Junichi Hayama, il maestro dell'animazione giapponese: la nostra intervista

Junichi Hayama è un maestro dell'animazione nipponica, membro chiave di tante produzioni immortali ricordate dagli appassionati

Avatar di Andrea Balena

a cura di Andrea Balena

Le fiere del fumetto e cultura pop sono un evento imperdibile per gli appassionati, perché danno la possibilità di incontrare dal vivo gli autori delle loro opere preferite e conoscere la persona dietro l'arte. Spesso è difficile sedersi e fare una chiacchierata con questi autori per mancanza di tempo, tempistiche strette e rumore di fondo della fiera, ma nel caso del BGeek 2019, la fiera del fumetto, videogiochi e cultura pop che ha sede nella Fiera del Levante a Bari, quest' anno siamo riusciti a dare un volto e una voce a un grande maestro dell'animazione giapponese: Junichi Hayama.

Nella sua lunga carriera Hayama, classe 1965, ha posto la sua firma su molte opere e adattamenti animati che hanno scolpito l'immaginazione di intere generazioni di appassionati di anime e cultura giapponese: negli anni '80 dopo un debutto su serie come Gu Gu Ganmo (inedito in Italia) e Hai Step Jun (conosciuto da noi come Juny peperina inventatutto) presso la Onion Production, diventa rapidamente uno dei membri principali dello staff dietro l'immortale serie animata di Ken il Guerriero, ricoprendo il ruolo di genga (animatore chiave) della prima serie sotto il suo mentore Masami Suda (che abbiamo intervistato l'anno scorso!) per poi ricoprire la carica di sakkan (direttore dell'animazione) nella seconda stagione dell'anime.

Da lì ha continuato una lunga e proficua carriera nel settore come freelance per le produzioni e ruoli più disparati, ma sempre mantenendo uno stile e una cura nell'animazione inimitabili come gli speciali OAV degli anni '90 de Le Bizzarre Avventure di JoJo, nei quali ha curato il character design fino a progetti contemporanei come l'apprezzatissimo Golden Kamui in patria. Il suo impegno per la saga post-apocalittica Kenshiro è continuato nel corso degli anni, curando molteplici speciali nell'affascinante mondo post apocalittico immaginato più di trent'anni fa da Tetsuo Hara e Buronson.

Il maestro è stato uno degli ospiti di punta dell'evento fieristico grazie alla collaborazione con Nippon Shock Edizioni, una giovane ma appassionata casa editrice che ha importato per la prima volta in assoluto Brush Work, uno dei tanti artbook realizzati dal maestro in cui è possibile ammirare i suoi magnifici schizzi di personaggi amatissimi come Kenshiro, JoJo e Jeeg Robot e personaggi più iconici dei tokusatsu come Kamen Rider, Ultraman e Godzilla, tutti realizzati con l'inconfondibile stile e tratto della sua Fude-pen, accompagnati da numerosi aneddoti scritti sulla sua vita e carriera da animatore.

Nonostante il caos della fiera, siamo riusciti a sederci per una breve ma intensa chiacchierata con Hayama e il suo interprete, nei quali si è aperto sulle sue esperienze passate più note e conosciute e sullo stato attuale dell'industria nipponica.

Benvenuto al Bgeek e in Puglia, ma soprattutto in Italia! Questa è la prima volta che viene nel nostro paese in veste professionale. Fino ad ora cosa lo ha colpito delle persone e dei fan locali?

Grazie! Mi ha molto colpito la calorosità e gentilezza delle persone qua, persino il loro cibo mi ha molto soddisfatto!

Lei è una delle figure chiave dietro al successo interplanetario di Ken il Guerriero sin dai suoi albori fino all’OAV del 2008 dedicato a Toki. Cosa prova oggi a vedere l’enorme affetto di intere generazioni su un prodotto di oltre trent'anni fa?

Sono molto contento del successo e dell'amore che i fan riversano in questa opera nonostante il tempo che passa. Nonostante il mio lavoro, credo che sia stata la qualità intrinseca dell'opera originale ad aver catturato l'attenzione degli appassionati per così tanto tempo. Io sono molto legato al nome perché mi ha fatto praticamente entrare in questo mondo, sin da quando ho realizzato i genga del primo scontro fra Toki e Raoh fino agli speciali dedicati del venticinquennale della serie. Ormai credo sia il fato a legarmi a questa serie!

Ora le faccio una domanda che posi al suo sensei Suda esattamente un anno fa: cosa ha bisogno un artista, e in primo luogo una Persona, per poter raggiungere traguardi importanti ed esprimere al meglio il proprio stile e poetica?

Grazie della fiducia, ma personalmente non credo di aver raggiunto dei grandi traguardi! Posso solo consigliare agli autori emergenti di continuare con impegno, costanza e tanto studio delle basi del mestiere per raggiungere i propri obbiettivi.

Nel lavoro dell’animatore nipponico contemporaneo si stanno affermando nuove tecniche di animazione, come l’uso massiccio della computer grafica, molto distanti da quelle tradizionali. Si è mai approcciato a queste nuove realtà? Hanno mai influito sul suo processo creativo?

Per quanto riguarda queste nuove tecniche, mi ci sono sempre avvicinato marginalmente perché preferisco metodi e sistemi più tradizionali e artigianali del mestiere. Una volta in particolare lavorai alla sigla di chiusura del remake di Gaiking con un processo misto in cui ho realizzato i bozzetti e linee a matita su foglio per poi scannerizzarli e lavorarci con Photoshop. Ma il fascino del "fatto a mano" rimane intramontabile!

Un altro dei suoi progetti più noti e apprezzati sono stati gli OAV dedicati a Stardust Crusaders, la terza parte de Le Bizzarre Avventure di JoJo, il famoso manga di Hirohiko Araki, nei quali ha lavorato insieme a molti talenti dell’industria e artisti alle prime armi come il compianto Satoshi Kon. Che differenze ci sono state nella lavorazione fra questi speciali e il film prequel dedicato a Phantom Blood del 2007?

Una delle grandi differenze è stato lo staff: negli OAV c'erano tanti autori talentuosi come Kon ma anche un noto sceneggiatore di Gundam (ndr. Hiroyuki Kitakubo) fra gli altri, i cui stili hanno influito positivamente sulla riuscita del progetto. Non abbiamo avuto la stessa fortuna con lo staff più modesto di Phantom Blood, che ha subito problemi durante la lavorazione. Il problema di quel film era dover stringere l'opera originale in un solo lungometraggio, quando per adattare l'opera completa ci sarebbe voluto molto più minutaggio. Anche la casa editrice e Araki stesso hanno avuto da ridire sulla qualità dell'adattamento, è stato un progetto sfortunato.

Sempre su JoJo, il film di Phantom Blood è stato molto criticato per la poca fedeltà alla storia originale. Come si è evoluto il suo approccio nei suoi lavori di adattamento più recenti come Drifters e Golden Kamui dopo quell'esperienza?

Nel ruolo di animatore, purtroppo non posso e non possiamo alterare troppo decisioni prese a monte da sceneggiatori e designer di un progetto. Il massimo che possiamo fare è aggiustare dei disegni che non riteniamo all'altezza, ma è un processo che ruba tempo che spesso non abbiamo, come è accaduto qualche volta nel caso di Golden Kamui in cui ho ricoperto il ruolo di animatore chiave.

Oggi l’animazione nipponica grazie a nuove figure produttive che si sono affacciate sul mercato (da distributori internazionali come Cruncyroll a nuovi produttori come Netflix) riesce a raggiungere all'estero un pubblico più ampio e variegato, spesso culturalmente molto diverso da quello nipponico. Sarebbe interessato un domani a lavorare su un progetto più internazionale? C’è un’opera in particolare che le piacerebbe approfondire?

Sono molto interessato a lavorare a un progetto internazionale! Personalmente mi piacerebbe approfondire dei progetti dove posso mischiare azione e una storia d'amore approfondita come nei Tatsunoko. Mi piacerebbe anche lavorare ad un anime con i samurai, magari a Vagabond quando (Takehiko) Inoue lo finirà! *risata* Mi piacerebbe anche mano a un poliziesco all'americana, una di quelle storie con il classico duo poliziotto buono e cattivo!

Con questo sguardo speranzoso verso progetti futuri abbiamo lasciato il maestro ad autografare copie del suo artbook per i numerosi fan che si presentavano allo stand della Nippon Shock, speranzosi di farsi una foto e porre i loro omaggi a un grande artista internazionale.

Da questo link potete recuperare Brush Work, il magnifico ed esclusivo artbook del maestro pieno di suoi schizzi ed esperienze lavorative!
Leggi altri articoli