Parlare di Jin-Roh, e in particolare della serie Kerberos, o “Kerberos Saga” come è nota da qualche tempo, è un lavoro estremamente complesso. Si tratta dell'opera magna del regista, animatore e cineasta Mamoru Oshii, che le diede i natali nel lontano 1987, nonché il momento in cui Oshii comincia il suo viaggio verso quella maturazione che lo discosterà da tutto il precedente lavoro degli esordi, prima con Tatsunoko, poi con lo straordinario Studio Pierrot.
“Complesso”, si diceva, perché parliamo di una serie di storie, racconti, film e quant'altro sparpagliata per i media più disparati, dal cinema alla radio, passando inevitabilmente per libri e manga, per oltre 20 prodotti (spin off compresi) chiamati a ricostruire il mondo distopico e post bellico immaginato da Oshii e da diversi suoi compagni di viaggio, che di volta in volta lo hanno aiutato a dare forma e dimensione alla sua visione fantapolitica.
A 20 anni dal suo esordio giapponese, ed a 15 dalla prima volta che arrivò in Italia direttamente in edizione DVD, Anime Factory e Yamato Video ripropongono uno dei momenti più famosi e riusciti della Kerberos Saga: Jin-Roh. Un lungometraggio animato così profondo, cupo e seminale da aver ispirato il lavoro delle Wachowski ma anche, giusto per citare il caso più evidente, parte dello sviluppo della serie Killzone.
Jin-Rho – Uomini e lupi, è un dramma animato di fantapolitica e critica sociale, sorretto per altro da un'animazione che, al pari di opere ben più celebri come Akira, si è imposto all'attenzione di buona parte del mondo dell'animazione, in quanto superlativo esempio dell'arte di genere giapponese, a cui ancora oggi va riconosciuto uno straordinario fascino.
Potremmo, in questa sede, come spesso abbiamo fatto, limitarci a recensire l'uscita su disco, raccontandovi solo brevemente quello che è la trama dell'opera che, per altro, è di una straordinaria caratura socio-politica. Ma proprio per la sua bellezza, e per il potente impatto culturale che ebbe all'epoca, e che paradossalmente potrebbe avere anche oggi, vogliamo parlarvi un po' meglio della Saga della polizia armata Kerberos, a tutti gli altri, i frettolosi di conoscere meglio il supporto in sé più che il progetto che c'è dietro, il consiglio è semplice: saltate a piè pari i prossimi due paragrafi.
Un passo indietro
Dopo 7 anni trascorsi a lavorare presso lo Studio Pierrot, dove per altro aveva realizzato il cartone animato di Lamù - ragazza dello spazio, tratto dal meno noto manga (almeno da noi) di Rumiko Takahashi, Oshii si allontana dallo studio alla ricerca di una propria direzione artistica e, come anticipato, della sua maturazione sia come sceneggiatore che come animatore e regista. Dopo il fiasco di un primo lavoro in solitaria dai profondi risvolti teologici, ovvero “L'uovo dell'Angelo” (Tenshi no Tamago), Oshii comincia a pensare ad un'opera che avrà in sé quelle che sono le tematiche che poi gli saranno care per la realizzazione della sua opera più nota, quel Ghost in the Shell che ancora oggi, insieme ad opere come Alita – Angelo della Battaglia, è alla base dello sviluppo di un fiorente immaginario cyberpunk, che per altro sarà parte del DNA di buona parte delle opere del cineasta seppur in diverse declinazioni.
Oshii immagina un mondo distopico in cui non gli alleati, ma l'Asse è al comando del Giappone, in una versione, se possibile ancor più cupa, di quanto non fosse stato raccontato da Phil Dick nel suo La Svastica sul Sole. Assoggettato ad una Germania nazista che ha vinto la Seconda Guerra Mondiale sbaragliando l'America, il Giappone è fiorito sotto l'egida di Berlino, trasformandosi in un paese cupo, grigio, in cui la forza militare schiaccia la libertà di parola, ed in cui il forzato boom economico ha creato un forte dislivello sociale tra benestanti e poveri, con quest'ultimi in costante lotta per le strade di Tokyo.
Oshii non parte dalle origini, ed anzi nel 1987 il radiodramma “While Waiting for Red Spetacles”, primo prodotto della Kerberos Saga, comincia il suo racconto in media res, quando la forza militare Kerberos è, di fatto, già prossima alla chiusura.
L'artista immagina un futuro cupo, socialmente instabile, in cui la tecnologia non è affatto una sicurezza per lo sviluppo umano, ma anzi un ulteriore modificatore della salute sociale, che schiaccia l'umanità in una morsa oppressiva e corruttiva.
La Kerberos Saga procede lentamente negli anni. Nel mentre Oshii sviluppa altri progetti della sua vita che lo renderanno celebre tra cui, ovviamente, un'altra pietra miliare dell'animazione nipponica, ovvero Patlabor: The Movie, lungometraggio diretto da Oshii, e basato sul vasto universo narrativo dell'omonima serie mecha, ad opera Masami Yuki. Il film su Patlabor è un successo, così come lo è il suo sequel che, uscito appena quattro anni dopo, segnerà l'abbandono del franchise da parte del regista.
Questo è un momento fondamentale per la carriera di Oshii, non tanto per l'impennata dovuta al successo della pellicola, ma perché è proprio grazie allo sviluppo dei film dedicati a Patlabor che l'artista darà prova del suo straordinario talento narrativo e tecnico. Caratterizzati da uno stile grafico ricercato e realistico, i due film si propongono come due thriller fantapolitici complessi ed elaborati, praticamente un banco di prova per quello che sarà poi lo sviluppo dello stesso Ghost in the Shell che arriverà a due anni dall'addio di Oshii dalla saga mecha di Yuki.
Forte infatti del successo di Patlabor, e con Bandai Visual interessata a lavorare con l'artista, Oshii sviluppa a questo punto Ghost in the Shell, anche se è proprio in questo momento che nasce il progetto di Jin-Roh, punto iniziale e svolta fondamentale per la notorietà della Kerberos Saga.
Bandai si dimostra infatti interessata allo sviluppo del film che Oshii desidererebbe girare, tuttavia il timore era legato alle performance dei due film live action basati alla Kerberos Saga che il regista aveva realizzato e che, tutto sommato, erano stati un fiasco chiedendo che sia qualcun altro ad avere la direzione di quello che, come avrete capito, sarà Jin-Roh. Occorrerà un po' affinché il progetto si realizzi, e fondamentale sarà in tal senso il supporto di Hiroyuki Okiura, animatore con cui il regista aveva avviato un sodalizio ai tempi di Patlabor 2 e con cui l'idea di Jin-Roh prende una direzione più definita.
Partito con l'idea di creare una piccola antologica di sei episodi, in cui sei diversi registi avrebbero fatto capo ad Oshii per lo sviluppo di una continuità narrativa, Jin-Roh comincia a diventare sempre più grande e ingombrante sicché Oshii e Okiura capiscono di dover sviluppare non una antologica, ma un film vero e proprio, nonostante tutti i rischi del caso.
Nasce quindi Jin-Roh, un film unico, fatto e finito, supervisionato da Oshii e diretto da Okiura, e idealmente capitolo di chiusura di una trilogia cinematografica composta da The Red Spectacles (1987) e : StrayDog: Kerberos Panzer Cops (1991). Di fatto, però, pur essendo il terzo prodotto cinematografico, e addirittura il settimo in generale nella Kerberos Saga ma, il film è un vero e proprio prequel all'intera vicenda, risultando il primo capitolo cronologico dell'intero progetto. Oshii che ormai aveva raffinato enormemente la sua tecnica narrativa sviluppa una storia che, sostanzialmente, è un'enorme e violenta allegoria della favola di Cappuccetto Rosso, su cui per altro è basata gran parte della tematica della stessa Saga.
Uomini e Lupi
Jin-Roh è ambientato nel 1962, nella medesima linea temporale di cui abbiamo parlato in apertura. Il Giappone ha perso la guerra, ma a differenza del nostro mondo qui ad imporre i nuovi costumi e il nuovo modo di vivere è stata la Germania, che ha influenzato lo sviluppo post bellico sotto ogni punto di vista. La crescita economica forzata ha creato in Giappone masse enormi di disoccupati, portando ad uno stato quasi costante di rivolta civile, cui Tokyo risponde con repressione e violenza, perpetuata con precisione dalla Dime, un'elite della polizia militare violenta e pesantemente armata, i cui componenti si comportano più come macchine che come uomini.
La Dime, nota anche come Kerberos (poiché il logo del corpo è un Cerbero rampante) viene formata come risposta del Governo alla violenza armata del popolo, nel tentativo di creare un organo che potesse essere controllato direttamente dal potere statale, nel timore che le forze di polizia nazionali potessero unirsi per formare un unico organo militare (e potenzialmente sovversivo).
Il protagonista della vicenda è Kazuki Fuse, un membro della Dime, la cui certezza vacilla nel momento in cui assiste ad un attacco terroristico ad opera di una giovane dinamitarda, che senza esitazione si fa esplodere davanti ad i suoi occhi in un attacco suicida. Così Fuse, addestrato ad essere una macchina da guerra priva di morale, comincia a interrogarsi sul governo, sulla propria vita e sui sentimenti di cui, apparentemente, è stato privato.
La trama di Jin-Roh, estremamente complessa è affascinante, come da consolidata tradizione di Oshii, si sviluppa quindi in uno scambio continuo di riflessioni umaniste, critiche aperte e potenti verso la società giapponese, il tutto perpetrato in un continuo gioco a metà tra thriller e spy story, in cui le riflessioni sull'esistenzialismo si sprecano nell'intenzione dei personaggi di comprendere quale sia il posto che gli uomini occupano della catena alimentare stabilita dal connubio tra economia e politica.
Oshii esprime nel suo film la preoccupazione dell'epoca per la difficile situazione politica proposta dal paese nel periodo di riedificazione post bellica, in cui il timore dell'instaurazione di un nuovo fascismo si esprimeva in un generale malcontento popolare. E così le forze schierate in campo sono i corrispettivi dei plotoni militari che il Giappone aveva formato all'epoca all'interno dei corpi di polizia, nel tentativo di fermare le rivolte popolari con il pretesto di proteggere la costituzione, mentre i dimostranti trovavano voce nella classe operaia, nei poveri e nei reietti, che richiedevano migliori condizioni di lavoro e auspicavano una ripresa economica uniforme.
Capite quindi che la complessità di Jin-Roh, per altro tremendamente attuale, è immensa, e prescinde per altro dalla potenza narrativa dell'opera, ma anzi trasuda da ogni fotogramma, dalla violenza della messa in scena, dalla scelta di utilizzare colori smunti, morti, per altro appesantiti da una grana grossa, atta a rendere la messa in scena ancor più pesante e gravosa.
A svettare nell'oscurità sono i lupi, i membri della Kerberos, i cui occhi rossi e perfettamente rotondi brillano nel buio, con l'aspetto inquietante di mostri nella notte. Ma non sono mostri veri e propri quelli di Oshii, ma uomini mostruosi, che hanno fatto a pezzi il mondo infischiandosene dei deboli, macinando le ossa degli oppressi, reprimendo la libertà con la violenza, sostituendo i sentimenti con il denaro.
La confezione
Anime Factory e Yamato Video hanno confezionato un'edizione semplice ma elegante. Composta da una semplice keep case con sovraccoperta in cartone, su cui svetta un inquietante ma iconico soldato della Dime. Nulla di particolare da segnalare qui, mentre invece è di impatto completamente diverso la copertina double face del case, dominata dal rosso e da disegni originali promozionali del film. All'interno due dischi, contraddistinti da due colori diversi: uno blu per il film, uno rosso per i contenuti extra. Su ognuno di essi una grafica a tema con le diciture del caso. A chiudere il pacchetto un piccolo libretto informativo comprendente alcuni extra testuali, quali retroscena relativi sia allo sviluppo che all'immenso universo narrativo della Kerberos Saga.
I dischi
Arrivato sugli scaffali in formato 2,35:1 anamorfico, Jin-Roh ci viene offerto in formato 1080p, dettagliato e appagante e in continuità con il materiale originale. Come avevamo già avuto modo di dire, i colori del film sono volutamente smunti, tendenti ad una cupezza generale che richiama alla tematica del film, e l'aggiunta di una certa grana alle immagini si sposa con l'idea di un mondo oppressivo e infelice, intenzione per altro chiaramente voluta alle origini. I neri sono profondi e corposi, e nonostante l'oscurità che permea generalmente l'intero prodotto, fanno testo a sé per ciò che concerne la bellezza delle immagini, specie quando sono utilizzati per dare un alone spettrale e quasi “sovrannaturale” ai soldati scelti della Kerberos, i cui occhi rosso sangue svettano sui campi scuri come fari nella notte. Intendiamoci, non è la miglior profondità mai apprezzata dei neri mai apprezzata su di un blu-ray, ma visto che, sostanzialmente, si parla di un lavoro quasi totalmente analogico in origine, il risultato finale è davvero pulito e appagante, e non sembra risentire dei 20 anni che il film ha sulle spalle.
C'è però un neo importante in questo scenario altrimenti perfetto. Il film è infatti presentato con una fastidiosa e ingombrante cornice nera, che quindi non permette di visualizzare il film nell'intera area del televisore. Qualora disponiate di un apparecchio con opzioni di zoom, il problema potrebbe essere facilmente arginato, in caso contrario potreste effettivamente restare spiazzati. L'ingombro è infatti notevole. Il problema è probabilmente dato dal materiale originale che, nel corso del transfer dal prodotto originale alla versione HD ha subito ovviamente di underscan per adattarsi al formato video odierno. La cornice, dunque, è un compromesso attuato per evitare un taglio brutale dell'immagine. Un problema che, per altro, non è squisitamente italiano, ma è proprio anche di altre edizioni internazionali del film tra cui quella inglese.
Audio
Per ciò che concerne l'audio, abbiamo a disposizione un poderoso 5.1 HD Master Audio in versione italiana a giapponese. L'audio è ottimo, profondo, pulito e restituisce in modo egregio l'intero campionario acustico, dalla colonna sonora (per altro molto ben bilanciata) ai numerosi effetti sonori, compresi quelli di sottofondo. Questi ultimi, in particolare, contribuiscono in modo eccezionale alla caratterizzazione della città di Tokyo, posizionati come sono in modo egregio all'interno delle inquadrature animate. Da segnalare per altro un ottimo doppiaggio italiano, che con un ottimo sync labiale che sostituisce più che degnamente la traccia originale giapponese. Qualora poi siate tra quelli che preferiscono la lingua originale, segnaliamo la presenza di sottotitoli in italiano di ottima fattura, dichiaratamente fedeli alla lingua originale.
Extra
Dal punto di vista degli extra, Jin-Roh offre un intero disco dedicato ai contenuti aggiuntivi, che si aggiungono ai trailer delle varie edizioni di diffusione presenti invece sul disco del film. Sul secondo disco, in formato DVD, alcuni contenuti interessanti e del tutto inediti per il nostro paese, danno l'occasione di scoprire i dietro le quinte dello sviluppo del film. Il documentario “Speculazioni su Jin-Roh”, in particolare, racconta di come i vari componenti della produzione, tra cui lo stesso Oshii, siano arrivati al prodotto finito. Segue un altro documentario di approfondimento sull'opera, “Il sentiero dei lupo”, e una interessante serie di clip in versione di comparazione grezza, ovvero con l'animazione originale e quella finita a confronto per mostrare quello che è il lavoro svolto per il movimento dei personaggi, ancora oggi considerato tra i più bei lavori svolti nel campo dell'animazione giapponese, e peraltro quasi totalmente svolto a mano, tanto che negli anni il film ha meritato il titolo di “colossal analogico”. Infine, un piccolo libretto di accompagnamento, presente in confezione, che presenta molte delle informazioni presenti nei documentari in versione scritta, con immagini tratte dal film ed un piccolo repertorio di materiali di lavorazione originali.
A causa di una scarsa diffusione delle varie parti dell'opera, nel nostro paese il merchandise relativo la Kerberos Saga non si è diffuso, e i prodotto import sono venduti a prezzi esorbitanti. Il miglior compromesso è questo model kit dedicato relativo un tipico soldato Kerberos.