"Loro non ti hanno salvato la vita. Te l'hanno rubata" è la frase che chiude lo splendido trailer di Ghost in The Shell, film che arriverà nelle sale italiane il 30 marzo 2017. Un'operazione rischiosa, come sempre quando si va a toccare un'opera che si è costruita negli anni una base di appassionati pronti a disconoscere e criticare anche il più piccolo dettaglio - e in genere molto meno inclini ad apprezzare gli aspetti positivi.
Ghost in The Shell ci racconta l'avventura di un'agente cibernetico, una cyborg, impegnata insieme ad alcuni compagni nella lotta al terrorismo. Nota come "Il Maggiore", la protagonista è interpretata da Scarlett Johansson (Captain America, The Avengers, Under The Skin, Una canzone per Bobby Long), scelta che sin dal primo momento ha sollevato diverse obiezioni da parte dei fan storici della saga giapponese.
Alla regia troviamo invece Rupert Sanders, che trova in questo film la sua esperienza più rilevante finora dopo aver girato alcuni corti e Biancaneve e il cacciatore. Tra gli altri interpreti vale la pena citare almeno Takeshi Kitano, Michael Wincott e Juliette Binoche.
Il trailer ci presenta l'ambientazione del film e la protagonista, con una messinscena che riprende e reinterpreta le atmosfere originali degli anime Ghost in The Shell, ma che strizza l'occhio anche a mostri sacri come Blade Runner o Il Quinto Elemento. Quello rappresentato in questo film è un mondo cyberpunk decadente, con periferie opprimenti affollate da colori accesi che non riescono a rallegrare il quadro d'insieme. C'è una pluralità di personaggi che orbita intorno alla protagonista, dai cyborg ai monaci; alcuni la aiuteranno e altri ostacoleranno il suo percorso, che in ultima analisi è una ricerca di un'identità perduta e sfuggente. Un'idea su cui aveva lavorato anche il nostro Gabriele Salvatores con Nirvana, nel 1997.
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Come già in passato Johansson sembra perfettamente a proprio agio in questo ruolo, ma d'altra parte non ci aspettiamo nulla di meno da quest'attrice, che si è già dimostrata capace d'immedesimarsi nei personaggi più diversi, così come di sapersi adattare bene ai contesti fantascientifici.
Per quanto brava Scarlett Johansson resta una bianca statunitense, e questo aspetto ha fatto storcere il naso ai fan. Il fatto è che la protagonista originale è giapponese e si chiama Motoko Kusanagi, e avrebbero voluto che si restasse fedeli a questo dettaglio.
"Scelgo gli attori emotivamente", ha commentato il regista, "e credo di essere stato molto fortunato trovando uno spettacolare gruppo internazionale, fatto di persone con cui ho sempre voluto lavorare. Scarlett è una di queste, e per me ci sono ben poche attrici con 20 anni di esperienza e che hanno già assimilato l'estetica cyberpunk". Sanders cita poi titoli come Lost in Translation o Under The Skin per sostenere la sua scelta.
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Il regista è anche convinto che Johansson abbia fatto un lavoro eccellente con Ghost in The Shell, ma naturalmente dovremo attendere di vedere il film per scoprire se siamo d'accordo con lui oppure no. "Ha fatto un lavoro eccellente nel ricreare l'evoluzione dell'umano all'interno della macchina". "In un certo modo", continua il regista, "è una storia di formazione e una presa di coscienza del tipo sono ciò che sono, qualsiasi cosa mi sia successa, nel bene e nel male, è la somma di ciò che sono ora".
Nonostante le critiche, in buona parte prevedibili, Sanders resta quindi fedele alla sua decisione. "Per me è la migliore attrice della sua generazione". Probabilmente, si potrebbe aggiungere, la produzione ha voluto limitare i rischi. Una protagonista giapponese avrebbe forse allontanato parte del pubblico occidentale. È già considerato un azzardo mettere una donna al centro della storia, così come lo è fare un film di fantascienza; è forse legittimo supporre che i finanziatori non fossero disposti ad alzare ulteriormente la posta.
In passato anche il produttore Steven Paul aveva risposto alle critiche, sottolineando che Ghost in The Shell ha una lettura internazionale, non necessariamente solo giapponese. Di sicuro anche nell'originale si lascia intendere che la realtà descritta è quella di tutto il mondo, e che il cartone animato apre una (piccola) finestra su alcuni eventi. In questo primo trailer tuttavia gli elementi tipicamente giapponesi non mancano, basti guardare alla scena del ristorante, alle maschere, alle strade.
Vedremo se il film sarà meritevole, come il trailer lascia intuire, e se anche i fan storici di Ghost in The Shell riusciranno ad apprezzarlo. L'appuntamento è per il 30 marzo 2017.