Karma of Purgatory è una storia drammatica e surreale scritta da Shun Hirose e disegnata da Negi Haruba, autore di The Quintessential Quintuplets. Cinque volumi pubblicati e raccolti dalla J-POP in un bellissimo Collection Box da collezione.
“Credi di essere una persona tanto buona da meritare il Paradiso… oppure un peccatore così malvagio da essere destinato all’Inferno? Pensaci. E se non fosse né l’uno, né l’altro?”
Karma of Purgatory: il Purgatorio non è come pensiamo
Karma of Purgatory racconta due storie, indissolubilmente legate l'una all'altra. Protagonista della prima, chiamata Lo studente delle superiori, è un ragazzo di nome Makoto Nanase, vittima di atti di bullismo, estremi e crudeli. La vita di Makoto è l'inferno in terra. Non solo non ha amici ma non riesce a chiedere aiuto nemmeno al padre, preside della scuola. Come potrebbe? Non solo viene picchiato regolarmente dal genitore ma una sera Makoto ascolta per caso una chiamata del padre in cui si esprime in maniera permissiva circa gli atti di bullismo. Ma non perché lo considerasse qualcosa di sbagliato alla radice ma perché, semplicemente, se la cosa fosse trapelata all'esterno delle mura scolastiche, sarebbe stato terribile. Makoto è completamente solo e l'unica persona con la quale riesce a confidarsi è un ragazzo di cui non conosce né voce né volto e con il quale scambia dei messaggi.
La vita di Makoto prosegue quasi per inerzia. Giorno dopo giorno cerca di trovare la motivazione a continuare a vivere e a frequentare la scuola, confortato dalla sua cotta per una compagna di classe di nome Kirisaki. Ma quando scopre che anche lei non ha fatto altro che prenderlo in giro e ridere di lui alle sue spalle, è troppo. Makoto non ce la fa più. Raggiunge il tetto della scuola e si butta nel vuoto.
Ma Makoto non passa nell'aldilà. Quando riprende i sensi si ritrova ancora sul tetto e davanti a lui c’è una ragazza misteriosa che afferma che quello è il Purgatorio e che ora lui ha il compito di salvare sei persone destinate all’infelicità a causa del suo suicidio. In realtà questa è la sua punizione e se non riuscirà a salvarle esse saranno colpite dalla sventura. Questo perché la morte non è la fine di tutto e il suicidio non fa altro che rendere infinitamente infelici le persone che sono lasciate dietro, e che in qualche modo devono colmare il vuoto causato dalla scomparsa di quella stessa persona. La missione di Makoto non sarà facile, perché quelle sei persone sono lacerate dai sensi di colpa per non avere fatto nulla per salvarlo, ognuna con le sue motivazione, con il suo dolore, con le sue scuse dietro le quali si è sempre rifugiata senza fare nulla per cambiare la realtà delle cose.
Ogni decisione può portare a una conclusione nefasta perché non è semplice salvare l'anima delle persone, capire la profondità delle loro emozioni, che talvolta è così intensa da togliere il respiro. Makoto capirà ben presto quanto sia difficile risanare un cuore spezzato. Dovrà scoprire fino in fondo le motivazioni che lo hanno portato al suicidio per poter salvare quelle sei persone che tenevano a lui, sotto la continua osservazione di quella ragazza ovvero una specie di shinigami (Dio della morte), che non farà altro che aggiungere ulteriore pressione a Makoto, invogliandolo a guardare oltre la propria persona. Ma se a Makoto fosse data una seconda possibilità riuscirebbe a far sì che gli eventi non si ripetano ancora una volta in un circolo infinito? E se anche quella scelta di voler tornare a vivere comportasse un prezzo? Sarebbe in grado di cambiare definitivamente le cose, oppure qualcun altro sarebbe destinato a prendere il suo posto?
La seconda storia si intitola Il club dei suicidi e protagonista è Tamako una diciannovenne che sogna di diventare un idol, ma il problema è il suo aspetto: nonostante sia una persona gentile, purtroppo è la bellezza esteriore che le manca. Persino la sua stessa famiglia ridicolizza il suo sogno, ma senza nemmeno quello che cosa le rimane? Si sottopone a un’operazione che le cambia i lineamenti del viso rendendola finalmente bella, ma anche così non passa le audizioni. Quando torna a casa e scopre che le sue cose sono state buttate dalla sua famiglia e che ora non ha un posto in cui tornare, improvvisamente è troppo e si ritrova a camminare in mezzo alla strada incurante delle macchine. Per poco non viene investita da un camioncino sul quale incontra sei persone aspiranti suicidi come lei. È proprio la sua sicurezza a convincere il resto del gruppo ad andare fino in fondo, eppure lei sopravvive. Ora, a differenza di Makoto, quello che dovrà fare non è salvare sei persona ancora in vita, bensì l’anima di quelle che erano in macchina con lei e che hanno scelto di morire per causa sua. Ancora una volta il karma torna a riscattare il prezzo del suicidio e a espiare la colpa di coloro che si sono tolti la vita.
Karma of Purgatory: il suicido è una colpa?
Il tema centrale di Karma of Purgatory è il suicidio e tutto ciò che comporta, non solo per chi ha deciso di togliersi la vita ma anche per le persone che rimangono indietro.
“Secondo te il suicidio è sbagliato? Dimmelo per favore. Nonostante tutto avrei dovuto vivere in un mondo del genere?”
Il suicidio è altamente diffuso in Giappone e se ne registrano circa ottanta l’anno. Tra i giovani, così come nel nostro Paese, la causa principale è il bullismo. Molto spesso gli atti di bullismo non sono evidenti e non lasciano tracce. Non è solo violenza fisica ma anche verbale. Molto spesso le vittime non hanno nessuno a cui rivolgersi, sopportano in silenzio così come è accaduto al protagonista, raggiungendo la soglia del non ritorno.
Karma of Purgatory tratta argomenti sensibili, quali la violenza, la depressione e il suicidio. Non è di certo il primo manga che tratta di questi temi, purtroppo così attuali nella società moderna, ma è il primo che mette veramente in luce le conseguenze che questa scelta estrema comporta, ovvero come la vita delle persone intorno al suicida cambi per sempre. Il manga, con vivido realismo e durezza, mette in scena atti di estrema crudeltà e malvagità che mai ci sogneremmo provenire da dei liceali ma che capitano più di frequente di quanto ci potremmo mai aspettare. Violenza contro gli animali, contro le persone, sottoposte a forme di torture sadiche e inconcepibili. Non è facile vedere l’oscurità celata nel cuore delle persone. La vergogna, la mortificazione, il senso di colpa e di smarrimento, tutte le emozioni sono raffigurate nella loro intima essenza, senza indorare in alcun modo la pillola.
Il manga ci conduce all'interno di un percorso di redenzione che coinvolge sia i vivi che i morti. È un percorso frastagliato, in salita e che ha un obiettivo ben preciso in mente, quello di fare comprendere ai personaggi che la vita deve essere vissuta e che ci saranno sempre delle motivazioni che ci spingono a non rinunciarvi.Veniamo trasportati letteralmente all’interno dell’anima dei personaggi, riusciamo quasi a sentire il loro dolore e la loro sofferenza. Non è solo Makoto a doversi confrontare con le ragioni per le quali ha deciso di porre fine alla sua vita ma anche le persone a lui vicine devono confrontarsi faccia a faccia con quei sentimenti portati a galla dalla sua scelta. E fa male. Per tutti. Confrontarsi con la propria coscienza, prendere consapevolezza delle proprie debolezze è doloroso. Sia per colui che non c’è più sia per quelli che sono ancora vivi. Ma allora, il suicidio è una colpa? Si poteva evitare tutta questa sofferenza? È questa la domanda che sembra porre il manga. Non c’è una risposta univoca. Chi decide di togliersi la vita non lo fa con leggerezza ma perché vivere per lui/lei risulta troppo doloroso. Questa è stata la motivazione di Makoto.
Karma of Purgatory ci spinge a porci delle domande su come stiamo vivendo, su come trattiamo gli altri, se possiamo fare qualcosa per aiutare una persona prima che sia tropo tardi, insomma, è una storia che smuove la coscienza del lettore. Non è un manga da leggere a cuor leggero, perché molti argomenti possono disturbare. Nonostante ciò ne consiglio caldamente la lettura per ciò che ci rimane in mano una volta chiusi i volumi.