Nel mondo della pop culture, Jodo è considerato uno degli artisti più eclettici e sregolati mai esistiti, capace di trasformare un fallimento come la prima trasposizione cinematografica di Dune in un punto di svolta per l’immaginario fantascientifico successivo, che si tratti di film o fumetti. La Casta dei Meta-Baroni, in un certo senso, è figlia di questo splendido, faraonico insuccesso.

Quando Jodorowsky, negli anni settanta, decise di realizzare un kolossal basato su Dune, la saga fantascientifica di Frank Herbert, si prefisse come obiettivo quello di portare al cinema un’opera titanica. Per riuscirci, si circondò di un cast artistico senza eguali, da Dan O’ Bannon a Moebius. Una simile fucina di idee non era certo semplice da gestire, soprattutto se a guidarla era una mente vulcanica come Jodo. Per farla breve, il film non si realizzò mai, ma da queste conoscenze nacquero due grandi opere a fumetti, che segnarono profondamente la fantascienza del decennio seguente: The Long Tomorrow (storia di O’Bannon e disegni di Moebius) e L’Incal (storia di Jodorowsky e disegni di Moebius).

La Casta dei Meta-Baroni, una grande saga fantascientifica

The Long Tomorrow divenne un cult, andando a segnare profondamente l’immaginario di artisti che negli anni seguenti avrebbero rivoluzionato il cinema di fantascienza, uno su tutti Ridley Scott che inserì le suggestioni della storia di O’Bannon in Blade Runner. Diverso percorso fece L’Incal, che divenne una saga capace di conciliare in modo sublime la fervida immaginazione di Jodorowsky con il tratto inconfondibile di Moebius. Questa sinergia tra i due artisti diede vita inizialmente a un mondo narrativo, che essendo scaturito dal maelstrom di idee che Jodorowsky chiamava cervello era destinato a essere qualcosa di gargantuesco, di immane. Doveva esser un universo, in cui si muovevano altri personaggi, intenti a vivere migliaia di avventure. La disavventura dell’imbranato investigatore John Difool raccontata ne L’Incal divenne, per Jodorowsky, un punto di partenza da cui sviluppare un’intera galassia di potenziali personaggi. Che si trattasse di gilde, sette segrete o avventurieri solitari, per Jodo non era importante, quello che contava era raccontare le loro imprese. E un personaggio particolare come il Meta-Barone non poteva certo rimanere una semplice parentesi nella storia di Difool.

Comparso all’inizio de L’Incal, il Meta-Barone viene presentato come l’assassino supremo, una forza inarrestabile che presta i propri servigi come mercenario. All’interno della complessa opera di Jodorowsky, il Meta-Barone non viene particolarmente approfondito, si delineano le sue caratteristiche essenziali, ma rimane, sostanzialmente, un personaggio secondario, con una propria trama funzionale al contesto più ampio della saga. Jodorowky, però, non dimentica questa sua creatura, nemmeno quando L’Incal giunge alla sua conclusione.

Bisogna solo pazientare sino al 1992, quando Jodorowsky, avvalendosi dell’estro artistica di Gimenez, decide di dedicarsi al suo Meta-Barone. O meglio, al passato della sua intera genealogia, dando vita ad un’altra opera di grandi proporzioni divenuta La Casta dei Meta-Baroni. D’altronde, perché limitarsi a raccontare la vita di un solo individuo, se si può raccontare la saga di un’intera stirpe?

La Casta dei Meta-Baroni diventa un lungo racconto sulla lunga discendenza del personaggio conosciuto ne L’Incal, partendo dalla genesi di questa stirpe di letali combattenti. Con Othon Il Trisavolo (1992), Jodorowsky guida il lettore sino alle origini del mito dei Meta-Baroni, rivelando come il titolo non sia identificativo di un personaggio, ma abbia un carattere di ereditarietà.

La fervida immaginazione di Jodo non ha apparentemente difficoltà a costruire una saga familiare. In un viaggio a ritroso, l’autore ci guida nel passato della Casta dei Meta-Baroni, sino agli albori di questa lunga genealogia di incredibili guerrieri. Ne costruisce il mito intrecciandolo alla storia della galassia che abbiamo conosciuto ne L’Incal, ne crea le tradizioni e i rituali, abbandonando le tinte divertenti e spesso paradossali de L’Incal per dare vita ad una saga violenta, passionale e avventurosa, fondando il tutto su espediente narrativo estremamente fantascientifico: due robot in attesa del ritorno del loro padrone.

Epica classica e fantascienza in una perfetta combinazione

Sono Tonto e Lothar, in un certo senso, le voci narranti de La Casta dei Meta-Baroni. I due robot attendono, all’interno del Meta-Bunker, che colui che servono, l’ultimo Meta-Barone, ritorni alla sua fortezza, ma per ingannare il tempo Tonto, da diverso tempo al servizio della Casta dei Meta-Baroni, racconta a Lothar la storia di questa famiglia. Come contraltare ad una narrazione spesso spietata e violenta, Jodorowsky riversa sui due robot il ruolo di elemento comico, dando ai loro battibecchi il compito di strappare un sorriso.

La coppia di droidi diventa anche il modo per creare un’interessante contrapposizione tra organico e sintetico, un dualismo centrale all’interno de La Casta dei Meta-Baroni. La tradizione della casata prevede come rito di passaggio che il futuro Meta-Barone rinuncia a una parte del proprio corpo biologico per sostituirlo con protesi meccaniche, una cerimonia spesso brutale che, agli occhi dei due droidi, appare come una ricerca di perfezione sintetica, mentre i due, specialmente Lothar, mostrano una profonda invidia per l’emotività tipica degli umani.

Jodorowsky gioca abilmente su questo contrasto per imbastire la sua storia, rendendo gli intermezzi tra i due droidi il punto di partenza ideale per raccontare gli episodi del passato della casata. Da questo elemento divertente si passa direttamente nell’epica classica travestita da fantascienza, in cui veniamo portati in un universo di emozioni, drammi e imprese eroiche, in cui Jodorowsky si diletta a inserire creature incredibili e partorire commistioni tecno-organiche indimenticabili. Se da un lato sono innegabili l’estro e la fervida immaginazione di Jodorowsky, è altrettanto palese che all’interno de La Casta dei Meta-Baroni siano presenti anche influenze fantascientifiche, non ultima quella del suo tanto amato Dune, le cui streghe Bene-Gesserit sono l’evidente modello da cui hanno preso forma le monache-puttane Shabda-Ohud. Un’ispirazione che Jodo inserisce perfettamente nella sua opera, contribuendo a creare una società galattica feudale e barocca, negli usi come nei costumi.

Parlando della visione de La Casta dei Meta-Baroni, non si può fare altro che inchinarsi all’immenso talento di un maestro del calibro del recentemente scomparso Gimenez. Se Jodorowsky è il vulcanico creatore di questa galassia avvincente, Gimenez ne è il padre visivo, capace di cogliere le suggestioni di Jodo traducendole in tavole iperdettagliate e prorompenti. Il livello di dettaglio e l’espressività spesso estremizzata dei personaggi sono il perfetto tramite per esprimere la tragicità e l’epicità di questa saga familiare, che si sviluppa in una galassia fatta di astronavi incredibili e creature tecno-organiche perfette. La colorazione, infine, è studiata per enfatizzare queste emozioni, con riflessi e giochi di luce travolgenti.

Come leggere La Casta dei Meta-Baroni

La Casta dei Meta-Baroni è un’opera di sci-fi fumettistica che, pur facendo parte di un universo narrativo più ampio, rimane perfettamente godibile autonomamente. Suddivisa in otto volumi, al momento piuttosto rari, viene ora presentata da Magic Press in un’edizione integrale che ne presenta con rispetto la bellezza, narrativa e grafica.

Raccogliere gli otto volumi che compongo la saga non era semplice, eppure La Casta dei Meta-Baroni: L’integrale si rivela un prodotto di ottima fattura. La solidità del volume non diventa ingombro in lettura, pur avendo un certo peso, ma è un prezzo che si paga volentieri considerato che l’opera visiva di Gimenez viene stampata in un formato adeguato, su una superficie che valorizza anche le tinte accese della colorazione, dando vita ad un volume imperdibile per ogni appassionata di fantascienza a fumetti.

Con buona pace di Tonto e Lothar, che sarebbero soddisfatti di vedere presentata in modo così appassionante la storia della Casta dei Meta-Baroni

Voto Recensione di La Casta dei Meta-Baroni: L'Integrale



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Saga appassionante e dal sapore epico

  • - Tavole di Gimenez sublimi

  • - Edizione completa di tutti i volumi della saga

  • - Volume solido

Contro

  • - Alcuni passaggi verbosi possono scoraggiare

Commento

La Casta dei Meta-Baroni: L'Integrale è un'edizione imperdibile per godersi al meglio una delle saghe fantascientifiche a fumetti più appassionanti. Una stroia familiare che affonda le proprie origini nell'epica classica resa graficamente in modo sublime dall'arte di Juan Gimenez.

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La Casta dei Meta-Baroni: L'Integrale

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