Sono passati sette anni da quando è iniziata la “rivoluzione” di Dylan Dog, quel vento di cambiamento che buona parte dei lettori chiedeva da tempo, a causa di un periodo di stagnazione della seconda testata più venduta di Sergio Bonelli Editore. Una rivoluzione che poteva essere attuata solamente da chi voleva veramente osare, anche rischiando di dividere fisiologicamente il pubblico.
Così è stato dopo l’avvento del nuovo curatore, Roberto Recchioni, che ha rivisto il canone del nostro indagatore dell’incubo preferito, oltre che a “rivisitarlo” in una chiave alternativa e assolutamente inedita con un mini-ciclo attualmente in edicola e puntualmente recensito su queste pagine. Ma i fan di vecchia data saranno stati contenti di tutti questi cambiamenti? O era meglio il caro Old Boy come tutti lo ricordano?
Dylan Dog Old Boy, al servizio dei lettori.
In una recente intervista a Roberto Recchioni, abbiamo analizzato cosa è cambiato nelle pagine della serie regolare dell’indagatore dell’incubo. Anche se alcuni tratti immutabili sono stati preservati dal curatore della testata, è innegabile che i lettori – soprattutto quelli di vecchia data – hanno visto cambiare il loro personaggio preferito.
Già nel 2014, alle luci dei primi cambiamenti che principiavano proprio col pensionamento di Bloch, si era avvertita l’esigenza di continuare a offrire delle storie col “vecchio Dylan” che non risultavano influenzate dalla continuity orchestrata da Recchioni. Infatti, la testata fuori serie del Maxi Dylan Dog, appuntamento fisso estivo, ma annuale, non solo ha cambiato la sua frequenza con una periodicità quadrimestrale, ma inizia ad assumere una sua identità relegando il nostro Dylan proprio in quella “linea temporale” dove nulla è cambiato. Il Maxi Dylan Dog, così, si fregia del suffisso “Old Boy”.
Dopo il “Ciclo della Meteora” e col nuovo inizio del #401 L’alba Nera, vediamo in scena un Dylan Dog che sembra molto diverso. Sarà per la barba, sarà per l’assenza di Groucho (?), o magari per il nuovo assistente Gnaghi, ma l’inquilino di Craven Road vuole ritornare alle origini facendo uno curioso taglia-e-cuci di tutti gli elementi canonici creati da Tiziano Sclavi, riproponendosi sotto una veste differente, ma senza in realtà cambiare nulla alla sostanza, come lo stesso Recchioni spiega nella nostra intervista.
Ma le abitudini sono dure a morire.
Mettetevi nei panni di quel lettore che, recandosi in edicola, acquista il suo albo di Dylan Dog, dopo non averlo seguito per alcuni mesi, se non addirittura anni, sicuro del fatto di trovare quelle storie assurde aventi come protagonisti il caro e vecchio Dylan, accompagnato da Groucho, un Bloch che spera sempre di poter andare in pensione un giorno e tutte quelle peculiarità che hanno reso celebre la creatura di Sclavi. Resterà sorpreso? O forse deluso?
Il percorso di evoluzione che sta interessando la serie regolare pone le sue fondamenta sull’opera più pura di Sclavi, come i suoi personaggi visti nel suo romanzo Dellamorte Dellamore (Ed. Camunia, Tiziano Sclavi, prima edizione, 1991) e molti dei tratti distintivi di Dylan, come il romanticismo, l’imprevedibilità, il dubbio, i “mostri”, intesi non come zombi o vampiri…ma i veri mostri della società. Tuttavia, per chi volesse avere la “sicurezza editoriale” di trovare il caro e vecchio “Old Boy”, Sergio Bonelli Editore ha completato quel processo di rielaborazione identitaria della testata quadrimestrale, regalando a tutti quei lettori abitudinari un nuovo Dylan Dog: Old Boy.
La nuova testata a cura di Franco Busatta, viene pubblicata a partire dal mese di giugno 2020 in chiave bimestrale con due storie per ogni albo, dove rimane invariata l'ambientazione del personaggio, e quindi esenti dall’influenza della continuity della serie regolare, definendo e marcando fortemente un’alternativa alla serie regolare: 12 storie annuali per la serie Old Boy, che pareggiano le 12 della serie regolare.
Tutti contenti?
Pare di sì, dato che l’ennesimo rinnovamento della testata, nasce per soddisfare tutti i lettori. Lo stesso Recchioni afferma che “l’Old Boy nasce sicuramente per un’esigenza di mercato […], la testata non era abbastanza incisiva (il Maxi Dylan Dog Old Boy n.d.r.), volevo che avesse più forza, volevo che pubblicasse 12 storie all’anno, ovvero una reale alternativa alla serie regolare”.
Dylan Dog: Old Boy. Alla ri-scoperta del caro vecchio Dylan.
Il primo numero arrivato in edicola il 13 giugno scorso, mette in campo tutti i mezzi necessari per far sentire il lettore a casa propria: le tavole dello storico duo Montanari & Grassani si susseguono per entrambe le due storie presenti nell’albo, mentre la narrativa di Gabriella Contu e di Barbara Baraldi pare abbiano azzeccato lo strilletto in copertina che suggerisce che quello stretto tra le mani è “Il Dylan che hai sempre amato”.
Nella prima storia, Il migliore dei mondi possibili (testi di Contu, disegni di Montanari & Grassani), ci racconta di un futuro possibile e parallelo dell’indagatore, dove, in piena tradizione sclaviana, si fa fronte a uno degli orrori più grandi che rispecchia in pieno i nostri giorni: l’emarginazione sociale delle fasce deboli.
Con la seconda storia si fa la conoscenza de La solitudine del serpente (testi Baraldi, disegni di Montanari & Grassani), mettendo in scena un thriller in pieno stile dylandoghiano, con un serial killer senza volto e l’immancabile collaborazione dell’ispettore Bloch.
Una nota di merito per la cover e il frontespizio ad opera dei fratelli Raul e Gianluca Cestaro, che non solo svecchiano il sipario di ogni storia reinterpretando i protagonisti del primissimo frontespizio della serie regolare, ma regalano una delle più belle copertine degli ultimi albi fuori serie.
Montanari & Grassani firmano le tavole di queste due storie, con dei disegni forse non all’altezza dei loro storici lavori, ma comunque in grado di soddisfare il palato di tutti i lettori di vecchia data.
Aldilà del gusto personale sulla linea editoriale, chi ama da sempre l’indagatore dell’incubo dovrà prendere atto che nel corso dell’anno avrà molte più storie da leggere, con un costo accessibile: Dylan Dog: Old Boy costa 6,50 €, addirittura meno dell’albo della serie regolare considerando il numero di pagine e di storie. Un prodotto che fa capire che i lettori sono al primo posto e vanno sempre ascoltati…
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