A poco più di tre mesi dall'uscita del primo volume, arriva sugli scaffali di fumetterie e librerie Eternity - Rovine Metaforiche Visitate dai Turisti ovvero il secondo volume della nuova serie di Alessandro Bilotta (già candidata ai Premi Palmares Comicon 2023 Attilio Micheluzzi come miglior serie italiana) qui coadiuvato da Matteo Mosca ai disegni, altra matita familiare per chi ha seguito Mercurio Loi, con Adele Matera ai colori e Sergio Gerasi che firma la copertina. Alceste Santacroce entra in contatto con Tito Forte, uno dei presentatori più famosi di sempre, ma che sembra avviarsi verso un repentino e fragoroso declino.
Alceste incontra Tito Forte: mai incontrare i propri idoli
Lo scandalo che coinvolgeva l'influencer Lucrezia e il Ministro della Famiglia rivelato da Sant'Alceste sulle pagine de L'infinito non ha solo sconvolto l'opinione pubblica e mandato in subbuglio l'ambiente politico ma anche avuto delle ripercussioni professionali e personali sul giornalista. Non solo Alceste ha visto Lucrezia suicidarsi davanti ai suoi occhi, non sapendo di poterla salvare, e la sua casa essere distrutta dalle fiamme ma è stato anche messo in ferie forzate dalla rivista. Il direttore Quinto Serafini, infatti, ha subito pressioni dagli ambienti politici e clericali affinché la rubrica di Sant'Alceste fosse addirittura cancellata.
Ospite di un albergo di lusso, Alceste passa le sue giornate annoiandosi finché la sua curiosità non viene attirata dal ritorno in televisione del mitico Tito Forte, uno dei presentori di maggior successo di sempre. Per la prima puntata del suo nuovo talk show, Forte invita come ospiti il Cardinale Giuseppucci e Bonadonna, fumantino imprenditore dei VIP appena uscito dal carcere. La situazione degenera velocemente e Forte viene nuovamente ostracizzato.
Sentendo l'odore di una storia, Alceste si mette sulle tracce di Tito Forte scoprendo che l'uomo irreprensibile, l'idolo di una nazione patriarcale, cattolica e familista, è in realtà un uomo dai molti segreti e trincerato dietro una immagine costruita ad hoc. Inizia così una surreale frequentazione fra i Alceste e Tito, fatta di serate alcoliche e rimpianti. Tito farebbe di tutto per riavere un briciolo di quella notorietà e considerazione del passato, anche abbassarsi a vestire uno stupido costume per fare l'intervistatore d'assalto in un programma satirico. Lavoro che con cui finisce per farsi calpestare non solo la dignità.
Eternity - Rovine Metaforiche Visitate dai Turisti: oltre l'immagine
A dispetto del carattere autoconclusivo delle avventure di Alceste Santacroce, Eternity - Rovine Metaforiche Visitate dai Turisti riprende la narrazione esattamente dalle conseguenze dell'incredibile e drammatico scoop che chiudeva il volume d'esordio (Eternity – La Morte è un Dandy recuperate la nostra recensione cliccando QUI) per una nuova storia che si dipana con un plot più asciutto e lineare ma anche più spigoloso quasi grezzo, nel senso più nobile del termine, nel presentare personaggi sì di finzione ma anche facilmente accostabili a personaggi reali, vedasi non tanto l'archetipico Tito Forte quanto Bonadonna. Una scelta che che avvicina questa lettura a certi episodi di Dylan Dog allorché, in maniera disturbante, realtà e finzione sembrano sovrapporsi senza un confine ben preciso.
In questo senso e proprio sul personaggio di Tito Forte, l'autore lavora di sottrazione spogliandolo, strato dopo strato, dei suoi orpelli per mostrarne le contraddizioni ma anche l'umanità. Quella dello scrittore romano è una operazione abbastanza lapalissiana soprattutto se si ha familiarità con la ricerca filosofica di Guy Debord o con le ultime opere di Pedro Almodovar: la società dello spettacolo è una forma d'arte che imita la vita e viceversa.
Prigioniero di una immagine creata a tavolino, Forte si sfalda e Alceste osserva incuriosito questo sfaldamento. Ma Eternity - Rovine Metaforiche Visitate dai Turisti non è disturbante per questo, quanto per la consapevolezza e la schiettezza con cui mostra l'evanescenza di quel contesto in cui un personaggio come Forte aveva prosperato e la sua successiva repentina perdita di punti di riferimento: le rovine metaforiche che danno il titolo al volume. Bilotta sembra voler quindi portare il lettore a chiedersi non tanto cosa si cela oltre l'apparenza, l'immagine pubblica, anelito proprio di una certa società consumistica, quanto se non ci possa davvero essere altro al di là essa se non una spirale autodistruttiva.
Piccola nota di continuity: parallelamente alle vicende di Tito Forte, ci sono dei rapidi passaggi su un'altra storia che ha per protagonista un ragazzino recluso nella sua stanza. Un hikikomori, come le definisce poi Quinto Serafini, il direttore de L'Infinito. Un ragazzo che ha quindi rigettato in toto l'idea di una vita pubblica e il cui destino è legato, con un colpo di scena, proprio a L'Infinito.
Questa narrazione incentrata sul disfacimento dell'immagine (pubblica) trova in Matteo Mosca un interprete azzeccatissimo che imposta il suo lavoro in maniera decisamente interessante. Tutto il volume infatti è realizzato con tavole che vanno dai 2 ai 6 riquadri, massimo. È una scelta inusuale, molto illustrativa per certi versi, che vuole imitare l'univocità dello schermo televisivo tant'è vero che lo storytelling è spesso incentrato sui controcampi ed i tagli così come le inquadrature privilegiate sono spesso primi piani, piani americani, mezzo busti e così via. È grazie a questo punto di vista "unico" che la spirale distruttiva di Tito Forte risulta ancora più vorticosa con un Alceste osservatore interessato e spesso sorpreso. In tal senso la linea di Mosca è sicura, continua con anatomie solide e fisionomie che esaltano espressività volutamente marcate.
Da segnalare l'ottimo lavoro di Adele Matera ai colori. Impostata la palette e le luci "base" per la serie, in questo volume la colorista lavora con campiture piatte per rendere al meglio le textures di tessuti e i materiali vintage degli ambienti.
Il volume
Sergio Bonelli Editore propone Eternity - Rovine Metaforiche Visitate dai Turisti nel medesimo formato del precedente volume ovvero un cartonato di grande formato, 22×30 cm, ovviamente a colori, con carta patinata non eccessivamente lucida. La cura carto-tecnica è buona anche se, rispetto al primo volume, in alcun tavole c'è qualche problema con la colorazione. Non si tratta di problemi in termini di resa ma di messa a fuoco: nulla che infici la lettura sia chiaro, ma ad un occhio attento e allenato il problema risulta evidente. Non ci sono extra a fine volume, ma di contro Alessandro Bilotta firma una puntuale introduzione che inizia a concentrarsi sulle tematiche di Eternity dando alla serie i primi punti di riferimento per la sua trama orizzontale.