Il 5 novembre 2014 usciva nelle sale cinematografiche statunitensi (in Italia il 6 novembre) il pluripremiato film campione di incassi Interstellar diretto da Christopher Nolan. Il film vedeva un cast stellare composto da Matthew McConaughey, Anne Hathaway, Jessica Chastain e Michael Caine e tra i vari premi ha vinto un Premio Oscar e un British Academy Film Awards per i migliori effetti speciali, ben sei Saturn Awards e due Empire Awards. Interstellar, così come quasi tutti i film di Nolan, è in qualche modo entrato nella storia come uno dei migliori film di fantascienza mai realizzati e noi siamo qui a raccontarvelo 6 anni dopo.
Interstellar: la trama
Il film è ambientato in un XXI secolo distopico dove l'intera umanità è continuamente flagellata da incessanti tempeste di sabbia che complica anche il semplice approvvigionamento di cibo. Durante una di queste tempeste, Joseph Cooper (Matthew McConaughey), un ex ingegnere della NASA, e la figlia Murph (Mackenzie Foy) si imbattono in un particolare fenomeno fisico: sul pavimento della camera della figlia, Cooper trovare delle strane strisce di sabbia che si scoprono essere delle coordinate basate su un sistema binario.
I due decidono di seguirle e si ritrovano in un centro segreto della NASA dove fanno la conoscenza del Professor Brand e Amelia Brand (Michael Caine e Anne Hathaway) che spiegano loro dell'esistenza di un cunicolo spazio temporale vicino Saturno che gravita nelle vicinanze di un buco nero.
L'equipaggio inviato in precedenza non era riuscito a portare a termine la missione e l'unico superstite, il Dr. Mann (Matt Damon), pare sia rimasto bloccato in un pianeta alieno. Cooper viene quindi invitato a prendere parte alla missione di ricerca di un pianeta simile alla Terra dove poter salvare l'umanità e usare il cunicolo spazio temporale per tornare sulla Terra. Nello spazio il tempo scorre più lentamente che sulla Terra, quindi ne scaturiscono paradossi fisici e una missione al cardiopalma.
La sceneggiatura e i particolari casting
Lo sceneggiatore Jonathan Nolan, fratello di Christopher, lavorò alla sceneggiatura per ben quattro anni. Per apprendere gli aspetti scientifici messi in mostra nella pellicola, studiò la relatività presso il California Institute of Technology.
Jonathan prese spunto dalla conclusione del programma Space Shuttle e dalla mancanza di finanziamenti della NASA inerenti a una missione umana su Marte per quanto riguarda i problemi che i protagonisti sono costretti a fronteggiare lungo il viaggio, mentre per la tematica base prese ispirazione da film di fantascienza con temi apocalittici come WALL-E (2008) e Avatar (2009).
Suo fratello Christopher aveva già lavorato ad altri copioni di fantascienza, ma decise di seguire il progetto della sceneggiatura di Interstellar tra la vasta gamma di idee presentate da suo fratello Jonathan e Kip Thorne scegliendo ciò che sentiva, come regista, di poter "trasmettere al pubblico sperando di non perderlo durante la visione" e fuse la storia con una sceneggiatura che aveva curato per anni da solo.
L'ambientazione si ispirò al Dust Bowl che avvenne negli Stati Uniti durante la Grande Depressione negli anni '30 tanto che, dopo aver visto il documentario del 2012 The Dust Bowl, Christopher contattò il regista Ken Burns e il produttore Dayton Duncan chiedendo loro il permesso di utilizzare alcune delle loro interviste per inserirle in Interstellar.
Christopher Nolan, poi, voleva un attore che potesse dare vita alla sua visione del personaggio principale come un uomo qualunque con il quale "il pubblico possa immedesimarsi nella storia". Si interessò subito all'attore Matthew McConaughey dopo averlo visto recitare nel film del 2012 Mud dell'amico Aaron Ryder.
Nolan quindi invitò McConaughey mentre stava girando la serie TV True Detective e contemporaneamente decise che Anne Hathaway doveva essere la coprotagonista proponendole fin da subito la sceneggiatura senza nemmeno fare un casting preparatorio. Una curiosità riguardò Irrfan Khan il quale fu invitato per il ruolo del dottor Mann, ma che rifiutò a causa di conflitti di programmazione. Il testimone passò quindi a Matt Damon nell'agosto del 2013.
Le influenze tra Blade Runner e Man of Steel
Tra le influenze del film ci sono quelle che il regista definì "pietre di paragone chiave" del cinema di fantascienza, tra cui Metropolis (1927), 2001: Odissea nello spazio (1968), Blade Runner (1982), Star Wars (1977) e Alien (1979) ). Lo specchio di Andrei Tarkovsky (1975) influenzò "le cose elementari nella storia che hanno a che fare con il vento, la polvere e l'acqua", mentre la natura umana in un momento di crisi prese spunto da Il tesoro della Sierra Madre (1948).
In qualche modo ci sono anche riferimenti a film come Lo squalo di Steven Spielberg (1975) e Incontri ravvicinati del terzo tipo (1977) e prima della produzione fece vedere The Right Stuff (1983) al suo team di attori.
Per un'ulteriore spunto, il regista invitò sul set l'ex astronauta Marsha Ivins e studiarono tutti i documentari della NASA del regista Toni Myers per captare i riferimenti visivi delle missioni spaziali e si sforzarono di imitare il loro uso di telecamere IMAX negli spazi chiusi soprattutto degli interni di veicoli spaziali. Infine la figura di Clark Kent in Man of Steel (2013) ispirò l'ambiente agricolo nel Midwest.
Lo sviluppo e i problemi con Steven Spielberg
Interstellar non ebbe uno sviluppo molto semplice. La produzione venne concepita dalla produttrice Lynda Obst e dal fisico teorico Kip Thorne, che collaborarono anche al film Contact (1997). I due ipotizzarono uno scenario basato sul lavoro di Thorne riguardante "gli eventi più esotici dell'universo che diventano improvvisamente accessibili agli esseri umani" e attirarono fin da subito l'interesse del regista Steven Spielberg.
Lo sviluppo del film iniziò nel lontano giugno 2006, quando Spielberg e Paramount Pictures annunciarono i piani per un film di fantascienza basato su una trattazione di otto pagine scritta da Obst e Thorne. Nel marzo del 2007 poi subentrò Jonathan Nolan come sceneggiatore.
Nel 2009, però, accadde un evento inaspettato: lo studio di produzione DreamWorks passò dalla Paramount ai Walt Disney Studios e per questo motivo la Paramount dovette cercare un nuovo regista per Interstellar dato che Spielberg era uno dei principali dirigenti fondatori di DreamWorks. Lo sceneggiatore Jonathan Nolan consigliò subito il fratello Christopher che si unì al progetto nel 2012.
Fu proprio quest'ultimo ad incontrare Thorne per discutere l'uso dello spaziotempo nella storia e ad affidargli il ruolo di produttore esecutivo. La conferma della direzione di Interstellar da parte di Christopher Nolan arrivò nel marzo del 2013 e alla produzione si aggiunsero anche le etichette Syncopy e Lynda Obst Productions. Non appena la produzione del film ebbe inizio, Nolan visitò la NASA e la sede di SpaceX per conoscere alcuni aspetti produttivi e gestionali dei viaggi spaziali.
La fotografia tra IMAX e l'inizio della produzione
Le caratteristiche principali di Interstellar sono, però, la fotografia e gli effetti speciali. Prima di soffermarci sul secondo punto che permisero al regista di vincere importantissimi premi, soffermiamoci proprio sulla fotografia. Nolan decise di filmare il film su doppia pellicola: una da 35 mm nel formato anamorfico Panavision e una IMAX da 70 mm.
Il direttore della fotografia fu Hoyte van Hoytema, lo stesso di Dunkirk e del recente Tenet, ma solo perché Wally Pfister, il direttore della fotografia di Nolan in tutti i suoi film passati, stava facendo il suo debutto alla regia lavorando a Transcendence.
Per Interstellar venne utilizzato un numero di telecamere IMAX mai visto prima per avere una qualità visiva di grandissimo impatto. Per ridurre al minimo l'uso di immagini generate dal computer (CGI), il regista costruì luoghi reali come l'interno di una navetta spaziale e gli interni dell'agenzia spaziale. A tal proposito Van Hoytema realizzò una fotocamera IMAX da tenere in mano per le riprese di scene di interni e addirittura alcune delle sequenze del film vennero girate con una fotocamera IMAX installata nel muso di un Learjet.
Come per tutte le produzioni di Nolan, anche Interstellar rimase segreto per molto tempo tanto che inizialmente il progetto venne girato con lo pseudonimo di Flora's Letter, in onore di uno dei quattro figlio di Nolan avuti con la produttrice Emma Thomas e che prende proprio il nome di Flora. Sotto questo strano nome, vennero girate le riprese e la prima location fu il ghiacciaio Svínafellsjökull in Islanda che venne utilizzato come location per il pianeta di Mann.
Le riprese principali del film dovevano durare quattro mesi, quindi si iniziò a girare il 6 agosto 2013 nella provincia di Alberta, in Canada. Le città dell'Alberta dove si svolsero le riprese includevano Nanton, Longview, Lethbridge, Fort Macleod e Okotoks. In quest'ultima città, le riprese si tennero al Seaman Stadium e all'Old Town Plaza.
Una curiosità riguarda la celebre scena del campo di grano, per cui lo scenografo Nathan Crowley piantò 500 acri di mais, che sarebbero stati distrutti da una tempesta di sabbia apocalittica. Altre scene che coinvolgono la tempesta di sabbia e il personaggio di McConaughey vennero girate anche a Fort Macleod, dove le nuvole di polvere giganti furono ricreate sul posto utilizzando grandi ventole per soffiare nell'aria polvere sintetica a base di cellulosa.
Le riprese in Canada durarono fino al 9 settembre 2013 e coinvolsero centinaia di comparse oltre a 130 membri dello staff. Le riprese poi si spostarono nuovamente in Islanda, dove Nolan aveva già filmato scene di Batman Begins (2005). Il luogo venne scelto per rappresentare i due pianeti extraterrestri: uno coperto di ghiaccio e l'altro d'acqua.
Lo staff trasportò nel Paese finte astronavi del peso di circa 4.500 chilogrammi ciascuna. Qui girarono per due settimane durante le quali fu presente una troupe di circa 350 persone. Le località inclusero il ghiacciaio Svínafellsjökull e la città di Klaustur, ma durante le riprese di una scena acquatica, Anne Hathaway rischiò un'ipotermia perché la muta stagna che indossava non era stata fissata adeguatamente.
Dopo che il programma produttivo in Islanda fu completato, la troupe si trasferì a Los Angeles per girare per un totale di 54 giorni. Le location delle riprese inclusero il Westin Bonaventure Hotel and Suites, il Los Angeles Convention Center, un palcoscenico della Sony Pictures a Culver City e una residenza privata ad Altadena, California. Le riprese principali si conclusero nel dicembre del 2013.
Gli effetti speciali, tra innovazione e realismo
Passiamo adesso agli effetti speciali che vennero realizzati dalla società Double Negative, la stessa che aveva già lavorato ad Inception. Secondo il supervisore degli effetti visivi Paul Franklin, il numero di effetti nel film non era maggiore rispetto a quelli presenti in Il cavaliere oscuro - Il ritorno o lo stesso Inception. Tuttavia, per Interstellar crearono prima gli effetti, consentendo ai proiettori digitali di visualizzarli dietro gli attori, e poi fecero recitare quest'ultimi davanti a schermi con effetti visivi prerenderizzati.
In definitiva il film vide la realizzazione di ben 850 scatti con effetti visivi con una risoluzione di 5600 × 4000 pixel: 150 scatti creati utilizzando proiettori digitali e altri 700 creati in post-produzione. Di questi, 620 furono presentati in IMAX, mentre il resto era anamorfico.
Le navicelle Ranger, Endurance e Lander vennero create utilizzando modelli in miniatura da Nathan Crowley in collaborazione con la società di effetti speciali New Deal Studios. Tutto questo fu fatto per evitare l'uso massiccio di immagini generate al computer, una prerogativa di Nolan che in questo caso voleva che le miniature offrissero il modo migliore per dare alle navi una presenza tangibile nello spazio. Stampati in 3D e scolpiti a mano, i modelli in scala si guadagnarono il soprannome di "maxatures" dall'equipe produttiva a causa delle loro immense dimensioni.
La miniatura in scala 1/15 del modulo Endurance, ad esempio, si estendeva su 7,6 metri. Le miniature Ranger e Lander misuravano rispettivamente 14 metri e oltre 15 metri ed erano abbastanza grandi da consentire a van Hoytema di montare le telecamere IMAX direttamente sul veicolo spaziale, imitando così l'aspetto dei documentari della NASA. I modelli vennero quindi fissati a un giunto cardanico a sei assi su un sistema di controllo del movimento che permise a un operatore di manipolare i loro movimenti.
In questo modo, ogni scena venne filmata su lastre che mostravano lo spazio utilizzando telecamere VistaVision montate a loro volta su un impianto di controllo del movimento più piccolo. Le miniature realizzate dalla New Deal Studio vennero utilizzate in ben 150 riprese dove furono affiancate da alcuni effetti speciali.
Le caratteristiche principali delle navicelle spaziali e dei robot
Soffermandoci proprio sulle navicelle spaziali, Interstellar include tre veicoli spaziali: il Ranger, l'Endurance e il Lander. La funzione del Ranger è simile a quella dello Space Shuttle, essendo in grado di entrare e uscire dalle atmosfere planetarie. L'Endurance, la nave madre dell'equipaggio, ha una struttura circolare formata da 12 capsule: quattro con apparecchiature per la colonizzazione planetaria, quattro con motori e quattro con le funzioni permanenti di cabina di pilotaggio, laboratori medici e abitazione.
Lo scenografo Nathan Crowley dichiarò che l'Endurance si basava sulla Stazione Spaziale Internazionale. Infine, il Lander trasporta le capsule con apparecchiature di colonizzazione su superfici planetarie. Crowley lo paragonò a "un pesante elicottero russo".
Il film presenta anche due robot, CASE e TARS, oltre a un terzo robot snodabile e programmabile, KIPP. Nolan voleva evitare di rendere i robot antropomorfi e scelse un design quadrilatero di 1,5 m. L'attore Bill Irwin doppiò e controllò fisicamente i robot KIPP e TARS, ma la sua immagine venne rimossa digitalmente dal film, mentre la voce dell'attore Josh Stewart servì per CASE. Una curiosità riguardano gli habitat spaziali umani che assomigliano ai Cilindri di O'Neill, un modello teorico di colonia spaziale proposto dal fisico Gerard K. O'Neill nel 1976.
Il comparto sonoro e la colonna sonora di Hans Zimmer
Per quanto riguarda l'aspetto sonoro e la colonna sonora, il primo venne curato da Gregg Landaker e Gary Rizzo i quali furono incaricati del missaggio audio grazie al loro mestiere di ingegneri audio, mentre il montatore del suono Richard King supervisionò il processo. Christopher Nolan cercò di migliorare al massimo il suono prestando molta attenzione alla progettazione del mix sonoro, come il semplice concentrarsi sul suono dei pulsanti premuti con i guanti della tuta da astronauta.
Inoltre Nolan volle deliberatamente che alcuni dialoghi sembrassero soffocati dal rumore ambientale o dalla musica, tanto che alcuni cinema furono costretti a pubblicare avvisi che informavano che questo effetto era intenzionale e non un difetto delle loro apparecchiature.
Il compositore della colonna sonora fu il maestro Hans Zimmer, autore della colonna sonora della trilogia de Il Cavaliere Oscuro e Inception sempre di Nolan. Quest'ultimo scelse di non fornire a Zimmer una sceneggiatura o alcun dettaglio della trama per realizzare la musica del film, al contrario diede al compositore una singola pagina che raccontava la storia di un padre che lascia sua figlia per lavoro. Fu attraverso questa connessione che Zimmer creò le prime fasi della colonna sonora di Interstellar e, in seguito insieme a Nolan, decise che un organo Harrison & Harrison a quattro manuali del 1926 sarebbe stato lo strumento principale per la meravigliosa partitura.
https://www.youtube.com/watch?v=UDVtMYqUAywLa pubblicizzazione di Interstellar tra trailer e giochi per telefono
Al termine della produzione del film venne pubblicato un teaser trailer del film il 13 dicembre 2013 e comprendeva clip relative all'esplorazione spaziale, accompagnate da una voce fuori campo del personaggio di Matthew McConaughey. Il trailer cinematografico debuttò il 5 maggio 2014 al Lockheed Martin IMAX Theatre di Washington, D.C. e venne reso disponibile online alla fine del mese.
https://youtu.be/t3NQUGtQeAoChristopher Nolan e McConaughey fecero la loro prima apparizione al Comic-Con di San Diego nel luglio 2014 per promuovere la pellicola e nello stesso mese, Paramount Pictures pubblicò un sito web interattivo nel quale gli utenti scoprirono una mappa stellare relativa allo sbarco sulla Luna dell'Apollo 11.
Successivamente lo stesso studio di produzione avviò una collaborazione con Google e Play Store per realizzare un gioco in cui i giocatori potevano costruire modelli del sistema solare e utilizzare un simulatore di volo per i viaggi nello spazio. La partnership Paramount-Google includeva anche una capsula del tempo virtuale realizzata con contenuti generati dagli utenti. L'iniziativa Google for Education utilizzò il film come base per promuovere programmi di lezioni di matematica e scienze nelle scuole.
Successivamente Paramount fornì una panoramica in realtà virtuale del veicolo spaziale Endurance utilizzando la tecnologia Oculus Rift. Per quanto riguarda i contenuti editoriali, l'editore Running Press pubblicò Interstellar: Beyond Time and Space, un libro di Mark Cotta Vaz sulla realizzazione del film, WW Norton & Company rese disponibile The Science of Interstellar, un libro di Thorne, Titan Books pubblicò il romanzo ufficiale scritto da Greg Keyes e la rivista Wired condivise un fumetto online, Absolute Zero, scritto da Christopher Nolan e disegnato da Sean Gordon Murphy.
Il fumetto non era altro che un prequel del film, con Mann come protagonista. Tutto questo permise ad Interstellar di incassare ben 675.120.017 dollari in tutto il mondo.
Quanto è scientificamente accurato Interstellar?
Concludiamo con la descrizione storica del film con l'argomento più discusso di sempre: quanto è attendibile Interstellar dal punto di vista scientifico? Kip Thorne, che ricordiamo essere un fisico teorico e premio Nobel, affermò di aver lavorato "sulle equazioni che consentirebbero di tracciare i raggi luminosi mentre viaggiano attraverso un wormhole o attorno a un buco nero, quindi quello che vedete è basato sulle equazioni della relatività generale di Einstein."
All'inizio del processo produttivo del film, Thorne stabilì due linee guida: "La prima, che nulla avrebbe violato le leggi fisiche stabilite. La seconda, che tutte le speculazioni selvagge sarebbero scaturite dalla scienza e non dalla mente fertile di uno sceneggiatore."
Nolan accettò questi termini, ma allo stesso tempo non avrebbero dovuto ostacolare la realizzazione del film. A un certo punto, però, Thorne trascorse due settimane cercando di convincere Nolan a non avere un'idea di un personaggio che viaggiava più veloce della luce. Secondo Thorne, l'elemento che ha il più alto grado di libertà artistica sono le nuvole di ghiaccio su uno dei pianeti che visitano i protagonisti: queste sono strutture che andrebbero oltre la forza materiale che il ghiaccio potrebbe sostenere.
L'astrobiologo David Grinspoon criticò la terribile situazione di "rovina" sulla Terra rappresentata nelle prime scene, sottolineando che anche con una vorace piaga ci sarebbero voluti milioni di anni per ridurre il livello di ossigeno dell'atmosfera tanto da rendere insostenibile la vita delle persone.
Nota anche che la gravità avrebbe dovuto abbattere le nuvole di ghiaccio. Neil deGrasse Tyson, un astrofisico, invece studiò la scienza dietro la fine di Interstellar, concludendo che è teoricamente possibile interagire con il passato e che "non sappiamo davvero cosa c'è in un buco nero, quindi converrebbe entrarci e vedere cosa accade."
Il fisico teorico Michio Kaku elogiò il film per la sua accuratezza scientifica e affermò che Interstellar "potrebbe stabilire il gold standard per i film di fantascienza per gli anni a venire". Allo stesso modo, infine, Timothy Reyes, un ex ingegnere del software della NASA, disse che "l'uso dei buchi neri e dei wormhole da parte di Thorne e Nolan e l'uso della gravità è eccellente."
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