La n-uova serie Netflix ispirata al personaggio della Sanrio, la stessa casa di Hello Kitty, ha come protagonisti un uovo crudo e un pulcino: Gudetama (da leggere con l'accento sulla "a" alla fine) è un anime che cova una deliziosa morale sul senso della vita e il viaggio alla scoperta di noi stessi. Una serie leggera, tenera, piacevole, come una ciotola di riso con un uovo sopra, perfetta da gustare in ogni momento della giornata, soprattutto a orari pasto.
Gudetama: un'avventura eggcezzionale
Purtroppo la battuta "eggcezzoniale" funziona meglio se si conosce l'inglese, ma all'estero la riportano spesso e per una buona motivazione: Gudetama è una serie davvero eccezionale. Con i suoi 10 episodi, ciascuno della durata di 10 minuti circa, appassionerà grandi e piccini, grazie anche alla sua animazione, gestita dallo studio OLM, che è stata in grado di riportare in maniera sorprendente lo stile originale del cartone nel mondo reale.
Cosa rende una serie tanto piccola, semplice e banale qualcosa di così grande? Tanto per incominciare, proprio la sua semplicità: Gudetama è un uovo pigro, svogliato, indolente e senza ambizione. La sua vita avrebbe continuato a galleggiare nel suo stesso albume, se non fosse che incontra Shakipiyo, un uovo che al contrario del nostro protagonista è "maturato" ed è diventato pulcino. Con riluttanza, Gudetama viene convinto da Shakipiyo che siano fratelli e decide di lasciarsi trasportare dal desiderio del pulcino schiuso di trovare la loro madre, partendo insieme per un'avventura fuori dalla cucina. Hanno (letteralmente) una scadenza: devono ricongiungersi con la propria mamma prima che Gudetama, ovviamente, marcisca.
La trama gira, cresce ed evolve partendo da questo piccolo punto fino a congiungersi con altre trame, altre prospettive, finendo per assomigliare al famoso uovo dei miti cosmogonici, che lo identificano come l'emblema perfetto del "micro-cosmo" che racchiude il "macro-cosmo": nel corso della sua storia, Gudetama si imbatte in tutte le tipologie di uova mangiate in Giappone, dalle Ikura (le uova di salmone) al Pitan, l'uovo centenario, fino alle uova sode, i budini con le uova e i Tamagoyaki, le uova sbattute e arrotolate tipiche della cucina giapponese.
Una curiosità a proposito di queste variante uovolose: Shunsuke Takeuchi, doppiatore originale di Gudetama, ha doppiato oltre 24 personaggi per la serie, comprese tutte le varianti di uova presenti, differenziando per ognuna con la stessa voce le diverse personalità, come il caso di "Rock", un uovo fritto ossessionato dalla musica rock, e “Ganguro”, un uovo bruciato che adora truccarsi. Un'altra curiosità della serie interessa la natura di Gudetama: l'ovetto infatti è nato tra il 2013 e il 2014 dalla Sanrio per promuovere nuovi personaggi che rispondessero a requisiti strategici alimentari. L'azienda sperava potessero entrare in contatto sia con i loro consumatori, amanti del genere "kawaii" (letteralmente "carino"), sia con amanti del cibo. Sebbene Gudetama non sia stato subito scelto per promuovere l'azienda, è rapidamente diventato un personaggio amato dai fan, complice probabilmente il suo carattere singolare che dà origine anche al suo nome, che significa proprio "uovo depresso".
Un uovo depresso per curare la tristezza
A impreziosire però la serie non è soltanto la varietà di offerte gastronomiche a tema uova, bensì anche la panoramica sul Giappone, che l'anime mostra senza malizia: nel corso della sua avventura, questo piccolo ovetto annoiato e spento segue languidamente la corrente, riflettendo spesso sui sentimenti, gli stati d'animo e le emozioni delle persone che lo circondano. Ci imbattiamo in questo modo in alcuni aspetti interessanti della cultura nipponica, come la vita di un ministro giapponese e quella di un allevatore di galline.
Tutto risulta credibile e godibile, merito anche dell'animazione: è difficile trovare momenti in cui un uovo crudo e un pulcino coperto dal suo stesso guscio non siano credibili all'interno del paesaggio in cui sono stati collocati. Lo studio OLM ha prodotti altri lavori di grande qualità, come Pokemon, Komi-san e Odd Taxi, ma mai in 3D. Se c'erano dunque alcune perplessità sulla resa grafica da parte di uno studio che non aveva dimestichezza con l'argomento, ci sentiamo di tranquillizzarvi: sin dai primi minuti vi sarà chiarito il livello dell'animazione. E se pensate che sia superfluo parlarne per uno spettacolo adatto dai sette anni in su, con protagonista un ovetto famoso per il suo retro morbido e arancione, dobbiamo smentirvi stavolta: è semplicemente ammirevole come il tutto sia credibile e realistico. Grazie a un prodotto così accurato e godibile anche a livello di grafica, tutti possono apprezzare la serie, anche coloro che non hanno mai conosciuto Gudetama.
Con le sue conversazioni surreali e assonnate, contrapposte all'energia e alla positività di Shakipiyo, Gudetama sperimenta più volte il senso della sua vita e quello degli altri, accettando con serenità tutto ciò che gli capiterà. Sebbene sia principalmente una commedia, la serie tocca argomenti maturi, adatti soprattutto a un pubblico adulto. Gran parte della narrazione, anzi, si concentra su umani adulti, toccando un ampio genere di età. Se i bambini apprezzeranno soprattutto un ovetto pigro, molliccio e annoiato che si lascia trasportare dentro una carrozzina da un tenero pulcino, gli adulti potranno imparare qualcosa dalla vita lavorativa giapponese, dalle tematiche motivazionali e l'introspezione, grazie a uno stile dolce, rilassato e delicato, un po' come era stato per Rilakkuma e Kaoru.
Oscillando tra sensazioni positive e negative, tra una morale nichilista e un'altra avanguardista, si arriva alla conclusione della serie con tante lezioni imparate, forse nessuna pienamente giusta, ma molte che hanno il buon sapore della semplice accettazione. E sicuramente anche una discreta fame di uova.