Dylan Dog Oldboy 2, l’indagatore dell’incubo torna alle origini | Recensione
Il secondo appuntamento in edicola della nuova testata Dylan Dog Olboy, vuole confermare la linea editoriale di voler offrire un Dylan Dog di vecchio stampo.
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a cura di Massimo Costante
Senior Editor
In sintesi
Il secondo appuntamento in edicola della nuova testata Dylan Dog Olboy, vuole confermare la linea editoriale di voler offrire un Dylan Dog di vecchio stampo.
La testata di Dylan Dog Maxi è sicuramente la proposta di casa Sergio Bonelli più rimaneggiata in assoluto, trovandoci adesso alla sua terza versione, con il nuovo titolo Dylan Dog Oldboy, con l’intento del nuovo curatore Franco Busatta con la supervisione di Roberto Recchioni e Tiziano Sclavi di dare una nuova e forte identità. Il progetto prevede un’identità quanto più fedele possibile a quell’Old Boy che abbiamo conosciuto nei suoi primi anni di vita editoriale, con le giuste declinazioni narrative dei tempi odierni, ma senza includere tutti i cambiamenti apportati al canone della serie regolare.
Ebbene, in questo secondo numero, con le storie di Cuore Cattivo e Green World, possiamo dire sin da ora che l’obiettivo è stato pienamente centrato, superando ogni aspettativa e calandoci in due degli incubi peggiori – nell'accezione più favorevole del nostro – mai letti nella storia dell’inquilino di Craven Road.
Dylan Dog Oldboy, tutto come ai vecchi tempi
Seppur già nella nostra precedente recensione del primo numero di Dylan Dog Oldboy, eravamo rimasti decisamente soddisfatti del lavoro svolto da Alessandra Belletti e Barbara Baraldi con le tavole di Montanari & Grassani, con questo secondo numero si toccano nuove vette per la “neonata” testata.
Il secondo numero dell’Oldboy si apre con Cuore Cattivo, una storia dai toni davvero molto crudi che ci riporta le penne di Rita Porretto e Silvia Mericone, autrici de Il Lago Nero (Maxi Dylan Dog n.26, anno 2016), che con questa nuova storia vogliono regalarci più di un sequel, anzi una degnissima evoluzione con il tema trattato relativamente alle “prospettive del male”, la sua inaspettata evoluzione e l’introduzione di un altro tipico elemento horror, che ci ha fatto un po’ ricordare una delle storie più belle di Dylan Dog #85 – Fantasmi. Il tratto pieno e le scene crude rese ai massimi livelli dalle matite di Valerio Piccioni, hanno confezionato una storia che non dimenticheremo facilmente.
Passando a Green World impattiamo subito con lo stile inconfondibile di Paolo Bacilieri, con delle tavole pregne della sua particolarissima interpretazione, che potrebbe non piacere a tutti, ma andiamo con ordine e passiamo alla storia. La trama orchestrata da Riccardo Secchi ci propone un Dylan romantico, innamorato della sua più grande fan, una ragazza poco più che ventenne piena di vita…. Ma il vero mistero è la vita. Che senso ha la vita per ognuno di noi? Siamo certi di condurre la nostra vita o magari siamo il sogno, o peggio, il surrogato di qualcun altro? Si tratta di un tema piuttosto ricorrente nei film di fantascienza (ricordiamo con affetto Il Sesto Giorno di Roger Spottiswoode con un Arnold Schwarzenegger in piena forma) con diverse inclinazioni relative alla clonazione: orrore o prodigio?
Con questo piccolo dilemma, ci discostiamo per parlare della copertina resa nuovamente dai fratelli Gianluca e Raul Cestaro, che riprende l’iconica “L’alba dei morti viventi” nell'ennesima interpretazione. La chiave è senza dubbio moderna, più fresca e con un chiaro di Luna ancor più protagonista… l’ideale per farci un poster. Infatti, eccoci accontentati con uno degli omaggi senza dubbio più graditi. Lo appenderete?
Dylan Dog Oldboy, il “vero numero uno”
Forse ci siamo lasciati suggestionare dall'alba dei morti viventi dei Cestaro Bros, ma siamo certi che, al netto della copertina celebrativa, questo secondo albo dell’Oldboy avrebbe potuto essere un ottimo primo numero, contrariamente all'albo giunto nelle edicole due mesi fa. E vi spieghiamo perché.
Precisando che questa non vuole essere per nulla una critica al neonato progetto guidato da Busatta (anzi, siamo nel campo degli elogi N.d.R.), il precedente volume aveva senza dubbio delle buone storie, ma con quelle presenti in questo nuovo numero l’asticella si alza di parecchio, offrendo un Dylan con un’anima davvero fedele al personaggio di Sclavi, con gli stessi orrori di un tempo, ma ancora in grado di coinvolgere con delle nuove storie. Obiettivo centrato.
La nuova identità del progetto prevedeva esattamente questa direzione, e pur non avvalendosi degli storici e più frequenti autori della serie regolare, è riuscito a colpire nel segno risultando di gran lunga migliore rispetto ai precedenti lavori anche del mensile di punta. Insomma, che siate o no dei fan della prima ora dell’indagatore dell’incubo, non potete assolutamente perdere questo numero, e mentre una retta via costellata di nuovi incubi è tracciata adesso basta non perdersi nel buio e attendere l’arrivo del prossimo numero previsto per Halloween.
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Voto Recensione di Dylan Dog Oldboy #2
Voto Finale
Il Verdetto di Tom's Hardware
Pro
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- Due storie davvero di vecchio stampo;
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- Tavole di Piccione e Bacilieri davvero azzeccate;
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- Il poster dell’alba dei morti viventi firmata Cestaro Bros!
Contro
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- Lo stile di Bacilieri potrebbe non essere apprezzato da tutti.
Commento
Dylan Dog Old Boy prosegue col secondo numero della nuova testata guidata da Franco Busatta, e consegna a tutti i fan dell’Indagatore dell’Incubo due delle migliori storie mai scritte nella sua vita editoriale. Proponendo un vero Dylan Dog pregno di nuovi orrori e altrettante nuove declinazioni, le storie scritte da Rita Porretto & Silvia Mericone e Riccardo Secchi ci hanno davvero riportato indietro nel tempo, ricalcando in pieno lo spirito originale della creatura di Sclavi. Le crude tavole di Valerio Piccioni e il particolarissimo Paolo Bacilieri fanno il resto. La cover dei fratelli Cestaro ci suggerisce ulteriormente che, per la qualità e il vero orrore che tutti si aspettavano, siamo di fronte al “vero numero uno” di questa nuova testata. Applausi e avanti così.
Informazioni sul prodotto
Dylan Dog Oldboy #2