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Il Regno delle Ceneri: la recensione del fantasy firmato Victoria Aveyard

Un nuovo fantasy dall'autrice di Regina Rossa: Il Regno delle Ceneri, firmato da Victoria Aveyard.

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a cura di Rossana Barbagallo

In sintesi

Dall'autrice della saga Regina Rossa, arriva un nuovo fantasy firmato Victoria Aveyard: Il Regno delle Ceneri.

Mondadori pubblica in Italia il nuovo libro di Victoria Aveyard, Il Regno delle Ceneri, romanzo fantasy dell’autrice divenuta celebre per la saga Regina Rossa, che si inserisce nella collana Fantastica con un nuovo, interessante titolo. Il Regno delle Ceneri è il primo di una serie di romanzi firmati da Aveyard e possiede tutte le carte in regola per permettere al racconto di proseguire in maniera avvincente e intensa. Tuttavia, andare oltre le sue promettenti premesse può risultare difficile e lasciarsi entusiasmare potrebbe richiedere un grande sforzo. Vi spieghiamo perché nella nostra recensione.

Il Regno delle Ceneri: la trama

Sui regni di Allward sta per calare un’ombra che minaccia ogni creatura vivente. Un guerriero di nome Taristan e il fedele mago che lo accompagna, Ronin, hanno aperto dei varchi dislocati in vari punti del mondo che sarebbero dovuti rimanere sigillati: essi vengono chiamati Spectrum e rappresentano dei portali verso altri mondi. L’apertura di uno tra questi, Asunder o Regno delle Ceneri, fa riversare sul mondo un’orda di creature mostruose: non-morti dai corpi sfigurati e dilaniati dal fuoco. Unici testimoni sopravvissuti al massacro causato dal loro arrivo, lo scudiero Andry Trelland, che riesce a mettere in salvo una potente spada Spectralis e l'Avo di nome Domacridhan, possente guerriero Immortale appartenente a un’antica e fiera popolazione giunta secoli prima proprio da uno Spectrum.

Come far sì che il mondo non venga distrutto dall’inesorabile fuoco di Asunder? L’unica persona su tutta Allward che possa rappresentare una speranza e impugnare la spada Spectralis in grado di fronteggiare Taristan, è una giovane ignara: Corayne, figlia della piratessa Meliz an-Amarat, che sogna di poter solcare i mari come la madre alla volta di avventure e scorribande. Benché Meliz le impedisca di coronare tale sogno per proteggerla dai pericoli del mare, Corayne non sa che l’arrivo dell’Avo e di una misteriosa assassina al suo fianco saranno la sua occasione per lasciarsi alle spalle il villaggio di cui non ha mai valicato i limiti per diciassette anni. E per salvare il mondo da un orribile destino.

Un approccio complesso

Le premesse sono ottime, la trama tutto sommato sembra essere interessante, benché rappresenti un sentiero già ampiamento battuto in altre opere, e anche la lettura del prologo promette magia e scontri avvincenti. Il Regno delle Ceneri, però, pecca di prolissità, manifesta già dal primo capitolo in avanti. L’autrice utilizza infatti questo primo romanzo come una sorta di presentazione dell’universo da lei ideato, raccontando con dovizia di particolari chi lo popola, quali regni lo dominano, i loro linguaggi, le loro usanze. Ciò si traduce nella presenza di descrizioni spesso fin troppo dettagliate del mondo pseudo-medievale e dei suoi abitanti che Aveyard ha eretto. Propaggine certa di quell’high fantasy che ha fatto la storia della letteratura con Tolkien, Il Regno delle Ceneri però finisce così per perdere di mordente con un conseguente calo di entusiasmo e interesse da parte del lettore. Le sequenze particolarmente emozionanti sono poche, i dialoghi sono spesso deboli, i pochi combattimenti presenti scarseggiano di grinta.

L’eredità lasciata da saghe fantasy celebri si fa sentire e la stessa Victoria Aveyard non ha timore nell’affermare che una delle sue più grandi ispirazioni è proprio Tolkien. Troviamo così un leitmotiv comune, ovvero il viaggio compiuto da un gruppo di avventurieri, insieme loro malgrado per compiere una missione di fondamentale importanza per il mondo intero. Così come la scelta e la caratterizzazione dei personaggi che, sebbene ne Il Regno delle Ceneri siano sicuramente sopra le righe per tanti aspetti, ricordano vagamente la celebre Compagnia dell’Anello. Non stupirebbe se Aveyard avesse fatto suoi anche alcuni elementi della saga Il Libro Malazan dei Caduti, soprattutto per la presenza di portali che conducono su altri regni che non possono non ricordare i Canali magici di Steven Erikson.

Accettare di portare sulle spalle un tale peso significa però dover conferire al proprio romanzo un grado equivalente di coinvolgimento, oltre che di originalità. Il Regno delle Ceneri sembra preferire invece mantenere una linea “sicura”, percorrere la strada di un fantasy conosciuto e spesso persino abusato, rimanere cauto nella costruzione di sequenze entusiasmanti e memorabili soppiantate invece da lunghe e reiterate descrizioni di cui non si sentiva alcuna necessità. L’approccio al romanzo di Victoria Aveyard risulta perciò complesso: un odi et amo che lascia il lettore combattuto tra la voglia di sapere cosa accadrà dopo e il disappunto nel ritrovarsi ancora una volta di fronte a un altro, verboso capitolo. Trattandosi tuttavia del primo di una serie di romanzi, la speranza è che la disposizione dell’autrice verso i prossimi libri sia votata più all’azione, senza che questa sia nuovamente diluita da descrizioni e dialoghi inverosimili.

Personaggi sì, personaggi no

Victoria Aveyard è una giovane autrice dal talento indiscutibile, che con Il Regno delle Ceneri dimostra certamente un grande valore: una capacità di world building notevole che, se in un genere come il fantasy può rappresentare spesso un terreno insidioso, per Aveyard risulta giocare ampiamente a favore della trama e dei personaggi che la vivono. Il mondo dal nome evocativo di Allward presenta un’interessante varietà ed è complesso quanto il mondo reale, grazie alla presenza ad esempio di popolazioni piuttosto differenti tra loro, o delle leggi che lo governano, che siano quelle degli uomini o quelle del substrato magico e sovrannaturale.

Va da sè che anche i protagonisti dell’improvvisato gruppo che accompagna Corayne nelle sue peripezie siano variegati e ben caratterizzati: uno scudiero timido ma risoluto e ligio al dovere; un’assassina dall’animo torbido e denso di ombre; un possente Immortale tendente alla rabbia, che conserva tuttavia il suo spirito guerriero e il suo coraggio; un’anziana e folle strega che parla per indovinelli; un falsario che ha abbandonato la vita sacerdotale per darsi al crimine; e una cacciatrice di taglie dal forte interesse per il denaro. Un altro punto a favore per Il Regno delle Ceneri, grazie a questo mix di caratteri, esperienze e obiettivi che crea un forte legame con i protagonisti dell’opera.

L’idillio, anche in questo caso, è però spezzato in alcuni punti. Il Regno delle Ceneri è costruito sui POV dei personaggi salienti (il cui nome è scritto in cima ai vari capitoli), attraverso i quali apprendiamo la storia che si sta dipanando tra le pagine. Se da un lato tali POV ci consentono di stringere però un maggiore legame con i personaggi (o di allontanarci da essi, in certi casi), dall’altro essi risultano essere scritti in maniera confusa: non è raro infatti trovare il punto di vista di un protagonista differente all’interno del capitolo di un altro. Come se vedessimo ora con gli occhi di uno, ora con quelli dell’altro, benché il capitolo dovrebbe riguardare solo i sentimenti e i pensieri di uno tra essi.

Dare una chance a Il Regno delle Ceneri? A nostro parere sì, perchè confidiamo nel fatto che il prosieguo della saga avrà un livello di emozione e coinvolgimento più alto, fatte le premesse di questo primo romanzo. Ma con tutte le dovute riserve: se siete amanti del fantasy, questo libro fa per voi, tuttavia è necessario tenere da conto l’impegno che talvolta potrebbe essere necessario nel portare la lettura a termine.

Voto Recensione di Il Regno delle Ceneri



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Un magnifico world building: un mondo complesso e variegato;

  • - Protagonisti ben caratterizzati e ricchi di sfaccettature;

  • - Un fantasy che sa bene come trarre ispirazione dalla letteratura di genere

Contro

  • - Prolisso, ridondante, privo talvolta del giusto mordente;

  • - Vengono privilegiate le lunghe descrizioni a discapito dell'azione e dei dialoghi;

  • - POV che spesso confondono i personaggi tra loro

Commento

Le premesse ci sono tutte: Il Regno delle Ceneri ha le carte in regola per diventare un fantasy entusiasmante e ricco di avventura. Questo primo volume di quella che si preannuncia come una saga, inciampa tuttavia per diverse ragioni. Spesso troppo prolisso, si perde lungo descrizioni non necessarie che sacrificano la grinta dei combattimenti, l'emozione dei dialoghi, il coinvolgimento delle scene d'azione. Il Regno delle Ceneri si configura insomma come un lungo preambolo di presentazione del mondo, che smorza però l'entusiasmo rendendo difficoltoso il prosieguo della lettura. I protagonisti rappresentano una componente essenziale a renderlo un romanzo apprezzabile, grazie a una caratterizzazione variegata e ben costruita. La stesura dei vari POV, però, spezza talvolta l'idillio, con capitoli dal punto di vista confuso. Consigliamo di dare una chance a Il Regno delle Ceneri, con tutte le dovute riserve.

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Il Regno delle Ceneri

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