Sembrerebbe che James Gunn, abbia affrontato un periodo abbastanza movimentato. Dopo essere stato licenziato dalla Disney il regista statunitense è stato chiamato nuovamente alla collaborazione con la major cinematografica dallo stesso co-presidente di Walt Disney Studios, Alan Horn. In oltre, è stato ingaggiato dalla Warner Bros per andare al comando di Suicide Squad 2.
A proposito del suo ritorno alla Disney, afferma:
"Stavo per sedermi ad un tavolo per parlare di The Suicide Squad con la DC, ero molto entusiasta, poi Alan mi ha chiesto di andare a parlare con lui. E’ un brav’uomo, penso mi abbia ingaggiato di nuovo perché pensava fosse la cosa giusta da fare; ho avuto modo di conoscerlo meglio, l’ho sempre ammirato e ora sono stato toccato nel profondo dalla sua compassione”
Gunn aggiunge ancora:
“Si sente sempre che Hollywood è un mondo fatto di persone spietate, ma ci sono anche persone buone. Sono attratto e affascinato da posti in cui non ci si aspetterebbe ci fosse bontà, è anche una caratteristica dei personaggi nei miei film. Nel suo ufficio mi sono commosso, poi sono dovuto andare a dire a Kevin Feige che avrei fatto anche un film DC e sono diventato molto nervoso”.
Tutto ciò pare sia stato affermato nel corso di un'intervista rilasciata a Deadline. Non sarebbero mancate, tra l'altro, alcune informazioni riguardanti il suo licenziamento:
“Pensavo fosse finita la mia carriera, sono state giornate intense. Ho passato giornate brutte nella mia vita, ho vissuto il dramma sicuramente maggiore legato al suicidio di alcuni amici, ma ho comunque sofferto tanto in quei giorni nei quali sono stato allontanato dal mio lavoro. Da quei giorni ho capito cosa è veramente importante per me: l’amore. Sono un’artista, amo raccontare storie, organizzare i set e soprattutto ricevere l’affetto della gente.Non avevo mai sperimentato prima nella mia vita una sensazione del genere e, improvvisamente, tutto quel mondo che mi permetteva di ricevere così tanto amore mi era stato strappato via, non sapevo proprio cosa fare. Poi sono arrivate tante dimostrazioni di affetto, dalla mia compagna ai membri del cast, tutti dispiaciuti e delusi per la decisione. Quell'amore proveniente da loro mi ha completamente travolto e mi sono sentito pienamente amato, al di là di ciò che facevo: per capirlo, c’era bisogno che mi portassero via tutto."
In fine, il regista statunitense nell'intervista esprime tutto il suo desiderio nel voler chiudere il cerchio dei Guardiani della Galassia Vol. 3:
Quando mi hanno chiesto cosa fosse la cosa più triste per me nei giorni in cui tutto sembrava perduto – e tutti in Marvel possono confermarvi la cosa – la risposta era legata al dover salutare Rocket, con cui ho una strana relazione di attaccamento.Magari può sembrare un’affermazione narcisistica, ma Rocket sono io. Lo sono davvero. Groot è come il mio cane e voglio bene anche a lui anche se in una maniera completamente diversa. Ma personalmente mi metto in relazione a Rocket, gli voglio davvero bene e penso che la sua storia non sia ancora chiusa.
Ha un arco narrativo che è nato col primo film, si è sviluppato nel secondo passando per Infinity War ed Endgame, e mi ero preparato a chiuderlo col terzo Guardiani. È stata quella la mia perdita più grande, la consapevolezza di non poter terminare quel racconto anche se provavo un minimo di conforto nel sapere che avrebbero comunque impiegato la mia sceneggiatura.
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