Lessi Il Codice Da Vinci a ridosso del successo letterario, quando il film con Tom Hanks non era ancora nemmeno un'ipotesi - non nota pubblicamente se non altro. Lo trovai divertente, piacevole quanto un qualsiasi altro romanzo leggero. Una lettura fresca per affrontare la calura estiva, almeno per qualche giorno.
E sì, succede esattamente ciò che descrive oggi Alberto Costantini. I personaggi citano dei fatti e sei tentato di credere che siano veri al di fuori della finSEzione letteraria. Per un lettore navigato oso sperare che non ci siano rischi, che chiuso il libro si archivino anche certe informazioni non verificate. Ma Il Codice Da Vinci è finito nelle mani anche di milioni di persone, e molte di loro, ne sono certo, sono cadute nel tranello di credere che certe cose fossero reali al di là della fiction.
Il peggiore dei delitti per un romanzo storico, certo, ma anche la più sublime delle delizie per ogni finzione. Portare il lettore a credere è ciò che desidera ogni autore naturalmente, la vittoria suprema. Ma il gioco tra chi racconta e chi ascolta ha le sue regole; vincere barando non va bene. Mai.
Valerio Porcu