L’arrivo nelle sale di Dampyr, previsto per il 28 ottobre, è stato accompagnato da una serie di rivelazioni che, come vi abbiamo raccontato nella nostra anteprima, hanno trovato piena concretezza. Questo film, infatti, farà da apertura ad un progetto molto più ampio al cui centro troviamo Sergio Bonelli Editore. Partendo dal successo e dall’attrattiva che negli anni i suoi fumetti hanno generato, si è scelto di investire sul loro potenziale creativo approdando anche nel mondo dell’intrattenimento cinematografico e televisivo, con lo sguardo proiettato fuori da confini nazionali. “UCB” Universo Cinematografico Bonelli (o Bonelli Cinematic Universe) vede in Dampyr, seguendo le orme di Marvel e DC e puntando tutto il suo potenziale sui personaggi che da sempre animano la sua scuderia creativa dell'editore e fanno sognare i loro lettori.
Nel corso dell’anteprima di Dampyr abbiamo avuto modo di apprendere maggiori dettagli in merito a questo gigantesco progetto che adesso si amplia ancora di più con il coinvolgimento di Sony per la distribuzione del film a livello internazionale. In seguito alla proiezione del film abbiamo avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con coloro che ci hanno lavorato, approfondendo alcune dinamiche legate alla storia e al loro lavoro sul set.
Intervista con Stuart Martin e Luke Roberts: Dampyr oltre le semplici definizioni del caso
In seguito alla proiezione in anteprima, durante la conferenza stampa gli attori e il regista hanno parlato moltissimo della morale all’interno del film, cercando un minimo di delineare i personaggi in gioco e il loro specifico viaggio. Dampyr gioca proprio su questo, mettendo in scena il percorso di un gruppo che si muove in un contesto di guerra e sofferenza, vittima di traumi personali che affiorano mano a mano che si analizza l'intimità di queste . Non degli eroi in piena regola, quindi, piuttosto degli antieroi segnati da ombre precedenti, rotti, imperfetti e alla ricerca di risposte e di una libertà che possono trovare soltanto in sé stessi.Questo si riflette direttamente sulla sua narrazione, difficilmente riassumibile con terminologie quali bene e male o buoni e cattivi.
Non esistono fazioni specifiche o parti prese, esiste soltanto la sopravvivenza dell’individuo e la volontà di proseguire lungo un percorso che mette continuamente alla prova qualsivoglia razionalità morale. Ecco che la guerra nell’ambientazione divien metafora di un conflitto interiore. Una caratterizzazione che diviene la nostra prima domanda a Stuart Martin e Luke Roberts.
Durante il film ho notato che la narrazione è definita da queste discussioni in merito al bene e al male, alle luce ed ombre. Secondo voi il film può ridursi semplicemente a queste due definizioni? Oppure si tratta di una situazione molto più complessa?
Ha risposto Stuart Martin:Penso che il lato interessante del film, di Dampyr, sia il fatto che tu abbia i concetti di bene e male in scena, ma al contempo ti muovi in un contesto tanto reale quanto può esserlo quello della guerra, in questo caso europea. Quindi sì, non dobbiamo fare i conti solamente con il male rappresentato dai vampiri, ma anche con una sorta di bagaglio precedente e laterale che mescola continuamente la situazione.
Continuando Luke Roberts ha detto:
Abbiamo decisamente avuto a che fare sia con questioni morali che con le ambiguità del caso, che si sono riflesse sia suo personaggi, che sul contesto, che su noi stessi. Quindi all’interno della storia c’è sia una versione estremamente classica che potrebbe ricollegarsi al concetto di male, ma anche tutta una serie di dinamiche che mescolano la situazione rendendola unica.
L’ultima domanda in fase di intervista l’abbiamo posta a Martin, approfondendo nello specifico il suo personaggio all’interno di Dampyr. Kurjak è uno dei protagonisti principali. Inizialmente si presenta come il classico soldato cinico e sboccato, dipendente dal fumo e dallo sguardo truce. Fin dalle primissime scene in cui compare i suoi occhi scuri suggeriscono qualcosa, anticipando alcune personali vicende e sofferenze strettamente connesse con il suo passato. Ѐ stata proprio la guerra a renderlo quello che è, a plasmarlo nell’essere umano schietto che conosciamo dall’inizio del film, pronto ad essere approfondito mano a mano.
Durante la conferenza stampa hai detto di essere entrato molto nel personaggio sentendo una certa affinità nei suoi confronti . Volevo chiederti quanto c’è di tuo in Kurjak e quanto hai portato di te stesso all’interno dell’interpretazione?
Sono stato molto fortunato, siamo stati tutti molto fortunati a lavorare con lo scenario in questione e con le scelte che hanno portato al girare sul posto invece che nei teatri di posa. Quindi abbiamo lavorato su questi set incredibili e con questi costumi costruiti alla perfezione, e siamo entrati in questo mondo, in questo contesto che è così distante dalle location in cui stavamo recitando e lavorando, ed faceva così freddo, ed era umido e bagnato e tangibile. Siamo stati anche molto fortunati nell’avere la possibilità di eseguire i nostri stessi stunt, e così ti ritrovi a gettarti a terra e toccare con mano lo sporco e la polvere non soltanto con il tuo personaggio, quindi tutte le sensazioni del caso si proiettano anche si di te. Non fingi semplicemente la stanchezza o il dolore, li porti direttamente con te, li senti addosso, e mentre cerchi di realizzare al meglio la tua interpretazione devi anche fare i conti con la tua vita fuori dal set, devi vedere la tua famiglia, quindi prendi l’aereo trascinandoti una stanchezza che si prolunga e che in un certo qual modo si ricollega anche a quella di Kurjak stesso.
Scherzando sul suo personaggio anche Luke Roberts si è unito alla domanda e alla discussione, dicendo che: “Anche io ho lavorato sul posto, nelle foreste della Romania, e soprattutto sotto alla macchina che genera la pioggia”, per poi sottolineare il fatto che il suo personaggio, pur non avendo troppo tempo in scena, riesce comunque a trasmettere tutto quello che deve. Entrambi gli attori hanno evidenziato come il girare dal vivo sia sempre la soluzione migliore, perché “meno si deve immaginare, migliore sarà la recitazione”. Su questa scia, Roberts ha continuato scherzando: “Se non sei costretto ad immaginare il contesto che ti circonda il lavoro risulta anche più credibile, pur incrociando continuamente gli occhi della crew”. Successivamente l'attore di Dampyr ha accennato a qualche dettaglio sul suo personaggio senza entrare troppo nel dettaglio. Draka è senza dubbio uno degli elementi più affascinanti dell’intera storia, conosciamo pochissimo di lui eppure percepiamo la sua presenza aleggiare in ogni singolo sviluppo centrale.
Qualche dettaglio sui sulla trama
La storia di Dampyr si concentra sul personaggio di Harlan (Wade Briggs), un ragazzo dal passato misterioso, dedito all’alcol e tormentato da una serie di incubi che neanche lui riesce a decifrare pienamente. Il suo passato è avvolto nel mistero, come anche il suo presente. Di lavoro fa il Dampyr, o almeno finge di essere uno di loro, e con il suo manager manager Yuri (Sebastian Croft) girano di villaggio in villaggio evitando le zone di guerra, e imbrogliando tutti i creduloni del posto, fingendo di combattere delle forze oscure che non esistono nel modo più assoluto. Questa messa in scena continua fino a che un gruppo di soldati guidati da Kurjak (Stuart Martin) non incappano veramente in alcuni esseri della notte che, nel villaggio di Yorvolak, cominciano a decimarli uno ad uno nutrendosi del loro sangue. Quando la realtà dei vampiri s’infrange sul dolore della guerra, questi uomini perdono ogni ragione, appellandosi al proprio senso di sopravvivenza, anche individuale.
https://youtu.be/hWg2X9P6rJoLa reazione più logica diventa una solamente: quella di chiamare un esperto del settore, il cosiddetto Dampyr. Così Harlan viene sottratto con la forza, portato sul posto e costretto a confrontarsi con una realtà che fino a quel momento aveva apertamente e continuamente preso in giro. Il male di cui tutti parlano esiste sul serio e cammina tranquillamente sulla terra al fianco degli esseri umani da millenni. Riuscirà il mostro imbroglione a tenere testa alla situazione? La violenza di tutto ciò innescherà quindi un viaggio delle origini che coinvolge non soltanto lo spettatore ma anche il protagonista stesso di Dampyr, il quale finalmente cercherà di dare le giuste risposte ai fantasmi che dal suo passato continuano a tormentarlo.