Il Trono di Spade. Tutti i collegamenti dalla prima all’ultima stagione – Parte seconda

Vi ricordate tutti gli elementi della seconda stagione del Trono di Spade (Game of Thrones) che hanno portato agli eventi dell'ultima puntata? Ripercorriamoli insieme!

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a cura di Marco Violi

Dopo la fine di una delle serie di maggior successo di tutti i tempi: “Il Trono di Spade” (“Game of Thrones”) proseguiamo con la serie di articoli dedicati a ripercorrere tutte le tappe che hanno portato anno dopo anno, serie dopo serie alla conclusione di quest'epopea fantasy moderna. Dopo aver analizzato l'ormai storica prima stagione passiamo in esame il secondo anno di episodi trasmessi da HBO e da Sky sul mercato italiano.

La Sigla

Nella seconda stagione del Trono di Spade la sigla diventa leggermente più lunga e gli spostamenti da una città all’altra diventano più veloci. Questo perché la stagione d’esordio riguardava principalmente tre famiglie: gli Stark, e quindi veniva mostrata Winterfell, i Lannister e quindi King’s Landing, e i Targaryen, per i quali veniva mostrato Essos; infine, i Guardiani della Notte, e quindi la sigla si spostava a nord, sulla Barriera. Nella seconda stagione i Baratheon assumono un ruolo molto più centrale nonostante la morte di Robert. L’ascesa di Stannis, che resterà a lungo uno dei personaggi secondari più importanti, fa sì che nella sigla della seconda stagione venga aggiunta anche la città in cui egli risiede, ovvero Roccia del Drago (Dragonstone).

La Serie

La seconda stagione del Trono di Spade inizia da dove era finita la prima: la morte di Ned Stark ha causato un tumulto ampiamente previsto da Tywin e Tyrion Lannister. la guerra dei Cinque Re infuria. Il nord è in rivolta e Robb Stark ha già conseguito tre vittorie consecutive contro le armate reali. L’intelligenza di Tyrion lo spinge a non sottovalutare il nemico nonostante la giovane età. Il folletto, inoltre, sembra essere l’unico ad avere a cuore la sorte di Sansa, rimasta ad Approdo del Re nelle grinfie dei Lannister. La ragazza tuttavia ha imparato molte cose, tra le quali, la più importante è che non deve assolutamente rinnegare il matrimonio combinato con Joffrey, unica cosa che la rende preziosa per i Lannister e che la tiene in vita, in quanto il loro matrimonio potrebbe risanare la frattura fra il nord e la capitale.

I due Baratheon, Stannis e Renly, si fanno guerra a vicenda. Stannis, ammaliato da Melisandre di Asshai, la Donna Rossa, sacerdotessa del Dio Rosso R’hllor che lo convince a cambiare il suo credo religioso nonostante la viva opposizione dei suoi consiglieri di più vecchia data. Melisandre vede in Stannis la reincarnazione di Azor Ahai, colui che sconfisse le tenebre migliaia di anni prima con la sua spada, Portatrice di Luce. Stannis è convinto di poter reclamare il trono per sé grazie a questa profezia, mentre Renly ne è convinto grazie alla forza dei suoi alleati e al fatto di essere ben voluto dal popolo. Renly ha organizzato il suo matrimonio con Margaery Tyrell, ma in realtà è omosessuale e ha una storia con il fratello di questa, Sir Loras (che, nel terzo episodio della prima stagione, aveva sconfitto “La Montagna” durante il Torneo del Primo Cavaliere).

Renly incontra Catelyn e i due trattano per un’alleanza che viene conclusa: dopo la Guerra, Renly riconoscerà Robb come Re del Nord se Robb farà altrettanto con lui. Il più giovane dei Baratheon, poi, cerca un negoziato con Stannis, che però è inamovibile e vuole il trono per sé. Vista la reticenza di Renly nel concederglielo, Stannis acconsente all’omicidio di suo fratello per mano di Melisandre, che evocherà un demone d’ombra. Della morte di Renly viene accusata Brienne di Tarth, che però lascerà l’accampamento insieme a Catelyn.

Guerre, alleanze e tradimenti

Robb conduce eccellentemente la guerra contro i Lannister e le forze a loro fedeli. Gli Stark sono convinti che i Lannister abbiano come ostaggi sia Arya che Sansa, non hanno idea che la prima sia riuscita a fuggire. Riescono a far prigioniero Jaime (“Baelor” st.1 ep.9). il Re del Nord ha stretto un accordo con i Frey, che si schiereranno al suo fianco in cambio del matrimonio con Joyeuse, una delle figlie di Walder Frey, mentre Arya dovrà sposare uno dei figli maschi.

Robb consegue una vittoria dopo l’altra anche con l’aiuto del suo metalupo, Vento Grigio. La sua ambizione, come rivendica più volte, non è quella di sedere sul Trono di Spade, bensì reclamare l’indipendenza del Nord. Theon viene mandato alle Isole di Ferro per stringere un’alleanza con suo padre, ma, dopo averci provato con sua sorella, si accorge di essere disprezzato dal genitore, che lo vede come un traditore e si offre di conquistare Grande Inverno, completamente sguarnita, per riconquistarne la fiducia. Qui però verrà tradito dai suoi stessi uomini, che si ammutineranno ferendo mortalmente Maestro Luwin, che aveva cercato di proteggere il ragazzo dalle percosse. Maestro Luwin verrà finito da Osha (la Bruta che assiste Bran) mentre questa fugge da Winterfell con Bran, Rickon e Hodor. Theon verrà infine fatto prigioniero da Ramsay Snow, figlio bastardo di Roose Bolton, alleato degli Stark.

Robb viola il giuramento fatto a Walder Frey e sposa di nascosto Talisa Maegyr (incontrata per la prima volta in “Garden of Bones”).

Dopo una vittoria di Robb, Sansa viene umiliata dinanzi all’intera corte da Joffrey, che ordina a Sir Meryn Trant di picchiarla e strapparle i vestiti nella sala del Trono per vendicare una vittoria conseguita da Robb. Solo l’intervento di Tyrion interromperà quest’atrocità. Una volta condotta la ragazza Stark fuori dalla sala, il folletto le offre genuinamente l’occasione per liberarsi da quel vincolo che la lega ai Lannister, ma lei, ormai consapevole della cruda realtà, risponde: “I am loyal to king Joffrey, my one true love”. Al ché, Tyrion risponde profeticamente come fra sé e sé: “Lady Stark, you may survive us yet”. (“Lady Stark, vivrai più di tutti noi”)

Questo è solo un’ulteriore passo di Sansa verso il titolo di Queen in the North che ha conseguito nell'ultimissimo episodio della serie. La sua crescita diviene palese già nel finale della prima stagione, quando Joffrey la costrinse a guardare la testa di suo padre infilzata su una picca e lei lo fece senza mostrare alcuna emozione, per non dargli soddisfazione; poi ancora nel primo episodio della seconda, quando Tyrion le esprime un onesto cordoglio per la perdita del padre, ma davanti a Joffrey lei è costretta ad additare Ned, Catelyn e Robb come traditori. In ogni passaggio di questa stagione, Sansa non farà altro che confermare quanto detto da Cersei a Catelyn la prima volta che vide la ragazza: “Your daughter will do well in the capital” (st.1 ep.1).

Il viaggio di Arya ed i nomi sulla lista

Arya, nel frattempo, si dirige verso nord con una comitiva che comprende diversi ragazzi che stanno per arruolarsi tra i Guardiani della Notte: tra gli altri, Frittella (Hot Pie), Lommy e anche Gendry, il bastardo di Robert Baratheon inconsapevole della sua identità. La comitiva è guidata da Yoren, un Guardiano della Notte fedele a Ned Stark. Yoren ha tagliato i capelli ad Arya e le ha detto di fingersi un bambino, in modo da non insospettire gli altri. Gendry si trova lì perché il fabbro presso il quale lavorava ad Approdo del Re è stato convinto da Varys a venderlo ai Guardiani della Notte.

Nel frattempo, Joffrey ordina che tutti i bastardi di Robert vengano sterminati, in una scena che richiama la Strage degli innocenti biblica. Il fabbro che dava lavoro a Gendry, sotto tortura, rivela alle cappe dorate che il ragazzo è partito alla volta della Barriera e che possono riconoscerlo per un elmo cornuto che si porta dietro. Dopo che le forze dei Lannister catturano l’intero gruppo uccidendo tra gli altri Yoren e Lommy, Arya mente loro, dicendo che Lommy sarebbe in realtà Gendry: Lommy infatti aveva rubato l’elmo cornuto ed era già stato ucciso da Polliver, un soldato dei Lannister. Polliver, tra l’altro, ha rubato ad Arya Needle, usandola per trafiggere il collo di Lommy. Per questi motivi, Polliver sarà uno dei primi a finire sulla lista di Arya.

La Stark, tra l’altro, riprende la lista proprio da Yoren, il quale le racconta che suo fratello fu ucciso e di come egli venne divorato dal desiderio di vendetta, arrivando a ripetere come un mantra il nome dell’assassino ogni notte prima di addormentarsi; il Guardiano della Notte le dice anche che il compiersi della sua vendetta gli ha rovinato la vita, costringendolo a unirsi ai Corvi. Egli tenta di dissuadere Arya in ogni modo dai suoi intenti. Un discorso molto simile a quello che la ragazza sentirà dal Mastino in “The Bells” (st.8 ep.5), dopo aver ripetuto ogni notte, per anni, i nomi delle persone di cui voleva vendicarsi, proprio come Yoren.

Gendry e Arya divengono più uniti quando lei scopre che il ragazzo era stato avvicinato da Ned Stark poco prima della morte di questo. Allora la ragazza rivela a Gendry la sua vera identità.

I sopravvissuti vengono portati ad Harrenhal, nel cuore delle Terre dei Fiumi, dove vengono tenuti in un recinto insieme ad altri prigionieri, esposti alle intemperie e in attesa di essere torturati e uccisi dalla Montagna e un altro uomo, noto come messer Sottile (in inglese: the Tickler). Proprio ad Harrenhal, Arya incontrerà per la prima volta Tywin Lannister, il quale, pur capendo subito che lei sia una ragazza, non può sapere di avere di fronte la figlia di Ned Stark.

Sempre nella fortezza delle Terre dei Fiumi, Arya incontra di nuovo Jaqen H’ghar (l’uomo dai mille volti). Jaqen faceva parte della comitiva che viaggiava con Yoren verso la Barriera e durante l’assalto dei Lannister era chiuso in una gabbia insieme ad altri due uomini (in quanto erano prigionieri nelle segrete della Fortezza Rossa) vicino alla quale era divampato un incendio che li avrebbe certamente uccisi, ma Arya si era distaccata dal combattimento per salvarli. L’uomo dice ora alla Stark che, in quanto lei ha sottratto 3 vite al Dio Rosso R’hllor (lo stesso dio venerato da Melisandre e Thoros di Myr), ora loro le devono tre morti.

La prima vittima sarà proprio il torturatore, messer Sottile: viene trovato morto dopo una caduta dalle mura di Harrenhal, tutti vedono che Jaqen è lì, ma nessuno lo accusa dell’omicidio (The Ghost of Harrenhal; st.2 ep.5).

La seconda vittima sarà Sir Amory Lorch, un luogotenente dei Lannister che trova Arya intenta a leggere una lettera affidatale da Tywin Lannister, il quale è giunto ad Harrenhal e ha posto fine alle sadiche torture dei suoi uomini e ha preso Arya come sua coppiera. Verrà trovato morto, con un dardo avvelenato conficcato nel collo (The old Gods and the new; st.2 ep.6).

Tywin è il primo a capire che Arya è una bambina e ne apprezza l’intelligenza quando lei gli dice di essersi finta un ragazzo per viaggiare più sicura. Durante un dialogo tra i due, sembra quasi che Tywin predica il futuro:

T: This will be my last war. Win or lose.

A: Have you ever lost before?

T: Do you think I’d be in my position if I had lost a war?

[Arya fa cenno di no]

T: But this one will be the one I’ll be remembered for. “The war of the five Kings” they’re calling it. My legacy will be determined in the coming months. Do you know what legacy means?

 [Arya fa cenno di no]

T: It’s what you pass down to your children. And to your children’s children. It’s what remains of you when you’re gone. Harren the Black [colui che costruì la fortezza di Harrenhal] thought this castle would be his legacy. The greatest fortress ever built, the tallest towers the strongest walls. […] look at it now: a blasted ruin. Do you know what happened?

A: Dragons?

T: Yes, dragons happened. Harrenhal was built to withstand an attack from the land. A milion men could have marched on these walls and a million men would have been repelled. But an attack from the air, with dragon fire… Harren and all his sons roasted alive within these walls. Aegon Targaryen changed the rules, that’s why every child alive still knows his name 300 years after his death.

A: Aegon and his sisters.

 Non solo la guerra dei cinque re sarà davvero l’ultimo conflitto combattuto da Tywin (verrà ucciso da Tyrion in “The Children”, st.4 ep.10, prima ancora della fine della guerra), ma il discorso sul lascito è davvero molto simile a quello che fece a Jaime in “You win or you die” (st.1 ep.7). Per di più, quello che successe alla fortezza di Harrenhal è precisamente la stessa cosa che accadrà alla Fortezza Rossa in “The Bells”, l’episodio che segna la morte della dinastia Lannister per come la intende lui, visto che, come ripete spesso a Tyrion, il folletto non è un vero Lannister. Ancora: il destino di Westeros, il territorio conquistato da Aegon, Visenys e Rhaenys, finirà per essere conquistato da Bran (Re dei Sei Regni), Sansa (Regina del Nord), Jon (Re oltre la Barriera).

Ad ogni modo, La proprietà di linguaggio e la dizione di Arya insospettiscono il patriarca dei Lannister. La ragazza avrà sempre più difficoltà nell'inventare scuse per giustificare la sua cultura, essendosi finta una bambina del popolino. Tuttavia la ragazza si rende facilmente conto di non poter inventare scuse plausibili ancora a lungo, per cui, invece della terza vittima, Arya chiederà a Jaqen di aiutare lei e i prigionieri a fuggire da Harrenhal. L’uomo accetterà riluttante: “Help was not promised, lovely girl. Only death.”

In questi stessi episodi, sentiamo parlare per la prima volta della Fratellanza senza Vessilli (Brotherhood without banners), della quale fanno parte Beric Dondarrion e Thoros di Myr, che fu nominato da Jaime e Jory Cassel in un dialogo avvenuto in “Cripples, bastards and broken things” (st.1 ep.4).

Arya ritroverà infine Jaqen che le darà una moneta, dicendole di darla a sua volta a un qualsiasi uomo di Braavos se mai volesse trovarlo di nuovo. Oltre a consegnare la moneta, Arya dovrà anche dire due parole: Valar Morghulis, tutti gli uomini devono morire. Espressione che dà anche il titolo all’episodio finale della seconda stagione.

Oltre la barriera

Nel frattempo, oltre la Barriera, i Guardiani della Notte arrivano alla Fortezza di Craster: in realtà poco più di una capanna popolata da Craster, un Bruto bieco e meschino, che vive con le sue figlie-mogli. La situazione viene spiegata da Eddison Tollett (detto “Dolorous Edd”), uno dei Guardiani della Notte: “He marries his daughters, and they give him more daughters, and on and on it goes”. Craster tiene vive le figlie che queste partoriscono, mentre dei maschi non c’è traccia.

Lo stesso Eddison aggiunge subito dopo una frase: “All the other Wildlings for a hundred leagues have disappeared. Craster’s still here. He must be doing something right.” (“The North Remembers”; st.2 ep.1).

La verità verrà scoperta proprio da Jon, che riuscirà a spiare Craster mentre porta uno dei suoi figli maschi nel bosco e vede una figura umanoide prendere il pargolo da terra e portarlo via, prima di essere tramortito da Craster stesso (The Night Lands; st.2 ep.2) che poi caccerà i Guardiani della Notte dal suo accampamento. Jon scopre che Jeor sapeva già dei sacrifici umani di Craster, ma aveva scelto di ignorarli in quanto è un alleato troppo prezioso.

In “The oathkeeper” (st.4 ep.4) vedremo un Estraneo portare in braccio un neonato maschio, che verrà trasformato a sua volta in Estraneo dal Re della Notte.

Craster è un uomo spregevole, ma tuttavia un alleato prezioso per i Guardiani della Notte, in quanto unico Bruto che accetta di condividere con loro informazioni in cambio di provviste, armi o vino. Egli riferisce a Jeor Mormont che tutti gli altri Bruti si stanno radunando sotto la guida di Mance Rayder (menzionato per la prima volta in “Cripples, bastards and broken things”, st.1 ep.4) per fuggire dai pericoli portati dall’inverno e insediarsi a sud della Barriera, quindi in quei Sette Regni che i Guardiani della Notte dovrebbero proteggere.

In “The old Gods and the new”, Jon incontra Ygritte per la prima volta. Nell’episodio successivo, “A man without honor”, questa gli dirà per la prima volta la famosa frase “You know nothing Jon Snow”. La giovane bruta intreccerà una storia d’amore con Jon, il quale verrà creduto un traditore dei Guardiani della Notte in seguito al sacrificio volontario di Qhorin Halfhand. Jon farà quindi la conoscenza di Mance Rayder, il Re oltre la Barriera.

Nel frattempo, al Pugno dei Primi Uomini, Sam ed Edd scoprono per caso molte lame fatte di Vetro di Drago.

Una cometa lascia la sua scia rossa dividendo il cielo. Questa cometa è visibile sia da Westeros che da Essos. Nei Sette Regni viene interpretata in diversi modi: a sud si ritiene che la cometa sia del rosso dei Lannister e che significhi che questi regneranno a lungo; mentre a nord si pensa che sia un presagio su Robb che vincerà la guerra. Così crede anche Bran, rimasto a Winterfell con Osha (la Bruta apparsa per la prima volta in “A Golden Crown”, st.1 ep.6), Hodor e Maestro Luwin, ma proprio Osha lo ammonisce: “the stars don’t fall for men. The red comet means one thing, boy: dragons.” (“The North Remembers” st.2 ep.1)

Ed è proprio Osha ad avere ragione: la cometa è tornata nella serie ancora una volta, ma forse non tutti l’avete notata. È ben visibile nella sigla dell’ottava stagione, in ogni episodio, subito dopo che la Fortezza Rossa ha preso forma: compare davanti ai tre draghi di Daenerys, dietro ai quali vi è un enorme dragone, che ora sappiamo rappresentare la Khaleesi stessa.

Khaleesi, draghi e deserto

Daenerys vaga nella desolazione rossa con Jorah Mormont e i pochi Dothraki rimasti fedeli a lei dopo la morte di Khal Drogo. La khaleesi manda tre cavalieri in tre direzioni diverse. Il primo torna decapitato, un avvertimento di un altro Khal a non avvicinarsi, il secondo, di nome Kovarro, torna con una buona notizia: la città di Qarth, governata dai Tredici, è disposta a ricevere la Madre dei Draghi. Jorah avverte Daenerys, l’unica cosa che lui sa della città è che il deserto intorno alle mura è chiamato “il Giardino di Ossa” (da cui il titolo dell’episodio: “The Garden of Bones”), composto dai resti degli uomini e delle donne allontanati dalla città, ma, viste le poche opzioni, la Khaleesi decide di recarsi comunque a Qarth, vicina alla costa est di Essos e quindi lontanissima da Westeros, obiettivo finale di Daenerys.

L’orda viene accolta fuori dalle mura da una guardia armata e dai Tredici: i mercanti che governano la città. Si fa avanti uno di loro, che si fa chiamare “Spice King”, ma rifiuta di lasciare entrare l’orda nella città senza prima vedere i tre draghi. A quel punto, un altro dei Tredici, Xaro Xhoan Daxos presta un giuramento di sangue, garantendo per Daenerys e l’orda. La khaleesi insegna ai suoi draghi a sputare fuoco a comando (“The Ghost of Harrenhal”) e riceve una proposta di matrimonio dal mercante, che in cambio finanzierà l’invasione di Westeros. Lei rifiuta e Jorah riceve un avvertimento da donna misteriosa di nome Quaithe, che ha il volto coperto da una strana maschera. Costei avvisa Jorah dicendogli che i draghi di Daenerys sono in pericolo, in quanto fanno gola a molti. Nel frattempo, Jorah si dichiara a Daenerys per la prima volta, ma lei lo rifiuta.

I Dothraki fedeli a Daenerys vengono sterminati mentre lei è lontana dalla tenuta di Xaro e i tre draghi vengono rubati (“The old Gods and the new”). La Khaleesi viene invitata nella casa degli Eterni, dove assiste alla magia di Pyat Pree, che uccide undici dei Tredici, nominando Xaro Xhoan Daxos re di Qarth. Successivamente, Daenerys ha una visione, dovuta dalla magia di Pyat Pree, di sé stessa che cammina nella sala del Trono di Spade cosparsa di cenere (come farà di nuovo in “The Iron Throne” st.8 ep.6, ripetendo gli stessi gesti). Nel finale di stagione, inoltre, Pyat Pree diverrà la prima vittima dei suoi draghi.

Stannis assedia King’s Landing dal mare, Tyrion riesce a ritardare l’avanzare della flotta nemica grazie all’Altofuoco (Wildfire), ma le forze di Stannis sembrano inarrestabili. Su ordine di Joffrey, che codardamente abbandona il campo di battaglia, una guardia reale cerca di uccidere Tyrion, ma viene fermato da Podrick Payne. A porre fine alla battaglia arrivano le forze di terra dei Lannister e quelle dei loro nuovi alleati: i Tyrell, i quali, dopo la morte di Renly, cercano la loro strada verso il potere.

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