Ogni grande eroe necessita di nemesi che ne sappiamo esaltare le peculiarità. Un sottile gioco di contrasti, in cui il beniamino del pubblico si trova a doversi confrontare con villain che ne testi il carattere, dando vita a una dicotomia che, a seconda della capacità del narratore di turno, può diventare un momento di svolta importante per l’eroe. Se ripensiamo al mondo dei fumetti, pochi personaggi possono vantare una schiera di avversari arguti e spietati come Spider-Man che, nella sua lunga storia editoriale, ha dovuto affrontare nemesi come Hobgoblin, Kingpin, Doctor Octopus o Mysterio. Nomi che gli appassionati del Marvel Universe fumettistico ben conoscono, ma a cui va aggiunto un villain il quale, notizia recente, si appresta a godere di un film a lui dedicato: Kraven il Cacciatore.
Parlando del Tessiragnatele e del cacciatore russo, ci si addentra in uno dei capitoli più amati e sofferenti della storia del Ragno. Uomo complicato, animato da una personale scala di valori e più volte rivisto e adeguato dai diversi autori, Sergei Kravinoff, vero nome di Kraven, rappresenta uno degli avversari più letali di Peter Parker, capace di mostrare un carisma tale da consentire al personaggio di confrontarsi anche con altri eroi della Casa delle Idee.
Kraven il Cacciatore: dalla Russia alla giungla di cemento di New York
Kraven il Cacciatore è uno degli avversari incontrati da Spider-Man nei primi anni della sua storia editoriale, comparendo in The Amazing Spider-Man #15 dell'agosto del 1964, creato, ancora una volta, da Stan Lee e Steve Ditko, i due autori che definirono i primi anni delle avventure del Ragno. Curiosamente, Kraven è stato preceduto nei fumetti dal suo fratellastro, Dmtri Smerdyakov, ex-agente del KGB esperto in travestimenti che, sotto lo pseudonimo di Camaleonte, ha dato filo da torcere al Tessiragnatele sin dalla sua prima apparizione nel primo numero di The Amazing Spider-Man (1963).
L’idea di introdurre Kraven nei fumetti di Spider-Man fu un’intuizione felice, soprattutto considerato il modo in cui venne definito questo villain. Pur presentandosi come un avversario dell’eroe newyorkese, Kraven, contrariamente ad altri avversari di Peter Parker, ha un codice morale che, per quanto distorto dalla sua visione del mondo come un terreno di caccia, lo ha portato a seguire una certa condotta. Per Kravinoff, infatti, la caccia non è uno sport violento ma una filosofia, brutale e spietata, ma che va eseguita come una religione, in cui cacciatore e preda devono confrontarsi su piano paritario. In osservanza a questo suo ideale, Kraven il Cacciatore non si affida ad armi da fuoco, ma preferisce affrontare le sue prede a mani nude, aiutandosi solo con l’ingestione di un siero che ne accresce le già incredibili doti fisiche, prolungandone anche la sua longevità.
Figlio di una famiglia aristocratica russa fuggita dal suolo natio dopo il crollo della Russia Zarista, Sergei Kravinoff venne addestrato dal misterioso Gregor, cacciatore sopraffino che gli insegnò questa arte, plasmando anche la sua mentalità. Grazie a questo addestramento, Kraven fu in grado di confrontarsi con alcuni dei più grandi predatori presenti in natura, salvo poi puntare un’altra tipologia di preda: i metaumani. Fu proprio per via della sua perizia e della sua voglia di confrontarsi sempre con nuove sfide che Kraven accettò la proposta del Camaleonte, suo fratellastro, di aiutarlo a eliminare Spider-Man, una preda che non poteva che incuriosire il letale cacciatore, ma che si rivelò ben presto una sua ossessione.
Dopo il primo incontro, infatti, la rivalità tra Kraven e l’Arrampicamuri ebbe numerose altre occasioni di palesarsi, al punto che il Cacciatore divenne un personaggio ricorrente nelle storie del Tessiragnatele. L’ossessione per Spider-Man, però, portò Kraven a modificare in parte le sue linee guida, al punto che si alleò con altri letali avversari dell’eroe formando i Sinistri Sei, formazione composta dai più acerrimi nemici di Peter Parker, ma con cui non riuscì comunque ad avere la meglio del supereroe.
Tuttavia sconfiggere Spider-Man era per Kraven una questione d’onore pur avendo affrontato anche altri eroi di casa Marvel. Da Daredevil a Black Panther, senza trascurare nemmeno Hulk, sfide che lo portarono a essere considerato come un potenziale alleato da tutti coloro che volevano sbarazzarsi degli eroi marveliani o ottenere dei particolari trofei necessari per i loro piani. Sotto questo auspicio era stato assoldato da Sinistro per dare la caccia agli X-Men, in modo da ottenere campioni del loro prezioso sangue, che il malvagio scienziato avrebbe poi utilizzato per i suoi esperimenti.
Persino organizzazioni segrete si sono avvalse della sua incredibile perizia nella caccia e delle sue doti di combattente, come fece a Nick Fury a fine anni ’50, quando assoldò Kraven il Cacciatore in una sua squadra di Vendicatori ante tempore, creata per recuperare fiale di siero del supersoldato trafugate da misteriosi nemici.
Ad avere però consacrato Kraven come uno dei grandi avversari di Spider-Man è stata una storia in particolare: L'ultima caccia di Kraven.
L'ultima caccia di Kraven
Praticamente impossibile parlare di Kraven il Cacciatore senza citare la storia cult di J.M. DeMatties, Mike Zeck e Bob McLeod. L’ultima caccia di Kraven, infatti, è un capitolo centrale nel mito di Spider-Man, durante la quale Peter Parker viene portato al limite, spezzato e quasi sconfitto dal Cacciatore. Nelle spettacolari pagine di questa storia del 1987, infatti, Kraven riesce a sconfiggere il suo storico nemico, nel culmine di un’esistenza vissuta con l’ossessione di sconfiggere il Tessiragnatele. Una storia dei toni duri, caratterizzata alla perfezione, in cui Kraven dopo avere cercato per anni di sconfiggere Spider-Man arriva a elaborare un ultimo piano che gli consegni l’ultimo trofeo della sua vita.
Quando si trattò di creare questo momento centrale nell’esistenza del Ragno, DeMatteis arrivò in Marvel con una storia che aveva già provato a realizzare in DC Comics con altri personaggi, ma quando a Marc Gruenwald arrivò la proposta di DeMatteis la accettò, stupendo lo stesso sceneggiatore, che non immaginava la casa editrice avrebbe accettato di uccidere un personaggio così importante per la continuity del Tessiragnatele, come confessò lo stesso autore:
“Mentre stavo preparandomi a lavorare alla storia, ero seduto nel mio ufficio e sfogliavo il Marvel Universe Hanbook e arrivai al punto in cui veniva presentato Kraven il Cacciatore. Non so se fosse stato previsto per via della continuity, o una scelta di chi redasse il libro, ma menzionavano le origini russe di Kraven. Da grande appassionato di Dostoyevsky, l’idea che Kraven fosse russo e avesse la stessa anima profonda e torturata vista in tutti i personaggi di Dostoyevsky, mi sbloccò e immediatamente compresi chi fosse davvero il personaggio. Pensai molto a Kraven e a quali fossero le sue origini. Era un personaggio per cui non avevo mai avuto interesse, ho sempre pensato fosse uno dei personaggi più stupidi di Spider-Man, ma improvvisamente avevo una nuova visione di Kraven”
In effetti, il Cacciatore visto in L’ultima caccia di Kraven è un personaggio tragico, che sentendo la fine oramai prossima affronta la morte con un’ultima sfida con il suo eterno rivale. Il Sergei visto in questa storia è un uomo disperato, ossessionato e pronto anche ad aggirare le regole secondo cui ha vissuto, pur di distruggere la sua nemesi a ogni costo. Solo l’aver sconfitto un avversario che nemmeno Spider-Man era riuscito a battere, Vermin, lo portò a sentirsi superiore all’odiato nemico, al punto di considerare la sua vita appagata e scegliere di suicidarsi.
La morte di Kraven in questa storia non fu solamente un episodio centrale nella vita di Spider-Man, con ripercussioni anche in seguito, ma consegnò alla storia dei comics l’addio di un villain tramite una morte violenta e auto-inflitta. DeMatteis, con questo arco narrativo, crea anche una connessione tra Parker e Kravinoff giocata interamente sulla morte e sulla rivalità malsana del Cacciatore, che dopo avere apparentemente sconfitto il suo avversario ne vuole indossare il costume, dimostrando non solo di averlo battuto ma di essere anche meglio di lui come eroe, in cerca di un’ulteriore conferma di essere superiore alla sua nemesi.
Il ritorno dalla morte
Ma come sosteneva Stan Lee, le porte dell’aldilà Marvel sono girevoli, e quindi anche Kraven ha avuto modo di tornare dalla morte. Tra il 2009 e il 2010, con l'arco narrativo Grim Hunt, infatti, all’interno delle storie di Spider-Man assistiamo alla resurrezione di Sergei Kravinoff, tramite un rituale eseguito dai suoi figli, che intendono continuare una sanguinosa caccia ai Ragni, rendendo dei bersagli anche personaggi legati a Peter, come Arachne e Kaine Parker.
Riprendendo un tema caro alla figura di Kraven, ossia la magia selvaggia, viene orchestrata dai suoi figli un piano che consenta la risurrezione di Sergei, tramite un rituale che prevede l’utilizzo del sangue del suo nemico per eccellenza: Spider-Man. Come ben sanno i lettori del Tessiragnatele, Peter Parker non è il solo Spider-Man, ma dopo la Saga del Clone sono presenti più uomini dotati dei poteri di ragno, e per errore viene utilizzato il sangue di uno di questi, Kaine Parker.
Le conseguenze di questa resurrezione di Kraven portano a una radicale rivoluzione del personaggio, motivata dall’errato sangue utilizzato. Se nella prima vita di Sergei il suo ruolo era quello di antagonista mosso da un codice morale discutibile ma che capace di creare una tensione narrativa convincente nei suoi scontri con il Ragno, il ritorno dal regno dei morti consegna ai lettori un Kraven folle, lontano dal suo precedente codice morale e animato da una ferocia che si abbatte anche sui suoi familiari, causandone anche la morte.
Non abbiamo più quindi un cacciatore mosso dalla sua voglia di confrontarsi con una preda incredibile come Spider-Man, ma un essere ossessionato dalla caccia a tutti i metaumani con tratti animaleschi, che ha portato all'arco narrativo Hunted, in cui Kraven organizza un piano machiavellico. Dopo essersi clonato e avere creato i Figli di Kraven, il Cacciatore lascia che questi esseri si confrontino affinché ne esca vincitore il suo erede, l’Ultimo Figlio di Kraven. Compiuto questo passo, Kraven dà il via alla caccia dei metaumani con riferimenti animali, coinvolgendo ovviamente anche il Ragno, con cui avrà uno scontro finale in cui, per un momento, sembra apparire nuovamente il Kraven originario. Da questo confronto, infatti, il Cacciatore comprende che era il suo lato oscuro il nemico che ha sempre voluto sconfiggere, al punto che sceglie di indossare un’ultima volta il costume nero da simbionte di Spider-Man, come accaduto in L’ultima caccia di Kraven, e dare a suo modo un aiuto a Peter Parker, incontrando infine la morte per mano del suo erede designato, che lo scambia per Spider-Man.
Kraven: la vita oltre il fumetto
Kraven ha avuto modo di vivere anche oltre il fumetto, comparendo come uno dei nemici di Spidey nella celebre Spider-Man: The Animated Series, ma ora è finalmente pronto per farsi ammirare sul grande schermo. In passato si era pensato di far esordire Sergei Kravinoff nel Marvel Cinematic Universe, come avversario di T’Challa in Black Panther, ma questa idea di Ryan Coogley, regista del film, venne scartata. Con la complicata gestione del contesto cinematografico del Tessiragnatele, diviso tra Sony e Marvel Studios, vedere i villain iconici di Spider-Man al cinema non è semplice.
A oggi, nel Marvel Cinematic Universe si sono visti solamente Mysterio e l’Avvoltoio, mentre la controparte dello Spider-verse marchiato Sony ha vantato una maggior schiera di nemesi dell’Arrampicamuri, grazie a reboot e spin-off, come Venom e l’annunciato film dedicato al vampiro vivente, Morbius. Kraven, che abbiamo scoperto recentemente sarà interpretato da Aaron Taylor-Johnson, avrà dunque la sua pellicola da protagonista, non inserita all’interno del Marvel Cinematic Universe, ma che potrebbe essere un’occasione di portare sul grande schermo uno dei più affascinanti avversari del Tessiragnatele.