Il 29 agosto 2020 il cancro si è portato via Chadwick Boseman. Questo articolo è dedicato a lui.
Il personaggio di Black Panther (o Pantera Nera, come molti lettori lo conoscono) venne creato nel 1966, da Stan Lee e Jack Kirby, per essere semplicemente un avversario dei Fantastici Quattro, ma il re del Wakanda ha dimostrato sul campo tutto il proprio valore, non soltanto resistendo fino ad oggi alla naturale usura del tempo ma addirittura compiendo un “balzo” dall’odiata categoria dei villain a quella degli eroi.
E in effetti le premesse c’erano tutte: dall’accattivante aspetto grafico all’interessante ruolo di “protettore mascherato” del proprio paese, aspetto che ricorda le storie di The Phantom di Lee Falk. L’unico punto debole si rivela essere proprio il nome, dato che, pochi mesi dopo la sua prima apparizione, viene fondato il noto movimento rivoluzionario afroamericano di lotta alla segregazione razziale che prende appunto il nome di “Pantere Nere”; questo legame indiretto ostacola inizialmente il personaggio, limitandone popolarità e diffusione. In ogni caso bene ha fatto Stan Lee a optare per il nome di Pantera Nera scartando l’altra opzione, Tigre di Carbone, un nome effettivamente imbarazzante.
Black Panther, dall'Africa allo scontro con i supereroi
Le origini, frettolosamente riassunte in un paio di tavole nel numero 52 di Fantastic Four, vennero successivamente ampliate e meglio definite, arricchendole di dettagli purtroppo spesso tragici. Per T’Challa più che per molti altri eroi Marvel le origini sono indissolubilmente intrecciate con la storia della propria nazione, lo stato (immaginario) del Wakanda.
Proprio in questa piccolissima porzione del grande continente africano andò a schiantarsi un meteorite composto di vibranio, un minerale sconosciuto sulla Terra capace di assorbire le vibrazioni. Purtroppo il meteorite emanava anche pericolose radiazioni che mutavano in creature mostruose gli sventurati che ne venivano in contatto: questi “Spiriti Demoni” (così vennero chiamati dagli abitanti del Wakanda) aggredivano chiunque incontrassero divenendo presto una seria minaccia alla pace nella regione. Uno degli antenati di T’Challa riuscì ad arginare il pericolo tumulando il meteorite e fondando un ordine religioso di custodi del misterioso minerale; non è difficile indovinare che questi guardiani fossero, appunto, le Pantere Nere, un incarico da quel momento in poi trasmesso da padre in figlio insieme all’implicito consiglio di mantenere sul meteorite un assoluto silenzio.
Fino all’arrivo di re T’Chaka.
Questo monarca illuminato decide di aprire il Wakanda al progresso e, per farlo, utilizza proprio il vibranio estratto dal meteorite: vendendone esigue quantità solamente a scienziati accuratamente selezionati, interessati esclusivamente all’evoluzione della tecnologia e non al semplice guadagno, T’Chaka riesce ad arricchire la propria gente e, nel contempo, a mantenere un quasi totale riserbo sul proprio giacimento e i suoi misteri.
Suo figlio T’Challa beneficia enormemente delle intuizioni paterne avendo la possibilità, prima impensabile, di studiare nelle migliori scuole al mondo e di sviluppare in tal modo sia il proprio fisico da atleta sia, soprattutto la propria brillante mente. Purtroppo però quando un segreto viene svelato, sebbene parzialmente e a persone fidate, non è poi più possibile averne il totale controllo: è ciò che scopre T’Chaka quando il fisico olandese Ulysses Klaw, che necessitava di grosse quantità di vibranio per sviluppare un’arma in grado di trasformare le onde sonore in massa fisica, non si fa scrupoli nell’aggredire il Wakanda con un pugno di mercenari arrivando perfino a uccidere il re.
T’Chaka viene comunque subito vendicato dal figlio adolescente T’Challa, il quale costringe Klaw alla fuga dopo avergli amputato la mano destra tramite la stessa arma che lo scienziato stava mettendo a punto. Klaw, per inciso, è destinato a tornare più volte sulle pagine degli albi Marvel come nemico sia di pantera Nera che dei Fantastici Quattro: la mano mutilata viene sostituita da una protesi capace di mutare il suono in creature viventi oppure di concentrarlo per creare violente esplosioni, ma la sua vera “evoluzione” di supercriminale consiste nella sua trasformazione, operata proprio tramite il convertitore sonico da lui ideato, in una creatura di suono solido, virtualmente immortale e dotata di forza eccezionale.
Salvato il vibranio e vendicato il padre, T’Challa eredita il trono e diviene la nuova Pantera Nera.
Ereditare il trono di Waakanda
Ma questo non avviene subito.
Prima T’Challa decide di terminare il proprio ciclo di studio all’estero, come desiderava suo padre, ottenendo diversi dottorati in discipline diversissime tra loro (da economia a fisica, quest’ultimo titolo conseguito addirittura a Oxford), e continua i propri durissimi allenamenti sportivi per rafforzare ulteriormente il già possente fisico. Dopodiché, ormai ventunenne, si ritiene pronto a sfidare a mani nude i sei più forti guerrieri del Wakanda, sconfiggendoli tutti e guadagnandosi così il diritto di affrontare la prova decisiva: ingerire le foglie sacre a forma di cuore, velenose per chiunque non appartenga alla linea di sangue di Bashenga, la prima Pantera Nera.
Il DNA di T’Challa gli consente non solo di non venir ucciso dalle foglie ma di sfruttarne il potere latente, che consiste nell’aumentare a dismisura le capacità fisiche umane: T’Challa, già fortissimo, diventa dunque invincibile e può dunque indossare con fierezza le vesti rituali di Pantera Nera.
Le vesti rituali, però, vanno bene solamente per l’incoronazione: per le sue future battaglie T’Challa, con acume e previdenza, decide di modificare il costume con una speciale microfibra, ricavata proprio dal vibranio, che lo rende invulnerabile ai proiettili e alle onde d’urto delle esplosioni.
Col tempo il costume viene migliorato con l’aggiunta di artigli retrattili in stile Wolverine in grado di fondere gli altri metalli al solo contatto, di pugnali a lama di energia e di stivali che, sempre grazie al vibranio che assorbe sia energia che suono, gli consentono non solo di avere un passo felpato (“da felino”, appunto) ma anche di poter atterrare senza danno lanciandosi da grande altezze e, addirittura, di poter camminare sull’acqua. Così organizzato, T’Challa decide di mettersi alla prova sfidando quello che era considerato il più formidabile gruppo di supereroi del pianeta, e cioè i Fantastici Quattro.
Non c’è né rabbia né desiderio di vendetta in lui, solo il genuino desiderio di confrontarsi con i migliori in uno scontro corpo a corpo: dopo averli attirati in Wakanda, con la scusa di voler vendere loro una speciale macchina volante, T’Challa li affronta uno per uno e li sconfigge tutti e quattro; poi, prima che la situazione degeneri, chiede scusa per l’inganno e rivela le sue vere motivazioni. I Fantastici Quattro gli concedono il loro perdono e, per dimostragli che pace è davvero fatta, si alleano con lui per affrontare Klaw nel suo nuovo (e vano) tentativo di rubare il vibranio.
E’ in questa circostanza che, vedendosi irrimediabilmente sconfitto, il villain rivolge verso di sé il Trasformatore Sonico mutandosi in una terrificante creatura di suono solidificato. Una successiva batosta rifilata al Barone Zemo mette in luce Pantera Nera agli occhi di Capitan America, il quale, dunque, gli propone di prendere il suo posto tra le file dei Vendicatori quando quest’ultimo decide di allontanarsene per qualche tempo.
T’Challa si trasferisce perciò in pianta stabile in America, mascherandosi sotto la falsa identità di Luke Charles, professore ad Harlem, e affida il destino del proprio regno al fedele consigliere N’Gassi. L’apparente disinteresse per il Wakanda a favore degli Stati Uniti (inconciliabile con la filosofia del personaggio e la sua storia personale ma fondamentale per gli sceneggiatori che ne volevano raccontare le vicende intrecciandole a quelle degli altri eroi) viene poi motivata in questo modo: T’Challa aveva il segreto obiettivo di indagare sull’enigmatico operato dei Vendicatori per spiarli dal loro interno e verificare che non costituissero un pericolo per il Wakanda. La motivazione appare però assai debole, soprattutto perché la lunga assenza del legittimo re causa agitazioni e tensioni sociali nel paese che sfociano in ben due rivoluzioni.
La prima, ad opera di Jakarra, fratellastro di T’Challa, fallisce, mentre la seconda, guidata da Erik Killmonger, inaspettatamente, ha successo perché il villain riesce addirittura a sconfiggere T’Challa in duello e a diventare la nuova Pantera Nera. Acquisito il diritto di ingerire le sacre foglie a forma di cuore, però, l’uomo ne rimane intossicato non avendo l’immunità genetica tipica della discendenza di Bashenga, cade in coma. T’Challa, tornato re, non si vendica sul nemico ormai del tutto indifeso e anzi dimostra la propria generosità ordinando ai suoi medici di curarlo.
La brutta esperienza consiglia a T’Challa di limitare al massimo i suoi spostamenti lontano dall’Africa ma questo non diminuisce di certo i pericoli che deve affrontare, da Mefisto a M’Baku, dalle aggressioni di multinazionali assetate di denaro a spietate congiure internazionali; gli rimane però il tempo di sposarsi e non con una donna comune ma niente meno che con Ororo Munroe, alias Tempesta degli X-Men.
Ororo, vecchio amore giovanile di T’Challa, torna a infiammare il suo cuore quando i due si incontrano nuovamente e questa volta Pantera Nera decide di “artigliare” al volo l’occasione! Il matrimonio, purtroppo, non durerà a lungo: la guerra fra Vendicatori e X-Men dividerà, fatalmente, anche T’Challa (dalla parte dei primi) e Ororo (naturalmente dalla parte dei secondi).
Ultimo, rapidissimo accenno alla rivalità fra Pantera e Dottor Destino: quest’ultimo aggredisce T'Challa, mandandolo in coma, e avviando un periodo in cui la reggenza del Wakanda e il ruolo di pantera Nera vengono assunti temporaneamente dalla sorellastra Shuri. L’odio fra i due giungerà al culmine durante la saga di Battleword, con un drammatico confronto, nel quale Pantera Nera usa addirittura il Guanto dell’Infinito contro Destino!
Eroe e monarca, un duro ruolo
Molti sono gli avvenimenti che coinvolgono Pantera Nera nel corso della sua vita editoriale, ed è inutile riassumerli tutti. Concludo, invece, con una mia riflessione personale su questo supereroe: è antico il rapporto tra potere e corruzione, pochi sono i puri di cuore che riescono a rimanere immuni al suo oscuro fascino e a non farsi trascinare a fondo in oscuri abissi di delirio di onnipotenza.
Per questo motivo il classico eroe Marvel rimane sempre a debita distanza dal potere: fateci caso, i supereroi possono essere ricchi industriali, il che facilita enormemente il lavoro dello sceneggiatore nel procurargli tempo libero e fondi spese, ma raramente sono uomini politici. E anche quando questo potere lo servono fedelmente (come Capitan America) non sempre si adeguano alle regole ciniche che esso detta loro. Ci sono però le debite eccezioni, e T’Challa ne è un esempio, anzi è l’Esempio, quello con E maiuscola. Perché per poter governare ed essere al tempo stesso fedeli agli ideali di giustizia che l’eroe deve sempre perseguire bisogna avere un’eccezionale caratura morale, un’autodisciplina impressionante e una ferrea forza di volontà. Sono queste le caratteristiche che rendono T’Challa se non l’eroe fisicamente più forte dell’universo Marvel, sicuramente un modello di virtù da seguire e imitare.
Potete apprezzare l'interpretazione di Chadwick Boseman come T'Challa rivedendo Black Panther