Intervista a Giulia Pex e Giada Duino (I Cavalli del Tennessee - Edizioni BD)

Intervista a Giulia Pex e Giada Duino che per Edizioni BD firmano I Cavalli del Tennessee, fumetto presentato al Lucca Comics and Games 2022.

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a cura di Livia Soreca

La nostra intervista a Giulia Pex e Giada Duino che firmano per Edizioni BD il loro primo progetto insieme, dal titolo I Cavalli del Tennessee, presentato per la prima volta e in via ufficiale al Lucca Comics and Games 2022. Abbiamo avuto l'opportunità di intervistare le due giovani artiste.

Giulia collabora con il Corriere della Sera dal 2017 e pubblica Khalat, il suo primo fumetto, nel 2019 con Hoppipolla Edizioni. Giada, scrittrice ed illustratrice, con I cavalli del Tennessee è alle prese con la sua prima pubblicazione.

Intervista a Giulia Pex e Giada Duino: una collaborazione coi fiocchi

La collaborazione tra le due artiste nasce in un contesto particolarmente armonioso. Esse, infatti, sono molto più che semplici colleghe.

Ci conosciamo da un po', siamo amiche. Abbiamo detto "perché non facciamo una cosa insieme?". Ci capiamo molto, siamo sulla stessa lunghezza d'onda. Era un periodo in cui dovevo fare un corso di scrittura creativa, e ho cominciato a scrivere. Il corso non è mai stato avviato, ma il libro c'è.

I Cavalli del Tennessee si apre con una prefazione che, in qualche modo, non sembrerebbe nemmeno scritta da una terza persona, tanto è in linea e in armonia con il racconto. L'artista in questione è Adele Altro, cantante e musicista che Giulia e Giada apprezzano molto.

Siamo state noi a chiedere ad Adele di scrivere la prefazione al nostro libro. Seguiamo quello che fa, ci piace la sua musica. Ci sembrava la persona più affine al nostro lavoro.

La prefazione di Adele Altro introduce un racconto molto attuale, in cui è impossibile non rispecchiarsi almeno una volta. È il racconto di Adria, che tra una lezione di biologia marina e una relazione al capolinea, cerca di mettere insieme i pezzi per scrivere nuove pagine della sua vita. È anche il racconto di Roberto e Tommaso, che si incontrano mentre portano a spasso i loro cani dando vita ad un rapporto nuovo ed inatteso.

In poche pagine, questa duplice storia si riempie di lunghi momenti di quotidianità. A colpire, infatti, sono le numerose tavole realizzate da Giulia Pex che immortalano dettagli della routine, o rituali come la preparazione del caffè. Viene spontaneo chiedersi se siano ispirati alla vita delle due artiste.

Di noi c'è un po' di tutto. Questi piccoli gesti non sembrano così tanto piccoli, ma nel momento in cui c'è stato il covid ed eravamo tutti in casa, senza di essi non avrebbe potuto esserci alcuna giornata. Poi la verità è che mi piace disegnare tutti quei piccoli "momenti inutili".

Il racconto di Giada ha una particolarità: in poche pagine riesce a raccontare tutto, nonostante un epilogo improvviso, che arriva quando meno lo si attende. La storia appare dunque come una sorta di grande premessa verso qualcos'altro che, in realtà, non è detto. Al tempo stesso, tuttavia, non perde la propria essenza. Non risulta incompleto, ma comunque lascia al lettore più di una domanda in sospeso. È interessante comprendere i passaggi del processo creativo, e chiedere all'autrice se abbia prima pensato ad una visione globale per poi scegliere dove fermarsi, o se la storia di Adria e degli altri personaggi sia nata nella sua mente esattamente come la si vede raccontata ne' I Cavalli del Tennessee.

La soluzione è un po' a metà strada. Da un lato forse esiste un passaggio successivo dove la protagonista evolve e se ne rende conto, e potrebbe accettare sé stessa, dall'altro lato non si sa quello che potrebbe essere. Anche io faccio fatica a guardare al futuro, non riesco ad immaginarmelo. Fa parte della nostra generazione. Ho preferito concentrarmi su ciò che si ha da dire ora senza guardare avanti perché spesso si ha paura. Non ho voluto dare importanza al dopo. 

Progetti passati e futuri

Come accennato, per Giulia Pex non si tratta del primo lavoro. Oltre alla sua esperienza con il Corriere della Sera, sicuramente differente rispetto alla pubblicazione di un libro, a precedere I Cavalli del Tennessee c'è Khalat, il lungo viaggio intrapreso da una ragazza curda dopo un grande conflitto che sconvolge la sua vita. Com'è passare dal giornale ad un progetto compiuto, e come il primo lavoro influenza quello con Edizioni BD?

Quelli del Corriere sono molto carini perché mi fanno sempre usare il mio stile e mi fanno esprimere quando hanno un articolo nelle mie corde. Però piace molto lavorare su cose che poi posso sfogliare, magari con copertina rigida. In realtà mi trovo bene su tutto, purché io riesca a mantenere la mia linea. Da Khalat ho imparato ad essere più paziente con me stessa. Con I Cavalli del Tennessee, se una tavola non mi convinceva mi prendevo più tempo, mentre prima ero sempre di corsa. Stavolta ho avuto più cura per ogni singola pagina. Prima non avevo idea delle tempistiche, con il secondo lavoro ero più consapevole della mia velocità.

Alla luce di quanto detto finora, I Cavalli del Tennessee è dunque il frutto di una collaborazione magnifica e del rapporto di due giovani donne unite da un legame lavorativo speciale, oltre che da una bella amicizia. Che sia quello di Pex-Duino un duo destinato a tornare?

Non ne abbiamo ufficialmente parlato, però ci piacerebbe. Vediamo come va questo progetto, vogliamo viverci questo libro e farci la nostra esperienza. Collaborare ci è piaciuto molto, sappiamo come lavoriamo e conosciamo la nostra sensibilità.

Giulia riesce a dare un'immagine concreta ai pensieri di Giada, l'una è in grado di trasformare in parole la mente dell'altra. È dunque con la speranza di un futuro ritorno che vogliono lasciarci le madri de' I Cavalli del Tennessee.

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