Dungeons & Dragons: quali dadi servono per giocare?

Quali dadi servono per giocare a D&D? Ecco la nostra piccola guida.

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a cura di Silvio Colombini

Dungeons & Dragons e dadi: croce e delizia di ogni giocatore di ruolo! Chiedete a chiunque abbia mai preso parte ad una sessione di un qualsiasi gioco di ruolo e la risposta sarà pressoché univoca: non si hanno mai abbastanza dadi! E tutto sommato ci sentiamo di unirci a questa corrente di pensiero: tranne pochissime anime elette (che si sussurra siano esseri ultraterreni) questi piccoli poliedri riusciranno ad accendere una piccola luce di bramosia nello sguardo di tutti i giocatori, siano essi veterani temprati da mille battaglie o novizi alle prime armi.

Ma se i primi sanno benissimo cosa serva per affrontare una sessione, chi invece non ha mai giocato potrebbe rimanere un attimo interdetto. Ma fidatevi: anche i più esperti all'inizio hanno avuto qualche difficoltà nel riconoscere al volo i diversi tipi di dado. Per facilitarvi la cosa ecco la nostra piccola guida; per rendere quanto più generale la discussione la affronteremo partendo dal presupposto che verranno usati per affrontare il sistema di gioco più diffuso al mondo: Dungeons & Dragons! La prima cosa da sapere è che un set base (che potete trovare a questo link amazon) è costituito da 7 dadi: a quattro, sei, otto, dieci, dodici e venti facce, rispettivamente conosciuti come d4,d6, d8, ecc ecc E sebbene sette sia il minimo sindacale impareremo presto quanto sia meglio averne qualcuno in più sottomano. Ma andiamo a vedere nel dettaglio come ciascuno di essi viene usato nel gioco di ruolo più famoso del mondo!

Dungeons & Dgragons: quali dadi servono per giocare?

Il D20. Anche noto (da chi vuole darsi un piccolo tono da classicista) come icosaedro è il vero motore del sistema di gioco. Verrà utilizzato per determinare il successo, o il fallimento, di praticamente qualsiasi azione: attaccare, superare degli ostacoli, contrastare l’effetto di perniciose magie e così via. In particolare in D&D quinta edizione, l’ultima incarnazione del gioco ideato da Gygax e Arneson, è fortemente indicato averne due. Questo perché il sistema prevede la regola del vantaggio/svantaggio: quando la situazione ci favorisce ne tireremo due e terremo il risultato più alto (vantaggio), mentre in caso di grosse difficoltà faremo lo stesso ma saremo obbligati a tenere il valore più basso dei due (svantaggio)Il D12. Noto come Dodecaedro è forse il “dado orfano” del mondo del gioco di ruolo. Salvo alcuni specifici sistemi (tra cui l'italianissimo Vulcania, di cui trovate la nostra recensione qui), il suo uso è spesso limitato al danno causato da armi di grossa taglia. Se, pensando a combattimenti fantasy, la prima cosa che vi viene in mente è una grossa ascia sarà al d12 che dovrete rivolgervi!Il D10. Il Decaedro è l’unico dado che nel set classico è, spesso, presente in due diversi formati. Uno per i numeri da 1 a 10 (spesso rappresentato da uno 0) e l’altro per riportare le decine (10,20, ecc). Questo perché, un tempo, alcune prove esprimevano la loro difficoltà come percentuale. Giusto segnalare che alcuni giochi (soprattutto “cloni” delle passate edizioni di D&D) tale sistema è tuttora in vigore. Tuttavia in D&D 5° edizione viene utilizzato principalmente per calcolare i danni inflitti da armi di grossa taglia (ma non così grosse come l’ascia a due mani)

Il D8. Octaedro. Viene utilizzato prevalentemente per i danni delle armi più diffuse (come la spada) e per l’effetto di alcuni incantesimi.Il D6. Il classico cubo, è pressoché impossibile non sia già presente in casa dato che viene utilizzato praticamente in qualsiasi gioco da tavolo. Anche in questo caso viene usato per stabilire l'entità dei danni causati da armi e incantesimi. Nell’ambiente del gioco di ruolo deve molta della sua fama al fatto di essere utilizzato in uno dei grandi classici dell’immaginario fantasy: la palla di fuoco! Se siete nostalgici o amanti del rischio può essere usato in triplette per generare casualmente le caratteristiche del vostro personaggio.Il D4. Tetraedro. Usato oltre che per i danni delle armi di piccola taglia (come pugnali o artigli di piccoli animali) spesso “interviene” come dado bonus "donato" da incantesimi di supporto. Imparerete ad amare molto velocemente il piccolo della famiglia: spesso sarà grazie a lui che tragici insuccessi verranno trasformati in eclatanti successi. E tuttavia accompagnato da una sinistra fama: poiché cade sempre con una punta rivolta verso l’alto calpestarlo a piedi nudi può essere molto doloroso; da qui il nomignolo affettuoso di “caltrop”, tribolo in italiano, dato che è in grado di lasciare il segno e far zoppicare vistosamente per qualche istante.

Dungeons & Dragons: dadi e collezionismo

Ma a fare la differenza non è solo il numero delle facce: vi troverete velocemente a bramare dadi di diverso materiale o colore. Ovviamente i più comuni, ed economici, sono in plastica, ma non mancano set in metallo o in materiali ancora più costosi o ricercati. La stessa Wizards of the Coast a suo tempo ha rilasciato un D20 in cristallo (tuttavia non ci sentiamo di consigliare di tirarlo): prodotto in pochissime copie, è oggi al centro di disperate ricerche da parte dei collezionisti. E se è vero che la cosa importante è il risultato, è altrettanto vero che l’occhio vuole la sua parte e che spesso un set di dadi a tema è un ottimo modo per rimanere legati al nostro personaggio. E se un tempo era impresa ardua trovarli, oggi potete tranquillamente giocare con dadi runici per i nani, dadi in stile elfico o persino poliedri che racchiudono bellissimi (e un filo inquietanti) occhi! Se invece preferite portare un po' di sana goliardia al tavolo potete sempre ripiegare sui dadi con le paperelle.Ma se proprio volete attirare l'attenzione allora non potrete che optare per questi dadi intarsiati che, manco a dirlo, si ispirano ai draghi

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