Nota del curatore: vorrei dire che Retronauta è stato troppo cattivo nell’articolo di oggi, ed è sicuramente vero che in genere i suoi testi non hanno i classici peli sulla lingua. Ma non posso, perché dei Fantastici 4 al cinema non si può parlar bene, nemmeno se siete scomodamente infatuati di Jessica Alba.
Vorrei dire che in genere i film tratti dai fumetti sono meglio di così e che questa degli F4 è una rara eccezione. Ma non posso, perché in genere i cinecomics sono opere discutibili e le eccezioni si contano sulla dita di una mano (facciamo due, va).
Lo so, mi direte che certi film, solo certi, vanno valutati nell’insieme del loro universo e non li si può giudicare come si fa di solito, cioè come elementi a sé stanti. È una giustificazione che mi va bene a metà, anche solo un quarto; e già mi sento generoso.
E poi ci sono i fumetti, di cui spesso si dice che sono meglio, che il film li ha rovinati. Ma vale la stessa regola: per la maggior parte sono robaccia da due soldi, e questa verità non cambia se ci ubriachiamo a forza di citare esempi di eccellenza. Di Watchmen, di Killing Joke, di Civil War o di Sandman ce ne sono pochi.
E per fortuna anche di film come I Fantastici 4.
Buona lettura, Retrocult torna a settembre
Valerio Porcu
Retronauta
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Da Fantastici a "Appena sufficientemente passabili"
I Fantastici 4. Fondamentalmente, chi non li conosce? Un gruppo di personaggi che, fra ovvi alti e bassi, mantengono una certa popolarità nonostante cinque decadi e più di vita editoriale sul groppone. A questo punto però, al netto della situazione attuale, credo che il loro peggior nemico non sia Galactus ma la malvagia entità nota come Hollywood.
Il primo scontro fra il gruppo e Hollywood risale ai primi anni '80. Quando il produttore tedesco Bernd Eichinger incontrò Stan Lee a Los Angeles per chiedergli i diritti dei Fantastici 4. Li ottenne per circa 250.000 dollari. All'epoca, a differenza di oggi, non c'erano né i mezzi né l'interesse per questo genere di produzioni. Infatti, Warner Bros. e Columbia Pictures, inizialmente, parevano interessate al progetto. Ma di tirar fuori i soldoni per una cosa simile, non se ne parlava.
Le cose si trascinarono fino al 1992, quando il re dei b-movies Roger Corman (Frankenstein oltre le frontiere del tempo, I magnifici sette nello spazio) accettò di produrre il film. Stanziando, attenzione, la fantastica cifra di un milione di dollari. Quando proprio non badi a spese per la qualità, insomma. Tre anni prima, la Warner aveva sganciato trentacinque milioni per il Batman di Tim Burton, questo giusto per dare una dimensione al milioncino sganciato da Corman.
Alla fine, nel 1994, al grido di "Perché a noi la qualità c'ha rotto!", venne tirato su a sputi e preghiere Fantastici 4, diretto da Oley Sassone. Inutile girarci intorno più del necessario: una porcata fulminante. L’opera fu messa in piedi in fretta e furia, nel disperato tentativo di non perdere la licenza sui personaggi; infatti il contratto con la Marvel prevedeva il rinnovo solo se le riprese fossero iniziate prima della scadenza.
L'ultimo scontro fra la malvagia Hollywood e i Fantastici 4 invece, è cosa recente. Fantastic 4 di Josh Trank (già regista del notevole Chronicle) uscito appena quattro anni fa, presumo, sia l'esempio più chiaro possibile di suicidio professionale. Siamo onesti, personaggi come i Fantastici 4 offrono un ventaglio di possibilità pressoché illimitato. E fra le tante scelte possibili, cosa ha scelto Trank? Di fare schifo, semplicemente. Scavandosi allegramente la fossa da solo.
Letture ConsigliateAlan Moore & Dave Gibbons, Watchmen - AmazonAlan Moore & Brian Bolland, The Killing Joke - AmazonMark Millar & Steve McNiven, Civil War - Raccolta|Cofanetto OmnibusNeil Gaiman et. altri, Sandman - Omnibus|Volume 1|Volume 2|Volume 3|Volume 4|Volume 5|Volume 6|Volume 7
Tuttavia, quello di Trank, è solo l'ultimo di una serie di tentativi fallimentari: nel mezzo del cammin di questo schifo, pure Tim Story s'è ritrovato per una selva oscura ché la diritta via era smarrita. Dieci anni dopo Sassone e dieci anni prima di Josh Trank, pure Story ha provato a trasformare il gruppo da "Fantastici" a "Appena sufficientemente passabili".
I fantastici 4 (2005)
Lo scienziato Reed Richards, a seguito dei suoi studi, si convince di una bizzarra teoria: l'evoluzione della vita sulla Terra è una conseguenza, più o meno casuale, del passaggio di una particolare nube cosmica di energia. Secondo i suoi - bizzarri e improbabili - calcoli, giunge alla conclusione che da lì a poco, la nube di energia dovrebbe trovarsi a passare di nuovo nei pressi della Terra. Come da manuale, Reed è bello, forte e intelligente ma, ovviamente, ha il conto in banca a livello canna del gas. Pertanto, con molta umiltà, si rivolge a un suo vecchio amico, il Dottor Victor Von Doom, per chiedergli giusto un "piccolo favore".
Dato che Victor, a differenza di Reed è uno che c'ha saputo fare e si trova coi soldi che gli escono praticamente dalle orecchie, accetta di finanziare il "piccolo esperimento" di Richards. Mettendo addirittura a disposizione la sua personalissima stazione spaziale per esporre un campione biologico alle radiazioni della nube. L'unica clausola è che la maggior parte dei proventi nati da questa ricerca vadano a lui. Ah, tra l'altro, Susan Storm, ex fidanzata di Reed Richards, ora lavora per Victor e ha una relazione sentimentale con lui.
Ora, due cose mi sembrano abbastanza evidenti: generalmente "favore" fa rima con soldi. Infatti, è proprio quello che Reed chiede a Victor, dimostrandosi il classico tipo che si fa sentire solo quando ha bisogno di un "favore". Reed Richards è dunque una persona orribile. In secondo luogo, la meravigliosa logica del film, in cui Victor è il "malvagio" della situazione.
Da socio maggioritario, che sta sganciando soldi a pacchi per finanziare, praticamente da solo, tutto questo teatrino, chiede giustamente che la maggior parte degli eventuali ricavi dell'operazione vadano alla sua società. Victor è malvagio. Anzi. Malvagissimo, proprio, perché mentre parla con Reed ha il viso in ombra. Bella trovata; funziona se al massimo ti chiami Boss Artiglio.
A ogni modo, Reed Richards, l'amico Ben Grimm, Susan Storm, suo fratello Johnny e il Dottor Doom, partono per la - meno credibile e più improbabile visivamente - stazione spaziale. Qui però succede che il fanta-ultra-qualcosa marchingegno di Richards liscia spaventosamente: i calcoli sono completamente sbagliati. Il passaggio della nube non è più questione di giorni, bensì di minuti.
Tra l'altro, il fatto curioso non è tanto, come Armageddon c'insegna fin dal 1998, giusto quel paio di giorni che servono per trasformare tizi a caso in astronauti. Semmai, che il fanta-computer di Reed inizialmente canna mostruosamente, salvo poi essere precisissimo nel calcolare il tempo restante all'incontro con la nube d'energia.
Così, la nube investe tutti in pieno ma, pare, non è nulla di grave. Quindi si torna sulla Terra. Tuttavia, durante il periodo di convalescenza in ospedale, iniziano a manifestarsi i primi accenni di qualcosa di straordinario: Richards può allungare ogni parte del suo corpo, come se questo fosse fatto di gomma. Susan può diventare invisibile e generare campi di forza. Mentre Johnny, è capace di incendiarsi e perfino volare.
Chi se l'è pigliata in saccoccia invece è il povero Ben. Trovandosi all'esterno della stazione spaziale, è stato preso in pieno dalla nube d'energia e questa esposizione diretta, oltre a donargli forza e resistenza al di sopra di ogni immaginazione, l'ha mutato in un essere dalle sembianze rocciose. Nel frattempo, a parte trovarsi col culo a terra, licenziato in tronco dal consiglio d'amministrazione per aver perso fantastiliardi investendo sull'esperimento di Richards, al Dottor Doom sembra non sia capitato nulla di strano.
Pensandoci un attimo, da tutto questo viene fuori una lezione importante: mai essere amico di Reed Richards. Lui, Susan e Johnny, rispettivamente futura moglie e cognato, si trovano con fantastici superpoteri. Mentre Ben, il "migliore amico" di Richards, è diventato un mostro. Victor invece è ora un senzatetto a cui ha fregato pure la ragazza. Reed Richards è una persona orribile (e due).
Ora, da qui in poi, per la bellezza di centosei minuti di pellicola - che diventano centoventicinque nella versione estesa - succede che... no, in realtà non succede proprio niente. Personaggi come i Fantastici 4 dovrebbero sprizzare meraviglia, stupore, sense of wonder da ogni poro. Invece sono l'emblema della noia. Il problema, non è tanto la cattiva recitazione o la pessima gestione dei personaggi. No, il problema più grave è che non fanno nulla.
Nel film, i Fantastici 4 non combattono il crimine. Non hanno un avversario. Tanto meno problemi da risolvere. Non fanno nulla di ciò che ci si potrebbe (dovrebbe) aspettare da uno o più supereroi messi insieme. Vediamo praticamente quattro tizi, che cazzeggiano senza un scopo ben preciso. In sostanza, l'equivalente di una qualsiasi live del Grande Fratello.
Come se non bastasse, le (pochissime) scene d'azione mangia-budget che ci sono nel film certo non brillano per acume, se vogliamo metterla in questo modo. Tanto per capirci: Ben Grimm, a causa della sua nuova condizione, contempla il suicidio in cima a un ponte. Sullo stesso traliccio, c'è un altro tizio, pure lui con intenzioni suicide. Solo che il tipo vede Ben, si spaventa e cade di sotto, in mezzo al traffico. Poco prima di essere investito da un camion, Ben si mette in mezzo e lo salva distruggendo il camion, naturalmente.
Capisco il voler dare una dimensione alla super-forza di Ben, facendogli fare qualcosa di spettacolare. Ma non sarebbe il caso di andarci poco poco più piano? Quel camion non è un Transformers; alla guida c'è un tizio che, quasi sicuramente potrebbe restarci secco in un impatto simile. Tuttavia, anche senza tener conto di questo, Ben ha comunque causato un incidente spaventoso, in cui potrebbero esserci decine di vittime.
Poi, guarda caso, mentre il disastro causato dallo stesso Ben prende una piega sempre più grave, sul posto si trovano pure Reed, Susan e Johnny. Tralasciando il fan service matto e disperato tanto da far spogliare Jessica Alba, tutti insieme non fanno altro che aggravare la situazione. Ciò nonostante, alla fine vengono pure acclamati come eroi.
Quindi mi chiedo: questi sono eroi? O meglio, è il modo giusto di rappresentare degli eroi? Questi personaggi sono in possesso di poteri incredibili; dovrebbero essere in grado di fare qualsiasi cosa. Allora perché questo? Nella foga di metter su la scena spettacolare, equivalente dell'agitare il mazzo di chiavi in faccia a un neonato, il film li mette in una luce quanto più negativa possibile, rendendoli causa di un disastro in cui avrebbero potuto perdere la vita dozzine di persone.
Naturalmente, questo è solo un esempio dei tanti aspetti paradossali che il film continua a tirare fuori a nastro. Piuttosto, è interessante notare come il cattivo sia altrettanto, se non forse più inutile degli eroi. Capiamoci, Victor Von Doom dei fumetti è un personaggio abbastanza complesso. Essenzialmente, un mostro capace di fare cose orribili, tanto quanto è forte il suo senso dell'onore.
Dal suo punto di vista, il fine giustifica sempre i mezzi. Infatti i suoi tentativi di dominare il mondo non nascono da un generico e stereotipato delirio di onnipotenza. Bensì, dall'idea di assicurare pace e benessere a tutti gli abitanti del pianeta. Spesso la linea che lo separa dal dargli ragione o torto è molto sottile.
Nel film invece, il Dottor Destino non ha uno schifo di motivazione realmente valida per dare contro a quei quattro scappati da casa. Lui è, semplicemente, "Il cattivo". Una sagometta di cartone messa lì, tanto per concludere il film e dare, almeno una, cosa da fare agli eroi nel finale.
Onestamente, se c'è una cosa veramente brutta da vedere, è un film che tratta gli spettatori come bestie. Maiali a cui gettare il pastone in faccia. Vorrei capire cosa, di preciso, faccia credere che il "luccichio" degli special fx basti per distrarre, chiunque sopra i cinque anni, da cose tanto ridicole.
Il grande problema dei cinecomics dell'era 1.0 (e non solo quelli) è proprio questo: la riduzione ai minimi termini di qualsivoglia impianto narrativo. Non c'è una storia e una sua eventuale evoluzione. Tutto si riduce a un semplice collage d'immagini senza uno scopo particolare, se non quello di mostrare una versione live action di famosi personaggi a fumetti.
I Fantastici 4 di Tim Story è semplicemente brutto. Senza fantasia. Non emoziona, non appassiona, non ha carattere. È solo una pallida "imitazione", tirata su senza avere la benché minima idea di quali siano gli elementi che abbiano reso tanto bella, da andare avanti per oltre cinquant'anni, la controparte originale.
Ebbene, detto questo credo che anche per oggi sia tutto.
Retrocult è la rubrica di Tom's Hardware dedicata alla Fantascienza e al Fantastico. C'è un'opera del passato che vorresti vedere in questa serie di articoli? Faccelo sapere nei commenti oppure scrivi a retrocult@tomshw.it.
Retrocult torna il prossimo 8 settembre!