Game of Thrones: intervista a Daniele Giuliani, la voce di Jon Snow
Scopriamo in esclusiva segreti e curiosità su Jon Snow dalla viva voce di Daniele Giuliani il doppiatore italiano che ha portato nella nostra lingua parole e gesta del Re del Nord!
In occasione dell'ultima stagione di Game of Thrones, da poco arrivata a metà con il suo terzo, straordinario, episodio, abbiamo intervistato l'attore e doppiatore Daniele Giuliani, voce ufficiale di Kit Harrington e, dunque, voce italiana del personaggio di Jon Snow.
Daniele ci ha raccontato del mestiere del doppiatore, del rapporto con la serie e con gli spoiler, ed ovviamente dell'impegno che va profuso quando ci si trova a fare i conti con un fenomeno generazionale com'è il caso di Game of Thrones!
Ciao Daniele, e benvenuto su Tom's! Dicci, com'è stato doppiare una serie come Game of Thrones? Agli esordi nessuno si aspettava un impatto mediatico del genere, ma oggi parliamo di una delle serie più importanti degli ultimi 10 anni. Com'è stato?
In realtà qualcuno se lo aspettava… ricordo quando un caro amico e bravissimo collega (Edoardo Stoppacciaro) mi disse “fai il provino per Jon?!?! PAZZESCO!! Non sai che sarà!!!”
Doppiarla è stato molto bello, intenso, arricchente. E non parlo ovviamente dell’aspetto economico, anzi. Mi ha fatto crescere, mi ha fatto imparare. E poi essere stato scelto dopo un provino per doppiare una serie del genere è una grossa soddisfazione. In 10 anni siamo in qualche modo “cresciuti insieme”.
Ormai sei diventato la voce ufficiale di Kit Harrington, tanto da averlo doppiato anche nella sua “versione animata” all'interno della serie Dragon Trainer. Com'è essere associati ad un attore specifico? È qualcosa che in qualche modo ti contraddistingue, come succedeva all'epoca per voci come quella di Ferruccio Amendola, o pensi che sia un cliché che non ha più senso nelle produzioni odierne?
Purtroppo (o per fortuna) non esistono più voci “ufficiali” (a patto che siano mai esistite). Ho doppiato Kit Harington tante volte in tanti prodotti, praticamente sempre. E sono chiaramente affezionato a lui, in un senso lavorativo. Ma so bene che potrà tranquillamente succedere che qualche direttore non me lo faccia doppiare più avanti. Ormai sembra quasi diventata una moda quella di cambiare spesso i doppiatori. Basta farsene una ragione.
Il personaggio di Jon Snow si è evoluto notevolmente nel corso delle varie stagioni, da doppiatore come ci si deve comportare per offrire al pubblico italiano lo stesso sviluppo dal punto di vista del solo timbro vocale?
In realtà voglio dire una cosa, e abbattere un falso mito: il mio NON è un lavoro “di voce”. È un lavoro attoriale. Spesso il pubblico si rivolta perché una voce in originale è un pizzico più profonda, o meno profonda, o più vecchia, ecc. Ma questa è una logica che appartiene a chi non sa cosa vuol dire recitare, a chi non ha mai letto un grande classico, ecc. Il mio è un lavoro di emozioni. Io devo far ridere se il mio personaggio fa ridere (ripenso a Paura di InsideOut) o far piangere se fa piangere. Avrò fatto un buon lavoro se avrò restituito quelle emozioni lì. Chi si appiglierà a un timbro di voce diverso vorrà dire che si sarà fermato al dito senza guardare la luna.
Per quanto riguarda l’evoluzione del personaggio e del modo di recitare di Kit Harington, lui nel tempo si è “incupito” sempre più. Ormai ha assunto un modo di recitare molto “basso”, molto “introspettivo”, in un certo senso. Il rischio che si corre, doppiandolo nello stesso modo, è quello di risultare piatti. Perché si tenderebbe ad essere mono-tono. Invece le emozioni , per arrivare in maniera nitida, hanno bisogno di essere liberate. Sennò sembriamo sempre uguali.
Qual è stato, che ti ricorda, l'episodio più difficile da doppiare?
L’episodio più difficile da doppiare è stato il primo. O comunque tutti i primi. Ero molto nervoso, emozionato, agitato. Quasi impaurito. Ma in un certo senso lo era anche Jon, e quindi è stato più facile avvicinarmi alle sue emozioni.
Come funziona il lavoro di doppiaggio quando si parla di una serie importante come GOT? Ci sono precauzioni o “differenze” rispetto ad altri prodotti simili?
Purtroppo no. I ritmi sono troppo sostenuti, quasi folli. E non dipende dalla società italiana, che anzi ringrazio (Sefit), né dal direttore (Sandro Acerbo), ma dal fatto che i materiali li mandano a ridosso della messa in onda, con consegne brevissime, e purtroppo tempo e qualità non vanno molto d’accordo.
Da “interno”, quale credi sia stata la chiave del successo del GOT televisivo?
Il Trono di Spade racconta una storia seducente. È fantasy, ma non esagerato, e questo lo ha avvicinato anche a tutti quelli che non hanno mai letto Tolkien o altri. E poi è una specie di trattato socio-politico. C’è un grande oggetto del contendere: il trono. E tanti personaggi che incuriosiscono. Le tante trame narrative hanno costruito una rete che è stata sì uno dei “problemi” (Chi è questo personaggio? Dove sta quella città? Perché questa donna vuole uccidere quel ragazzo? Come si chiamava la figlia di quel re?), ma hanno anche creato una ragnatela drammaturgica che ha coinvolto straordinariamente il pubblico.
Com'è per un doppiatore concludere una serie televisiva tanto lunga?
Un dispiacere. Perché è una bella storia che finisce. È un percorso lungo che ha portato tante sorprese, tante emozioni. Aver condiviso questo cammino con il direttore di doppiaggio, l’assistente, i vari fonici che si sono susseguiti, i colleghi… È un po’ triste.
Con il senno di poi, se non avessi doppiato Jon, a quale personaggio avresti voluto dare la tua voce? E al di la di questo, qual è in assoluto il tuo personaggio televisivo?
Il mio personaggio preferito della serie, per qualità recitative, capacità attoriali e trama in generale è Tyrion. Mentre in assoluto il mio personaggio preferito è Michael Scofield di Prison Break.
Toglici una curiosità: ti è mai capitato che qualcuno ti chiedesse “cosa succede dopo”?
In continuazione… ahahahahaha.
Vuoi sapere come va a finire? Ok…. uafghjz uwu hgsòaugng osrhgvò osngòrsj bòsorugmcaosirgv òsrogjnrwi0VWgubbv bvsròuv<.rbòu<gòsv<lr vòsiu<rkvb<.u.
Scusa, la mia tastiera non funziona bene… No, a parte gli scherzi, firmiamo accordi di riservatezza che ci impediscono di rivelare anche il più piccolo dettaglio.
Sei un appassionato di serie tv? Quale ti piacerebbe doppiare?
A me piacerebbe doppiare una serie che penso non sia ancora stata fatta. Io sono un grande amante della fantascienza, e il mio autore preferito è Asimov. Mi piacerebbe, da nerd quale sono, vedere una serie sulla Fondazione. E ovviamente doppiarla! :D
In chiusura dicci, dove potremo “ascoltarti” prossimamente? Su quali altri progetti sei impegnato in questo momento?
Da qualche tempo sono diventato anche direttore di doppiaggio… quindi spesso sono dietro al vetro. Qualche progetto in cantiere comunque c’è, ma sono scaramantico, quindi mi sentirete senza averlo saputo prima! :D
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