Come facilmente intuibile, per i fan del Marvel Cinematic Universe al momento Hulk significa Jennifer Walters, la cugina di Bruce Banner interpretata da Tatiana Maslany in She-Hulk: Attorney at Law. Come abbiamo visto nella nostra anteprima, anche in questa nuova serie del franchise è presente l’Hulk per eccellenza, ossia Bruce Banner, nuovamente interpretato da Mark Ruffalo ed essenziale per raccontare una origin story quanto più coerente possibile per Jennifer Walters. Questa nuova presenza di Hulk nella nuova serie del Marvel Cinematic Universe, tuttavia, solleva un nuovo problema, relativa al ruolo di Banner nella saga, tanto che viene da chiedersi quale sia il futuro di Hulk nel Marvel Cinematic Universe.
Quesito che sembra fuori luogo, considerato come Banner sia stato uno dei primissimi personaggi della Casa delle Idee a comporre il complesso mosaico del Marvel Cinematic Universe. Dopo Iron Man (2008), infatti, fu proprio L’Incredibile Hulk, cinecomic firmato da Louis Leterrier , a dare in un certo senso il via alla nascita della continuity del Marvel Cinematic Universe, grazie alla presenza di Tony Stark (Robert Downey Jr.) nella scena post-credit dove rivela al generale Thaddeus ‘Thunderbolt’ Ross (William Hurt) un certo progetto supereroico. Come mai, quindi, Hulk nel proseguire del franchise è sempre stato inserito in ruoli minori all’interno di film corali, a partire da Avengers (2012) , e non ha mai goduto di un proprio film?
Dopo l'apparizione in She-Hulk, quale sarà il futuro di Hulk nel Marvel Cinematic Universe?
Tutta una questione di diritti
L’Incredibile Hulk è uno dei primi film del Marvel Cinematic Universe, e come tale nato in un periodo seminale per il franchise. All’epoca non si aveva ancora la sicurezza che questo contesto supereroico potesse divenire una delle saghe più remunerative della storia del cinema, nonostante il buon Feige avesse già sviluppato la sua visione d’insieme. Consci di non avere la struttura complessiva per curare la promozione di questi nuovi film, all’epoca i Marvel Studios si appoggiarono esternamente per la distribuzione dei film, che nel caso di L’Incredibile Hulk portarono alla sottoscrizione di un accordo con la Universal. Tradotto: se si vuole fare un film su Hulk, la distribuzione deve esser fatta da Universal. Aspetto che, in un certo senso, limita le azioni di Disney, tanto che anche oggi che, cavalcando l’interesse per She-Hulk, decide di presentare su Disney+ la Hulk Collection, può inserire i corti della serie One Shot in cui si parla del Gigante di Giada, ma non è disponibile
Situazione che ricorda in parte quanto vissuto con Spider-Man, anche se differente per un dettaglio importante: mentre i diritti del Tessiragnatele inteso come personaggio sono in mano a Sony, quelli di Hulk sono saldamente in mano ai Marvel Studios. Una differenza sostanziale, che ha consentito di avere il personaggio come parte integrante del proprio universo narrativo, ma impedendone la valorizzazione tramite la realizzazione di film con protagonista assoluto il Gigante di Giada. Questo aspetto crea una situazione atipica, in cui quanto raccontato in L’Incredibile Hulk è parte del canon del Marvel Cinematic Universe, ma può esser sviluppato solamente all’interno di film che non siano avventure stand alone del personaggio. Una scelta obbligata da parte dei Marvel Studios, considerato che la peculiare suddivisione dei diritti su Hulk consente a Universal di esercitare un diritto di rifiuto alla produzione di film del personaggio, mettendo quindi un freno alla creazione di contenuti con protagonista Hulk.
Considerato l’incredibile successo del franchise degli eroi marveliani, sembra strano che Universal possa rifiutare l’idea di un film sul Gigante di Giada, eppure i non eccezionali ottenuti dal Hulk (2003) e L’incredibile Hulk (2008) causarono non pochi problemi alla major, che ragionevolmente ancora non considera il personaggio una sicurezza in termine di avventura solista. Il cambio di interprete da Edward Norton a Mark Ruffalo non è garanzia sufficiente, così come la sua evoluzione all’interno del franchise, sempre costruita come una narrazione in secondo piano rispetto agli eventi principali della saga. Unica possibilità di crescita per il personaggio, grazia alla possibilità consentita ai Marvel Studios di utilizzare Hulk solo in storie corali e mai in progetti che fossero focalizzati su Banner: quindi cameo (come in Iron Man 3) o in team up, stile Avengers o Thor: Ragnarok.
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Nel caso di She-Hulk, pur essendo profondamente legata nei comics a Banner, le restrizioni della gestione dei diritti di Hulk non la hanno coinvolta, considerato che sono limitati al singolo personaggio. Per fare un parallelo, mentre, prima dell’acquisizione da parte di Disney, Fox deteneva i diritti di tutto l’universo marveliano costringendo i Marvel Studios a presentare Wanda e Pietro Maximoff privi della loro natura mutante, con She-Hulk si è potuto lavorare liberamente, avvalendosi anche della presenza del cugino in un ruolo secondario.
Hulk nel Marvel Cinematic Universe
Pur essendo limitato nelle sue apparizioni, e non potendo vantare capitoli autonomi che ne raccontassero al meglio la sua esistenza solitaria, come accaduto invece per altri pilastri del franchise (come Iron Man, Thor o Capitan America), Banner è stato ottimamente gestito all’interno delle dinamiche del franchise, rendendolo spesso il più umano dei Vendicatori.
Il cambio di interprete, da Edward Norton a Mark Ruffalo, è stata una delle chiavi della caratterizzazione di Hulk, che di apparizione in apparizione si è sempre più imposto come una presenza essenziale del gruppo di Eroi più potenti della Terra. Non solo in termini narrativi, ma sul piano emotivo, come mostrato durante lo scontro a Lagos in Avengers: Age of Ultron, o nella sua costante ricerca di un modo di far convivere le sue due nature, sino alla comparsa di Smart Hulk in Avengers: Endgame.
La sua dicotomia, uomo razionale o mostro ferale, è uno dei tratti essenziali meglio sviluppato, con un accenno anche alla sua intimità grazie alla presenza di un reciproco interesse tra Banner e Natasha Romanoff (Scarlet Johansson), che è stato sfortunatamente condensato troppo rapidamente in Avengers: Age of Ultron. Ripensando alla presenza del Gigante di Giada nel franchise, il suo ruolo è spesso sembrato quello di alleggerimento comico, specie dopo Thor: Ragnarok, dove anche l’ottica della sua doppia identità viene utilizzato più come origine di siparietti comici, che non come valorizzazione eroica della sua figura.
Occasione che viene, invece, sfruttata in She-Hulk: Attorney at Law. Il suo rapporto con la cugina Jennifer Walters, nel primo episodio della nuova serie del Marvel Cinematic Universe, diventa una modalità per fare emergere la sua complessità interiore, nuovamente non tramite un racconto diretto che lo veda protagonista, ma come riflesso di ciò che accade ad altri eroi con cui si trova a interagire.
Tuttavia, la comparsa dell’astronave sakariana che causa l’incidente da cui nasce She-Hulk, potrebbe rappresentare l’occasione per Hulk di avere finalmente la possibilità di meritarsi una propria avventura autonoma. Con la maturazione del Marvel Cinematic Universe e la necessità di trovare nuovi protagonisti dopo la dipartita di due colonne come Cap e Iron Man, una figura come Hulk, complici alcune delle sue saghe recenti che sarebbero perfette per il futuro ‘cosmico’ del franchise, potrebbe esser ottimamente valorizzata.
La sua presenza come mentore, per quanto breve, in She-Hulk non è la prima apparizione di Banner nella Fase Quattro del Marvel Cinematic Universe. Nella scena post-credit di Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli, Banner risultava esser una delle personalità di riferimento della comunità supereroica nata dalle ceneri del Blip.
Il futuro di Hulk
La citata astronave sakaariana che vediamo nel primo episodio di She-Hulk: Attorney at Law è un richiamo alla permanenza di Hulk sul pianeta alieno in cui veniva trovato dal Dio del Tuono in Thor: Ragnarok. Parentesi della sua vita cita dallo stesso Banner, che spiega alla cugina che è rimasto intrappolato nella sua forma di Hulk per due anni. Già ai tempi di Thor: Ragnarok si era visto come il ritratto dato in Hulk in quell’occasione di rifacesse alla versione gladiatore del personaggio vista in Planet Hulk, saga fumettistica in cui Hulk, dopo esser stato esiliato dalla Terra dagli Illuminati, arrivava sul pianeta Saakr, dove dopo esser stato catturato come schiavo, Hulk diventa il leader di una rivoluzione che cambia radicalmente il pianeta, prima di riuscire a tornare sulla Terra per esigere la sua vendetta (nella saga di World War Hulk). Un capitolo avvincente della vita fumettistica del Gigante di Giada, che difficilmente vedremo nella sua interezza, considerato come la sua complessità e la sua origine richiedano dettagli che attualmente il Marvel Cinematic Universe non può sfoggiare.
Tuttavia, quei due anni della vita di Hulk di cui non si hanno notizia, tra Avengers: Age of Ultron e Thor: Ragnarok, sono una parentesi troppo interessante del passato del Gigante di Giada per non esser valorizzati nel futuro del franchise. L’annuncio al recente San Diego Comic-Con dei titoli futuri della saga, in particolare Avengers: Secret Wars e Secret Invasion, hanno focalizzato l’attenzione dei fan della saga, ma non si può negare come ci siano dei punti ciechi della programmazione del franchise in cui potrebbero inserirsi non solo nuovi film, ma anche nuovi personaggi, tramite film dedicati o, come fatto con la Fase Quattro, utilizzando la narrazione seriale.
A queste considerazioni andrebbe affiancata quella voce insistente che da diverso tempo vorrebbe i Marvel Studios intenti alla realizzazione di World War Hulk. Tralasciando per un attimo eventuali reticenze da parte di Universal, che potrebbe ora vedere la potenzialità di un più ampio ‘universo Hulk’. Non va dimenticato che oltre a Banner ci sono altri esser a lui legati, come Jennifer Walters o Emil ‘Abominio’ Blonsky. E forse, la presenza della navetta Saakariana in She-Hulk, la famiglia potrebbe allargarsi, letteralmente.
Come da tradizione del Marvel Cinematic Universe, le diverse ispirazioni mutuate dal canone fumettistico non diventano legge. I Marvel Studios hanno mostrato, sotto la guida di Kevin Feige, di sapere adattare al meglio quanto presentato nei comics Marvel all’interno della dimensione cinematografica del MCU. Prendendo come esempio quanto fatto con Sony sull’utilizzo dell’Arrampicamuri, anche Hulk potrebbe avere una nuova occasione di esser finalmente un protagonista adeguatamente valorizzato.