Solo un Sith ragione per assoluti. Così Obi-Wan Kenobi ammoniva il sul ex-padawan Anakin Skywalker in La Vendetta dei Sith, prima di affrontarlo in duello in uno dei momenti più travolgenti della saga. Il monito del maestro Jedi era chiaro, non si possono prendere posizioni perentorie senza aprirsi alla comprensione di tutte le possibilità, un insegnamento che è costato caro a Skywalker. Ma questa lezione sembra essere divenuta fondamentale per Dave Filoni, che in Tales of the Jedi ha reso il Conte Dooku una figura umanamente avvincente, lontana da quel villain appena accennato in L’Attacco dei Cloni e La Vendetta dei Sith, nonostante la sontuosa interpretazione di Christopher Lee. Per quanto i fan attendessero con ansia l’arrivo su Disney Plus di questa serie animata per scoprire nuovi dettagli del passato di Ahsoka tano, considerando le rivelazioni sul passato di Lord Tyranus, viene da chiedersi se non sia proprio il Conte Dooku il vero protagonista di Tales of the Jedi.
Oltre ai due citati film della Trilogia Prequel, Dooku aveva fatto la sua apparizione in altre opere del Canon, come la serie animata Clone Wars o i romanzi Dooku – Jedi Lost e Maestro e apprendista, ma queste sue presenze non erano mai sufficienti per eliminare la sensazione che non si riuscisse realmente a dare a questa figura una giusta definizione. Nel canone di Star Wars, inteso come un tutt’uno narrativo che raccoglie tutte le diverse incarnazione crossmediali della saga, è prassi che ogni personaggio abbia una propria caratura, ne siano mostrati i tratti specifici per renderlo parte integrante di questa complessa space opera. Sembrava quindi ingiusto che proprio uno dei personaggi di maggior spessore come Dooku venisse trattato con un’apparente leggerezza, mancando di definire le sue peculiarità, che lo rendevano un perfetto esempio di come anche i più integerrimi dei Jedi possono rimanere vittime delle lusinghe del Lato Oscuro.
Il Conte Dooku è il vero protagonista di Tales of the Jedi
- Dooku, il traditore dell’Ordine Jedi
- Dooku: traditore o tradito?
- Tales of the Jedi racconta il vero Dooku
Dooku, il traditore dell’Ordine Jedi
Al momento della sua apparizione in L’attacco dei Cloni, Dooku era presentato come un traditore, un Jedi che era stato sedotto dal Lato Oscuro per sedare la sua sete di potere. Obi-Wan, nell’incontrarlo su Geonosis, non lesinava il proprio disprezzo per questo cavaliere Jedi decaduto, eppure la menzione del suo vecchio padawan, Qui-Gon Jinn, aveva causato una reazione di sincera tristezza che lasciava intendere una personalità tutt’altro che facilmente esperibile nella contenuta presenza di Dooku nelle due pellicole della Trilogia Prequel. All’interno del Canon, Dooku è il primo Jedi che apertamente si allontana dall’Ordine per mancanza di fiducia nelle regole imposte dall’Ordine, ma questo aspetto non è mai stato approfondito nelal dimensione cinematografica della saga, dove la sua scelta viene, impietosamente, ridotta quasi a una mera esigenza narrativa.
Eppure, Dooku rappresenta meglio di qualsiasi altro personaggio le vere radici della Caduta della Repubblica. Se la Trilogia Prequel (La Minaccia Fantasma, L’Attacco dei Cloni e La Vendetta dei Sith) può esser considerata il momento in cui i Jedi vengono privati di quell’aura di mistica sacralità consolidata dal ricordo dell’Ordine che avevamo conosciuto in Una Nuova Speranza, non possiamo ignorare come sia proprio Dooku il perfetto ritratto di come la compiacenza dei Jedi abbia condotto a una sorta di tradimento del proprio ruolo di custodi della pace nella Repubblica. Un compito che negli ultimi anni prima dell’Ascesa dell’Impero sembrava avere condotto i Jedi ad accettare delle negatività (vedi la passiva accettazione dello schiaviamo nell’Orlo Esterno affrontata in La Minaccia Fantasma) nella vita sociale e politica della Repubblica, nascondendo queste crepe dietro la necessità politica, l’inevitabile gioco di equilibri e concessioni che preservava la Repubblica stessa, una volta entrati nel Senato di Coruscant.
In questa equazione perfetta, Dooku era per l’Ordine la scheggia impazzita, qualcuno che si era allontanato dalla rigida linea di condotta dell’Ordine, come veniva lasciato intendere alla sua presentazione in L’Attacco dei Cloni. In questa fase, tuttavia, non veniva approfondita la spinta emotiva che aveva portato Dooku a maturare questa sua scelta, preferendo motivare con la più sicura seduzione del lato oscuro questo tradimento. E nonostante l’interpretazione di un attore maestoso come Lee, Dooku risultò impoverito da questo nebuloso ritratto, lasciando ai fan la sensazione che dietro la scelta del Jedi ci fosse una storia che meritasse di essere pienamente esplorata.
Dooku: traditore o tradito?
La fortuna di Star Wars, specialmente in una fase come quella attuale, è la possibilità di muoversi lungo una direttrice narrativa crossmediale che consente di esplorare nuovi orizzonti o, all’occorrenza, andare ad ampliare temi già trattati. A giovare maggiormente di questa meccanica sono proprio personaggi come Dooku, brevemente accennato nel medium principale della saga, ossia il grande schermo, per poi venire approfonditi in altre declinazioni del franchise.
Dooku torna come figura centrale in Clone Wars, dove il suo ruolo di leader dei Separatisti viene affrontato con maggior attenzione, pur lasciando emergere una sua personalità che contrasta apparentemente con il complesso personaggio conosciuto in L’Attacco dei Cloni. Questo primo tentativo di Filoni di dare maggior spessore alla figura di Dooku, tuttavia, è un primo passo verso una caratterizzazione del personaggio che consente di ampliare la sua condotta morale, andando non solo a ridurre la rilevanza dell’abusata seduzione del Lato Oscuro, puntando a dare anche agli stimoli esterni un peso non indifferente nella strada intrapresa dal Jedi.
Il romanzo Maestro e apprendista, in modo particolare, ha il merito di avere voluto esplorare le conseguenze delle scelte di Dooku, andando a intrecciare il passato di Dooku con il presente di Qui-Gon, suo ex-padawan e ora maestro del giovane Obi-Wan Kenobi. Nel presentare i ricordi di Qui-Gonn durante il suo apprendistato come allievo di Dooku, si ha l’occasione di mostrare l’evoluzione di un personaggio che ha il merito di andare oltre le visioni imposte dal Consiglio Jedi, di porsi domande e cercare risposte che possono porlo in una posizione di aperto contrasto con i dettami dell’Ordine, che mal tollera le prospettive non allineate, come si può intuire anche da come Yoda rimprovera un ostinato Obi-Wan:
L’insolenza di Qui-Gon in te io sento. Di ciò bisogno tu non hai
Questa insolenza è un tratto ereditato da Kenobi, che gli è stato trasmesso da Qui-Gon, che a sua volta lo aveva appreso proprio da Dooku. Questo lascia già presagire come una personalità come quella di Dooku potesse lasciare una propria impronta sulle successive generazioni di Jedi, non solamente perché la sua opposizione ai dettami del Consiglio facevano leva sullo spirito ribelle di adolescenti ingabbiati da ferree regole comportamentali, ma soprattutto perché Dooku è evidentemente il solo Jedi a comprendere come l’Ordine non sia più al servizio della Repubblica, bensì sia al servizio di una società corrotta e ipocrita. E qui, si solleva un dubbio atroce: quanto è stato il Lato Oscuro a causa la caduta di Dooku, e quanto è stata in realtà la miopia di Jedi?
Tales of the Jedi racconta il vero Dooku
Come abbiamo raccontato nella nostra recensione, in Tales of the Jedi Dooku è, assieme ad Ahsoka, uno dei due Jedi di cui viene raccontato il passato. Se nel caso della togruta creata da Dave Filoni questa operazione di definizione non aggiunge elementi alla vita della padawan di Anakin Skywalker, effettuando più un’operazione di retcon su aspetti specifici di Ahsoka, per Dooku abbiamo un approccio differente, al punto che possiamo considerare Dooku come il vero protagonista di Tales of the Jedi.
Pur andando anche nel suo caso a effettuare delle minori operazioni di retcon, quanto fatto nel dare una profondità alla personalità di Dooku consente finalmente di tributare al personaggio il giusto carisma, non limitandosi a utilizzarlo come figura definita dall’impressione e dalle visioni altrui, ma ponendolo al centro dell’interesse dello spettatore. Un’operazione interessante, che partendo da momenti noti della saga si espande sino a mostrare come questi episodi impattino pesantemente sull’evoluzione emotiva e morale di Dooku. Condizione che porta a riconsiderare quanto precedentemente noto di Dooku. In particolare, è il rapporto con Qui-Gon a esser essenziale nella maturazione di Dooku, un legame che viene impreziosito da alcuni momenti, specialmente successivi alla morte di Qui-Gon in La Minaccia Fantasma, che segnano l’evidente passaggio di Dooku a una concezione più dura e impietosa del ruolo della Repubblica nella decadenza della galassia.
A Tales of the Jedi va riconosciuto il merito di avere trovato la giusta chiave emotiva per dare finalmente il giusto risalto a Dooku, che grazie a questa concretezza appare come uno dei personaggi più significativi e importanti dell’intera saga di Star Wars.