Le fiere del fumetto e cultura pop sono un evento imperdibile per gli appassionati, perché danno la possibilità di incontrare dal vivo gli autori delle loro opere preferite e conoscere la persona dietro l'arte. Spesso è difficile sedersi e fare una chiacchierata con questi autori per mancanza di tempo, tempistiche strette e rumore di fondo della fiera, ma nel caso del BGeek 2019, la fiera del fumetto, videogiochi e cultura pop che ha sede nella Fiera del Levante a Bari, quest' anno siamo riusciti a dare un volto e una voce a un grande maestro dell'animazione giapponese: Junichi Hayama.
Nella sua lunga carriera Hayama, classe 1965, ha posto la sua firma su molte opere e adattamenti animati che hanno scolpito l'immaginazione di intere generazioni di appassionati di anime e cultura giapponese: negli anni '80 dopo un debutto su serie come Gu Gu Ganmo (inedito in Italia) e Hai Step Jun (conosciuto da noi come Juny peperina inventatutto) presso la Onion Production, diventa rapidamente uno dei membri principali dello staff dietro l'immortale serie animata di Ken il Guerriero, ricoprendo il ruolo di genga (animatore chiave) della prima serie sotto il suo mentore Masami Suda (che abbiamo intervistato l'anno scorso!) per poi ricoprire la carica di sakkan (direttore dell'animazione) nella seconda stagione dell'anime.
Da lì ha continuato una lunga e proficua carriera nel settore come freelance per le produzioni e ruoli più disparati, ma sempre mantenendo uno stile e una cura nell'animazione inimitabili come gli speciali OAV degli anni '90 de Le Bizzarre Avventure di JoJo, nei quali ha curato il character design fino a progetti contemporanei come l'apprezzatissimo Golden Kamui in patria. Il suo impegno per la saga post-apocalittica Kenshiro è continuato nel corso degli anni, curando molteplici speciali nell'affascinante mondo post apocalittico immaginato più di trent'anni fa da Tetsuo Hara e Buronson.
Il maestro è stato uno degli ospiti di punta dell'evento fieristico grazie alla collaborazione con Nippon Shock Edizioni, una giovane ma appassionata casa editrice che ha importato per la prima volta in assoluto Brush Work, uno dei tanti artbook realizzati dal maestro in cui è possibile ammirare i suoi magnifici schizzi di personaggi amatissimi come Kenshiro, JoJo e Jeeg Robot e personaggi più iconici dei tokusatsu come Kamen Rider, Ultraman e Godzilla, tutti realizzati con l'inconfondibile stile e tratto della sua Fude-pen, accompagnati da numerosi aneddoti scritti sulla sua vita e carriera da animatore.
Nonostante il caos della fiera, siamo riusciti a sederci per una breve ma intensa chiacchierata con Hayama e il suo interprete, nei quali si è aperto sulle sue esperienze passate più note e conosciute e sullo stato attuale dell'industria nipponica.
Benvenuto al Bgeek e in Puglia, ma soprattutto in Italia! Questa è la prima volta che viene nel nostro paese in veste professionale. Fino ad ora cosa lo ha colpito delle persone e dei fan locali?
Lei è una delle figure chiave dietro al successo interplanetario di Ken il Guerriero sin dai suoi albori fino all’OAV del 2008 dedicato a Toki. Cosa prova oggi a vedere l’enorme affetto di intere generazioni su un prodotto di oltre trent'anni fa?
Ora le faccio una domanda che posi al suo sensei Suda esattamente un anno fa: cosa ha bisogno un artista, e in primo luogo una Persona, per poter raggiungere traguardi importanti ed esprimere al meglio il proprio stile e poetica?
Nel lavoro dell’animatore nipponico contemporaneo si stanno affermando nuove tecniche di animazione, come l’uso massiccio della computer grafica, molto distanti da quelle tradizionali. Si è mai approcciato a queste nuove realtà? Hanno mai influito sul suo processo creativo?
Un altro dei suoi progetti più noti e apprezzati sono stati gli OAV dedicati a Stardust Crusaders, la terza parte de Le Bizzarre Avventure di JoJo, il famoso manga di Hirohiko Araki, nei quali ha lavorato insieme a molti talenti dell’industria e artisti alle prime armi come il compianto Satoshi Kon. Che differenze ci sono state nella lavorazione fra questi speciali e il film prequel dedicato a Phantom Blood del 2007?
Sempre su JoJo, il film di Phantom Blood è stato molto criticato per la poca fedeltà alla storia originale. Come si è evoluto il suo approccio nei suoi lavori di adattamento più recenti come Drifters e Golden Kamui dopo quell'esperienza?
Oggi l’animazione nipponica grazie a nuove figure produttive che si sono affacciate sul mercato (da distributori internazionali come Cruncyroll a nuovi produttori come Netflix) riesce a raggiungere all'estero un pubblico più ampio e variegato, spesso culturalmente molto diverso da quello nipponico. Sarebbe interessato un domani a lavorare su un progetto più internazionale? C’è un’opera in particolare che le piacerebbe approfondire?
Con questo sguardo speranzoso verso progetti futuri abbiamo lasciato il maestro ad autografare copie del suo artbook per i numerosi fan che si presentavano allo stand della Nippon Shock, speranzosi di farsi una foto e porre i loro omaggi a un grande artista internazionale.
Da questo link potete recuperare Brush Work, il magnifico ed esclusivo artbook del maestro pieno di suoi schizzi ed esperienze lavorative!