Il 23 febbraio scorso Disney+ ha inaugurato Star, la sesta area tematica del suo servizio streaming, allargando i contenuti già presente sulla piattaforma con una considerevole quantità di nuovo materiale, sia in ambito film, che serie TV. Al fine di orientarsi in questa nuova vasta offerta, dopo aver approfondito l’ambito delle serie TV, abbiamo selezionato dieci film imperdibili, vere e proprie perle che nessun fan del grande schermo dovrebbe farsi sfuggire.
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- Alien (1979)
- Deadpool (2016)
- Il ponte delle spie (2015)
- Ladyhawke (1985)
- La sottile linea rossa (1998)
- Little Miss Sunshine (2006)
- Logan – The Wolverine (2017)
- Moulin Rouge! (2001)
- Pretty Woman (1990)
- Vita di Pi (2012)
Alien (1979)
E’ il primo film di un franchise (composto anche da fumetti, serie TV, gadget, libri e giochi di ruolo) che ancora oggi, dopo ben quarantadue anni, porta milioni di persone nelle sale dei cinema di tutto il mondo (o almeno, quando ci si poteva andare). E’ da sempre considerato un caposaldo della fantascienza moderna e ha lanciato la carriera sia del regista Ridley Scott (Blade Runner, Il gladiatore), sia dell’attrice Sigourney Weaver (Ghostbusters, Una donna in carriera, Avatar). Dopo tre sequel, due film crossover con i Predator e due prequel (gli unici firmati nuovamente da Ridley Scott), gli xenomorfi inventati per l’occasione dall’artista svizzero Hans Ruedi Giger fanno parte oramai dell’immaginario collettivo. Questo primo film si caratterizza da un’atmosfera cupa, con tinte horror che verranno reinterpretate in modi molto diversi dai registi dei film seguenti. Nel cast spiccano John Hurt (Fuga di mezzanotte, The Elephant Man) e Ian Holm (Momenti di Gloria, Il Signore degli Anelli).
Deadpool (2016)
Deadpool è considerato uno spartiacque nella storia moderna del cinema, in quanto è il primo prodotto Rated R (cioè vietato ai minori di diciassette anni negli USA) dei supereroi Marvel mainstream. Il grande successo della pellicola ha infatti sdoganato l’idea che i film di supereroi dovessero essere accessibili anche agli adolescenti, evidenziando che il genere ha oramai un forte seguito anche fra il pubblico adulto. In verità esistevano già molti film tratti da fumetti di grande popolarità e con la stessa classe di divieto (ricordiamo i più famosi: Watchmen, V per Vendetta, Sin City, Kick-Ass, Constantine e Wanted) e molti anche dell’universo Marvel (fra tutti Blade e le varie incarnazioni de Il Punitore), ma effettivamente nessuno di questi faceva parte del mondo mainstream dei supereroi, faceva riferimento ai personaggi più noti o presentava il prodotto come collegato al resto del cosiddetto MCU.
Questi aspetti hanno pesato così tanto sulla scelta di realizzare il film che la decisione è stata presa dopo dieci lunghi anni: diversi sceneggiatori e registi sono passati per la pre-produzione, con il solo Ryan Reynolds saldo al timone per cercare di portare in porto il progetto. Alla fine del calvario, con un budget di cinquantotto milioni di dollari, tagliati il giorno prima del via, il film ha incassato quasi ottocento milioni di dollari in tutto il mondo, raccogliendo l’entusiasmo dei fan. Nel cast, oltre al già citato Reynolds nella parte del protagonista, troviamo Gina Carano (Knockout - Resa dei conti, The Mandalorian), Morena Baccarin (Serenity, Homeland, Gotham), Ed Skrein (Game of Thrones, Maleficent - Signora del male). Dopo il successo della versione manga, è stato recentemente confermato anche il terzo capitolo del franchise, questa volta integrato ufficialmente nel MCU.
Il ponte delle spie (2015)
Non poteva mancare in questa lista un film di Steven Spielberg; in questo caso parliamo di un thriller spionistico ambientato durante la guerra fredda e basato su una storia vera (nonostante siano presenti delle deviazioni dai fatti storici, queste sono comunque limitate). La narrazione ha un punto di vista molto particolare, e cioè quello dell’avvocato di una spia russa catturata su territorio americano, interpretato dal sempre ottimo Tom Hanks (Forrest Gump, Cast Away). Il film ha ottenuto un ottimo riscontro sia al botteghino, sia di critica, portando a casa moltissime candidature a premi internazionali e l’Oscar per il miglior attore non protagonista per Mark Rylance (Dunkirk, Ready Player One).
Ladyhawke (1985)
Fra i grandi classici degli anni ’80 Ladyhawke ha un posto speciale nel cuore di molte persone. Il film rappresenta il perfetto mix di avventura e romanticismo, cavalieri, combattimenti e magia, con un sottofondo di amicizia, fedeltà e amore. Questo bilanciamento è perfettamente incarnato dai due protagonisti, Etienne Navarre (imperturbabilmente interpretato da un Rutger Hauer lanciato solo tre anni prima da Bladerunner) e Isabeau D'Anjou (meravigliosa Michelle Pfeiffer, in cerca dell’affermazione definitiva dopo il successo di Scarface) legati, fra alti e bassi, dal poliedrico trafficone Philippe Gaston (un giovanissimo Matthew Broderick fresco del successo di Wargames).
Pur risultando un flop al botteghino, Ladyhawk raccolse diverse nomination in molte manifestazioni ed è tutt’oggi considerato un punto di riferimento per il genere fantastico. Il film ebbe molta risonanza in Italia perché la quasi totalità della pellicola fu girato proprio nel nostro paese (anche se nell’adattamento nostrano si presentò un’ambientazione francofona), in particolare Lombardia, Emilia e Abruzzo. Alla regia troviamo Richard Donner, che proprio negli anni ’80 diede vita a diversi film oggi considerati cult (Superman, I Goonies, Arma Letale).
La sottile linea rossa (1998)
Terzo film di Terrence Malick (The Tree of Life, La vita nascosta), è considerato uno dei migliori titoli di guerra degli ultimi anni, avendo totalizzato ben sette nomination agli oscar (ma purtroppo nemmeno una statuetta) e diversi premi internazionali (fra cui l’Orso d’Oro). Ambientato durante la seconda guerra mondiale, narra la storia di una compagnia dell’esercito statunitense che deve conquistare un campo d’aviazione giapponese. Il film si caratterizza per una regia incisiva, una fotografia meravigliosa e una colonna sonora (targata Hans Zimmer) coinvolgente.
Dopo il primo montaggio che dava alla luce una pellicola di sei ore, la versione finale fu ridotta a circa tre ore; possiamo quindi dividere il cast fra gli attori sopravvissuti a questo taglio, come Sean Penn, Adrien Brody, Jim Caviezel, George Clooney, John Cusack, Woody Harrelson, Jared Leto, Nick Nolte e John Travolta e quelli che sono rimasti sul pavimento della sala montaggio, come Billy Bob Thornton, Martin Sheen, Bill Pullman, Viggo Mortensen, Gary Oldman e Mickey Rourke. La sottile linea rossa è un film importante, intenso, assolutamente da vedere.
Little Miss Sunshine (2006)
Nato come film indipendente, presenta al loro debutto dietro la macchina da presa i coniugi Jonathan Dayton e Valerie Faris (Ruby Sparks, La battaglia dei sessi) e alla sceneggiatura l’esordiente Michael Arndt (Toy Story 3, Star Wars: Il risveglio della forza). Ha un budget molto ridotto (solo otto milioni di dollari), ma il successo riscosso al Sundance Film Festival lo fa salire velocemente alla ribalta, portando un incasso globale di più di cento milioni di dollari. La storia della squinternata famiglia Hoover e del loro assurdo viaggio dal Nuovo Messico alla California su uno sgangherato pulmino Volkswagen T2 entra nel cuore di pubblico e critica. Il conflittuale rapporto fra padre e figlio e la segreta complicità fra nonno e nipotina, sono alcuni dei rapporti domestici esplorati dalla pellicola.
Il film non si limita a un semplice racconto interno al nucleo familiare: lo pone infatti al centro di un ecosistema (società, cultura, media) che lo influenza senza permettergli di reagire, fino all’inevitabile crollo. Il cast è decisamente notevole e mischia attori navigati e nuove leve, che verranno poi confermate negli anni successivi come attori di talento; troviamo quindi i già affermati Greg Kinnear (C'è posta per te, We Were Soldiers - Fino all'ultimo uomo), Toni Collette (The Sixth Sense - Il sesto senso, In Her Shoes - Se fossi lei), Steve Carell (40 anni vergine, Foxcatcher - Una storia americana), il premio oscar come attore non protagonista in questa stessa pellicola Alan Arkin (Edward mani di forbice, Gattaca - La porta dell'universo) e i quasi esordienti Abigail Breslin (Certamente, forse, La custode di mia sorella) e Paul Dano (Il petroliere, 12 anni schiavo). Da notare anche la presenza della “coppia” Bryan Cranston e Dean Norris, presenti nella stessa pellicola due anni prima della consacrazione con Breaking Bad.
Logan – The Wolverine (2017)
Canto del cigno (almeno con Hugh Jackman come protagonista) della saga del più famoso e amato X-Men della Marvel, Logan è probabilmente il miglior film sui mutanti di sempre: con un budget di circa cento milioni di dollari, ha incassato più di seicento milioni in tutto il mondo ed è il primo film su super eroi a essere nominato per la migliore sceneggiatura non originale agli Oscar (raccogliendo dozzine di altre nomination e vincendo una decina di premi). Probabilmente seguendo l’onda di Deadpool, è un film R-Rated negli USA (vietato quindi ai minori di diciassette anni): la crudezza e la violenza che caratterizzano da sempre questo personaggio, un mutante in perenne lotta con la sua parte più bestiale, vengono finalmente rappresentate senza filtri.
La brutalità non è però fine a se stessa: è il veicolo di una serie di messaggi che, se anche non sono nuovi per chi segue i fumetti del protagonista, vengono finalmente sviscerati senza remore sul grande schermo. Il risultato è un film che convince a tutti i livelli, tanto da diventare il terzo miglior film R-Rated di tutti i tempi al botteghino. Oltre a Hugh Jackman, il film di James Mangold (Ragazze Interrotte, Quel Treno per Yuma, Le Mans ’66) è arricchito fra gli altri da Patrick Stewart (diversi Star Trek e moltissimi dei film sugli X-Men), Stephen Merchant (Jojo Rabbit) e presenta sul grande schermo per la prima volta una bravissima e giovanissima Dafne Keen (His Dark Materials).
https://www.youtube.com/watch?v=DU3m1kqbNMwMoulin Rouge! (2001)
E’ il film che ha segnato il rilancio del genere musical, da anni disdegnato dalle grandi produzioni hollywoodiane. Vincitore di due premi oscar (scenografia e costumi), un incasso al botteghino di quasi centottanta milioni di dollari (con un budget faraonico, per il genere, di cinquantadue milioni), la pellicola è un azzeccato miscuglio di musica pop reinterpretata su una storia ispirata alla traviata di Verdi, di personaggi storici reali e protagonisti inventati di sana pianta, di scenografie e costumi realistici ma spinti oltre i limiti della sfrontatezza. I protagonisti Nicole Kidman (Cuori ribelli, Dogville) ed Ewan McGregor (Trainspotting, Sogni e delitti), già attori affermati a livello internazionale, dimostrano grandi doti canore e inanellano una serie di nomination importanti (solo per la Kidman si concretizzerà un Golde Globe).
Pretty Woman (1990)
Pretty Woman è la commedia romantica per eccellenza, il film che ha proiettato Julia Roberts nell’immaginario maschile e ha riconfermato Richard Gere in quello femminile (dopo American Gigolò e Ufficiale e gentiluomo). Il film fu un successo di pubblico (quarto incasso assoluto negli USA e terzo nel mondo nel 1990) e di critica (fra gli altri una nomination agli Oscar e una vittoria ai Golden Globe per Julia Roberts) e mantiene ancora oggi alto l’interesse del pubblico (in Italia l’ultimo passaggio, nel 2020, ha totalizzato quasi il 16% dello share, un risultato notevole, per un film che compiva trent’anni). La storia di riscatto e d’amore dei protagonisti colpisce nel segno grazie alla sua universalità che trascende lo spazio e il tempo.
Vita di Pi (2012)
Tratto dall’omonimo romanzo di Yann Martel, il film narra la storia della vita di un ragazzo indiano, chiamato Pi, e in particolare di come è sopravvissuto a un naufragio nell’oceano pacifico in una scialuppa di salvataggio insieme a una tigre del bengala. La pellicola ha una fotografia fortemente di impatto, aiutata da una sceneggiatura e una regia che esaltano l’aspetto onirico e di racconto fantastico della storia; da sottolineare anche l’uso degli effetti speciali che raggiunse livelli di realismo mai visti prima nell’animazione della tigre.
Dietro la macchina da presa troviamo Ang Lee, uno dei più discontinui registi degli ultimi anni: capace di portare sul grande schermo film meravigliosi o potenti come La tigre e il dragone e I segreti di Brokeback Mountain e film altrettanto vuoti come Hulk (la pellicola con Eric Bana) o il recente Gemini Man.