Era il 2003 (in Italia il 2004) quando arrivò nelle librerie il romanzo di Khaled Hosseini, medico statunitense di origini afgane, dal titolo Il cacciatore di aquiloni. Forse in pochi si sarebbero aspettati che in breve tempo sarebbe diventato un bestseller di grandissimo successo in tutto il mondo e ancora meno lettori potevano immaginare che, oltre alla trasposizione cinematografica, sarebbe stata realizzata una versione graphic novel. Invece così è stato, con la trasposizione tutta italiana edita la prima volta nel 2011 dalla casa editrice Piemme e realizzata da Fabio Celoni, Mirka Andolfo con i testi di Tommaso Valsecchi. A distanza di circa undici anni arriva nelle librerie una nuova ristampa dell'apprezzato fumetto grazie alla casa editrice Feltrinelli Comics. Vediamo insieme come si presenta la nuova edizione con questa nostra recensione.
Il cacciatore di aquiloni: un graphic novel fedele all'opera originale
Il graphic novel riprende esattamente la storia raccontata da Hosseini nel suo romanzo. Quest'ultima, ambientata nei primi anni settanta, vede come protagonisti Amir e Hassan, due bambini afgani nati in due famiglie di etnia e di estrazione sociale nettamente differenti. Nonostante ciò, i due sono grandi amici e la loro amicizia riesce a volare in alto al di sopra di ogni differenza, come fanno, appunto, gli aquiloni. La loro relazione, però, è tormentata da una nube oscura che, a poco a poco, spezza il filo dell'amicizia. Al centro della storia spicca la gara di aquiloni di Kabul, una competizione folkloristica che vede grandi e piccini scontrarsi per cercare di spezzare il filo degli altri aquiloni col proprio per poi andare a raccogliere (o meglio, a "cacciare") l'aquilone sconfitto che volteggia fino a cadere al suolo. È proprio in quel momento, con questa metafora, che l'amicizia tra Amir e Hassan si incrina irrimediabilmente a causa di un tradimento difficilmente difendibile da parte di Amir.
Il fumetto riprende fedelmente l'opera letteraria di Hosseini tradotta in ben 70 paesi con oltre 23 milioni di copie vendute. Nel farlo non addolcisce minimamente la trama dura ed esplicita del romanzo né esclude tutte le parti che avevano procurato alcune critiche al libro. Per chi non lo sapesse, infatti, Hosseini venne criticato per aver trasfigurato troppo negativamente la cultura afgana e musulmana con riferimenti forzatamente stereotipati e superficiali. Parte di questi aspetti vennero mitigati o del tutto esclusi nel film del 2007 di Marc Forster, ma nel graphic novel ritornano con forza grazie alla potenza visiva che solo l'arte fumettistica riesce a donare. La storia viene raccontata con grande cura dei dettagli, senza rischiare di tralasciare aspetti fondamentali della vita di Amir e Hassan e del loro contesto sociale e familiare. Questa è un'altra sostanziale differenza con la pellicola cinematografia perché, non avendo limiti temporali, di budget o narrativi, il fumetto non è obbligato a tagliare delle parti o aggiungerne di nuove per forzare l'appeal del pubblico, pertanto siamo davanti a un perfetto esempio visivo del romanzo stesso. Di conseguenza, il ritmo della narrazione è pressoché identico a quello del romanzo originale e riesce a regalare un caleidoscopio incredibile di emozioni grazie proprio ai disegni.
Comparto artistico e linea editoriale
Proprio il comparto artistico è ciò che spiccava nella prima edizione e ancora più in questa nuova versione di Feltrinelli Comics. Grazie a un rinnovo visivo nella grafica e nei colori, è possibile osservare un già riconosciuto alto livello dei disegni e dei colori rispettivamente di Fabio Celoni e di Mirka Andolfo. La resa grafica è molto fedele sia al romanzo che al film e il risultato finale è uno dei migliori che Celoni ci abbia mai mostrato. L'artista è stato molto abile nell'unire vari stili per rappresentare le scene più gioiose e quelle più tristi, ma soprattutto quelle che le vedono entrambe contemporaneamente con la presenza di non poche sfumature emotive. Ciò che veramente colpisce maggiormente è la perfetta rappresentazione della fisionomia e della mimica facciale di tutti i personaggi. È attraverso questi due elementi che il lettore si trova a immedesimarsi nei variegati e spesso istantanei stati d'animo dei protagonisti e di tutti gli altri personaggi che li circondano. Ovviamente tutto ciò non sarebbe stato possibile se oltre a dei bei disegni non ci fossero stati anche dei meravigliosi colori che rendono vive le tavole e dei testi sempre consoni ai vari momenti della storia.
Dal punto di vista editoriale, la nuova edizione non si discosta molto da quella di undici anni fa. Si tratta sempre di una versione brossurata con la stessa illustrazione in copertina curata da Fabio Celoni e leggermente rivisitata dall'Ufficio grafico Feltrinelli che ha migliorato il font, la posizione delle scritte e ha aggiunto uno sfondo alla precedente copertina che ne presentava uno totalmente bianco. Della prima edizione, tuttavia, riprende anche alcuni difetti. Il primo è la mancanza di una citazione in copertina di Tommaso Valsecchi, il curatore dei testi e della sceneggiatura, mentre compaiono giustamente i nomi del disegnatore, della colorista e dell'autore del romanzo Hosseini. Il secondo è la mancanza totale di pagine introduttive e conclusive a corredo dell'opera. Queste sarebbero state utili per introdurre i lettori, soprattutto i meno avvezzi all'opera originale o al film, alla storia e al contesto in cui viene inserita. Si potevano inserire alcune curiosità sull'evento legato agli aquiloni e sulla loro importanza sociale (basti pensare che per anni i talebani hanno vietato di far volare gli aquiloni nei cieli dell'Afghanistan) o alcuni focus sugli elementi culturali presenti nella storia. La mancanza anche di una prefazione, purtroppo, dal punto di vista prettamente editoriale, rende l'opera un po' anonima.
Conclusioni
In conclusione la nuova edizione del graphic novel de Il cacciatore di aquiloni da parte di Feltrinelli Comics è un'ottima ristrutturazione dell'opera uscita in Italia ben undici anni fa, ma nulla di più. A parte un miglioramento della veste grafica e dei colori resi più sgargianti e più curati cromaticamente, non aggiunge e non modifica nulla all'edizione edita da Piemme. Da un lato questo è positivo perché artisticamente e narrativamente l'opera originale era già pressoché perfetta, ma dall'altro sarebbe stata gradita una sorta di rivisitazione editoriale con l'aggiunta di qualche curiosità o approfondimento sulla storia.