Il Muro: Homo homini lupus, il mondo futuro ritratto da Mario Alberti
Homo homini lupus è il primo capitolo de Il Muro, la storia fantascientifica in tre parti firmata da uno dei maestri del fumetto italiano, Mario Alberti
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
Homo homini lupus è il primo capitolo de Il Muro, la storia fantascientifica in tre parti firmata da uno dei maestri del fumetto italiano, Mario Alberti
Cosa accade quando un progetto non trova la propria realizzazione? Ci si può arrendere, consegnando l’idea all’oblio, oppure mantenerla viva, cercando nuovi modi per farle prendere vita. Una scelta che ha dovuto fare anche Antoine Charreyron, che vedendo naufragare il suo sogno di portare al cinema un futuro post-apocalittico, ha deciso di non arrendersi e ha fatto sì che nelle mani magiche di Mario Alberti arrivasse quello che è diventato Il Muro, storia fantascientifica in tre volumi editi in Italia da Star Comics.
Il Muro, il futuro disperato del domani secondo Mario Alberti
Occasione che al disegnatore italiano è arrivato grazie ad un film mai realizzato, come svela lo stesso Charreyron nell’introduzione al primo volume, Homo homini lupus.
L’idea iniziale viene a Charreyron nel 2011, quando la stampa internazionale è focalizzata sullo scontro italo-francese sul delicato tema dell’immigrazione: i cugini transalpini bloccano i migranti al confine italiano. La questione, specialmente umana, colpisce Charreyron, che nel suo soggiorno americano inizia a scrivere The Wall, una sceneggiatura pensata per diventare un film hollywoodiano. Scelta interessante, pensando a come in territorio americano a breve inizierà una battaglia per un altro muro, sempre pensato per fermare flussi migratori.
Per nostra fortuna, verrebbe da dire, il progetto non trova sbocchi. Charreyron però non si arrende, e grazie alla sua perseveranza alla fine trova una nuova dimensione in cui concretizzare la sua idea: il fumetto. O meglio, le bande desinèe, visto che si torna in suolo francese, con Editions Glénat. Ma a chi affidare la realizzazione? Ironia della sorte, una storia nata da una tensione italo-francese su ispirazione di uno scrittore francese finisce tra le mani di uno dei più espressivi disegnatori italiani, Mario Alberti.
Due fratelli in cerca di una speranza
In un futuro non meglio precisato, la razza umana è sopravvissuta ad un cataclisma che ha sconvolto il pianeta. Le città son rovine pericolanti, i mari si sono prosciugati e i sopravvissuti tirano avanti all’interno di una società ferina e spietata. Un nuovo mondo in cui due fratelli, Solal e la piccola Eva, cercano la strada verso ED3N, ultima enclave umana in cui si vocifera sia ancora possibile vivere in un paradiso terrestre. L’unico ostacolo è il Muro, la barriera che tiene i disperati all’esterno di questa ultima scheggia di umanità felice.
Preoccupato per la fragile salute di Eva, Solal tenta ogni strada pur di arrivare alla sua meta. Quando la sua missione lo porta a entrare in contatto con la banda di predoni di Bastard, per il ragazzo inizia un’avventura che lo separa dalla sorellina, portandolo all’interno di quel rifugio a lungo agognato, in cui però scoprirà che non tutto è come sembra.
Il muro, un simbolo narrativo dalla doppia anima
Il Muro, come lascia intendere il nome, si base sulla protezione che circonda ED3N, il limite che i disperati all’esterno vorrebbero valicare. Ma cosa rappresenta un muro? Può servire a proteggere chi è all’interno, tenendo all’esterno le minacce, ma può essere anche utilizzato per contenere qualcosa, evitando che dilaghi. La storia dell’umanità ha visto queste due facce della stessa medaglia, dalla Muraglia Cinese al Muro di Berlino, sino alle più recenti decisioni in materia di separazione. Dipende sempre da che lato del muro ci si trovi, con la consapevolezza che spesso queste barrire vanno oltre il fisico, ma influenzano anche il modo di percepire ciò che si nasconde oltre.
Nel fumetto moderno il muro è un elemento che spessa ritorna per indicare una separazione netta, specchio di una realtà che da sempre ha visto nei muri una natura duplice. Da Attica di Bevilacqua, alla concezione tipica del mondo manga (come in L’attacco dei Giganti), sino ad una visione più allegorica, sul modello di Max Bertolini con il suo Hangar 66.
Il Muro utilizza questo spunto narrativo per raccontare una divisione che si basa sulla disperazione. Solal, Eva e i disperati con cui condividono il mondo devastato vedono nel Muro l’ultimo ostacolo alla loro salvezza, senza sapere se essa esista realmente. Nessuno è uscito dal Muro, nessuno ha raccontato le meraviglia di ED3N, ma la città è divenuta l’ultima speranza per questi sopravvissuti, ne hanno bisogno per avere uno scopo, e necessitano di un ostacolo da superare per arrivare alla loro meta, serve un obiettivo: violare il Muro.
Homo homini lupus, sopravvive il più forte
Per raggiungere questo scopo, i protagonisti de Il Muro sono pronti a tutto, anche a sacrificare i propri simili, in una disperata mentalità della sopravvivenza del più forte. Il titolo del primo volume de Il Muro, Homo homini lupus, è un ritratto impietoso di questa società.
Rifacendosi ad uno dei più noti pensieri del filosofo inglese Thomas Hobbs, a sua volta ispirato da Plauto, Il Muro fa proprio il concetto secondo cui, in una società priva di regole e vicina alla società naturale, l’istinto di sopravvivenza porterebbe gli uomini non a collaborare, ma a lasciar prevalere l’egoismo, portando alla formazione di piccoli gruppi sociale il cui collante non sarebbe la necessità di appartenere ad una comunità, ma il timore reciproco.
E come sperimentano Solal e Eva, questo pensiero pessimistico e cinico è la perfetta interpretazione del mondo in cui vivono. L’incontro con la banda di Bastard è la dimostrazione del precetto di Hobbs, grazie all’ottima caratterizzazione umana che Alberti offre dei personaggi. La sudditanza dei più deboli al potere del tirannico capobranco è innegabile, basata su una paura che viene alimentato da un continuo sfoggio di spietata brutalità.
Alberti è abile nel mostrare come queste forze emotive siano la base della società di questo inquietante futuro. I due ragazzi, per quanto ormai avvezzi a questo mondo aspro, ancora faticano ad adeguarsi a questa meccanica, mantenendo una scintilla di innocenza. Eva, in particolare, conserva ancora una ingenuità infantile, la forza di sorridere ancora, rimanendo attaccata ai ricordi di un mondo migliore (fisicamente, alla console della madre). Tocca quindi a Solal prendersi cura di lei, crescere anzitempo in un clima violento e impietoso con i sensibili. A costo di perdere la propria umanità, vittime della legge della giungla in declinazione umana.
Ma è davvero così lontano il futuro, o come ci ricorda l'apertua del volume, The Future is now?Creare il futuro
Mario Alberti ha avuto un compito arduo con Il Muro: essere sceneggatore, disegnatore, colorista.
Il ritmo narrativo di Homo homini lups è perfetto. Entriamo in questo mondo in media res, senza cognizioni di come si sia arrivati a questa situazione dell’umanità, conoscendo i due giovani protagonisti in quello che a noi può sembrare un momento estremo, ma che per loro ha il sapore amaro della quotidianità. Alberti non forza la rivelazione di dettagli della storia di questo mondo, lo racconta nella sua dimensione emotiva, mostrando frangenti di cupo cinismo dettato dalla sopravvivenza.
L’essere autore unico di questo racconto consente ad Alberti di crea la giusta condizione emotiva per la lettura. Il mondo violento de Il Muro si predispone ad una narrazione, anche visiva, che consentirebbe un uso più massiccio di scene crude, ma Alberti utilizza con delicatezza, quasi con pudore, i momenti più disperati, senza mostrare al lettore questa violenza disumana direttamente, ma trasmettendola con le sensazioni dei protagonisti. Si gioca di prospettiva, si creano contrasti cromatici che creano una dissonanza emozionale travolgente. È il tocco di un maestro del nostro fumetto, che avvolge il lettore con le emozioni, che non necessita di mostrare le brutture di questo mondo acre, le accenna lasciando che sia il cuore di chi sfoglia l’albo a completare questo affresco di umanità barbara.
Da apprezzare la caratterizzazione del mondo in cui si muovono i protagonisti. Le rovine delle città incombono sulle figure umane, scheletri che ricordano un mondo perduto, mentre gli ampi spazi del deserto spaventano per la loro vastità. La cura nel ricreare i mezzi e le attrezzature di questo mondo post-apocalittico è accurato e mirato a trasmettere un senso di fatica e ansioso recupero, ennesima battaglia giornaliera in una realtà.
Giusto pochi giorni fa, Mario Alberti ha condiviso sulla sui social l’immagine che lo ha ispirato nel realizzare l’impianto visivo de Il Muro.
Fare un paragone con questa foto e lo spettacolo visivo messo su carta da Alberti è impressionante, per il modo in cui l’autore triestino è stato abile nel trasformare l’ispirazione in un mondo vivo e pulsante. Ma è anche facile vedere in quest’opera le atmosfere di Sulla strada di McCarthy, nel suo modo secco di descrivere l’umanità regredita a livello ferale, o l’approccio alla mentalità dei sopravvissuti simile a quella di fumetti più recenti, come The Walking Dead.
Conclusioni
Il Muro: Homo homini lupus è il capitolo inziale di una trilogia che si appresta ad essere uno dei più interessanti fumetti di fantascienza dell’ultimo periodo. Ha una personalità distinta, forte e appassionante, capace di manifestarsi in un colpo di scena finale che aumenta l’ansia per i successivi volumi.
Merito anche dell’ottima edizione di Star Comics, che presenta Il Muro in un formato che valorizza l’espressività piena di Alberti, mostrandoci l’evoluzione del suo lavoro con una serie di contenuti extra che dimostrano le doti artistiche del nostro Alberti.
Voto Recensione di Il Muro: Homo Homini Lupus
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Storia appassionante
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- Visivamente impressionante
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- La costruzione emotiva del lavoro di Alberti è impagabile
Contro
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- Ci attende una lunga attesa per i prossimi capitoli
Commento
Homo hominis lupus è il primo capitolo de Il Muro, la nuova storia fantascientifica di Mario Alberti. Un mondo post-apocalittico, violento e disperato, magnificamente reso da Alberti, impegnato al disegno e alla sceneggiatura. Un primo capitolo entusiasmante, che lascia ottime sensazioni in previsione dei due prossimi capitoli