Io Pippo, recensione: 90 anni e non sentirli

Panini Disney celebra il 90° compleanno di Pippo con Io Pippo, un volume antologico che raccoglie 10 storie dedicate al personaggio.

Avatar di Domenico Bottalico

a cura di Domenico Bottalico

-

Panini Disney celebra il 90° compleanno di Pippo con Io Pippo, un corposo volume antologico che raccoglie 10 storie provenienti dal passato recente e meno recente del simpatico amico di Topolino e con la quali si mettono il luce i tratti distintivi del personaggio. Pippo fu ideato nel 1932 da Pinto Colvig e dall'animatore Johnny Cannon ma venne definitivamente caratterizzato, anche graficamente, dall'animatore Art Babbitt solo nel 1935. Dopo aver esordito nei cortometraggi, Pippo passa nei fumetti dove il geniale Floyd Gottfredson lo cesella come "spalla definitiva" di Topolino donandogli spessore e carisma. La sua prima storia made in Italy è addirittura datata 1938 (Pippo viaggiatore di commercio) sceneggiata e disegnata da Federico Pedrocchi.

Una antologia per tutti i gusti

Io Pippo si apre con l'ottima Topolino e il Genio nell'Ombra di Tito Faraci e Silvia Ziche, in cui il boss Rud McStud è convinto che dietro il talento per l'investigazione di Topolino ci sia proprio Pippo. Ovviamente "mettere a tacere" Pippo si rivelerà un compito decisamente arduo. Si procede con Pippo e le Mele Verdi: grazie a un libro scritto da un suo bis bis, ritrovato in soffitta, Pippo abbraccia la teoria dei melensi secondo cui grazie ad un sottilissima fettina di mela rigorosamente verde è possibile scoprire se una persona sia onesta oppure no. Topolino, decisamente scettico, è perciò vittima delle strampalate controprove dell'amico.

Non poteva mancare una "storia in costume". In Sir Pippolo e i Cavalieri della Tavola Imbandita, Pippo è uno sbadato cavaliere impegnato a recuperare tutti gli ingredienti della ricetta del riso allegro per far recuperare il sorriso alla Principessa Minni. Una impresa che Pippo si sobbarca per aiutare il giullare Topolino a conquistare proprio il cuore di Minni. Pippo e la Fattucchiera di Luciano Bottaro e Carlo Chendi non solo è la storia più vecchia del volume, pubblicata il 5 giugno del 1960, ma è anche la più peculiare perché Pippo, dismettendo i panni del "credulone", ingaggia una battaglia all'ultima prova empirica contro la strega Nocciola per dimostrare che la magia non esiste.

Pippo in: 3x2, sempre della coppia Tito Faraci e Silvia Ziche, è forse la storia che meglio riassume la quintessenza del Pippo personaggio comico. Il nostro dinoccolato protagonista infatti passa una giornata al supermercato interagendo in maniera surreale con gli altri clienti ma la motivazione verrà svelata solo, incredibilmente, alla fine. Pippo è anche un abile trasformista, capace di mimetizzarsi perfettamente in qualsiasi situazione come in Topolino e Pippo in: I Due Mariachi quando, in vacanza lontano da Topolinia, i due sono vittima di un equivoco e vengono inseguiti dalla polizia locale sfuggendovi solo vestendo i panni di due pittoreschi mariachi.

La seconda "storia in costume" è Il Pippo Furioso che, come suggerisce il titolo, è liberamente ispirata all'Orlando Furioso. In Pippo e il Compagno di Prima di Alberto Savini e Massimo De Vita, facciamo un salto nell'infanzia di Pippo quando un suo vecchio compagno di scuola torna a fargli improvvisamente visita. Tuttavia non si tratta di una cortesia ma addirittura di un caso di spionaggio. La terza ed ultima "storia in costume" è intitolata Topolino, Pippo e la Scalata del Secolo e vede Pippo nei panni di un intraprendente, quanto surreale, esploratore ed inventore deciso a conquistare, con l'aiuto di Topolino e delle sue api, una vetta insormontabile.

Chiude il volume Superpippo e il Mostro da Giardino. Breve storie con protagonista l'alterego supereroico di Pippo impegnato ad impedire una improbabile invasione aliena capeggiata da quelle che hanno tutta l'aria di essere, e infatti lo sono, semplici talpe da giardino.

Io Pippo: 90 anni e non sentirli

L'Italia ha rapporto decisamente particolare con Pippo. Se infatti Topolino ha rappresentato prima una rivoluzione (non solo uno dei primi e più longevi personaggi stranieri pubblicati in Italia ma anche uno capace di resistere alla autarchia fascista) e poi ha incarnato il boom economico degli anni 60, Pippo invece ha incarnato alla perfezione il clima socio-culturale degli anni 70 e una certa presa di coscienza del fumetto come medium (Andrea Pazienza docet) defilandosi poi dall'edonismo papero degli anni '80 per tornare con vigorosa freschezza negli anni 90 con la pellicola che, per una intera generazione, è un cult ovvero In Viaggio con Pippo (che potete sempre recuperare su Disney Plus abbonandovi cliccando QUI).

Inquadrare Pippo come personaggio è difficilissimo. È certamente una spalla, preziosissima e indispensabile in moltissime avventure in cui Topolino non riuscirebbe a cavarsela da solo ma è anche un personaggio con una propria dimensione, capace di restituire al lettore uno sguardo candido e disincantato sul mondo in cui sorpresa e irrazionalità irrompono prepotentemente nella realtà offrendo un punto di vista altro, relativo e plurale.

Questa antologia in questione, da questo punto di vista, riesce a evidenziare solo in parte la grandezza del personaggio. Se da un lato, non è un caso, che il volume si apra con una storia di Tito Faraci in cui si rimaneggia una teoria tutta holmesiana per cui sarebbe proprio Pippo il vero detective e non Topolino, dall'altro la presenza di molte storie in costume e di qualche altra storia "classica" per incipit e svolgimento lasciano a fine lettura la sensazione di aver soltanto scalfito la profondità del personaggio così come il suo trasformismo e la sua sagacia. Certo nell'antologia figurano piccole perle come Pippo in: 3x2 e Pippo e le Mele Verdi ma risulta anche evidente come la sua compilazione sia rivolta più a lettori estremamente casual che a lettori intenzionati a scavare nella filosofia del personaggio.

Graficamente il volume si presenta abbastanza omogeneo. Al netto della storia più datata presente nell'antologia, che è bene ribadirlo è comunque firmata da due maestri assoluti come Luciano Bottaro e Carlo Chendi, infatti i vari disegnatori che si susseguono hanno tutti un tratto moderno e scattante e una impostazione della tavola votata ad uno storytelling, e quindi ad un lettura, rapida e immersiva. Spiccano ovviamente Silvia Ziche, con il suo stile fortemente espressivo e l'utilizzo delle doppie orizzontali, e Massimo De Vita, con il suo stile ricco e la distribuzione più eterogenea dello spazio. C'è anche Paolo Mottura da segnalare con il suo caratteristico tratteggio e l'utilizzo marcato delle ombre, molto buona anche la prova di Andrea Ferraris che mescola una certa urgenza con la ricchezza dell'ambientazione esotica.

Il volume

Panini Disney continua la proposta di questi volumi antologici cartonati formato 18.3x24.5 cm. La carta è patinata e la grammatura importante, l'ottima rilegatura permette inoltre una lettura agevole. La qualità di stampa è ottima, anche perché nel caso specifico di Io Pippo si tratta di storie abbastanza recenti, fatta eccezione della già citata storia del giugno 1960, la cui resa è comunque discreta. La cura editoriale è, come consuetudine, molto puntuale così come ricchi sono i contributi redazionali che comprendono una prefazione firmata da Lidia Cannatella, che fa un piccolo excursus storico sul personaggio, e brevi contributi che introducono le dieci storie che compongono il volume.

Leggi altri articoli