Mentre sorseggio una buona, gelida birra e sbircio sullo schermo TV lo scorrere in streaming delle immagini di The Falcon and the Winter Soldier, non posso proprio fare a meno di pensare a quanto sarebbe utile usare, questo mese, la lama affilata del mio rasoio per tagliare il cappuccio del barone Zemo e sfilarlo, finalmente, dalla sua testa. Impresa difficile, vista la potenza della super colla che glielo fa aderire alla pelle, proibitiva anzi; ma… perché no? Proviamoci.
In realtà, parlando del barone Zemo bisognerebbe usare il plurale perché sono almeno due, padre e figlio (almeno? Sì, esiste un lunghissimo albero genealogico sul quale anche il mio rasoio si spunterebbe!). Il primo dei due a scontrarsi con Cap è il padre Heinrich (dodicesimo della dinastia), non solo dotato di sangue blu nelle vene ma anche di sale in zucca, visto che viene considerato uno dei più brillanti scienziati del terzo Reich. Classe 1900, il dodicesimo Zemo della sua casata riesce a conquistare l’ambitissimo titolo di “uomo più odiato d’Europa”, battendo sul filo di lama pezzi da novanta come Adolf Hitler, M- il mostro di Dussendolf e Jar Jar Binks. Il titolo venne assegnato in Avengers #10 (novembre 1964), con la seguente motivazione: “per aver utilizzato i propri concittadini come cavie umane nei suoi folli esperimenti”. Piuttosto imbarazzante è invece il suo costume, fornito di una discutibilissima maschera-cappuccio rosso porpora e di una tuta dai risvolti impellicciati.
Il Barone Zemo, la nemesi di Capitan America
Tra le sue più brillanti invenzioni va citato l’Adesivo-X, un collante che, una volta usato, non può più essere rimosso; si rivelerà però la sua peggiore idea visto che, durante l’ennesima lotta contro Capitan America, una dose di questo adesivo gli cola sulla maschera, facendola aderire in modo permanente al volto. Il barone non perde le capacità sensoriali, dato che il cappuccio è molto sottile, ma non è più in grado di nutrirsi da solo e deve usare una flebo. Questo fatto – unito all’idea di non poter mai più vedersi riflesso allo specchio come una Lady Gaga qualunque – gli fa perdere la ragione. Zemo trova comunque dopo alcuni anni la sua vendetta diventando la causa diretta della morte apparente sia di Capitan America che di Bucky quando i due supereroi cercano, senza riuscirci, di fermare il volo di un aereo-bomba telecomandato dal barone. E poi dicono che il modellismo è un hobby innocuo.
Zemo vuole bombardare Londra, ma Cap e Bucky non sono d’accordo (chissà poi perché: loro sono americani, mica londinesi,potevano lasciar fare a Dylan Dog). Risultato: l’aereo esplode sopra la Manica. Bucky esplode con lui; Steve Rogers si fa un tuffo nell’oceano da un’altezza mica male, rimediando un ottimo voto di 8.8, e finendo ibernato. In realtà Bucky non muore affatto: si limita a smarrire il braccio sinistro e a farsi un viaggetto fino in Unione Sovietica a bordo delle linee sottomarine Karpov. Tornerà fra noi senza memoria ma con una nuova, fulgida tutina e il titolo di cosacco dei ghiacci: Winter Soldier. Roba che Elsa di Frozen si sogna di notte!
Felice di aver eliminato in un colpo solo due cagnacci rognosi come Cap e Bucky, Zemo, finita la guerra, ripara in Sudamerica insieme a una pletora di suoi camerati che faranno poi fortuna, politica e non, in quell’angolo di mondo. Il ritorno di Capitan America, o Capitan “Ghiacciolo”, come giustamente lo battezza Iron Man, risveglia però tutto il suo antico odio. Per contrastare Cap e i Vendicatori ai quali si è unito, il barone crea una squadra che chiama poi i “Signori del Male”, giusto per non lasciare adito a dubbi quando porgono il biglietto da visita, ma il risultato non è all’altezza delle aspettative. Il duello con Cap si conclude in modo tragico per Zemo: usando Rick Jones come esca (poteva scegliere di meglio, diciamolo, come per esempio Jessica Drew!), il barone attira Steve “Ghiacciolo” Rogers in una trappola ma, durante la successiva battaglia, il villain viene travolto da una valanga, causata dal suo raggio della morte riflesso dallo scudo di Cap, e perde la vita.
Tradizioni famigliari
Tocca allora al figlio Helmut raccogliere il testimone della sfida. Sconvolto dalla morte del padre, che idolatrava, Helmut si lascia soffocare da ira e desiderio di vendetta progettando un piano audace che sfiora il successo ma che si conclude per lui drammaticamente. Incredibile! Cose simili non succedono mai nei fumetti. Colpito in pieno dallo scudo di Capitan America (ancora? Ma ha già fatto fuori il papà!!!), Helmut precipita in una vasca di Adesivo X; in tal modo divide lo stesso fato del genitore ma con un esito ancora peggiore, perché il bagno nella colla bollente lo sfigura completamente, tramutandogli il volto in un’oscena maschera dall’aspetto di cera fusa. Reso ancor più folle dall’incidente, Helmut indossa il costume che appartenne al padre e fa della vendetta nei confronti di Cap l’unico scopo della sua vita. Gli anni che passa a combattere vanamente contro i Vendicatori, però, lo spingono a meditare un diverso piano da quello classico di “esca- trappola-fallimento”, ovvero conquistare la fiducia dei supereroi fingendosi redento e tramutando il super gruppo di cattivi creato dal padre in qualcosa di simile a una lega per la giustizia, per poi colpire crudelmente e duramente all’improvviso. Il nuovo gruppo prende il nome di Thunderbolts: sarebbe anche un buon piano, se non fosse che i cattivi prendono gusto a svolgere compiti da eroe e tradiscono il barone.
Come succede che la sua mente passi, di volta in volta, attraverso artifici narrativi sempre più imbarazz… ehm, innovativi e originali, dentro un eroe agonizzante, all’interno di un gadget ipertecnologico appartenente a uno dei Thunderbolts (Fixer, per la precisione) e, infine, in un suo doppelganger dal volto non deturpato. Ecco, ora Zemo può redimersi e giocare davvero a fare l’eroe: ma nessuno ci crede. Potreste dar torto a questi scettici? Sì, perché a tutti i villain bisogna concedere una, due, tre, quattro… dieci occasioni di dimostrare che si sono pentiti!