La Casa di Carta 5 Parte 2, recensione: heroes del silencio

È già disponibile La Casa di Carta 5 Parte 2 composta da 5 episodi che chiudono la serie iberica di Netflix.

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a cura di Domenico Bottalico

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Dopo "l'assaggio" di qualche mese fa con i primi 5 episodi della stagione finale (recuperate la nostra recensione de La Casa di Carta 5 Parte 1) è disponibile su Netflix, dallo scorso 3 dicembre, La Casa di Carta 5 Parte 2. Si tratta degli ultimi 5 episodi (da 55 minuti circa l'uno) che concludono definitivamente la serie iberica, uno dei maggiori successi in termini di pubblico e di esposizione mediatica da parte della piattaforma streaming, che anche per questo motivo ha intensificato successivamente le produzioni "regionali", nonché un fenomeno di costume a tutto tondo.

La Casa di Carta 5 Parte 2: fughe, rapine e guerre di nervi

La Casa di Carta 5 Parte 2 riprende la narrazione qualche minuto dopo i drammatici avvenimenti della Parte 1: Tokyo è morta, il resto della banda ha subito un duro colpo sia fisicamente che psicologicamente e anche l'imperturbabile Professore sembra aver accusato il colpo. Tanto basta ad Alicia Sierra che ne approfitta per fuggire, insieme alla piccola Victoria, innescando una serie di avvenimenti che capovolgono la situazione: il Professore diventa suo prigioniero, ma la liberà e il riscatto del suo nome agli occhi di Tamayo sono tutt'altro che a portata di mano.

All'interno del Banco de Espana intanto Sagasta prova a giocarsi il tutto e per tutto con un bluff da manuale consegnandosi a Palermo. Con l'ordine ristabilito, per la banda è tempo di elaborare il lutto: qualcuno come Stoccolma è sull'orlo di una crisi di nervi, altri come Denver iniziano a vacillare. Ma il tempo stringe e bisogna rimanere concentrati perché c'è da portare l'oro fuori dal Banco.

Iniziano così una serie di sequenze in analessi che servono a dare nuovi dettagli al piano e alle motivazioni che hanno spinto Berlino in primis ad architettare questo incredibile piano. Mentre il Professore e Alicia sfuggono per il rotto della cuffia a Tamayo, il piano sembra tradire la banda ma nulla è come sembra e l'oro viene fuso nuovamente in lingotti e caricato su due camion. Il colpo è ad un passo dalla riuscita ora bisogna solo estrarre la banda dal Banco.

Ma basta solo un momento affinché tutto sfumi. Sagasta mette in moto il suo piano che porta la polizia a fare irruzione nel Banco, il Professore è clamorosamente accerchiato. Tutto è perduto, o forse no. Cosa è andato storto nel piano organizzato dal Professore, Berlino e Palermo? C'è stata una talpa nella banda? Come hanno potuto anticipare gli ultimi decisivi momenti del piano?

Al Professore non resta altro che giocare un'ultima rischiosa partita consegnandosi a Tamayo e ricongiungendosi alla Banda all'interno del Banco de Espana. Che prezzo ha la libertà? È la domanda che proprio il Professore pone prima di consegnarsi ad Alicia e poi allo stesso Tamayo, nemici che diventano alleati e alleati diventano potenziali nemici qualora cedessero alla pressione.

Il finale è un gioco di specchi, una casa di carta che crolla mostrando la fallacia di un sistema in cui non sembrano esserci buoni o cattivi ma solo una zona grigia, neutrale in cui tutti a loro modo sono vincitori.

La Casa di Carta 5 Parte 2, come una illusione

Che La Casa di Carta fosse una serie pedestre lo si era ben capito già qualche stagione fa. Sia ben chiaro come questa affermazione non debba essere necessariamente intesa in senso negativo ma semplicemente contrassegnare quanto il plot viva di uno sviluppo tutto basato sulla costruzione, spasmodica ed esagerata, di una tensione che trova nel rimaneggiamento continuo, e a volte esasperante, di alcuni stilemi e twist narrativi il suo volano.

In questo senso La Casa di Carta 5 Parte 2 è un ideale ritorno alla formula originale della serie. La componente heist infatti torna prepotentemente protagonista non solo con le articolate sequenze in analessi che servono a spiegare gli ultimi dettagli del piano ma anche con il filone narrativo che vede inizialmente protagonisti Alicia Sierra e il Professore che è il vero protagonista di questo finale di stagione.

Con Berlino, presenza sempre "ingombrante" ma ormai lanciata verso un suo spin-off (recuperate i primi dettagli nel nostro articolo dedicato), Álvaro Morte si riprende la scena offrendo forse la sua prova migliore allorché il suo personaggio viene progressivamente spogliato della sua algida aura da infallibile calcolatore. Al netto della buona intuizione di tornare ad una forma più familiare per il finale, La Casa di Carta 5 Parte 2 non rinuncia né a quella componente drama al limite del soap operistico (il triangolo Denver-Stoccolma-Manila) né a quella sospensione dell'incredulità a tutto tondo necessaria nello spettatore affinché tutti i twist risultino "credibili".

Quanta preparazione c'è effettivamente dietro al colpo al Banco de Espana? Come i grandi action heist movie hollywoodiani infatti non si bada a spese, e a realismo, mostrandoci, sempre rigorosamente in analessi, il furto di un macchinario da una piattaforma petrolifera in Norvegia (che avrebbe meritato da solo uno spin-off a sé stante) propedeutico alla riuscita del colpo. Poco importa poi che il canovaccio risulti sempre pressoché identico per ogni personaggio e per il loro "sviluppo": Denver è sempre la parte più impulsiva della banda e al centro delle vicende amorose, Rio e Helsinki sono sempre le parti più sentimentali e umorali e così via.

Con personaggi ormai saldamente ancorati a caratterizzazioni archetipiche e con il rimaneggiamento di twist e stilemi che si susseguono ripetendosi (fughe, catture sfiorate, assalti sventati) trovano ragion d'essere proprio le sequenze in analessi con Berlino, che nella prima parte della quinta stagione sembravano quasi slegate, anche e soprattutto in prospettiva del finale della serie e dell'ultimo imprevedibile twist che richiede, ancora una volta, allo spettatore di sospendere la sua incredulità.

Anche dal punto di vista registico La Casa di Carta 5 Parte 2 torna ad una forma più semplice. Inquadrature più ravvicinate e più televisive, le velleità cinematografiche, anche in termini di movimenti di camera, vengono abbandonate concentrandosi maggiormente su volti ed emozioni. Non mancano però delle strizzatine d'occhio, come la citazione di True Lies e Blade Runner, mentre la fotografia ha qualche guizzo ispirandosi ad alcune soluzioni crepuscolari (la parte della cava) che richiamano il modern western di autori come Taylor Sheridan.

Il finale: heroes del silencio

C'è da dire che il finale de La Casa di Carta 5 Parte 2 è per certi versi meno scontato di quello che ci si potrebbe aspettare o si poteva immaginare dopo la deriva action di fine Stagione 4 e inizio Stagione 5. Ancora una volta gli sceneggiatori tornano a rimaneggiare situazioni già utilizzate, nello specifico la contrattazione fra il Professore e Tamayo, ma nel finale la posta in gioco viene alzata in maniera esponenziale, ancora una volta al limite del credibile, mitigata timidamente dalla reintroduzione di quei temi su cui la serie aveva mosso i primi passi ovvero la contrapposizione fra l'enstablishment e la gente comune, fra l'opulenza dell'1% rappresentata dalla zecca e lo status di "combattenti per la libertà" della banda del Professore che infatti non rinuncia ad intonare Bella Ciao quando sembra di essere riuscita nel colpo.

Un finale soddisfacente? Per i fan della serie sicuramente sì e abbastanza aperto da permettere uno o più ritorni come spin-off più che sequel vero e proprio se non altro perché la serie ha già richiesto in termini di engagement sia ai fan più incalliti ma soprattutto agli spettatori più casual e smaliziati.

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