Quando si pensa al cosplay, viene spontaneo pensare immediatamente ai personaggi, a noi tanto cari, di fumetti che narrano le avventure di supereroi, oppure di carismatici protagonisti di manga e anime. In un periodo storico nel quale la cultura pop regna sovrana e il cosplay si è distaccato dall’essere una passione di nicchia, però, sono numerosi i cosplayers che traggono ispirazione anche dal mondo della scrittura e dei romanzi, in particolar modo da quelli fantasy, per dare vita a quei personaggi che, tra una pagina e l’altra, appassionano e intrattengono i lettori con il solo utilizzo della fantasia.
Spesso capita che queste due passioni, unendosi, diano vita e personalità a quei personaggi che altrimenti, se non illustrati, rimarrebbero solo tra le righe dei romanzi. Durante l’episodio di Cosplay Life andato in onda lo scorso martedì 22 marzo sul nostro canale Twitch, abbiamo avuto il piacere di intervistare Valentino Notari, autore del romanzo Cosplay Girl, del quale potete leggerne la recensione su questa pagina, e cosplayer, che ci ha rivelato nel corso della live di essere stato recentemente uno dei due cosplayers che hanno reso reali due dei protagonisti di Poe La Nocchiera del Tempo, il nuovo romanzo della regina del fantasy Licia Troisi (che potete acquistare su Amazon su questa pagina), nota anche e soprattutto per le saghe del Mondo Emerso.
Così, noi della redazione, curiosi di saperne di più, abbiamo colto l’occasione per intervistare anche Licia, che abbiamo avuto l’onore di ospitare in live durante la scorsa edizione di Lucca Comics & Games che, con grande nostra sorpresa, indossava un bellissimo cosplay costruito da lei stessa e indossato durante la convention italiana famosa in tutto il mondo. Ecco quindi, per voi, l’intervista esclusiva a Licia Troisi: scrittrice, astrofisica e, qualche volta, cosplayer!
L'intervista esclusiva a Licia Troisi
In che modo ti sei avvicinata al mondo della scrittura?
In realtà ho sempre scritto; invento storie fin da quando sono piccolissima e ho iniziato a scriverle verso i sette, otto anni, quindi poco dopo aver imparato a leggere e scrivere a scuola.
Quando hai capito che scrivere poteva essere la strada giusta per te?
Molto tardi. Da bambina volevo fare la scienziata, e ho studiato e lavorato per quello; infatti, per circa dieci anni ho fatto l’astrofisica. La scrittura è diventato il mio unico lavoro nel 2014, quando ho deciso di abbandonare la ricerca e mantenere il mio legame con l’astronomia tramite la divulgazione, verso la quale mi sentivo anche più portata. Per me, all’epoca, era diventato difficile portare avanti due lavori, per altro così impegnativi come la scrittura e la ricerca, e al tempo stesso avere una famiglia.
Come e da cosa nascono le tue idee per la creazione di libri sempre nuovi?
L’ispirazione mi viene da qualsiasi cosa; principalmente dalla mia vita di tutti i giorni, ma anche da quel che leggo, sia in termini di libri che di fumetti, ma anche da canzoni, serie televisive e film.
Da cosa trai ispirazione per la caratterizzazione dei personaggi che crei nei tuoi libri?
Principalmente da altri personaggi. Dico spesso di conoscere come funzionano le persone più dalla lettura che dal contatto con gli esseri umani veri. Questo perché quando si legge un fumetto o un libro l’autore è in grado di farci letteralmente entrare nella testa dei personaggi, mostrandoci i loro sentimenti e le motivazioni delle loro azioni. Per fortuna, questo con le persone vere non è possibile, resta sempre una parte intima che non possiamo e non vogliamo mostrare a nessuno. Può capitare che a volte attribuisca ai miei personaggi caratteristiche delle persone vere, ma si tratta in genere di singoli elementi, spesso neppure troppo importanti.
Come hai gestito l'arrivo della fama?
All’inizio non è stato facilissimo fare i conti col giudizio dei lettori, a volte anche molto duro. Questo perché ero giovane e perché eravamo agli albori di Internet, nessuno sapeva davvero come funzionava quel mondo e per certi versi c’erano meno filtri. Poi, col tempo, ho imparato a farci i conti e non avere particolari problemi neppure con le critiche più cattive, che tutto sommato restano un attestato del fatto che il libro ha colpito il lettore, magari in negativo, ma l’ha colpito, che poi è la cosa che mi interessa di più. Per il resto, la fama che può raggiungere uno scrittore, a meno di clamorosissimi successi in eventuali trasposizioni cinematografiche delle sue opere, è sempre abbastanza limitata, e quindi facilmente gestibile.
Sappiamo che sei anche un'astrofisica: raccontaci un po' di questa carriera.
La prima volta che ho pensato che l’astronomia potesse interessarmi come disciplina di studi è stato quando avevo undici anni, e vidi un documentario sulla vita e il lavoro di Stephen Hawking. Verso i quindici anni, dopo aver letto un po’ di libri divulgativi, soprattutto di Isaac Asimov, ho deciso che avrei cercato di fare l’astrofisica. Ho quindi studiato fisica all’università, mi sono laureata, e qualche anno dopo ho preso anche il dottorato di ricerca in astronomia. Quando ero ricercatrice mi occupavo di fisica stellare, ossia studiavo l’evoluzione delle stelle, che, come tutte le cose al mondo, nascono, si evolvono, e a un certo punto muoiono. Ho anche lavorato un paio d’anni al satellite Gaia, che è stato lanciato nel 2013 e sta facendo una mappatura del maggior numero possibile di stelle della nostra galassia.
Chi è Licia Troisi al di fuori dell'ambito della scrittura e dell’astrofisica?
Sono molte cose: una mamma, una moglie, una figlia, un’appassionata di fumetti, serie tv, musica, mi piace fare dolci…ho difficoltà a definirmi, perché appunto mi piacciono molte cose, e cambiano anche nel tempo. In generale posso dire di essere una persona appassionata, che vive tutto con molta intensità; questo a volte è un pregio, e forse anche una caratteristica necessaria per scrivere, ma a volte può anche essere un difetto e portare a ingigantire fatti e cose.
Cosa provi quando vedi i cosplayers impersonare i personaggi che hai creato per i tuoi libri?
È sempre un’emozione grandissima. Infatti sono stata contentissima quando due miei amici, Valentino Notari e Maria Chiara Lo Gerfo (che potete trovare su Instagram rispettivamente come @imrielcosplay e @nihal_mondoemerso), mi hanno proposto di lavorare in anteprima sui cosplay dei due personaggi principali del mio ultimo libro, Poe La Nocchiera del Tempo. Insieme abbiamo fatto un giro per alcune librerie di Roma, e replicheremo in alcune fiere del fumetto. È stato davvero fantastico riuscire a vedere così presto i miei personaggi in carne e ossa.
Hai mai avuto momenti nei quali hai pensato di non farcela? Cosa consigli a chi, come te, vorrebbe farsi strada nel mondo della scrittura?
Ne ho continuamente. Periodicamente, almeno una volta l’anno, penso che non sono più in grado di scrivere, che non farò nulla di buono e dovrò trovarmi un altro lavoro. Ma credo che faccia parte del mio personale processo creativo. Devo sentirmi sempre sul filo del rasoio per dare il meglio e andare avanti. I consigli che sento di dare a chi vuole intraprendere questa carriera sono sostanzialmente due: leggere moltissimo, e un po’ di ogni genere, non solo quello che si vuole praticare, o si rischia di diventare autoreferenziali; concentrarsi sul piacere e sul bisogno di scrivere, più che sulla pubblicazione. Occorre scrivere ciò che si sente e che ci appartiene, e farlo con passione, senza seguire le mode o ciò che si suppone vogliano editori e lettori. La pubblicazione, se viene, è una conseguenza di questa passione.
Raccontaci un po' del tuo nuovo libro Poe La Nocchiera del Tempo.
È un mix di fantascienza a fantasy, ambientato in una molteplicità di luoghi diversi. La protagonista infatti, Poe, è in grado di muoversi attraverso universi paralleli, una capacità che non hanno tutti al mondo. Lavora per un’associazione criminale, ma un bel giorno le viene affidata una missione che diventa rapidamente molto personale, e questa cosa la porta a rivoluzionare tutta la sua esistenza.
Conclusioni
In conclusione, cari lettori, se abbiamo imparato qualcosa da Licia è che bisogna sempre rimanere sé stessi e perseverare per raggiungere gli obiettivi che ci si prefissa. Inoltre, un’altra lezione da imparare, è che bisogna credere fortemente in ciò che si fa perché, anche se si smarrisce la via, la passione ci farà sempre tornare quel barlume di speranza che ci spinge a fare meglio e ci motiva, sia che si tratti di cosplay, sia per quanto riguarda le nostre passioni più grandi. Infine, ringraziamo infinitamente Licia per la disponibilità e l’estrema gentilezza che ci ha riservato per la realizzazione di questa intervista.