Il Signore degli Anelli, gioiello del cinema contemporaneo

I tre film di Peter Jackson rendono onore all'opera di J.R.R. Tolkien, con una trasposizione cinematografica de Il Signore degli Anelli che non è perfettamente fedele al romanzo, ma ne mantiene inalterate tutte le qualità salienti.

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a cura di Marco Violi

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Nota del curatore. Ancora una volta, in Retrocult parliamo di un punto fermo nella cultura contemporanea. Marco Violi, il nostro autore di oggi, stende davanti a noi una strada dalle curve dolci e sinuose, un selciato di mattoni gialli che ci culla e ci coccola raccontandoci dettagli che forse pochi conoscono.

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Tra questi ce n'è uno sui cui voglio fermarmi un po' di più, vale a dire sul grandioso e non abbastanza compianto Christopher Lee. Vissuto dal 1922 al 2015, non è un attore qualsiasi. Lee è uno di quei pochi, pochissimi personaggi che rappresenta la Storia del Cinema - con qualche non trascurabile incursione nella musica.

Tra cinema, TV e videogames Lee ha messo insieme un curriculm impressionante. Il modo in cui dava vita ai personaggi resterà impresso in tutti noi. Mostri, scienziati pazzi, vampiri, villain, chi più di ha più ne metta: Lee non ha solo interpretato i suoi ruoli. Ci ha messo i fuochi di artificio. Nessun altro avrebbe potuto essere un Saruman migliore, anzi forse quello cinematografico è persino più vivo e convincente rispetto al libro. Grazie Christopher Lee, grazie di tutti i tuoi mostri.

Introduzione

I tre romanzi del Signore degli Anelli uscirono per la prima volta fra il 1954 ed il 1955, mentre i film nel 2001, 2002 e 2003.

Quello che si è visto sullo schermo durante le proiezioni de La Compagnia dell'Anello, Le due Torri e Il Ritorno del Re è rimasto impresso negli occhi di tutti gli spettatori. Il risultato sarebbe già stato eccezionale di suo, perché trasporre un'opera tanto complessa sembrava un'impresa impossibile (tanto che persino il grande Stanley Kubrick, l'uomo che disse: "Se può essere scritto, o pensato, può essere filmato" lo definì "infilmabile") ma lo è ancor di più perché a riuscirci è stato un uomo che fino ad allora era famoso per un filmetto assemblato nel corso di anni e girato soltanto nei weekend con attori amatoriali e un budget ridotto all'osso. Il film era Badtaste, un cult dello splatter, e l'uomo è Peter Jackson.

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Ad oggi, il suo nome e quello del Signore degli Anelli sono legati indissolubilmente. E questa connessione è diventata ancora più stretta nel 2012, quando è uscito il primo capitolo della trilogia Lo Hobbit, tratta dal romanzo omonimo di Tolkien uscito nel 1937 e sempre ambientato in Arda, il fantastico mondo creato dallo scrittore di Bloemfontein (Sud Africa).

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