Sin dal suo annuncio, la serie di Halo è stata posta subito sotto l’attento e impietoso scrutinio degli appassionati della celebre saga di videogiochi. Un lungo racconto in pixel che proprio quest’anni compie vent’anni, due decenni vissuti al fianco di Master Chief, esplorando il suo universo futuro anche in altri media, grazie a una ricca produzione letteraria che ha espanso uno di quelli che, a oggi, rimane uno dei migliori esempi di narrativa fantascientifica. L’annuncio di una serie dedicata alle avventure di Master Chief non poteva che generare una grande curiosità, che abbiamo potuto parzialmente soddisfare con l’anteprima di Halo, che arriverà dal 24 marzo on demand su Sky e in streaming su NOW e dal 24 marzo in onda su Sky Atlantic.
Halo non potrebbe arrivare in un momento migliore, considerato come la proposta seriale sembri essere decisamente avara di fantascienza. Se escludiamo l’universo a sé stante di Star Trek, dove Picard e a breve Star Trek: Strange New Worlds espandono la longeva saga, gli appassionati si ritrovano orfani dell’ultima grande serie, The Expanse. In questa assenza di proposte, un corpus narrativo dettagliato e approfondito come quello della saga di Halo era una ghiotta occasione. A rendere complessa questa operazione, ironicamente, è proprio il successo di questa popolare saga videoludica, i cui giocatori sono il primo target di riferimento della produzione di Paramount+.
Halo: anteprima della nuova serie dedicata a Master Chief
Come facilmente intuibile, visto anche la recente esperienza con La Ruota del Tempo, la transizione da un medium a un altro comporta un necessario cambio di paradigma narrativo, complice la ricerca di un ampio pubblico che vada oltre gli appassionati giocatori. Sotto questo aspetto, il lavoro svolto da Kyle Kellen e Steven Kane, i due sceneggiatori di Halo, è encomiabile, considerato come abbiamo mutuato gli aspetti più iconici della saga videoludica rendendoli i pilastri di una space opera dal gusto moderno.
L’umanità ha conquistato le stelle, dando vita a una colonizzazione che ha portato alla nascita di avamposti nello spazio che intendono rivendicare la propria autonomia dal pianeta madre. Sul pianeta Madrigal, la guerriglia locale si oppone alle truppe della USNC, l’esercito terrestre, preparandosi a resistere a un assalto militare, spaventati solo dal potenziale arrivo degli Spartan. Soldati potenziati e equipaggiati con dotazioni avanzate, gli Spartan sono l’elite militare umana, macchine di morte inarrestabili e note in tutta la galassia per la loro feroce efficienza.
Quando l’avamposto su Madrigal viene attaccato, il primo pensiero è che la USNC abbia finalmente fatto la sua mossa. Bene presto i coloni, tra cui la giovane Quan Ha (Yerin Ha), scoprono che ad attaccare sono degli alieni sconosciuti. Quando tutto sembra perduto, in loro soccorso arriva il Silver Team, una squadra speciale di Spartan guidati da Master Chief (Pablo Schreiber). Dopo avere sgominato i Covenant, gli Spartan indagando sulla presenza dei Covenant su Madrigal scoprono un misterioso artefatto, che, inavvertitamente attivato da Master Chief, reagisce al supersoldato provocandogli delle visioni. Da questa rivelazione, per Master Chief inizia un’avventura che ha in palio la sopravvivenza dell’umanità, ma anche la verità sul proprio passato.
Sin dalle prime immagini di Halo, la critica più spietata è stata rivolta alla resa estetica della serie. Due decenni di videogiochi hanno plasmato un impianto visivo consolidato e familiare, che non poteva esimersi dal trovare pieno rispetto all’interno della serie. Se da un lato l’aspetto rozzo della colonia di Madrigal può essere ricondotto a un’economia di sussistenza, scusando quindi in modo arguto scenari e attrezzature poco hi-tech, l’entrata in scena del Silver Team ha subito chiarito come Halo abbia voluto onorare al meglio i tratti essenziali del materiale da cui trae ispirazione.
Gli Spartan e le loro dotazioni sono perfetti nel trasmettere non solamente un’idea di guerra futuristica, ma sono un’eco convincente delle nostre esperienze videoludiche. Il dinamismo con cui questi guerrieri si muovono negli scontri è fluido e fedele al concetto di supersoldato, trova un equilibrio tra la resa muscolare dell’azione e la cura nel dettaglio estetico. I timori di trovarsi davanti a una produzione di scarso appeal nella ricostruzione visiva dei tratti tipici della saga sono stati abbondantemente dissolti, considerato come i due episodi dell’anteprima di Halo hanno subito mostrato una CGI di buon livello, unita a una definizione delle prop e dell’estetica di Halo di alto profilo.
Una serie sci-fi dall'alto potenziale
Una perizia che si estende anche nella realizzazione della cultura aliena dei Covenant, con alieni che evitano la sgradevole sensazione di creature posticce, offrendo agli spettatori una specie con tratti specifici e curata sia sul piano anatomico che su quello sociale, onorando la profondità tipica della lore di Halo. Una volontà di preservare tratti tipici della saga laddove possibile, che consente di arricchire il comparto sonoro con effetti tipici della galassia in pixel di Master Chief, che per i fan della saga saranno in alcuni passaggi echi di un mondo noto e in altri casi graffianti dissonanze rispetto ai familiari effetti delle loro partite a suon di frag.
Un rispetto che va comunque ricondotto all’interno dell’ispirazione. Come accennato prima, potere racchiudere vent’anni di world building in una serie non sarà un’operazione semplice, e i primi due episodi di Halo hanno il compito di mostrare come questa transizione alla serialità si configuri in una riscrittura del mito di Master Chief, adattandolo alla necessità di attrarre un vasto pubblico, non limitandosi a un mero fan service per i giocatori della saga. Su questo piano, Kane e Killen sembrano aver trovato la giusta chiave narrativa, ritraendo un’umanità futura tutt’altro che ideale, preservando diverse identità culturali che trovano modo di convivere in una sorta di meltin pot galattico. In alcuni tratti la sensazione è che ci si sia ispirati ai cinturiani di The Expanse, ma a un esame più accorto questa assonanza è frutto di una concezione narrativa trasversale che accompagna da decenni la narrativa fantascientifica.
Se visto con occhi obiettivi, e andando oltre alla spasmodica ricerca di una dogmatica aderenza alla lore videoludica, l’anteprima di Halo sembra essere il primo assaggio di una serie di fantascienza di altro profilo, di cui attendiamo ora con ansia le restanti puntate.