Quanti sono i fratelli Holmes? In ogni rivisitazione vista o letta del mito di Sherlock Holmes abbiamo sempre saputo che il celebre investigatore, nato dall’inventiva di Sir Arthur Conan Doyle, aveva un fratello maggiore, Mycroft, fedele servo della Corona inglese. Così è stato nei film, come nei libri e nei fumetti (chiedere ad Alan Moore), ma siamo sicuri sia questa la verità? A quanto pare, per decenni abbiamo ignorato che ci fosse un altro componente della famiglia, ugualmente ingegnosa anche se meno nota: Enola Holmes.
A dare la giusta visibilità alla più piccola dei fratelli Holmes interviene Netflix, che con Enola Holmes, in uscita il 23 settembre, vuole raccontare la prima impresa dell’intraprendente sorella dell’investigatore per eccellenza. Ispirato al romanzo The Case of The Missing Marquess di Nancy Spinger, la produzione Netflix intende offrire una visione differente del mito di Holmes, sfruttando un punto debole della narrativa di Doyle: il passato del suo personaggio, nebuloso e mai pienamente esplorato.
Enola, la sorella minore di Sherlock Holmes
Negli anni ci hanno provato diversi progetti, che hanno cercato di immaginare l’adolescenza di Holmes come in Piramide di Paura (1985) o di riconnettere il personaggio con il suo passato in tarda età, o immaginando ulteriori parenti, come nel comico Il fratello più furbo di Sherlock Holmes (1975), dove Gene Wilder, affiancato nuovamente da Martiy Feldman, interpreta Sigerson Holmes. In tutti questi esempi, però, non si è mai sondata la vita familiare del popolare detective.
Una simile apertura a nuovi modi di esplorare il mito di Sherlock Holmes era troppo ghiotta per restare inesplorata, ed Enola Holmes ne è un ottimo esempio.
Enola (Millie Bobby Brown) è la minore dei fratelli Holmes, cresciuta dalla madre Eudoria (Helena Bonham Carter) secondo le sue convinzioni, in netto contrasto con la rigida mentalità inglese di fine ‘800. Enola non ha contatti con il mondo esterno, vive da reclusa con la madre che la aiuta a sviluppare una mente acuta, una personalità forte e soprattutto una profonda consapevolezza di sé. Un rapporto, il loro, quasi simbiotico, possibile per via della morte prematura del padre e dell’abbandono da parte dei fratelli Sherlock (Henry Cavill) e Mycroft (Sam Clafin) della casa natia.
Enola cresce all’ombra del mito del celebre fratello Sherlock, ne ammira il successo e con affetto fraterno segue ogni sua impresa, sviluppando la voglia di emularlo. Ma non avrebbe certo voluto che il suo primo caso fosse cercare una persona scomparsa a lei molto cara: la madre Eudoria.
Eclettica, moderna e indipendente, Eudoria una notte sparisce dalla vita di Enola, abbandonandola. Data la sua giovane età, Enola viene affidata al maggiore dei fratelli, Mycroft, suo tutore. In questa spiacevole occasione, la ragazza incontra dopo anni i fratelli, che devono affrontare due problemi: trovare la madre scomparsa e prendersi cura della sorellina. A Sherlock, data la sua fama, viene affidato il compito di ritrovare Eudoria, mentre, per sua sfortuna, Enola è sotto la tutela di Mycroft.
Ma un animo indomito come il suo non può certo esser così facilmente ammansito, ed Enola, dopo avere trovato degli indizi seminati dalla madre, decide di risolvere il caso della sua scomparsa. A motivarla anche la scoperta che la madre nascondesse dei segreti, che la sua voglia di cambiamento potesse forse condurla ad azioni avventate e tutt’altro che lecite. Lasciare la casa natia, per Enola, sarà il primo passo per un’avventura più grande che la porterà a scoprire il mondo oltre la siepe del suo giardino.
Intrighi, indagini e voglia di libertà
Enola Holmes è un film che si rivolge, essenzialmente, a un pubblico young adult. Pur basandosi sul canone letterario di Sherlock Holmes, la produzione Netflix riesce a trovare un buon equilibrio nelle dinamiche narrative che non rendono questa presenza ingombrante o un semplice sfruttamento di un nome celebre.
Il fulcro narrativo è sempre Enola, che ha la fortuna di esser interpretata in modo superlativo da Millie Bobby Brown. La Undi di Stranger Things, dopo esser divenuta una delle giovani star più seguite, è costretta a dover dimostrare il proprio valore come attrice, crescendo ed emancipandosi da etichette che ne possano limitare la carriera.
Enola è un test perfetto. Intraprendente, spirito libero in una società fortemente radicata su concetti datati, costretta a confrontarsi con due fratelli arroccati su posizioni retrograde (Mycroft) o incapaci di accompagnare il cambiamento (Sherlock), Enola è una figura carismatica, capace di trasmettere ironia, forza e una grinta invidiabile. L’interpretazione della Brown è una componente essenziale di questo personaggio, ma non dimentichiamo che dietro Enola Holmes abbiamo Harry Bradbeer, nome già noto per un prodotto con cui il film Netflix condivide alcuni aspetti: Fleabag.
https://www.youtube.com/watch?v=FhZHv2id6SkEnola Holmes, pur essendo una buona detective story, è arricchito da una visione del ruolo della donna nella società inglese di fine ‘800 decisamente curata. Dato il target, sostanzialmente adolescenziale, non si eccede nella contestualizzazione sociale, ma si forniscono quei dettagli essenziali ma ben trattati che aiutano a comprendere sia gli animi dei personaggi che a dare senso al movente del villain del film.
Pur volendo investigare sulla scomparsa della madre, Enola si ritrova invischiata in una vicenda pericolosa e dai retroscena politici. Nel 1894, anno in cui è ambientato il film, la società britannica sta affrontando il dibattitto sul diritto di vote universale, considerato un segno tangibile del mutamento dello stile di vita inglese. Per tutto il film, questo elemento ritorna in modo sottile ma mai banale, il concetto di uno scontro di mentalità tra tradizione e modernità è palpabile, rimane sempre nel raggio della nostra percezione assumendo importanza in modo graduale, sino alla grande rivelazione finale.
In Enola Holmes, infatti, si intrecciano diverse suggestioni narrative, che riescono a trovare una buona sinergia, vedendo nella protagonista una perfetta sintesi. Millie Bobby Brown è perfetta, coglie il giusto equilibrio tra giovane donna e ragazzina, grazie a un impiego intelligente di uno strumento non sempre ben usato: la frattura della quarta parete. Sin dalle prime scene, Enola dialoga direttamente con lo spettatore, crea un’empatia che si protrae per tutto il film, che siano battutine o giochi di sguardi. Bradbeer non ne abusa, coglie i giusti momenti per darci questo legame con la protagonista, crea un’amicizia, che sicuramente avrà un maggior succeso con un pubblico di teen ager.
La gestione delle emozioni e dei rapporti personali è centrale in Enola Holmes. Il contrasto con Mycroft, legato a vecchi princìpi, è il banco di prova per Enola per testare il proprio spirito, mentre Sherlock si rivela il supporto morale inatteso. Una prova che riguarda anche l’integerrimo Sherlock Holmes, che deve confrontarsi con una sorella minore che ha molto del suo spirito, e che lo costringe ad affrontare temi di un certo spessore, portandolo a comprendere come a volte sia necessario guardare oltre i limiti della propria esistenza.
Cavill, in ruolo non da protagonista, è uno Sherlock Holmes moderno, ma capace di restare fedele all’essenza del personaggio. Non lo vediamo mai come protagonista, nessuna scena eroica o di lotta (contrariamente a una ipercinetica Brown), ma interpreta al meglio le doti deduttive del personaggio con una mimica facciale contenuta ed efficace, che ottiene il risultato di far apprezzare al meglio allo spettatore i due momenti di massima emotività del suo personaggio. Sensazione essenziale per lo spirito del film, che vede Enola non come una copia in gonnella del più celebre fratello, ma una persona che ne condivide caratteristiche che riescono però a renderla una persona unica, differente, più moderna.
Il futuro di Enola Holmes
Volendo cercare un difetto in Enola Holmes, si potrebbe imputare una mancata occasione per approfondire maggiormente l’aspetto investigativo, andando a muoversi con più decisione nella complessa trama del complotto dei Tewksbury. Pur arrivando a un finale abbastanza sorprendente, per merito di una sceneggiatura ben strutturata, l’aspetto investigativo in certi punti sembra essere accelerato, sin troppo facile, ma può esser la conseguenza di voler raccontare una storia rivolta a un giovane pubblico che concepisce ritmi narrativi più rapidi.
Enola Holmes si rivela un prodotto intrigante, capace di offrire una visione appassionante della Londra vittoriana, tra sfarzo e povertà. L’ambientazione è convincente, i personaggi ben tratteggiati e il finale lascia intendere che potremmo esser davanti al primo capitolo di una nuova saga young adult. Quale sarà il giudice del futuro di questo personaggio? Elementare, Enola, le visualizzazioni.
Se volete vivere le avventure del più celebre dei fratelli Holmes, vi consigliamo la lettura del volume Tutti i romanzi e i racconti di Sherlock Holmes