Stanotte, molti di noi hanno assistito al finale della serie di maggior successo di tutti i tempi. “Il Trono di Spade” (o “Game of Thrones” se, come me, preferite la versione originale) ha battuto ogni record stabilito precedentemente da una serie tv, infrangendo al contempo l’ultima barriera rimasta tra cinema e televisione. D’altra parte, lo stesso nome della casa produttrice, la HBO, è un acronimo per Home Box Office: il grande cinema, in casa.
Questo articolo si propone di ripercorrere tutte le tappe di una marcia verso l’apoteosi. La serie ha iniziato il proprio percorso il 17 aprile 2011, quando negli USA fu mandata in onda la prima puntata, dal titolo evocativo “Winter is Coming”. I dati dello share? Poco superiori a un decimo di quanto ha fatto l’ultima stagione, l’ottava.
Come ha fatto, una serie fantasy ambientata in un mondo popolato da draghi, giganti, non morti, re e regine a conquistarsi uno spazio così significativo nel mondo?
Guardare una serie complessa come questa vuol dire immergersi in un mondo parallelo ricostruito con estrema minuzia. È proprio questo elevato livello di dettaglio, un mondo ricostruito in 4K, che ha conquistato gli spettatori. Intendiamoci: non ogni episodio è stato indimenticabile, non tutti i personaggi sono stati amati come avrebbero dovuto nella mente degli autori. Ma in “Game of Thrones” abbiamo avuto davvero una prima esperienza dell’espressione “tutto è connesso”. Dalle grandi battaglie ai piccoli gesti, dalle espressione alle frasi pronunciate: ogni cosa ne richiama un’altra già vista all'interno della serie. A una prima visione, molti particolari fondamentali per comprendere meglio la serie possono sfuggire agli spettatori, ed è proprio questa la ragione per cui abbiamo voluto scrivere questa serie di articoli: stagione per stagione, andremo a vedere quei particolari che fanno la differenza tra una serie bella e una serie evento, che ha coinvolto pressappoco tutta una generazione di spettatori.
LA COMPRENSIONE DI QUESTO ARTICOLO PRESUPPONE LA CONOSCENZA DEGLI AVVENIMENTI E LA VISIONE DELLA SERIE. QUINDI, DOVREBBE ESSERE INUTILE DIRLO, MA NON SI SA MAI: CONTIENE SPOILER
La Sigla
Iniziamo dalla sigla. Normalmente questa serve soltanto a creare familiarità nello spettatore (oltre, ovviamente, a dare giusta visibilità a chi vi ha lavorato). In Game of Thrones, invece, si è scelto di sfruttarla anche per introdurre al mondo della serie: basti pensare che, accanto ai nomi degli attori, compare il simbolo della casata o dell’ordine cui appartiene il loro personaggio. Inoltre, le immagini mostrate aiutano a comprendere in modo migliore la geografia del mondo di fantasia nel quale ci troviamo. Infatti, sopra ogni città, compare lo stemma della casata che vi governa: il Cervo dei Baratheon su King’s Landing, il Metalupo degli Stark su Winterfell, il Leone dei Lannister su Casterly Rock ecc.
Ma la HBO si è spinta addirittura oltre, e il lavoro dei ragazzi di Elastic (il team che si occupa della realizzazione della sigla) è stato sopraffino: l’aspetto della sigla, infatti, cambia di episodio in episodio, diventando una vera e propria mappa interattiva dove le città cambiano governi a seconda dell’andamento della guerra.
Estranei e primo episodio
La prima inquadratura indugia su tre Guardiani della Notte (The Night’s watch) che si recano in missione oltre la Barriera. Due di questi vengono subito uccisi da misteriosi esseri antropomorfi simili a zombie ricoperti di ghiaccio: gli Estranei (White Walkers). I quali, poco prima, hanno massacrato un gruppo di Bruti (Wildlings), disponendone i corpi in una strana formazione romboide, con due teste poste ai lati dell’angolo alto e di quello basso della figura.
Cosa sappiamo sugli Estranei?
Poco, molto poco. Per quanto visto in “The Door” (St.6 Ep.5) furono creati dai Figli della Foresta (dei quali sappiamo ancora meno, ma è notizia recente che il prequel in produzione presso la stessa HBO, “Moonblood”, tratterà proprio di loro) per contrastare l’invasione dei Primi Uomini. I Figli della Foresta (Children of the Forest) catturarono uno degli invasori e lo trafissero al petto con una lama di Vetro di Drago (Dragonglass), trasformandolo nel primo Estraneo. Con lo stesso vetro di drago, Sam Tarly uccide un Estraneo in “The Second Sons” (St.3 Ep.8).
Gli unici modi per uccidere un Estraneo sono, appunto: il Vetro di Drago, l’Acciaio di Valyria e il fuoco di drago.
Gli Estranei sono guidati dal Re della Notte, che ha il potere di far tornare in vita i morti e comandarli nella propria armata. Egli, inoltre, può vedere e toccare fisicamente Bran, anche quando questi gli si avvicina durante una visione del passato (in cui Bran non era presente), come succede sempre in “The Door”. Infine, è invulnerabile al fuoco di drago e può trasformare esseri viventi in Estranei con il semplice tocco (“The Oathkeeper”, St.4 Ep.4).
I Figli della Foresta sono la popolazione autoctona di Westeros: si trovavano già lì quando i Primi Uomini arrivarono da Essos. I più pensano non siano mai esistiti, altri li credono estinti durante la successiva invasione degli Andali (circa 6.000 anni dopo quella dei Primi Uomini).
Personaggi, legami di sangue e sordide macchinazioni
A King’s Landing (Approdo del Re) si tengono i funerali per la morte di Jon Arryn, Primo Cavaliere del Re (Hand of the King). Intuiamo immediatamente che la sua morte è sospetta, ma nessuno sembra voler indagare. Jon Arryn è il cognato di Catelyn Tully (moglie di Eddard Stark), avendone sposato la sorella, Lysa.
Si è spento pronunciando le parole: “The seed is strong” (“Il seme è forte”), dopo aver consultato un libro sulla storia delle Casate dei Sette Regni. Non scopriremo mai a cosa si riferiva: secondo la moglie Lysa, a loro figlio Robert Arrin, ma vedendolo appare quanto mai improbabile. Possibile invece che si riferisse a Gendry, figlio bastardo di Robert Baratheon e inconsapevole della sua discendenza regale.
Durante il funerale, assistiamo a un dialogo tra Cersei e Jaime Lannister, rispettivamente regina e Guardia Cittadina di Approdo del Re. Intuiamo che i due sono coinvolti nella morte di Arryn. Cersei suggerisce a Jaime di diventare il nuovo Primo Cavaliere, ma lui risponde: “That’s an honor I can do without: their days are too long, their lives are too short”. In tutta la serie ad Approdo del Re si sono succeduti infatti ben 6 personaggi diversi nel ruolo di Primo Cavaliere (Jon Arryn, Eddard Stark, Tyrion, Tywin e Kevan Lannister, Qyburn) 5 dei quali morti.
Re Robert Baratheon si dirige verso Grande Inverno (Winterfell), nel nord, con tutta la sua corte al seguito. Incontriamo quindi per la prima volta Eddard Stark, Lord di Grande Inverno e Protettore del Nord.
Della carovana del Re fanno parte, tra gli altri, oltre a Cersei e Jaime, loro fratello minore, Tyrion, detto “Il Folletto” (The Imp) poiché affetto da nanismo; Sandor Clegane, detto “il Mastino” (the Hound) e suo fratello Gregor, “la Montagna”: cavalieri di nobili origini e imponente mole; Joffrey, Tommen e Myrcella Baratheon, apparentemente figli del re e della regina, ma in realtà frutto dell’incesto fra Cersei e Jaime. Più tardi, Ned Stark scoprirà che Jon Arryn fu avvelenato proprio perché aveva scoperto questo segreto e che si recava costantemente da Gendry, in quanto questo era il legittimo erede al trono.
Ad attenderli a Winterfell c’è la Casa Stark, la più importante del nord. Il lord di Grande Inverno è Eddard “Ned” Stark, sposato a Catelyn Tully, inoltre troviamo i loro figli: Robb, Sansa, Arya, Brandon detto “Bran” e Rickon. Oltre a loro: Jon Snow, figlio bastardo di Ned Stark, e Theon Greyjoy, divenuto il protetto di Eddard nove anni prima, quando suo padre, Balon Greyjoy, si autoproclamò Re delle Isole di Ferro, dando inizio alla Ribellione dei Greyjoy, sonoramente sconfitti. Theon fu quindi preso come protetto da Eddard, per tenere sotto scacco Balon portandogli via il suo legittimo erede.
Oltre a loro, a Grande Inverno facciamo anche la conoscenza di altri personaggi: Maestro Luwin, consigliere e guaritore, nonché maestro di Bran; Walder detto “Hodor”, gigantesco stalliere che riesce a pronunciare soltanto la parola che gli ha guadagnato il soprannome; Sir Rodrick Cassel, maestro d’armi di Grande Inverno; infine, uno dei personaggi più sottovalutati e rimasti per meno tempo nella serie: la Vecchia Nan (spiegheremo in altra sede il perché).
Sterminatori di re, rapimenti e primi cavalieri
Tuttavia, la situazione è molto più intricata di quanto non sembri (e già non sembra affatto semplice): Robert Baratheon era profondamente innamorato e promesso sposo di Lyanna Stark, sorella minore di Ned, la quale fu rapita da Rhaegar Targaryen, primogenito dell’allora re Aerys “il Folle”. In seguito al rapimento, il padre e il fratello maggiore di Ned si recarono a King’s Landing per avere udienza dal re, ma questo li bruciò vivi nella sala del trono. Iniziò quindi la Ribellione di Robert, il quale arrivò ad assediare Approdo del Re, ma vinse soltanto quando Jaime Lannister, già allora guardia reale, pugnalò alle spalle il Re Folle, guadagnandosi il soprannome di Sterminatore di Re (Kingslayer). Per questo gesto, Jaime viene costantemente deriso, e il suo soprannome diventa una presa in giro che i suoi sottoposti sussurrano di nascosto e che alcuni lord usano per sbeffeggiarlo. Tuttavia, già nel corso dei primi episodi scopriamo come egli abbia commesso il regicidio per salvare l’intera città dall’incendio comandato dal re. Jaime ha compiuto quel gesto per salvare milioni di vite innocenti, ma, in un mondo dove l’onore è tutto, gli viene rinfacciato in continuazione il giuramento non ottemperato.
In “Cripples, Bastards and Broken things” (st.1 ep.4) Jaime dialoga con Jory Cassel, capitano delle Guardie di Casa Stark, e viene fuori parte della sua frustrazione: Robert è uso convocare quante più cortigiane possibili nei propri alloggi quando Jaime, fratello della regina, è di guardia. Nello stesso dialogo i due nominano per la prima volta Thoros di Myr, sacerdote del Dio Rosso R’Hllor (come Melisandre di Asshai, che incontreremo più in là) che apparirà soltanto in “Dark Wing, Dark Words” (st.3 ep.2). Infine, forse non avete notato che qui Jaime ci offre un piccolo uno spoiler. Jory lo ringrazia per averlo salvato, durante la Ribellione dei Greyjoy, da un nemico che stava per piantargli un coltello nell’occhio: l’uomo venne ucciso da Jaime e Jory se la cavò con una cicatrice sul volto. Proprio nell’episodio successivo, sarà lo Sterminatore di Re a uccidere la guardia di Ned, piantandogli un coltello nell’occhio.
Durante la Ribellione di Robert, il patriarca dei Lannister, Tywin, era il primo cavaliere del Re Folle. Ciononostante riuscì a riabilitarsi, combinando il matrimonio fra la sua bellissima figlia Cersei e Robert.
Rhaegar Targaryen fu ucciso dallo stesso Robert in battaglia, mentre gli altri due figli di Aerys Targaryen, Viserys e Daenerys, furono portati di nascosto nel continente di Essos. Ragion per cui Robert teme un ritorno del legittimo erede di Aerys.
Dothraki, catacombe e segreti
Sempre nel primo episodio ci spostiamo a Essos, dove Daenerys viene data in sposa a Khal Drogo, capo di un’imponente orda di Dothraki (un popolo selvaggio e nomade simile agli Unni). Artefice del matrimonio è proprio Viserys, nella speranza che Drogo gli fornisca un esercito per tornare a Westeros e riprendersi il trono.
Nel corso del matrimonio facciamo la conoscenza anche di Jorah Mormont, lord dell’Isola dell’Orso condannato a morte da Ned Stark per aver venduto degli schiavi (la schiavitù è vietata a Westeros, ma non a Essos). Jorah è tuttavia riuscito a fuggire a Essos dove, nella speranza di ottenere il perdono reale, riferisce a Varys gli spostamenti di Daenerys e dell’orda. Ovviamente, la khaleesi non sospetta nulla di ciò.
Jorah è figlio di Jeor Mormont, altro personaggio importante delle prime stagioni, Lord Comandante dei Guardiani della Notte, ai quali si è unito spontaneamente per permettere al figlio di ereditare i propri titoli. Jeor aveva lasciato a suo figlio anche la spada Lungo Artiglio (Longclaw), una formidabile arma forgiata in acciaio di Valyria. La spada gli ritornerà dopo l’esilio di Jorah e Jeor la donerà a Jon Snow, come ricompensa per avergli salvato la vita da un Estraneo in “The Pointy End” (st.1 ep.8).
Jorah è inoltre lo zio di Lyanna Mormont, che ne ha ereditato i titoli dopo il suo esilio. Lyanna apparirà per la prima volta nella sesta stagione.
Appena la carovana reale arriva a Winterfell, notiamo subito il rapporto cordiale tra Ned e Robert: non re e vassallo, ma due vecchi amici che non si vedono da troppo tempo.
I due si recano in visita alle catacombe, dove tutti gli Stark vengono seppelliti. Arrivano quindi dinanzi la statua di Lyanna Stark e Robert rimprovera Ned di averla seppellita in un luogo oscuro e tetro, quando lei dovrebbe trovarsi su una collina, sotto il Sole e le nuvole (subito dopo, la scena si sposterà a Essos, da Daenerys, cognata di Lyanna Stark, che fissa un cielo privo di nuvole). L’espressione di Ned, magistralmente interpretato da Sean Bean, non è soltanto rammaricata: è visibilmente turbato. Col senno del poi, possiamo capire il perché: Ned nasconde un terribile al suo migliore amico. Tuttavia, alla prima visione della serie, non sappiamo né quale sia questo segreto, né tanto meno sappiamo dell’esistenza di questo, perché Ned, semplicemente, non lo ha mai rivelato a nessuno.
Nella cripta, infine, Robert propone a Ned di combinare il matrimonio fra Joffrey e Sansa, asserendo che le loro stirpi sono destinate a essere unite. Tuttavia, il Re non potrebbe essere più in errore: l’unione da lui tanto desiderata tra Baratheon e Stark non si realizzerà mai.
Il primo episodio si chiude con il piccolo Bran che si arrampica su una torre e, dopo aver visto Jaime e Cersei avere un rapporto sessuale, viene defenestrato dallo sterminatore di Re, che subito prima gli dice “Things I do for love”, parole che Bran gli ripeterà in “A Knight of the Seven Kingdoms” (st.8 ep.2). Bran sopravvivrà alla caduta, ma perderà l’uso delle gambe.
Le ragioni del gesto di Jaime sono presto dette: egli non prova gioia nell’uccidere un bambino, semplicemente vuole proteggere sua sorella, a qualunque costo. L’incesto, in Game of Thrones così come nell'antichità, era una cosa abbastanza comune, tuttavia non perpetrata dai Lannister. Alla radice del rapporto fra i due gemelli non c’è la conservazione del sangue reale, ma un amore che, per quanto malato, resta comunque sincero. Per questo stesso motivo, in “The Bells” (st.8 ep.5) Jaime dice a Tyrion che non gli importa degli innocenti: la sola cosa che gli importa è salvare l’unica donna che abbia amato davvero. Per lo stesso motivo, capiamo quindi la sua espressione quando, in “The last of the Starks” (st.8 ep.4) guarda Brienne così contrito, dopo la notte passata insieme: per quanto Jaime sia affezionato a quella donna, quel mero affetto non eguaglierà mai ciò che prova per sua sorella gemella.
Barriera, guardiani della notte e spade
Nel secondo episodio, Jon Snow parte alla volta della Barriera per diventare un Guardiano della Notte e raggiungere suo zio, Benjen (fratello minore di Ned). Subito prima di partire, Jon dona Needle (Ago) ad Arya: la prima spada della ragazza. Il percorso di Jon sarà costellato da una crescita esponenziale, che lo porterà a manifestare sin da subito le proprie doti di leader. Le sue abilità saranno notate da Jeor Mormont e gli causeranno sia il rispetto dei suoi compagni più giovani, sia l’invidia di quelli più anziani. Durante l’ultimo dialogo che scambia con Ned, questo gli promette che al loro prossimo incontro gli rivelerà la vera identità di sua madre, ma i due non si incontreranno mai più.
Nel viaggio verso la Barriera, Jon è accompagnato, tra gli altri, da Tyrion Lannister, in visita di piacere. Durante il cammino Tyrion avverte Jon sui pericoli e sulle rinunce della vita da Guardiano della Notte. Il Folletto si mette in evidenza sin da subito per il suo carattere, nettamente diverso da quello dei suoi fratelli. Sia chiaro: la bellezza di Game of Thrones è che non c’è un vero e proprio “cattivo” (a parte, ovviamente, il Re della Notte e quell’infame di Ramsay Snow, ma ci arriveremo), ma tutti i personaggi presentano mille sfumature. Se non c’è un vero cattivo, di conseguenza, non può esserci neanche un vero “buono”. Ci sono, semplicemente, molti personaggi che lottano per ottenere quello che vogliono, in maniera più o meno lecita. Per cui non ha senso identificare un cattivo nei Lannister, ma, banalmente, Tyrion è il più buono di loro, quello con cui viene più spontaneo empatizzare per via della sua condizione fisica. Dotato di profonda intelligenza e di una cultura incredibilmente vasta, il Folletto dispensa consigli e perle di saggezza ogni volta che appare, ma senza mai sembrare presuntuoso o arrogante, come invece può apparire Jaime nei primi episodi.
In ogni modo, per spiegare le azioni di Tyrion in “The Bells” (St.8 ep.5), basta andare a uno dei suoi primi dialoghi proprio con suo fratello. Quando Jaime gli chiede, provocatoriamente, da che parte stia, lui risponde: “My dear brother, you wound me. You know how much I love my family” (“Mio caro fratello, mi ferisci. Sai perfettamente quanto tengo alla mia famiglia”). Sebbene rinnegato più volte dal suo stesso padre, sebbene il rapporto con sua sorella Cersei sia tutto meno che fraterno, il legame di sangue di Tyrion con la sua famiglia è perfettamente rappresentato dall'attaccamento reciproco a suo fratello maggiore, Jaime. Tyrion non abbandonerà mai del tutto i Lannister, dovesse costargli la vita.
Facciamo poi la conoscenza degli altri personaggi che compongono la corte: Petyr Baelish, detto “Ditocorto”, Maestro del Conio, eterno spasimante di Catelyn Tully; Varys, detto “il Ragno”, Maestro dei Sussurri; Renly Baratheon, fratello minore di Robert e quarto in linea di successione al trono, Maestro delle Leggi; Pycelle, Gran Maestro dei Sette Regni. I quattro, con il Primo Cavaliere Eddard Stark, compongono il Concilio Ristretto. Ognuno di loro ha interessi contrastanti: Ditocorto vuole guadagnare potere e non perderà mai la sua ossessione per Catelyn; Pycelle vuole restare in vita ad ogni costo, basti pensare che ha ricoperto lo stesso ruolo per oltre quaranta anni, servendo ben sei diversi Re, sopravvivendo alla ribellione di Robert; Varys dice di volere il bene del popolo e per farlo tesse trame articolate che spesso sfuggono alla comprensione del pubblico finché non giungono a compimento: è lui che, prevedendo che Joffrey non sarà affatto un buon Re, spinge per un ritorno dei Targaryen a Westeros; Renly è un giovane intelligente, ambizioso e benvoluto dal popolo, che serve fedelmente suo fratello e ha un profondo rispetto per Ned Stark.
Nel frattempo, si apre una prima crepa tra il Re e Ned quando il primo ordina l’esecuzione del metalupo di Sansa. Questo creerà anche una frattura fra la promessa sposa di Joffrey e Arya. Le due prenderanno due strade completamente separata: Sansa diventerà una perfetta Dama di corte, prendendo spunto da Cersei, Margaery e Olenna Tyrell e tutte le altre donne di potere che incrocerà sul suo cammino. Lo sviluppo del personaggio di Sansa è formidabile, ma ce ne occuperemo meglio in seguito; Arya, dal canto suo, intraprenderà già nei primi episodi la strada della guerriera, apprendendo l’uso della spada da Syrio Forell (“What do we say to the God of Death? Not today”), ma anche della sorella minore ci occuperemo in un altro articolo.
In questo momento è importante concentrarsi su Robert Baratheon. La sua presenza nella serie è stata breve: appena 7 episodi, ma ci ha lasciato diversi indizi preziosi per carpirne il futuro, al punto che potremmo quasi definirli veri e propri spoiler.
Robert Baratheon: la "profezia" della battaglia contro i Dothraki
In “The Kingsroad” (st.1 ep.2), Robert avverte Ned: “There’s a war coming Ned. I don’t when and I don’t know who will be fighting it, but it’s coming.”
Inoltre, la ragione per cui Robert è così convinto a uccidere i due Targaryen superstiti è molto semplice: nei Sette Regni c’è ancora chi lo chiama usurpatore. In più egli percepisce la frammentazione del suo regno: ogni nobile ha i propri interessi e tutti sono pronti a congiurare, complottare, accoltellare amici e fratelli alle spalle, pur di ottenere maggior potere.
In “The wolf and the Lion” (st.1 ep.5) arriva un altro spoiler da Robert. Cersei cerca di convincerlo a non preoccuparsi dell’orda Dothraki comandata da Khal Drogo e sua moglie Daenerys: i Dothraki, come osserva anche Ned, non attraversano l’acqua che i loro cavalli non possono bere, perciò non prenderanno mai il mare. E tra Robert e Khal Drogo c’è il Mare Stretto. E, se pure salpassero, i Dothraki sono indisciplinati, non hanno armature né armi d’assedio: tutta la loro forza è nel loro vigore, nella velocità dei loro cavalli e nella loro abilità nel cavalcarli, nella ferocia sviluppata in secoli di vita nel Grande Mare d’Erba (Great Grass Sea).
Ancora una volta, Robert è illuminante: se i Dothraki sbarcassero, i Sette Regni sarebbero costretti ad affrontarli in campo aperto, dove l’esercito di Khal Drogo è pressoché invincibile. Se non lo facessero e i lord di Westeros si asserragliassero nei loro castelli, i Dothraki razzierebbero ogni città, ucciderebbero ogni uomo e schiavizzerebbero donne e bambini, finché il popolo vedrebbe i propri lord come codardi che hanno lasciato i loro sudditi a morire nelle strade per rifugiarsi dietro mura di pietra. A quel punto, sarebbe il popolo stesso a rivoltarsi contro Robert.
Cersei gli fa notare che le loro forze sono comunque superiori in un numero ai Dothraki, ma la visione del Re non lascia scampo: i Sette Regni sono divisi, non c’è nulla che li tenga insieme se non il loro matrimonio, destinato a una fine infausta. Ancora una volta, il Re s’incupisce pensando al suo amore per Lyanna, che è morta lasciando in Robert un vuoto che i Sette Regni non sono in grado di colmare.
Con ogni probabilità, questo dialogo segna la fine di Robert: negli episodi successivi, infatti, Cersei attua la congiura per uccidere il marito che ha tentato di amare con tutte le sue forze, ma dal quale non ha ricevuto né amore, né il rispetto che si deve a una moglie.
In “The Spoils of War” (st.7 ep.4) l’esercito dei Lannister sarà costretto ad affrontare i Dothraki in campo aperto, subendo un totale massacro. Sebbene la vittoria dei Signori dei Cavalli sia agevolata da Daenerys e Drogon, prima del loro arrivo la regia indugia sui Lannister, quando questi non vedono altro che i cavalieri Dothraki in lontananza: basta questo a terrorizzarli.
Alla morte di Robert, in “You win or you die” (st.1 ep.7), la frattura nei Sette Regni diviene insanabile: i Lannister muovono guerra ai Tully in seguito al rapimento di Tyrion da parte di Catelyn; Ned scopre che Joffrey, Tommen e Myrcella sono in realtà frutto dell’incesto tra Cersei e Jaime e quindi non possono ereditare il trono e la verità sulla morte di Jon Arryn. Riesce a diffondere la notizia, ma al momento di spodestare il neo incoronato Joffrey, Ned viene tradito da Ditocorto (Littlefinger) e preso prigioniero; l’esercito degli Stark marcia verso approdo del Re e, dopo la morte di Ned in “Baelor” (st.1 ep.9), Robb Stark viene proclamato “Re del Nord” dai suoi vassalli; Renly e Stannis Baratheon, i fratelli di Robert, si autoproclamano entrambi Re e iniziano una guerra fratricida che porterà Casa Baratheon al collasso; a nord della Barriera, i Guardiani della Notte hanno a che fare con Mance Rayder, un bruto che ha vestito il nero della confraternita per poi abbandonarla e proclamarsi “Re oltre la Barriera”, riunendo sotto il suo impéro tutti i clan dei Bruti per invadere il sud.
Al gioco del trono o si vince o si muore
“You win or you die” è una frase detta da Cersei a Ned nell’omonimo episodio, durante un confronto nel quale Eddard dichiara di aver scoperto l’incesto dei gemelli Lannister. In questa scena viene fuori la vera natura di Cersei: cinica e malinconica, mai amata dall’uomo che ha sposato e anche per questo caduta tra le braccia di suo fratello. Cersei ama i suoi figli più di sé stessa: è per questo amore materno che è disposta a qualunque cosa. E quando Ned, uomo d’onore, ma molto ingenuo, le suggerisce di scappare, lei non fa una piega, non mostra il minimo cedimento, bensì lo ammonisce: “When you play the game of thrones you win or you die. There is no middle ground.” Al gioco del trono o si vince o si muore, e solo il giocatore più scaltro resta in vita. Nel corso della serie, chiunque abbia partecipato a questa crudele partita è morto (Jon Arryn, Robert Baratheon, Ned Stark, Renly Baratheon, Stannis Baratheon, Robb Stark, Mance Rayder, Olenna Tyrell e, per ultima, proprio la stessa Cersei), e ai pochi ancora rimasti spetta uccidersi l’un l’altro finché non resterà soltanto un Re.
Al termine della prima stagione, abbiamo cinque Re che si contendono il Trono di Spade, senza contare Daenerys: la giovane Targaryen prende sempre più consapevolezza di sé col passare del tempo. Inizialmente sottomessa al marito, vista anche la giovane età, Daenerys impara a usare il proprio corpo per ammaliare Khal Drogo: in breve tempo, si merita a pieno il titolo di Khaleesi. Suo fratello Viserys, vedendo Drogo rimandare di continuo l’invasione di Westeros senza dargli spiegazioni, minaccia di uccidere la sorella di fronte all’intero khalasar: vuole la corona che avrebbe dovuto conquistare con l’esercito di Drogo. Il Khal gli versa oro fuso sulla testa, uccidendolo (“Here’s your crown”), mentre Jorah invita la khaleesi a voltarsi e non guardare, ma lei invece non stacca gli occhi dal fratello e apprende una cosa fondamentale: Viserys non era un vero drago (ossia un vero Targaryen), perché il fuoco non può uccidere un drago. Dopo che, grazie a Jorah Mormont, sopravvive a un sicario mandato da Robert, Khal Drogo le giura che invaderà i Sette Regni per vendicare il tentativo di uccidere sua moglie, che porta in grembo il suo erede.
Durante una razzia, però, Daenerys compie un atto di misericordia salvando una donna dalle violenze dei suoi Dothraki. Uno di questi, offeso dalla privazione del suo bottino di guerra, sfida Khal Drogo in duello. Il Khal vince, ma resta lievemente ferito. La donna salvata da Daenerys si offre di curarlo, ma, invece, lo uccide lentamente senza che la giovane sospetti nulla. Quando Drogo è in punto di morte e il suo khalasar comincia ad abbandonarlo, la donna, in realtà una strega, offre a Daenerys una via per salvarlo: sacrificare il bambino che porta in grembo. Daenerys accetta, ma in cambio della vita del bambino non ancora nato, ottiene soltanto che Khal Drogo resti in stato vegetale. Scoperto l’inganno della strega, la fa bruciare viva per poi gettarsi tra le fiamme della pira funerea dell’amato marito, insieme con le tre uova di drago che Jorah Mormont le aveva donato il giorno del matrimonio. Al mattino seguente uscirà dalle fiamme intatta (“Unburnt”) e le tre uova si saranno schiuse, dando vita a tre draghi: è lei il vero drago.
Daenerys è ora più che mai decisa a reclamare il Trono di Spade che le spetta di diritto e per farlo riempirà il mondo di fiamme e sangue.
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