Indiana Jones 5 si farà e sarà un sequel di Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo. A dichiararlo ai microfoni della BBC è la stessa Kathleen Kennedy, produttrice cinematografica a capo di Lucasfilm, intervistata in occasione della sua premiazione per il BAFTA Fellowship award – l'"oscar" britannico alla carriera.
«Ci stiamo lavorando, stiamo scrivendo il copione per portarlo dove vogliamo e poi saremo pronti a cominciare», ha rivelato Kennedy. «Harrison Ford sarà coinvolto. Si, non è un reboot, è un proseguimento».
Il destino del quinto film dell'amata saga preoccupa i fan da che trapelò che lo script iniziale, vergato da Jonathan Kasdan, fosse stato crudemente cestinato. Da allora, la sceneggiatura è passata in mano a David Koepp, autore da sempre legato a Lucasfilm e già responsabile de Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo.
Alla regia tornerà Steven Spielberg, denotando un netto cambio di atteggiamento nei confronti del brand. Il celebre regista si dimostrò estremamente restio a dare l'ok al quarto episodio della saga: aveva pensato Indiana Jones come una trilogia e considerava concluso quell'arco narrativo. Per sua stessa ammissione, Spielberg permise la produzione di un nuovo capitolo solamente per alleviarsi dalle martellanti pressioni di George Lucas, il quale voleva invece fare un film dove il titolare protagonista si trovasse a fronteggiare una minaccia aliena.
Pur continuando le avventure del professore-archeologo, Indiana Jones 5 non riporterà in scena Mutt Williams, figlio di Indiana Jones introdotto nel precedente capitolo. Il mancato passaggio della torcia era stato segnalato nel 2017 da Koepp in persona, ma l'annuncio non aveva sorpreso nessuno. L'attore Shia LaBeouf, che aveva interpretato il ruolo, si è da tempo allontanato dalle sue radici, prendendo le distanze dai blockbusters in favore di produzioni meno commerciali. Non solo, LaBeouf ha esplicitato il suo disprezzo nei confronti dei film che ha fatto assieme a Steven Spielberg, affermando di vederlo "meno come regista e più come un'azienda".