Arrivati alla sua quarta iterazione, la versione televisiva di Gomorra è divenuta non solo uno dei serial più apprezzati nello Stivale, ma anche nel resto del mondo, dove ha raggiunto l'impressionante copertura di 170 paesi. Nonostante si sia fatta carico di rappresentare il Made in Italy nel piccolo schermo, non vengono più nascoste le ispirazioni dai prodotti d'oltreoceano più recenti per ritmo, sceneggiatura e costruzione della narrativa, seppur confezionate con una riuscitissima cifra stilistica tipicamente italiana. Ma anche dissezionandola nello stile e particolari, l'ovvio non cambia: Gomorra è una serie televisiva ottimamente costruita, che mantiene alta la sua qualità dopo anni e cambi improvvisi di registro. Il Clan dei Savastano è ancora grande e potente dopo il finale a sorpresa della scorsa stagione?
Vecchi problemi, nuove soluzioni
*SEGUONO SPOILER DEL FINALE DELLA TERZA STAGIONE*
La risposta pare essere no. Il sacrificio di Ciro per salvare l'amico fraterno Genny (Salvatore Esposito) non basta a fermare un'emorragia già in atto nelle file dei Savastano, che devono giocare in difensiva contro Sangue Blu e i fratelli Capaccio. Lo stesso giovane padrino è sconvolto dalla perdita del compagno d'armi di una vita e non sembra in grado di guidare i suoi sottoposti verso l'imminente "pioggia di sangue". Ed è per questo che gioca d'astuzia, coinvolgendo un clan del nord della Campania, abbastanza potente da incutere timore e fare da garante a un pace duratura: la famiglia Levante, con cui Genny è direttamente imparentato.
La prima puntata funge da epilogo alla storyline dello scorso anno, dove vediamo gli effetti dello sconvolgente finale sull'ultimo grosso attore rimasto in partita. Non è la prima volta che il giovane padrino viene messo con le spalle al muro, ma questa volta è diverso: il suo spirito è quello in frantumi, non il corpo come avvenuto nel finale della prima stagione. La sua richiesta di aiuto allo zio di campagna viene più da una volontà stanca di continuare questo gioco mortale, quando vuole donare una vita tranquilla alla moglie e al piccolo Pietro.
Con un piano azzardato e rischioso, ben ripreso in uno dei piani sequenza più elaborati che la serie ci abbia mai proposto, Genny rompe un tabù sacrosanto del suo personale codice morale pur di strappare un accordo ai suoi nemici, per passare la patata bollente alla sua compagna d'affari Patrizia, ora nuova madrina del territorio di Secondigliano.
Possibile redenzione?
Completamente agli antipodi è invece il secondo episodio, con una narrazione completamente separata dalle vicende di criminalità organizzata della serie, per spostare l'attenzione sulla caratterizzazione del suo attore principale. Un anno dopo gli eventi della première, ritroviamo il personaggio di Esposito rinato come imprenditore "pulito" mentre ottiene i finanziamenti e i terreni necessari per costruire un nuovo imponente aeroporto in Campania, il tutto a norma di legge.
Fa quasi ridere questo ribaltamento del personaggio - un uomo che fin dalla nascita è stato abituato se non quasi indottrinato alla via della criminalità e a comportamenti omertosi - cambiare completamente faccia da una puntata all'altra, ma il lavoro della sceneggiatura mostra un livello di analisi caratteriale mai affrontata dallo show. Nei 55 minuti in cui Esposito domina la scena e la fa completamente sua, vengono evidenziati dei dettagli del suo carattere mai esplorati, così il suo profondo disagio nel portare un cognome tanto mal visto dal resto della società. Una croce che non vuole passare al piccolo Pietro, per cui si impegna tanto a dargli un'infanzia normale come tutti gli altri bambini dell'asilo.
L'intreccio dell'episodio, non particolarmente complesso, ci ricorda però che non è solo Genny la pecora nera in un sistema perfetto, ma tutti gli altri personaggi inediti nascondono dei panni sporchi sotterrati. Ce lo mostra tramite la piccola ma significativa storia di un uomo povero con una moglie malata terminale a cui il protagonista offre un aiuto economico in cambio del suo pezzo di terra: se qui il personaggio di Esposito finisce sempre per interpretare il cattivo o l'orco della situazione, sarà proprio la rivelazione finale a sovvertire i ruoli fra i due uomini, gettando un'ombra su tutta una realtà della società campana che Gomorra non ha (quasi) mai trattato.
Sebbene sia un episodio staccato e che probabilmente rimarrà standalone, la sua potenza narrativa regala una ventata d'aria fresca per lo show e imposta alcune tematiche centrali per il resto della stagione, in particolare per il suo oramai protagonista solitario. Già nelle anticipazioni vediamo un ritorno alle familiari ambientazioni suburbane di Secondigliano e le atmosfere tipiche dello show, ma siamo sicuri che dopo questa puntata più introspettiva l'intera vicenda avrà un sapore diverso.
Volete farvi un bel ripasso delle stagioni precedenti? Eccovi un bel cofanetto Blu-Ray delle passate stagioni!