L’enorme successo di Squid Game ha portato Netflix e altri servizi di streaming online a puntare un po’ di più sulle produzioni della Corea del Sud. La società statunitense però, sembra quella con a disposizione una tra le più vaste librerie di serie e film provenienti dal paese asiatico. Tuttavia non si è fermata solo al proporre ai propri abbonati titoli nuovi e vecchi: con La Casa di Carta: Corea, Netflix ha fatto un passo in più, andando a congiungere due grandi interessi del proprio pubblico a livello mondiale. Sebbene però la serie originale ambientata in Spagna abbia riscosso un enorme successo, i primi sei episodi della controparte coreana non sembrano aver attirato gli stessi spettatori, nonostante le recensioni restino positive. Vi abbiamo parlato dei primi sei episodi nell’articolo a questo link, dove avevamo già cominciato a notare le differenze e le somiglianze che legava all’originale la controparte asiatica, pur riuscendo a mantenere un’identità ben definita e separata dalla stessa. Ora che però è uscita La Casa di Carta: Corea Parte Due possiamo analizzare insieme la serie nel suo complesso.
La Casa di Carta: Corea, dove eravamo rimasti
I primi sei episodi erano serviti per lo più a delineare al meglio la situazione in cui il Professore (interpretato da Yoo Ji-tae) e la sua banda si erano trovati a dover svolgere il proprio piano per rapinare la Zecca della Corea Unificata. Ambientata nel 2025, Tokyo, Rio (Lee Hyun-woo) e gli altri rapinatori entrano nell’edificio e prendono in ostaggio i presenti, facendo così scattare le operazioni della polizia per risolvere la situazione prima del Summit per la Corea Unificata.
Nonostante inizialmente le cose sembrano andare per il verso giusto, gli intoppi non tardano ad arrivare anche a causa dell’elevato numero di persone coinvolto nel colpo. Tra scontri interni alla banda, ostaggi pronti a sacrificare gli altri pur di salvarsi e detective disposti a risalire alla verità e a salvare i coinvolti, il piano del Professore comincia ad accusare i primi cedimenti mettendo così a rischio la buona uscita del colpo alla Zecca.
La Casa di Carta: Corea Parte Due: un nuovo colpo alla Zecca
In La Casa di Carta: Corea Parte Due invece cominciamo ad entrare nel vivo della storia, scoprendo mano a mano le vere intenzioni che si celano dietro la rapina organizzata dal Professore. E mentre l’ispettrice Woo-jin (Kim Yun-jin) a capo della squadra di negoziazione tenta in tutti i modi di salvare gli ostaggi, i politici coinvolti nel summit tra le due Coree la ostacolano, cercando di convincere qualcuno dei rapinatori a disertare e a consegnare gli altri alla giustizia.
Mentre quindi una talpa nella squadra del Professore fa alzare la tensione finendo col far catturare uno di loro, dall’altra parte gli ostaggi cercano di mettere in atto un piano per salvarsi e fuggire dalla Zecca. Ai ladri non resta quindi che trovare una soluzione alternativa per assicurarsi un’ultima possibilità di riuscita per il loro piano, mentre il Professore, tagliato fuori dalle comunicazioni con la propria squadra, cerca di dargli più tempo che può depistando la polizia nelle proprie indagini. Il tempo a disposizione per il colpo alla Zecca però sta ormai per scadere e i ladri sembrano non riuscire più a contrastare gli imprevisti che si susseguono: riusciranno a farla franca o la polizia avrà la meglio?
Tra differenze e similitudini
Come vi avevamo già accennato nella recensione della prima parte de La Casa di Carta: Corea, la serie prende fortemente ispirazione dall’originale sotto diversi aspetti, come certe situazioni e la caratterizzazione di alcuni personaggi. Tuttavia, sembra che sceneggiatori e regista abbiano cercato di risolvere diversi problemi che gli spettatori avevano notato esserci nel titolo originale. L’attenzione quindi verso le critiche sollevate in precedenza, pare aver avuto effetto su La Casa di Carta: Corea che pur non essendo un prodotto perfetto resta notevolmente piacevole, fornendo agli abbonati di Netflix una serie comunque coinvolgente e apprezzabile sotto diversi aspetti.
La durata degli episodi è forse la problematica più evidente nella serie: mentre per il titolo originale spagnolo la durata di ogni episodio rimane sotto l’ora, quello coreano mantiene questa caratteristica tipicamente dei k-drama di superare abbondantemente i sessanta minuti di visione. Pur riuscendo a riempirli senza grossi intoppi, non si può fare a meno di notare di tanto in tanto qualche rallentamento nel ritmo della trama, facendo un po’ perdere la sensazione di essere realmente dei testimoni coinvolti nel colpo alla Zecca.
I flashback poi, aiutano indubbiamente a capire cosa effettivamente sia successo, ma fanno perdere anch’essi la connessione che il resto della storia cerca di avere con gli spettatori. E’ tutto quindi in mano agli attori, che eseguono magistralmente il proprio lavoro: Park Hae-soo (Berlino) è indubbiamente una colonna portante della serie. Dopo il suo celebre ruolo in Squid Game e Narcosantos (di cui trovate qui la nostra recensione), in La Casa di Carta: Corea dà ancora una volta prova della sua versatilità attoriale, senza però oscurare gli altri colleghi come Yoo Ji-tae (il Professore) e Jun Jong-seo (Tokyo), che pur essendo meno famosi riescono comunque a riscuotere un buon successo.
Tirando le somme
Non c’è quindi alcun dubbio che La Casa di Carta: Corea sia un prodotto ben valido e che merita di essere visto, con una trama solida ed un cast che ha saputo raccogliere il testimone lasciato dal titolo originale. Pur mostrando alcuni difetti ricorrenti dei k-drama che forse il pubblico occidentale non è ancora pronto ad accogliere, la serie riesce a confermare la propria identità ben separata dalla versione spagnola, raccontando una storia interessante e coinvolgente, in grado anche di commuovere gli spettatori.
Se siete quindi fan di vecchia data del fenomeno spagnolo, appassionati di k-drama o cercate una serie in grado di rendervi partecipi della propria trama, La Casa di Carta: Corea potrebbe essere il prodotto che fa per voi. Non vi resta quindi che collegarvi a Netflix e diventare testimoni di un nuovo colpo alla Zecca.