Con l'arrivo di Baymax! su Disney Plus, i fan di Big Hero 6 sono tornati in pista. Chris Williams, regista di quel capolavoro del 2014, decide di allietare il pubblico con un nuovo film d'animazione all'insegna dell'acqua e dell'estate. Il Mostro dei Mari sarà disponibile su Netflix a partire dall'8 luglio 2022 con doppiaggio in italiano nel cui cast figurano Diego Abatantuono e Claudio Santamaria. Una storia di mostri e pirati sarà la protagonista di un'avventura che, sarà davvero all'altezza del suo creatore?
Il Mostro dei Mari: c'è secca di novità
In una terra lontana, gli esseri umani convivono non pacificamene con una miriade di mostri marini. Pirati e cacciatori solcano le acque per sconfiggere queste temibili creature. A bordo della Inevitabile, il Capitano Crox e la sua ciurma sono sulle tracce della Furia, il mostro più pericoloso al mondo, sotto commissione del Re e della Regina ma anche per un tornaconto personale. Jacob Holland, famoso cacciatore, donerà il suo impegno nella cattura. Ma quando una piccola orfana, Maisie Brumble, si intrufola sulla Inevitabile, non tutto andrà esattamente secondo i piani.
Questo racconto di mostri e pirati si fa portavoce di un topic sicuramente già visto. Chi ha cominciato la guerra? Chi è il vero nemico? Chi è il mostro tra le creature marine e gli esseri umani? Una riflessione davvero gettonata nel mondo del cinema, e che dopo un po' il pubblico vorrebbe veder sviluppare con qualche novità in più. Invece il film di Williams rischia di essere uno dei tanti titoli nella grande mischia, incapace di dare un punto di vista originale, e rendendo prevedibile lo sviluppo delle sue tematiche.
Un buco nell'acqua per Chris Williams
Volendo passare sopra il prevedibile messaggio, si potrebbe sperare in un racconto diverso, nuovo. Ma Il Mostro dei Mari è anche un gran calderone di plot classici: palesato un lietmotiv che ricorda la caccia spasmodica in Moby Dick di Herman Melville, si assiste a personaggi inghiottiti da una grande creatura marina (Pinocchio) o una sacerdotessa voodoo che aiuta il Capitano (Tia Dalma in Pirati dei Caraibi). Un'ispirazione Disney forse anche dettata dal passato di Chris Williams. Mulan (1998), Le Follie dell'Imperatore (2000), Koda, fratello orso (2003), Bolt - Un eroe a quattro zampe (2008), Ocania (2016): sono solo alcune delle opere a cui egli ha donato la propria sceneggiatura. Classici straordinari che, evidentemente, non sono lontanamente raggiungibili.
Nonostante il proprio gran bel bagaglio, lo sceneggiatore e regista di Il Mostro dei Mari fa qualche passo indietro con questo lungometraggio dalla narrazione fin troppo pigra. L'attenzione si concentra tutta sull'unico "colpo di scena" - per modo di dire - scontato, tutto il resto si mantiene su un livello davvero superficiale. La trama corre frettolosamente, senza dare il tempo di sviluppare alcuni snodi che, invece, sarebbero stati apprezzati per ravvivare ancor più il racconto.
Il background dei personaggi principali è ridotto all'osso e cristallizzato nel passato, senza alcuna vera ripercussione sul presente. Solo Jacob ha un piccolo character developement, anch'esso eccessivamente prevedibile. Il cacciatore e la piccola Maisie sono i protagonisti che catturano quasi tutto il focus. Altri, che avrebbero suscitato molto interesse, hanno una presenza quasi minima sulla scena ed è un vero peccato. Certo, alcuni secondari hanno una bozza di caratterizzazione e differenziazione psicologica, ma forse non basta.
L'animazione de Il Mostro dei Mari
Se il racconto di Chris William lascia un po' a desiderare e non ha fatto pienamente centro, c'è da dire che a livello d'animazione (in CGI ad opera di Netflix Animation) Il Mostro dei Mari trova il suo piccolo punto di forza. Anche in questo caso, torna una certa somiglianza con la Disney; il character design è simile in maniera impressionante. Non tutte, ma alcune figure sono parecchio differenziate non solo nella psicologia ma anche nell'aspetto esteriore. Si è scelto di diversificare molto i personaggi in base alla diversa etnia, e alcuni dettagli come la resa dei capelli sono sicuramente accurati e apprezzati.
Il fatto che la maggior parte delle sequenze sia ambienta in acqua ha già un certo fascino e permette di sfoggiare alcuni virtuosismi che, altrimenti, non sarebbero possibili. Si comincia con un'immaginaria macchina da presa che, seguendo spesso i movimenti dei personaggi, regala punti di vista dinamici, con inquadrature che spesso mirano ad essere spettacolari ed esteticamente appaganti, quasi capaci di fermare il tempo. Alcuni frame sono incredibili: creature sotto il pelo dell'acqua, scene subacquee che sembrano quasi reali, con l'effetto ottico di una vera fotocamera che riprende tutto. Talvolta la macchina asseconda persino i movimenti delle onde del mare, o dell'imbarcazione su cui si trovano i protagonisti.
L'atmosfera è esattamente quella che un film sui pirati dovrebbe dare: la vita a bordo, le regole del Codice, i riferimenti alla terminologia che il cinema ha sempre evidenziato con entusiasmo. Per non parlare, poi, della colonna sonora di Mark Mancina, capace di trasportare lo spettatore in questo mondo che sarà sempre accattivante per il pubblico.
In conclusione
Il Mostro dei Mari è un film che punta molto più sul contenente che sul contenuto, su virtuosismi estetici e tecnici e meno su un racconto che, con certi presupposti, avrebbe potuto dare al pubblico molto di più. È un peccato vedere come una personalità come Chris Williams abbia creato un prodotto che, tutto sommato, non è nemmeno lontanamente paragonabile ai precedenti per la Disney. Un piccolo buco nell'acqua che può contare solo su un'atmosfera intrigante e su un bel messaggio, seppur narrato con pressapochismo.