La casa di carte, da gioco. Come scegliere consapevolmente un bel gioco di carte, moderno e divertente

Le migliori alternative per scegliere consapevolmente un bel gioco di carte, passatempo millenario ma mai andato fuori moda

Avatar di La redazione di La Ludoteca

a cura di La redazione di La Ludoteca

I giochi di carte, un passatempo millenario ma mai andato fuori moda. Non parliamo di una notte brava al casinò, della partita a Scopa con la nonna, e nemmeno della Canasta al bar. Detronizzare la Regina di Cuori e il Re di Denari è possibile... e non solo esclamando «Uno!»: per non pescare a caso (letteralmente), scopriamo le migliori alternative per scegliere consapevolmente un bel gioco di carte, moderno e divertente.

In Italia i giochi tradizionali con le carte regionali (reperibili in qualunque negozietto anche non specializzato) sono per molti se non un’abitudine un bagaglio culturale della propria comunità; regole tramandate oralmente da generazioni che cambiano con la latitudine.

Dalla fine del millennio scorso sono nati tanti mazzi speciali che re-inventano completamente i “rettangoli di cartoncino” per dare vita a prodotti incredibilmente attuali: i giochi di carte moderni sono pratici ed economici, potendo coinvolgere in una partita un buon numero di amici o parenti.

Ecco alcuni importanti consigli, perfetti anche per chi non ha esperienza, adatti per arricchire la vostra personale ludoteca con prodotti introduttivi e appassionanti.

Carta vince, carta perde

Le carte da gioco parrebbero nascere più di mille anni fa, nella Cina antica. La leggenda narra che a idearle sia stata una donna che, stanca delle cattive abitudini del marito, decise di creare un passatempo che gli tenesse le mani occupate; e se avete pensato a qualcosa di malizioso siete in errore, perché l’uomo semplicemente era solito arricciarsi i peli della barba, vizio che evidentemente la moglie trovava insopportabile! Problemi d’altri tempi, ma aldilà di queste fantasiose teorie le carte sono diventate certamente il perfetto strumento per giocare riprova ne è  il fatto che sono molto comuni in quantità (tra tabelloni, pedine e quant'altro) nei giochi da tavolo e sono presenti anche in classici come Monopoli, Risiko! o Cluedo.

In questo approfondimento prenderemo in considerazione  però solo i giochi di carte, ovvero prodotti in cui il mazzo è l’unico componente usato durante la partita. Anche se in alcuni casi i materiali comprendono effettivamente anche altri elementi (es. segnalini, plance, ecc.), ci focalizzeremo soltanto prodotti in cui le carte sono l’unico componente veramente fondamentale.  Abbiamo escluso anche i prodotti "collezionabili" (come Magic o Pokémon e il recentissimo Keyforge), in quanto giochi poco adatti a chi si approccia ai giochi in modo sporadico o per la prima volta.

Rinnovare i classici

Uno dei più grandi vantaggi delle carte tradizionali è che un solo mazzo permette di accedere a tanti giochi diversi. Raccoglie questa pesante eredità Dobble, edito da Asmodee: con cinquantacinque carte circolari piene di coloratissimi simboli ci offre la versatilità e il divertimento di cinque diversi mini-giochi. Sfide da disputare fino a otto giocatori, senza turni fissi e prestabiliti, con la libertà di agire contemporaneamente, premiando la velocità e il colpo d’occhio. Poca spesa e tanta resa, una partita dura pochi minuti e richiede poco spazio, l’ideale da portare in viaggio perché si può giocare ovunque, in casa o all'aperto... in previsione della prossima vacanza, fatevi trovare pronti sfoggiando la versione con le carte idrorepellenti pensate per un’occasione in mezzo alla neve in montagna, in riva al fiume in collina o sulla sabbia del mare!

Chi preferisce destreggiarsi tra cattivissime carte numerate come in Uno, il grande classico Mattel in cui occorre esaurire le carte in mano (ricordandosi di gridare «Uno!» al momento giusto), vi consigliamo The Game, edito in Italia da DV Giochi. Si tratta di un cooperativo, dove appunto i partecipanti collaborano per battere l’unico avversario comune: il gioco stesso! L’obiettivo è, anche in questo caso, quello di terminare le carte, ma è necessario esaurirle tutte e cento, scartandole in quattro pile con valori crescenti o decrescenti, evitando di interrompere le serie ai compagni. Credevate fosse difficile finire le carte contro degli avversari? Scoprirete che lo è ancora più quando li avete come alleati: ma che divertimento! Possono partecipare fino a cinque giocatori ma, all'evenienza, potrete impiegarlo anche come un intelligente solitario della durata di circa venti minuti: chi ama i puzzle game o i rompicapo lo troverà un’esperienza avvincente, specialmente se si sa imparare dai propri errori. Provare per credere!

Chi ti credi di essere?

Nei giochi di carte il bluff è spesso protagonista: celare informazioni ai nostri avversari è utile per ottenere situazioni di vantaggio. Bluffare è sicuramente fondamentale nei giochi “a ruolo nascosto”, in cui i partecipanti vengono assegnati segretamente (e casualmente) a squadre con obiettivi in contrasto tra loro. In Saboteur, edito da Giochi Uniti, fino a dodici giocatori si divertono nei panni di cocciuti minatori che devono scavare profondi tunnel nella montagna. Affiancando tra loro le carte sul tavolo si creano percorsi che, se combinati correttamente, possono portare a preziose pepite d’oro. Non sanno però che tra loro si nascondono dei maledetti sabotatori, il cui unico obiettivo è depistare gli altri per fargli sprecare tempo e, di conseguenza, carte. Fondamentale capire, entro i trenta minuti di durata della partita, di chi fidarsi e chi invece ostacolare, facendo attenzione alle micro-espressioni che potrebbero tradire le vostre intenzioni: che faccia da poker!

La meccanica dei ruoli segreti è ancora più articolata in Bang! della DV Giochi, un classico moderno che ci porta per quaranta minuti nel selvaggio ovest ispirato dal cinema spaghetti-western, come nei film di Sergio Leone. Tra un minimo di tre e un massimo di sette giocatori, uno di loro veste i panni dello sceriffo, l’unico costretto a rivelare la propria identità dovendo esibire il tipico distintivo a stella. Tutti gli altri invece celano il proprio obiettivo: tra loro si nascondono pericolosi fuorilegge, disposti ad allearsi tra loro pur di eliminare lo sceriffo e razziare la città; scaltri vice-sceriffi, uomini di legge che devono proteggere il “capo”; e un folle rinnegato, che vuole “freddare” tutti gli altri giocatori. Tra duelli, birre, candelotti di dinamite, cavalli e assalti degli indiani pellerossa, la partita è una spietata gara a eliminazione in cui volano proiettili incessantemente: per questo l’edizione speciale del gioco è contenuta dentro una confezione in metallo a forma di pallottola!

Il connubio tra gioco e cibo si può considerare particolarmente fortunato e da vita a giochi spesso interessanti, ma diversi tra loro nonostante il tema comune. Sulle carte di Halli Galli troviamo vari tipi di frutta. Il gioco, edito in Italia dalla Giochi Uniti, è considerabile una evoluzione di Tappo, popolare gioco di carte conosciuto anche come Asino, Porco o Merda, ovvero una sfida di riflessi in cui il colpo d’occhio e la rapidità di mano sono abilità estremamente utili. Ogni giocatore, da due a sei, a turno deve rivelare a tutti la carta in cima al proprio mazzetto: quando tra quelle visibili in quel momento compaiono esattamente cinque frutti dello stesso tipo, si deve suonare per primi un campanello posto al centro del tavolo (simile a quello delle reception negli alberghi), per poter rimettere nel proprio mazzo le carte in gioco. Vince colui che ha la pila più alta al termine della partita, di una durata di circa dieci minuti.

In Sushi Go! di Uplay è ovviamente la cucina giapponese a essere protagonista di partite tra i due e i cinque giocatori. Qui la capacità strategica è rilevante, coinvolgendo i giocatori in un draft, un “prendi e passa” che ricorda il nastro su cui scorrono i piatti di sashimi e nigiri dei caratteristici ristoranti kaiten: in pratica i giocatori giocano contemporaneamente, ricevendo una mano di carte da cui potranno però sceglierne una sola da giocare, passando poi le rimanenti all'avversario successivo (in ordine di gioco), finché non vengono distribuite tutte. Le carte così ottenute si combinano tra loro a fine partita per assegnare punti, in diverse modalità basate sulla tipologia del piatto raffigurato. Bisogna scegliere a proprio vantaggio, ma anche influenzare indirettamente la partita degli avversari. Più efficace da giocare che da raccontare, per entusiasmanti partite della durata di venti minuti.

Un fantastico bastardo

Se invece siete più nerd, amate il fantasy e non vi spaventano giochi leggermente più articolati, in cui la competizione spietata va ben oltre il limite della morale, abbiamo comunque qualcosa da suggerirvi. Per chi ama le atmosfere demenziali è obbligatorio provare Munchkin, in Italia grazie a Raven Distribution, in cui tre/sei giocatori vestono i panni di strampalati eroi protagonisti di un improbabile gioco di ruolo, disposti a tutto pur di raggiungere il decimo livello di esperienza. Tra elfi, maghi, piante d’appartamento, draghi di plutonio e esattori del fisco (che i ladri non possono derubare per affinità professionale), il bizzarro mondo del disegnatore americano John Kovalic ci vede impegnati a uccidere e saccheggiare chiunque, in un gioco di combattimenti in cui tutto è lecito: la prima regola del manuale è che si può barare, finché non si viene beccati a farlo! Bastardate lunghe un’ora ed espandibili ulteriormente grazie alle tante versioni e scatole di espansione disponibili.

Rimanendo su toni estremamente irriverenti, entriamo nel mondo di Rigor Mortis, cattivissimo arcimago nato dalla matita del fumettista italiano Riccardo Crosa, che dalle fanzine dei primi anni ‘90 è diventato il volto (o il teschio, per essere più precisi) più amato dai giocatori fantasy nazionali. In Si, Oscuro Signore!, nato dalla collaborazione tra Pendragon Game Studio e Giochi Uniti, uno dei giocatori (da quattro a sette) prende il ruolo di questo personaggio, con l’incarico di spietato “arbitro” della partita. Un’esperienza che mette alla prova le proprie capacità narrative: tutti gli altri partecipanti vestono i panni di miserabili goblin che, rei di aver fallito l’ennesima missione affidatagli, utilizzano le buffe carte come ispirazione per inventare scuse da raccontare all’Oscuro Signore, scaricandosi la colpa a vicenda. Quando le bugie cominciano a non reggere più, è compito dell’arbitro assegnare “l’occhiataccia” che disintegra il malcapitato di turno: così facendo la partita termina e tutti quelli che hanno salvato la pellaccia possono schernire il povero perdente… fino alla prossima partita. In meno di un’ora vi dimostrerete capaci dei peggiori colpi bassi pur di sopravvivere. Un gioco perfetto per introdurre nel mondo dei giochi narrativi, anticamera dei giochi di ruolo “carta e penna” come Dungeons & Dragons.

Non finisce qui

I nostri consigli per avventurarsi nel mondo dei giochi di carte sono momentaneamente terminati, ma vi invitiamo a scrivere nei commenti le vostre esperienze e i vostri titoli preferiti. Tra trenta giorni esploreremo altri percorsi, ma nel frattempo potete continuare la ricerca del gioco più adatto a voi nella guida dedicata ai giochi da tavolo. Buon divertimento!

Leggi altri articoli