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Il Secondo Girone: la recensione dell'ottavo numero di Samuel Stern

Creature straordinarie in un club eclettico, una possessione insolita per una storia emozionante: Il Secondo Girone, l'ottavo numero di Samuel Stern

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Creature straordinarie in un club eclettico, una possessione insolita per una storia emozionante: Il Secondo Girone, l'ottavo numero di Samuel Stern

Cos’è il mostro? Nell’accezione quotidiana il termine viene quasi sempre utilizzato per dare una connotazione negativa, un distacco tra la normalità e una diversità considerata ripugnante, innaturale. E pensare che in origine, l’etimologia latina della parola monstrum denotava un qualcosa di straordinario, di meravigliosamente fuori dal comune. Potrebbe esser questa la chiave di lettura di Il Secondo Girone, l’ottavo albo di Samuel Stern, che per l’occasione viene affidato alla fantasia di Andrea Guglielmino e alla mano di Stefano Manieri.

Il Secondo Girone, dove si nasconde lo straordinario

Che il mondo di Samuel Stern (possiamo già definirlo Stern-verso?) si stia espandendo sempre di più è un dato di fatto. Le ultime storie, in particolare, hanno introdotto nuovi attori in questa serie, come visto lo scorso mese in L’Agenzia, ma sono gli approfondimenti emotivi che riguardano il personaggio a rendere questi albi appassionanti. Chiave vincente in questa costruzione emotiva sono le dinamiche che coinvolgono l’esorcista scozzese, che vengono innescante dall’interazione con una realtà che riesce a conciliare il quotidiano con lo straordinario che Samuel affronta. E come ci hanno segnato storie come Legione, non bisogna fermarsi al primo impatto, bisogna accettare che le verità supposte vanno messe in discussione. Come l’idea che il mostro sia cattivo o sbagliato per definizione.

Questa è la sfida che affrontano Samuel e padre Duncan in Il Secondo Girone, quando accettano di aiutare David, giovane ragazzo che frequenta la palestra di padre Duncan, che chiede l’aiuto dei due esorcisti, convinto che la donna amata sia posseduta. La sorpresa per Samuel e il prete è scoprire che Astra, l’amore di David, lavora in club molto particolare, ma soprattutto che ha una gemella siamese, Selene. La loro particolarità fisica, infatti, è il motivo della loro presenza nel Secondo Girone, un luogo in cui persone particolari, i cosiddetti mostri, soddisfano le voglie più inconfessabili di uomini e donne distinti, gli insospettabili.

La scelta di dare vita ad uno spaccato di umanità così straordinario sorprende il lettore, che non si aspetterebbe certo un ambientazione così eclettica. Richiamando l’Inferno dantesco, nel cui secondo girone erano puniti i lussuriosi, Guglielmino crea questa famiglia atipica, composta da uomini e donni che non riuscirebbero a vivere un’esistenza normale nella società tradizionale, ma che in questa sorta di luogo fuori dal tempo sono invece liberi di vivere pienamente la propria esistenza.

Samuel e padre Duncan inizialmente sono turbati da quello che potrebbe un serraglio dei freak, uno spettacolo morboso a disposizione di voglie malsane. Impressione condivisibile, ma che viene sopita quando appare evidente, anche tramite le parole della maitresse Madame Luthère

“…qui arrivano esempi di virtù, di simmetria, di armonia unici al mondo. Nessuno si sente un mostro. Si sente bello, apprezzato e utile…”

Il Secondo Girone è una casa in cui persone come Shula, Astra e Selene o Matka possono essere se stesse e venire amate per questo, venerate, in un certo modo, proprio per la loro unicità. Non si parla di sfruttamento di una deformità o di una straordinaria unicità, in questo club esclusivo non ci sono attrazioni, ma esseri vivi e unici che vogliono vivere liberamente la propria autenticità, senza sentirsi mostro ma monstrum. Non a caso, nell’albo il senso di fatica nel vivere la propria identità è incarnato da David, che afflitto da un deformità ‘minore’ rispetto al resto degli abitanti del Secondo Girone può vivere liberamente nel consesso civile, ma ne subisce anche le conseguenze, tra rifiuto e disgusto.

All’interno de Il secondo girone si sceglie, con sensibilità, di legare il tema portante della serie, la possessione, ad un evento scatenante estremamente umano e particolarmente sentito da queste creature che, nonostante l’ambiente protetto in cui vivono, cercando ciò a cui aspiriamo tutti. Astra e Selene sono le anime ideali per lavorare su questo, vertici, assieme a David, di un triangolo di amore e odio intenso e mai morboso, finemente cesellato su emozioni autentiche e percepibili. L’elemento demoniaco della possessione, anche ne Il Secondo Girone, si colloca alla perfezione nella trama dell’albo, ci viene lentamente svelato seguendo quel meccanismo da indagine poliziesca che è uno dei tratti tipici di Samuel Stern.

Guglielmino ha una delicatezza e una sensibilità encomiabili nel dirigere il concerto delle emozioni dei protagonisti. Dalle perplessità iniziali di Samuel, alla tristezza latente di Madame Luthère sino all’amore di David, ogni sensazione dei protagonisti di questa storia viene intessuta con rispetto e pacatezza, senza scivolare nel morboso o nell’estremo. La condizione dei residenti del Secondo Girone non viene mai esasperata ma la loro unicità viene vista con uno sguardo quasi ammirato per la loro eccezionalità.

La bellezza oltre l'apparenza

A Guglielmino va tributato il merito di avere immaginato anche uno dei momenti più intensi di padre Duncan. Mettere il prete a confronto con una realtà in cui i suoi rigidi precetti morali sono costretti a scontrarsi con uno stile vita poco confacente diventa un modo per dare a Duncan la possibilità di uscire da certi schemi mentali, tramite l’instaurazione di un rapporto pulito e sorprendente che ci offre un altro lato di Duncan, più umano e meno clericale

“Non ho mai incontrato una persona come lei. Come ministro di Dio non posso approvare del tutto quello che dice, ma da essere umano lo comprendo”

Guglielmino più di ogni altro autore di Samuel Stern riesce a muoversi con sicurezza in questa dualità di padre Duncan, uomo di chiesa e uomo di emozioni, cercando un equilibrio tra precetti dogmatici e emotività.

Il Secondo Girone raggiunge quest’intensità anche grazie all’ottimo lavoro di Stefano Manieri. Le tavole di Il Secondo Girone riescono a cogliere l’essenza di queste creature uniche, mostrandone sia la forza che i momenti di fragilità, senza mai eccedere nell’accentuare la loro unicità, ma utilizzando con arguzia le espressioni di Samuel e Duncan, contrapposte alla serafica accettazione di sé di questi esseri staordinari.

Il Secondo Girone è un racconto particolare, giocato alla perfezione su un delicato intrico emotivo che rende questo ottavo capitolo delle avventure dell’esorcista scozzese uno dei migliori sinora pubblicati

Voto Recensione di Samuel Stern: Il secondo Girone



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