He-Man and the Masters of the Universe (Netflix), recensione: pensata per i più piccoli ma dedicata a chiunque

Arriva la Stagione 3 di He-Man and the Masters of the Universe, la serie Netflix che ha rilanciato il franchise anche per i più piccoli.

Avatar di Nicholas Mercurio

a cura di Nicholas Mercurio

La serie Netflix He-Man and the Masters of the Universe è una produzione nata dal desiderio di riportare in auge un franchise iconico degli anni 80. E la terza stagione, disponibile da pochi giorni sulla piattaforma, è la fedele prosecuzione degli scoppiettanti eventi delle prime due parti dell’avventura di Adam e compagni contro il malvagio Skeletor e i suoi Dominatori Oscuri. Per chi non conoscesse He-Man and the Masters of the Universe, stiamo parlando di una serie animata degli anni 80, uno straordinario successo nato dalle celebri action figures create e distribuite dalla stessa Mattel, che hanno appassionato e incantato un’intera generazione.

La storia finora...

In questa riproposizione prodotta da Rob David, Netflix ha creato una serie in computer grafica che ripercorre gli eventi di He-Man e dei Dominatori dell’Universo, offrendo una produzione più vicina ai più piccoli e a chi non ne ha mai sentito parlare prima di oggi. Si tratta di una serie nostalgica e travolgente: la prima stagione ha introdotto il pianeta Eternia e i suoi abitanti, i personaggi principali e le vicende che gli coinvolgono con un finale che ha visto Skeletor sconfitto dai nostri condottieri.

La seconda stagione si è allontanata di gran lunga dalla prima proponendo un contesto più oscuro, dove le amicizie che credevamo forti si sono dimostrate fallaci. Se da una parte il potere di Greyskull è la luce che protegge il mondo, il caos, dominato da Skeletor e dai suoi seguaci, è una forza oscura capace di corrompere chiunque. Nel finale della seconda stagione, proprio nell’ultimo episodio, scopriamo che il Caos ha sedotto Krass, una cara amica d’infanzia di Adam, una delle poche che lo ha sostenuto nel lungo periodo passato lontano dal palazzo di re Randor.

In tal senso, il collante tra la seconda e la terza stagione è il proseguimento della battaglia tra i due ex compagni, combattuta proprio all’interno del sacro castello di Greyskull. Krass, decisa a riportare in vita i suoi genitori, accetta di aiutare Skeletor, diventando così la Quinta Nemesi e tradendo non soltanto Adam ma anche il resto dei suoi compagni. Per Nemesi, nel mondo di He-Man and the Masters of the Universe, si intendono i nemici della compagine formata dai Dominatori dell'Universo. Adam/He-Man, in tal senso, ha come nemico esclusivo proprio il malvagio Skeletor. 

Una guerra tra luce e oscurità

Se nella seconda stagione la compagine dei Dominatori dell’Universo ha stretto alleanza con nuovi personaggi per combattere Skeletor, nella terza parte siamo davanti a qualcosa di totalmente diverso. Il tradimento di Krass, interpretata da Judy Alice Lee, ha colpito negativamente ogni membro della compagine, in particolare Battle-Cat, impersonato da David Kaye, che ha offerto una prova convincente in tutta la serie prestando la voce alla tigre più iconica della cultura pop, senza nulla togliere a Shere Khan. Gli avvenimenti che si susseguono su schermo ci portano ben oltre Eternia, la capitale, oltre i ghiacci e le desolazioni del pianeta.

Nei primi cinque episodi della terza stagione, pensando solo al proprio tornaconto, Krass asseconda Skeletor eseguendo ogni suo ordine, sperando che onori il patto che hanno stipulato, ed è proprio questo il tratto più intrigante dell’intera stagione: se nelle prime due la lotta si estendeva anche ad altri popoli del mondo di Eternia, il conflitto in atto è tra luce e oscurità, tra il potere di Greyskull e del Caos. Adam, doppiato in lingua originale da Yuri Lowenthal, è convinto che l’unico modo per impedire a Skeletor di ritornare nella sua forma sia di impossessarsi del potere del Caos, diventando ciò che aveva giurato di distruggere, citando Obi-Wan Kenobi.

L’anima di Skeletor, sconfitta ma ancora forte, domina la mente dei suoi seguaci e Krass, che viene approfondita accuratamente nella serie dall'inizio alla fine come il resto dei suoi compagni, mette in mostra una freddezza inaspettata. Quanto è avvenuto nella seconda stagione, infatti, ha dirette ripercussioni sulla sua vita: accettando di diventare il principe di Eternia, Adam/He-Man si ritrova a dover convivere con i fantasmi di Krass, ormai totalmente soggiogata dal terribile potere di Skeletor, impersonato da Benjamin Diskin. L’antagonista principale, nonché fratello di re Randor e zio di Adam, diventa sempre più forte e calcolatore. Da notare come la narrazione della terza stagione sia più consistente non solo in termini di avvenimenti e tematiche ma nel contesto.

La lotta tra Adam e Skeletor non si esaurisce in maniera sbrigativa anzi, la posta in gioco ora è più alta. In gioco non c’è solo la pace di Eternia ma le amicizie e le alleanze formatosi nella prima e seconda stagione, divenute rilevanti. Un esempio eclatante, seppure inevitabile, è il rapporto tra re Randor e suo figlio, più solenne e meglio definito, seppure ancora conflittuale. A sembrarci troppo esagerati e fuori contesto sono i dialoghi tra i vari protagonisti, in particolare Adam con gli altri adepti del male o alcuni comprimari. Tutto è ridotto alla lotta tra buoni e cattivi come se si cercasse a ogni costo la classica morale significativa tra il bene e il male, ormai fin troppo opprimente per qualunque produzione.

He-Man and the Masters of the Universe Netflix, un racconto dedicato a chiunque ma...

Per quanto la narrazione possa sorprendere soprattutto nella sua struttura complessiva, la produzione soffre di problemi che si estendono dall'inizio della prima stagione fino alla conclusione della terza. La sceneggiatura risulta fin troppo semplicistica e non propone scambi memorabili tra i vari personaggi, ma è inevitabile: è dedicata al pubblico dei più piccoli e a chi non conosce la serie. Le prime due stagioni partono lentamente e il ritmo narrativo, costretto ad accelerare dalla seconda metà della terza dimenticando delle parti essenziali e creando dei buchi di trama impossibili da non notare. Ci riferiamo, ad esempio, allo strano rapporto tra Teela e Adam, che man mano si rafforza ma non coinvolge nel modo giusto. Gli sceneggiatori hanno preferito costruire dei rapporti diversi con altri protagonisti ma, ovviamente, non potevamo aspettarci una scrittura profonda, considerando al pubblico a cui è rivolto.

Come accennavamo prima, l'intera serie mette troppi elementi di trama non approfondendoli in maniera coesa, non riuscendo a coinvolgere come ci saremmo augurati. Al contempo, però, le battaglie risultano entusiasmanti, divertendo dall’inizio alla fine. Forse ce ne sono un po’ troppe, tanto che avremmo preferito dei momenti più ragionati e meglio diluiti nella terza stagione, specie per rispondere alle tante domande rimaste in sospeso. Non facendovi ulteriori spoiler, sappiate soltanto che non mancano momenti commoventi e riflessivi sparsi qua e là.

Inoltre, alla fine dell’ultimo episodio c’è un messaggio conclusivo che spiega la volontà dei produttori di continuare la serie animata nel prossimo futuro, in maniera da offrire una degna continuazione e delle avventure di Adam come non è stato fatto con la serie degli anni 80. Se da una parte siamo spaventati, dall’altra non nascondiamo di essere curiosi di conoscere cosa questa serie Netflix possa raccontarci, specie perché la serie è pronta a una nuova stagione ed è tutto fuorché conclusa. Il potere di Greyskull non è mai stato così forte.

Leggi altri articoli