“Non mi piace nemmeno la parola, non è bella. È totalmente ridicola, non ha nessun significato, genera semplicemente confusione e non ha dignità. E io penso che il mio umorismo abbia dignità”.
Se è vero dunque che il fumetto in questione è così rinomato e conosciuto dal grande pubblico, lo sono anche le curiosità a esso legate? Scopriamone insieme alcune di queste, per celebrare l’anniversario dell’uscita della prima striscia.
Peanuts, come nasce un mito
Sin da giovane, Schulz amava disegnare in molti modi il cane di famiglia e un giorno mandò alla rivista Ripley’s Believe It or Not! uno dei suoi disegni, pubblicato con la didascalia “A hunting dog that eats pins, tacks and razor blades is owned by C. F. Schulz, St. Paul, Minn.” e “Drawn by ‘Sparky'”. Solo dopo essere tornato dai campi di battaglia della Seconda Guerra mondiale, cominciò a disegnare i personaggi che gli avrebbero portato fortuna e fama. Nel lontano 1950, Charlie Brown (modellato sui ricordi d’infanzia dell'autore stesso, e a cui Schulz avrebbe voluto intitolare la striscia, con il nome di Good Ol' Charlie Brown), Patty, Snoopy e tanti altri fanno la loro comparsa su sette quotidiani statunitensi e da allora in poi saranno destinati a entrare nella storia.
Pubblicati su oltre 2.600 giornali in tutto il mondo, queste simpatiche strisce sono state in grado di raggiungere ben 355 milioni di lettori in 75 Paesi diversi, storie pubblicate in 21 lingue diverse. Icona pop della cultura del Novecento, prima dell’uscita ufficiale ci fu una sorta di prequel, pubblicato dal 1947 al 1950, dal titolo Li’l Folks (in italiano “personcine”). Questo fumetto veniva lanciato ogni settimana sul Minneapolis Tribune e prevedeva tra i protagonisti anche un personaggio chiamato Charlie Brown e un cane molto simile a Snoopy. Quando Schulz, successivamente, venne ingaggiato dalla United Features Syndicate, distributore di fumetti americani, gli fu chiesto di cambiare nome alla striscia perché risultava simile a quello di altri due titoli già pubblicati.
Da quel momento nacquero dunque i Peanuts, mantenendo una eredità almeno parziale su quanto ideato in questi tre anni precedenti: ad esempio, Charlie Brown era già presente in Lil’ Folks e inizialmente compare come il personaggio principale dei Peanuts. Sin dalle prime strisce del 1950 nella serie sono presenti anche Shermy (il primo personaggio a parlare, amico di Charlie Brown, e comparso per l’ultima volta nel 1977), Patty e Snoopy. Col passare degli anni, Schulz ha aggiunto di volta in volta altri soggetti, apportando un notevole valore aggiunto alla storia: da Violet a Schroeder, arrivati nel 1951, Lucy e Linus nel 1952, seguiti da Pig-Pen nel 1954 e nel 1959 da Sally, la sorellina di Charlie Brown. Qualche anno dopo è stato il turno di Frieda (nel 1961) e nel 1966, altro anno cruciale della striscia, arrivano anche Woodstock, l’uccellino giallo amico di Snoopy, e Piperita Patty. Gli ultimi ad arrivare furono nel 1968 Franklin, nel 1971 Marcie, nel 1973 Replica, nel 1975 Spike e nel 1978 Eudora.
I personaggi iconici e la fama di Snoopy
Di tutta questa compagine però, sono sicuramente Charlie Brown, Linus e Snoopy i tre personaggi più iconici dei Peanuts, considerando che sono compagni di una squadra di baseball che perde ogni partita giocata. Charlie Brown si ritrova costantemente in situazioni assurde e ironiche, per non parlare del suo celeberrimo amore non corrisposto dalla “ragazzina dai capelli rossi”. Linus invece, il quale non era comparso subito nel fumetto ma era diventato il migliore amico di Charlie Brown solo in seguito, è celebre per la sua copertina sopracitata e per la sua devozione al “Grande Cocomero”. Un’altra curiosità che lo riguarda è legata al fatto che la sua prima battuta nel fumetto arrivò solo nel 1954, dopo due anni di silenzio totale.
Infine Snoopy, il beagle di Charlie Brown, viene ritratto spesso sul tetto della sua cuccia rossa, e solo dopo un debutto in sordina diventò a sua volta uno dei protagonisti della striscia. Molti dei momenti clou sono legati al sogno di Snoopy di fare lo scrittore, determinando dunque un contrasto tra la sua “vita da cane” e il suo mondo di fantasia, con il suo padrone costretto a fare i conti con le difficoltà e le sconfitte di ogni giorno, diventando così uno dei temi principali della serie di Schulz.
Negli anni Sessanta, la striscia inizia a dedicarsi maggiormente a questo personaggio, parlando delle vite fittizie del bracchetto, dove si immagina un asso del volo della prima guerra mondiale o un famoso giocatore di hockey. Nelle strisce, Snoopy ha impersonato oltre 150 personaggi diversi: da "Joe Falchetto" (Joe Cool in inglese) a Topolino, dall'avvoltoio all'avvocato. Schulz aggiunse nuovi personaggi, in particolare quello di Piperita Patty (Peppermint Patty nell'originale), una bambina decisa, atletica, forse un po’ grossolana che sconvolge il mondo di Charlie Brown chiamandolo "Ciccio" (Chuck nell'originale), facendogli la corte e tanti complimenti che non pensa di meritare.
Patty, la quale è anche capitano di un'altra squadra di baseball che si incontra con la squadra di Charlie Brown, introduce anche tanti altri nuovi personaggi, tra cui uno di colore, Franklin, e l'amica studiosissima Marcie, che chiama Patty "capo" (sir nell'originale) e Charlie Brown "Charles". Tra gli altri personaggi si annoverano la sorella minore di Charlie Brown, Sally, innamorata cotta di Linus; l'uccello Woodstock amico di Snoopy che parla una sua lingua resa solo con serie di barrette verticali; Pigpen, il bambino sempre sporco, capace di sollevare nubi di polvere anche da un marciapiede pulito.
Il cinema e l'arrivo in Italia
Non solo carta per i nostri amici Peanuts: dopo il successo del fumetto, arrivano anche le prime trasposizioni cinematografiche e televisive, in veste di cartoni animati. Nel 1969 è infatti uscito il primo lungometraggio, dal titolo Un bambino di nome Charlie Brown, seguito nel 1972 da Torna a casa Snoopy. L’ultima pellicola, Snoopy&Friends - Il film dei Peanuts, è uscita invece nel 2015, in occasione del 65esimo anniversario e affiancata poi dal lancio di un videogioco analogo per proseguire le celebrazioni coinvolgendo anche il mondo videoludico. Non sono mancate, come dicevamo, nemmeno le apparizioni in tv di Charlie Brown e soci, come in The Charlie Brown and Snoopy show degli anni Ottanta, dall'assonanza vicino al Muppet Show, o in Peanuts serie prodotta da uno studio francese e trasmessa anche in Italia in tempi più recenti, nel 2016.
Ma a proposito del nostro Bel Paese, quando e quale è stato il primo incontro con i Peanuts? Approdarono in Italia nel 1963, a distanza di 13 anni dal loro debutto americano, pubblicati da Milano Libri, casa editrice di Giovanni Gandini e della moglie; lo stesso Gandini, nel 1965, convinto dal successo dell’esordio italiano dei Peanuts, fonda la rivista Linus, che prende il nome proprio dall’amico di Charlie Brown e che ospiterà le strisce di Schulz, accanto alle opere di altri influenti fumettisti europei e americani. Fu Oreste Del Buono, direttore di Linus dal 1971 al 1981 e dal 1995 al 2003, a tradurre Great Pumpkin (la “Grande Zucca”), un personaggio a cui Linus si rivolge ogni anno in occasione di Halloween, con l'espressione "Il Grande Cocomero", di per sé non letteralmente corretta, ma forse più adatta al pubblico italiano. Il termine è entrato nell'immaginario collettivo italiano, tanto da diventare il titolo di un film di Francesca Archibugi nel 1993.
I disegni e l'ultima striscia
La prima striscia dei Peanuts, in cui rispetto alla fase successiva il tratto è più spesso, il disegno più semplice e i personaggi più tozzi. I personaggi non invecchiano praticamente mai, o lo fanno molto lentamente, a parte i neonati che nell'arco di poco tempo raggiungono un'età simile a quella degli altri personaggi, già presenti da tempo. Linus nasce durante i primi due anni di pubblicazione della striscia e nell'arco dei primi dieci anni passa dall'infanzia a un'età simile a quella di Charlie Brown, durante i quali impara a parlare e camminare con l'aiuto di Charlie Brown e della sorella maggiore, Lucy. Linus è molto saggio, anche se parecchio ingenuo talvolta, ed è di fatto il filosofo e teologo della striscia, con le sue frequenti citazioni delle Sacre Scritture.
Già dai disegni iniziali si mostra però come le basi dell’universo di Charlie Brown e compagni siano in realtà dettati da sentimenti quali odio, invidia e ipocrisia. Il fumetto è infatti notevole per la sua abile critica sociale, specialmente se comparata con gli altri fumetti contemporanei negli anni Cinquanta e Sessanta: l’autore non denuncia esplicitamente i problemi legati a razza, genere ed eventuali disuguaglianze sociali, ma li rende comunque evidenti e indicati in maniera talvolta implicita, pur sempre percepibili. Benché Schulz fosse cristiano e avesse presentato anche la Bibbia in diverse classi di catechismo, egli si definiva un "umanista secolare", oltre ad aver fatto della satira contro l'estrema destra cristiana, presentandola come ipocrita e auto-assolutoria.
Nella sua carriera, sicuramente i Peanuts sono stati la striscia a fumetti di maggior successo popolare, soprattutto tra gli anni 1965 e 1980, rappresentando il culmine della sua carriera. Schulz ha disegnato ininterrottamente la striscia per 50 anni, senza mai richiedere l'aiuto di assistenti. Nel 1999 decise però di smettere di disegnare le strisce, interrotte secondo la sua esplicita volontà di non volere eredi che continuassero la serie. Così il 3 gennaio del 2000 dà alle stampe la sua ultima striscia quotidiana, dopo quasi 50 anni di carriera. Il commiato è affidato a Snoopy, disegnato ancora una volta sulla sua macchina da scrivere, posta sul tetto della sua cuccia, e accompagnato dal messaggio:
"Sono stato fortunato. Ho disegnato Charlie Brown e i suoi amici per quasi 50 anni”. "Quando non potrò più disegnare non voglio che nessuno prenda il mio posto. Charlie Brown, Snoopy, Linus, Lucy, Woodstock e gli altri miei personaggi usciranno di scena con me"
E non è andata diversamente.