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a cura di Roberto Tavecchia

In un'epoca in cui reboot e remake la fanno da padroni facendo gridare il pubblico alla morte dell'originalità, nell'agosto del 2017, anche Disney sembra voler cedere alla tendenza del momento e lo fa con il suo primo reboot in ambito televisivo scomodando un mostro sacro dell'animazione prossimo proprio a celebrare i suoi trent'anni, DuckTales – Avventure di Paperi.

LIFE AND TIMES OF SCROOGE MCDUCK

La serie animata lunga cento episodi (e ben cinque film, quattro per la TV ed uno per il cinema), andò in onda dal 1987 al 1990 per un totale di quattro stagioni, divenne immediatamente un cult tanto negli Stati Uniti, quanto nel resto del mondo, soprattutto in Italia dove grazie al settimanale di Topolino ed alle altre testate collaterali, i personaggi classici Disney sono molto conosciuti ed amati, paradossalmente molto più che nel paese in cui sono nati, l'America, che al di fuori di alcuni mostri sacri quali Carl Barks, Don Rosa, Al Taliaferro e Floyd Gottfredson, ha preferito importare storie nostrane anziché produrne di nuove.

Nello show classico, si abbandonava l'atmosfera leggera e scanzonata dei cortometraggi per passare a toni più avventurosi e drammatici ispirate ai fumetti originali in puntate lunghe venti minuti. Ma se nelle pagine a fumetti, l'avventuriero per eccellenza era Zio Paperone, in TV erano davvero pochissimi a conoscerlo all'epoca, visto che il suo unico ruolo di rilievo fu nel film Il Canto di Natale di Topolino, quindi si scelse di far uscire dal cast di personaggi regolari il ben più noto Paperino, per permettere al pubblico di affezionarsi maggiormente allo Zione. Da qui, la trama della serie originale: quando Paperino decide di arruolarsi in marina lascia i discoli nipotini Qui, Quo e Qua alle cure di suo zio, il dispotico multimiliardario Paperon de' Paperoni. La convivenza tra lo spilorcio ed i tre fratelli inizialmente piena di scontri e conflitti, porterà i quattro a confrontarsi su più livelli ma anche a stabilire un rapporto di affetto, fiducia e complicità un'avventura dopo l'altra alla ricerca di tesori e miti leggendari sparsi in tutto il mondo. Il setting delle storie permetterà di inserire una moltitudine di personaggi originali come la servitù domestica composta dal maggiordomo Archie, Tata Beakley e la sua nipotina Gaia; nonché i bizzarri abitanti che popolano la città di Paperopoli: dal disastroso ed impacciato pilota Jet McQuack fino a personaggi già apparsi nei fumetti come l'inventore stramboide Archimede Pitagorico ed il fortunato cugino Gastone, sino agli iconici villain quali la fattucchiera Amelia, lo spietato Cuordipietra Famedoro e la numerosissima Banda Bassotti.

DUCK DYNASTY RETURNS

Inizialmente quello di DuckTales non sarebbe dovuto essere un reboot, ma un sequel ambientato qualche anno dopo gli eventi della serie originale. Paperino avrebbe avuto un ruolo da protagonista questa volta, ed avrebbe riunito la famiglia per cercare Zio Paperone, scomparso in seguito alla sua ultima grande avventura. L'idea venne scartata in breve tempo in quanto veniva richiesto al giovanissimo pubblico di essere a conoscenza di personaggi, storie e situazioni inerenti ad una serie antecedente alla loro nascita e che magari non avevano mai avuto modo di visionare prima. Ecco perché si scelse di fare un reboot che pescasse a piene mani dall'intera mitologia dei paperi: quindi l'ispirazione primordiale era sì la serie animata classica, ma anche il lungometraggio cinematografico, i fumetti americani ed internazionali ed il videogioco. Tutti questi ingredienti venivano gettati in un calderone e cucinati da due chef d'eccezione Francisco Angones e Matt Youngberg, trentenni cresciuti con la serie originale ed intenzionati a rendergli onore.

Il nuovo DuckTales avrebbe spostato il focus dall'avventura alla famiglia, diventando un mix tra Arrested Development – Ti Presento i Miei, l'acclamata serie comedy scritta da Mitchell Hurwitz e narrata da Ron Howard, e l'Indiana Jones di Harrison Ford, a cui la serie animata storica fece il verso nel logo, ma che paradossalmente copiò per prima le storie dei paperi, visto che proprio Steven Spielberg e George Lucas ammisero di essersi ispirati a Zio Paperone e le Sette Città di Cibola per la scena d'apertura de Indiana Jones e i Predatori dell'Arca Perduta.

Cambia il focus e cambia anche il registro narrativo: Zio Paperone non è più il mattatore assoluto, ora la serie animata presta davvero fede al titolo e racconta le storie di tanti, tantissimi paperi; e quello che in origine era un racconto d'avventura trasversale è oggi la storia di una famiglia disfunzionale ed allargata che ha problemi, incomprensioni e soprattutto, dettaglio inedito in qualsiasi altra incarnazione di questi personaggi da quando loro esistono, inconfessabili e torbidi segreti che li hanno tenuti separati per anni. Nell'episodio pilota scopriamo che Paperino vive su una casa galleggiante (omaggio al primo corto in cui è comparso, La Gallinella Saggia) e fa i salti mortali per tenersi stretto un lavoro per sbancare il lunario e mantenere i suoi tre pestiferi nipotini Qui, Quo e Qua. Quando si prospetta la possibilità di un colloquio per un lavoro mportante, ed i ragazzi hanno messo fuorigioco la babysitter, Paperino è costretto a riprendere i contatti con suo Zio Paperone dopo più di dieci anni per chiedere lui di prendersi cura dei fratelli per un paio d'ore. Ed è proprio in quest'occasione che i tre scoprono per la prima volta di essere imparentati a Paperon de' Paperoni, il papero più ricco del mondo. Per quale motivo i rapporti tra Paperino e lo Zione si sono incrinati? E perché ha tenuto i ragazzi separati da lui da quando sono nati? Non intendiamo raccontarvi di più per non rovinarvi la sorpresa, ma già da questa premessa è facile intuire che il reboot di DuckTales intende abbandonare il modello di narrazione verticale dell'avventura della settimana per prediligere una trama orizzontale piena di misteri, cliffhanger e storyline collaterali volti ad approfondire la caratterizzazione dei personaggi e le loro relazioni. Una cosa a cui siamo abituati di questi tempi nelle produzioni live action, ma che per la primissima volta toccano da vicino personaggi con cui noi siamo cresciuti sulle pagine di Topolino, e che non abbiamo mai visto sotto questa luce.

HUMAN DUCKS

Con un'impostazione seriale, anche la costruzione dei personaggi andava rivista in toto: se l'avarizia di Zio Paperone è ancora presente, il personaggio non è più ossessivamente attaccato al denaro, anzi, in questa nuova incarnazione la Vecchia Tuba è più un “drogato” d'avventura, che conscio dei propri successi e delle sue eroiche imprese ha sviluppato una confidenza ed un'autostima che lo rendono spericolato e delle volte avventato. E la mela non cade lontano dall'albero visto che i quattro giovani protagonisti hanno ereditato lati diversi della sua personalità.

  • Qui è il fratello maggiore. Veste una polo, ha un berretto rosso ed è un nerd, membro delle Giovani Marmotte ha una mantra specifico: “Se non è scritto sul Manuale delle Giovani Marmotte, allora non esiste.” Ha manie ossessive compulsive, soffre d'ansia ed ha ereditato l'acume e l'intelligenza di Paperone;
  • Quo è il fratello di mezzo. Veste una maglietta a maniche lunghe azzurre sotto una maglietta a maniche corte blu. È scalmanato, egocentrico ed avventato. Non vuole essere ricordato come il secondogenito, quindi prova sempre a distinguersi ed attirare l'attenzione andando all'avventura. Da Paperone ha ereditato il coraggio spregiudicato dell'avventuriero;
  • Qua è il fratello minore. Ha una felpa verde col cappuccio, è pigro, cinico e svogliato, ed approfitta del fatto di essere il più piccolo per uscire dal radar degli adulti quando combina qualche guaio. Senza morale ed opportunista, ha ereditato da Paperone l'amore per i tesori e le ricchezze... ma non la voglia di lavorare sodo per ottenerle.

Infine c'è Gaia, paperina inventata appositamente nella serie storica insieme alla nonna, Bentina Beakley, la Tata dei ragazzi. In questo reboot è risoluta, combattiva e determinata oltre che essere una fangirl esasperata di Paperone; tutto ciò che la rende letale in battaglia lo ha appreso da sua nonna, una vera e propria macchina da guerra che non si occupa solo delle faccende domestiche, ma rappresenta l'ultima linea di difesa da minacce esterne a Villa de' Paperoni. Scegliere di personalizzare il look, l'aspetto e la personalità dei nipotini, così come di rendere i personaggi femminili forti ed indipendenti è un segnale di grande modernità, cosa che permetterà ad un pubblico più eterogeneo di immedesimarsi nel suo personaggio preferito. Questo ha permesso a DuckTales di elevarsi da show per bambini e ragazzi a show per famiglie, i bimbi cresciuti con la serie classica adesso guardando il reboot con i loro figli; e se quest'ultimi possono rivedersi nei ragazzi, i genitori possono invece rivedersi in Paperino, che rappresenta la voce del pubblico: ragionevole, apprensivo, premuroso, irascibile ed in perenne ricerca di stabilità e sicurezza. Avere personaggi così ben delineati e pieni di sfaccettature, vederli relazionarsi in chiave realistica ai suoi famigliari, muoversi dentro una timeline specifica (perché il reboot di DuckTales ha una continuity, il tempo passa, ed i personaggi crescono, invecchiano e muoiono), formata da genitori, fratelli, sorelle e non solo “zii” e “cugini”, contribuisce al pubblico a renderli umani. Chiudendo gli occhi, sembra di assistere ad una sitcom famigliare qualsiasi e non ad un cartoon con paperi antropomorfi, e questo è un valore aggiunto alla rilettura di questi personaggi evergreen.

DUCK TO THE FUTURE

Per comunicare ai millennials, serve una serie moderna: quindi i paperi hanno internet, smartphone, smart TV, social network, trend ed hashtag, ma si tratta di elementi collaterali che servono ad offrire un setting contemporaneo a cui le storie si muovono. Per lo stesso motivo anche Paperopoli avverte la necessità di entrare nel futuro. Lo si evince da Silverbeak, quartiere che fa il verso alla Silicon Valley, dove è possibile vedere multinazionali, droni consegnare pacchi e start-up. C'è spazio anche alla tradizione, seppur completamente rivisitata: l'immancabile Deposito di Zio Paperone è presente, ma non si trova sulla Collina Ammazzamotori, bensì isolato dalla città nella baia, ed alle basi della struttura ospita i suoi uffici ed i laboratori di Archimede Pitagorico, non è più una struttura abitata dalla sola Miss Paperett, ma da un entourage di impiegati, contabili, avvocati e scienziati contribuendo a rendere la struttura una vera e propria azienda più che un intimo rifugio domestico. Del resto proprio come nella serie storica, lo Zione vive a Villa de' Paperoni, posizionata su un'altura che gli permette una visuale d'eccezione proprio sul Deposito.

La precisa intenzione di rimescolare le carte di quest'universo e questi personaggi, assume ancora più coraggio quando gli autori decidono di affrontare l'elefante nella stanza: Della Duck. La sorella gemella di Paperino nonché madre di Qui, Quo e Qua, è sempre stata solo vagamente accennata nelle storie, e la sua sparizione non è mai stata affrontata in maniera canonica, ma la serie animata non solo decide di affrontare il problema con grande tatto, sensibilità e drammaturgia, si spinge oltre implementando un elemento che non siamo soliti riscontrare sulle pagine di Topolino: la disabilità. In un'epoca dove nemmeno Pietro Gambadilegno ha più... beh, una gamba di legno, è estremamente coraggioso scegliere di mostrare un personaggio che perde l'utilizzo di una zampa per ricorrere ad una protesi. Il tutto è stato fatto in collaborazione con la Amputee Coalition of America, che ha guidato nel processo creativo gli autori nella realizzazione di una delle sequenze contenutisticamente più forti mai fatte su personaggi classici Disney.

Insomma, sono molteplici i motivi per cui concedere un'opportunità al nuovo DuckTales, la superficie è stata a malapena scalfita, ma per saperne di più sulle nuove avventure dei paperi, i nuovi episodi vi aspettano su Disney Channel, Tim Vision e prossimamente Disney+. Woo-oo!

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