Con il Decreto Ministeriale dell'11 giugno si spiana la strada per la riapertura delle sale cinematografiche, con i proiettori che si riaccenderanno lunedì 15 giugno.
Si tratterà però di una ripresa graduale, non tanto sul piano legislativo quanto su quello pragmatico. Molti dei grandi film internazionali, dei blockbuster, sono in stallo, aspettando nelle scuderie dei loro rispettivi Studios il periodo più proficuo per debuttare sulle scene. Non solo, i cinema hanno bisogno di almeno un paio di mesi di preparazione, prima di farsi carico di una pellicola d'alto profilo. Luigi Lonigro, presidente della sezione distributori dell'Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive (ANICA), stima sulle pagine di Ansa che la prossima settimana non vedremo che un 10 per cento del normale mercato delle sale, un tasso notevolmente basso che salirà al 20 per cento a luglio e, finalmente, all'80 per cento verso Ferragosto.
Il destino dei cinema è stato a lungo immerso in un mare di dubbi, se non altro perché le normative sulla sicurezza sanitaria ventilate fino a qualche giorno fa avrebbero radicalmente influenzato i ritorni economici degli esercenti, molti dei quali avrebbero preferito non riaprire i battenti che sottostare a imposizioni tanto castranti. Dopo lunghi confronti, molti degli scogli sono stati infranti: il distanziamento dei posti a sedere non sarà vincolante per i "componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale"; ci si potrà togliere la mascherina una volta seduti e la prenotazione del biglietto è auspicata, ma non obbligatoria.
«Un passo importante per consentire la ripartenza del settore di spettacolo, fermo da quasi 4 mesi con oltre 30 milioni di presenze perdute e con un percorso di ripartenza che sarà graduale e porterà entro poche settimane ad un ritorno a regime con nuovi titoli in arrivo nelle sale. Il cinema in Italia può ripartire uniformemente a quanto avviene nei principali mercati europei, dimostrando di essere pienamente allineato anche sotto all'aspetto della sicurezza degli spettatori e tutela dei nostri collaboratori. Adesso pensiamo ad una importante campagna di comunicazione a sostegno delle sale che riaprono. Cinema di città, multisale, arene all'aperto, gli esercenti progressivamente riapriranno per riaccogliere il pubblico», sostiene Mario Lorini, presidente dell'Associazione Nazionale Esercenti Cinema (ANEC).
Di fatto gruppi di amici, famiglie e congiunti potranno sedersi tutti assieme, basta limitarsi ad avere l'accortezza di non congestionarsi vicino ad altri spettatori. Per la gioia dei gestori, si potranno inoltre consumare snack e bibite comprati in loco, offrendo uno stimolo finanziario non indifferente alle casse della sala. L'afflusso massimo di clienti che possono presenziare a ogni proiezione è di 200 unità, un riferimento arbitrario che non tiene conto delle dimensioni specifiche dei locali e che, pertanto, non ha potuto che sollevare le critiche di alcune forze politiche.
Nonostante le (moderate) preoccupazioni sanitarie, dunque, i cinema riaprono, ma non ci si deve aspettare un ritorno in pompa magna, piuttosto un "test" utile a ricominciare a prendere confidenza e a superare i timori dei raduni pubblici. Tra i film annunciati per i prossimi mesi sono confermati Gli anni più belli di Gabriele Muccino, Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, Bombshell, Il principe dimenticato di Michel Hazanavicius e Favolacce dei fratelli D'Innocenzo. Molti di questi titoli erano già arrivati nelle sale prima della quarantena o sono usciti in questi mesi sotto forma di VOD.