Fear Agent: alieni, alcol e sci-fi retrò
Rick Remender torna alla sci-fi dell'era pulp con Fear Agent
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a cura di Manuel Enrico
In sintesi
Rick Remender torna alla sci-fi dell'era pulp con Fear Agent
Se ripensiamo agli eroi classici della fantascienza avventurosa, i primi nomi che ci vengono in mente sono Buck Rogers, Flash Gordon e Captain Future. Nell’epoca d’oro delle riviste pulp questi nomi hanno plasmato l’immaginario sci-fi di lettori e futuri scrittori, che hanno visto nelle loro imprese l’essenza dell’avventura cosmica. Alieni letali, donzelle in pericolo e armi a raggi erano i tratti essenziali di questi eroi tutto d’un pezzo, una tradizione che sembra aver trovato ora un erede in Heath Houston, il protagonista di Fear Agent, nuova serie presentata in un corposo volume da saldaPress. Dopo avere omaggio gli eroi pulp con Adventureman qualche mese fa, la casa editrice italiana sembra aver visto in questo comic di Rick Remender l’erede degli eroi cosmici citati.
Non è la prima volta che le imprese di Heath Houston arrivano in Italia. Qualche anno fa erano stati pubblicati da Comma 22 i primi numeri della serie di Remender, che non ebbe però particolare risalto, colpa di un avvio estremamente complesso della saga stessa. Dare vita a una space opera irriverente e scanzonata come quella immaginata da Remender non è opera semplice, una sfida che persino un narratore esperto come l’autore di Tokyo Ghost e Black Science ha faticato a portare a casa. Preso dalla passione per la sci-fi d’annata, Remender ha coinvolto immediatamente il lettore in una narrazione sfrenata, inserendo nella sua storia una serie di elementi narrativi classici in un turbinio di azione e ironia che, a volte, rischia di spiazzare il lettore.
Fear Agent: ritorno alla sci-fi classica
Fortunatamente, la riedizione di saldaPress consente di dare vita a un primo volume di Fear Agent in cui questo ipercinetico starting point viene rimesso in ordine dall’evoluzione della storia. Pare evidente che Remender stesso, una volta saziata la sua voglia di lanciarsi in questa funambolica avventura, abbia voluto fissare dei punti fermi nella continuity della sua serie, trovando un equilibrio tra le diverse componenti di Fear Agent. Intendo lodevole ma soprattutto necessario, perché per quanto ispirato a eroi classici, Heath Houston è tutto fuorchè un eroe, almeno nel senso tradizionale del termine.
Membro dei Fear Agent, corpo di agenti spaziali dediti alla protezione dell’umanità, Heath Houston è l’unico sopravvissuto della sua divisione. Dopo aver impedito la distruzione della Terra da parte di una letale razza aliena, Heath ha perso la propria famiglia durante un devastante attacco al nostro pianeta, una ferita che lo ha spinto a cercare una nuova vita tra le stelle, dove ha messo la sua esperienza di combattente al servizio del miglior offerente avviando una gloriosa carriera di….disinfestatore. Avete alieni che disturbano il vostro pacifico insediamento? Volete sloggiare blatte spaziali dalla vostra stazione spaziale? Heath è l’uomo che fa per voi. Quando non è troppo sbronzo per lavorare, quantomeno.
Come facilmente intuibile, Heath Houston è la personificazione dell’eroe decaduto, vittima delle proprie ferite e arresosi alla perfidia della vita. Il cinismo ha preso il posto dell’eroismo, Heath vaga per la galassia in cerca di ingaggi che gli consentano di rifornire la sua astronave e la sua scorta di alcolici. Unica compagna è Annie, intelligenza artificiale di bordo, che vanamente cerca di portare un minimo di rigore nella dissoluta e auto-distruttiva esistenza di Heath.
Remender, con Fear Agent, dimostra di avere compreso i dettami della weird science e della narrativa pulp. Dopo aver dato vita a una saga in cui i grandi temi della sci-fi venivano ampiamente trattati con Black Science, con Fear Agent quelle medesime tematiche sono utilizzate per animare una storia in cui volgarità ed eccessi sono all’ordine del giorno, ma sempre con la consapevolezza che siano utili alla caratterizzazione dei personaggi. Una visione che nelle mani di Remender diventa un ritratto colorato e irriverente di un eroe inconsapevole, che di errore in errore cerca di recuperare pezzi della propria esistenza, senza rinunciare alle sue pecche e alla sua umanissima fallibilità.
L'uomo giusto al momento sbagliato
È questa grezza, scanzonata e improbabile fragilità interiore di Heath a dare a Fear Agent la sua identità, scoppiettante e confusionaria all’inizio, e man mano sempre più ragionata e approfondita, tra flashback e spiegazioni che aiutano a comporre un mosaico umano appassionante. Perfetto l’uso delle didascalie, specialmente nelle prime fasi di Fear Agent, in cui un flusso di coscienza di Heath ci aiuta a comprendere la complessità interiore di una figura apparentemente di facile comprensione. Nella sua passione per Clemens, nel modo in cui lascia emergere la sua amarezza e il suo rimpianto Heath genera la simpatia con cui altre celebri canaglie hanno segnato pagine indelebili della cultura pop.
Una caratterizzazione di personaggio e universo che passa dagli ottimi disegni di Tony Moore. Chiamato a inaugurare Fear Agent, Moore crea un look retrofuturista che trasuda classicità, che si tratti della forma dell’astronave di Heath al suo insolito equipaggiamento, con una ricerca del dettaglio che porta Moore a creare mondi alieni affascinanti, popolati da creature incredibili. Una visione impagabile che viene ereditata, nella seconda parte del volume, da Jerome Opena. Già al fianco di Remender in Seven to Eternity, Opena preserva la grammatica di Moore, concedendosi un approccio più ironico e volutamente epicheggiante in alcuni passaggi, estremizzando con sagacia il contrasto tra la figura irriverente di Heath e il contesto più compito in cui si trova l’avventuriero.
saldaPress, conscia di aver tra le mani un comic sci-fi intrigante, pubblica l’opera di Remender in un bel volume da collezione, catturando lo sguardo del potenziale lettore con una copertina d’effetto. Come da tradizione della casa editrice, in appendice alla storia troviamo una galleria di extra in cui sono presentati schizzi e disegni preparatori. Una presenza gradita, perché all’interno di questo sketchbook, come viene presentato, troviamo gli studi di Moore per Heath e per le creature aliene, uno sguardo dietro le quinte che stuzzica la curiosità degli appassionati. Un modo interessante per mostrare un altro lato della galassia di Heath Houston, l’uomo giusto al momento sbagliato!
Voto Recensione di Fear Agent - Vol. 1
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Protagonista irresistibile
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- Trama avvincente e ipercinetica
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- Edizione ben curata
Contro
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- Avvio di saga troppo esplosivo
Commento
Remender, con Fear Agent, dimostra di avere compreso i dettami della weird science e della narrativa pulp. Dopo aver dato vita a una saga in cui i grandi temi della sci-fi venivano ampiamente trattati con Black Science, con Fear Agent quelle medesime tematiche sono utilizzate per animare una storia in cui volgarità ed eccessi sono all’ordine del giorno, ma sempre con la consapevolezza che siano utili alla caratterizzazione dei personaggi.