Edizioni BD capitalizza sul clamoroso successo di Something is Killing the Children e, con la serie di James Tynion IV e Werther Dell'Edera oramai divenuta un vero e proprio universo narrativo in continua espansione come confermatoci dai due stessi nella nostra intervista effettuata a Lucca Comics and Games 2022, e propone subito al pubblico italiano House of Slaughter 1 - Il Marchio del Macellaio ovvero il primo volume del primo spin-off della serie con protagonista Aaron Slaughter, personaggio che avevamo conosciuto in Something is Killing the Children 4 – Io e il Mio Mostro, volume che concludeva il primo lunghissimo arco narrativo della serie svelando le "origini segrete" di Erica Slaughter e la rigida organizzazione di Casa Slaughter.
House of Slaughter 1 - Il Marchio del Macellaio: uno mondo di cacciatori spietati
Aaron Slaughter è il "fratellastro", mentore e rivale di Erica. Dopo i fatti di Archer's Peak, gli è stata affidata una nuova missione ma questa volta non si tratta solo di cacciare un mostro bensì un uomo, il misterioso Jace, l'Ultimo Macellaio. Fra presente e passato assistiamo alla caccia di Aaron ma torniamo anche ai giorni, durissimi, del suo addestramento a Casa Slaughter quando era ancora un adolescente e doveva guadagnarsi le zanne sulla sua maschera nera. Quindici anni prima infatti il misterioso Jace, ultimo discendente della Maison de Boucher, era stato accolto a Casa Slaughter dopo che la sua casa è stata sterminata a New Orleans. La convivenza forzata, nella stessa stanza per giunta, con Jace aveva portato Aaron a rivalutare tutte le sue sicurezze comprese le vessazione che subiva quotidianamente dagli altri novizi.
Fra i due tuttavia inizia a nascere qualcosa di più di una semplice amicizia, qualcosa di proibito all'interno di Casa Slaughter, e, come se non bastasse, Jace vuole venire a capo della fine della sua Casa che è apparentemente collegata proprio agli Slaughter. La sua vendetta però fallisce proprio quando Aaron deve scegliere fra il cuore e l'onore dell'Ordine. Nel presente il faccia a faccia fra i due invece sarà ben diverso e Aaron, ora esperto, comprende che la missione che ha intrapreso Jace è tanto nobile quanto pericolosa e che per poter proseguire necessità di un sacrificio.
House of Slaughter 1 - Il Marchio del Macellaio: uno spin-off prevedibile
La grande forza del primo lungo arco narrativo di Something is Killing the Children è stata la capacità di procedere in senso squisitamente character driven lasciando intravedere un contesto più ampio affidando solo in seconda battuta il world building al più classico racconto in analessi. Seguendo queste stesse coordinate provano a muoversi Tate Brombal (testi) e Chris Shehan (disegni) in House of Slaughter 1 - Il Marchio del Macellaio. I due autori peccano però forse di inesperienza o ingenuità consegnando al lettore un racconto intrigante ma poco sorprendente in tutti i suoi momenti di svolta. Lo scrittore sfrutta molto bene una tensione narrativa giocata sul racconto che si dipanana sul doppio binario del presente e del passato e su cui decostruire il personaggio di Aaron Slaughter.
Peccato che proprio questa decostruzione risulti prevedibile per buona metà del volume. Se nel presente infatti lo vediamo muoversi stoicamente sulle tracce di Jace, nel passato lo vediamo fragile e indifeso rigettare la violenza di Casa Slaughter cercando comprensione e un senso di appartenenza che solo la fiamma di uno scontato, quanto repentino, coinvolgimento amoroso paiono dargli. Quando i due binari narrativi si incontrano, cioè praticamente nei due capitoli conclusivi del volume, il canovaccio narrativo già utilizzato con Erica non funziona in egual misura per Aaron le cui scelte, tanto nel passato che nel presente, risultano frettolose e prive di vero raziocinio. In questo senso Brombal fallisce con Aaron Slaughter perché non riesce a renderlo simpatetico al lettore, a differenza di quanto invece fatto con Erica nel già citato quarto volume della serie principale. Perché quando Jace inizia la sua vendetta, improvvisamente Aaron individua in Casa Slaughter la sua "famiglia" pur avendo dichiarato di voler rigettare il mondo fatto di violenze dei cacciatori? Perché nel presente, ancora prima di scoprire cosa effettivamente fa Jace, gli si concede senza remore? Si tratta in definitiva di un racconto basato sulla romance fra i due personaggi ma che risulta troppo "idealizzata" sia per poter funzionare che per fare presa sul lettore.
Va un po' meglio dal punto di vista del world building. L'idea che oltre Casa Slaughter ci siano, o ci siano state, altre case è ovviamente intrigante e offre spunti narrativi eterogenei che possono essere approfonditi e sviluppati in diverse maniere così come la rivelazione sulla nuova missione di Jace è altrettanto intrigante perché offre la possibilità di poter spaziare, anche in analessi, sulle precedenti missioni di Casa Slaughter e non solo.
Buono il lavoro del disegnatore Chris Shehan che sembra aver appreso appieno la lezione dettata dalla ricerca stilistica di Werther Dell'Edera per Something is Killing the Children. Il punto di congiunzione fra il disegnatore americano e quello di origini baresi è senz'altro rappresentato dai layout a doppia pagina così efficacemente utilizzati dal secondo che il primo li rimaneggia in maniera personale per uno storytelling sempre chiaro e che non disdegna soluzioni con figure sbordate o ripartizioni degli spazi meno rigide del solito anche a costo di dover aumentare il numero dei riquadri presenti nella pagina. Per quanto riguarda la line art invece, Shehan ha uno stilizza moltissimo le figure lasciandosi ampio margine di manovra in senso espressivo ma anche meramente d'atmosfera con i suoi neri pieni e molto marcati. Graficamente si tratta di un lavoro che cerca la continuità con la serie principale, il tutto è testimoniato anche dalla amalgama costituita dalla presenza dell'ottimo Miquel Muerto e dei suoi colori materici.
Il volume
Edizioni BD pubblica House of Slaughter 1 - Il Marchio del Macellaio optando, giustamente, per la continuità carto-tecnica e grafica con i volumi della serie principale. Abbiamo quindi un brossurato dalla copertina soft touch con carta patinata lucida dall'ottima grammatura e dalla resa grafica molto buona. Ci si abitua dopo qualche pagina alla scelta di un cartoncino semirigido per la copertina, scelta che permette di sfruttare a pieno la rilegatura a caldo senza che questa infici sulla rifilatura delle pagine. Molto buone sia la traduzione che l'adattamento. Non vi sono contributi redazionali, e manca nel colophon l'indicazione degli albi originali contenuti nel volume, mentre per quanto riguarda gli extra è presente solo una corposa galleria di copertine variant.