Con una puntata ricca di azione, suspance ed humor, DuckTales a sorpresa, scava nella psiche di Paperino ed offre un nuovo punto di vista ad uno dei suoi tratti più caratteristici, la rabbia. Cosa scatta nella mente del povero Donald Duck?
Paperino è da sempre uno dei personaggi preferiti dal pubblico generalista: a discapito del più perfettino Topolino, il buon Paolino è sfortunato, senza un lavoro, pieno di debiti e soggetto a crisi di rabbia, tutti elementi che permettono all'uomo medio di immedesimarsi molto più facilmente nel papero iracondo a discapito del detective n.1 di Topolinia. Ma vi siete mai chiesti cosa ci sia dietro a tanta rabbia? Questa risposta la fornisce DuckTales, che nel suo ultimo episodio presta fede al titolo, “Whatever Happened to Donald Duck?” rivela al pubblico cosa sia veramente successo a Paperino, e la risposta è tutt'altro che scontata, al punto da aver monopolizzato la rete negli States. Ciò che gli autori Frank Angones e Matt Youngberg hanno fatto nella puntata è dare un significato al tratto più distintivo del papero: la fonte della rabbia di Paperino è il risultato della paura che il mondo si prenda gioco di lui, non riuscendo a comprenderlo. Come dargli torto? In questo reboot il personaggio si è trovato da giovane ad abbandonare presto i suoi sogni e le sue ambizioni ed improvvisandosi genitore per prendersi cura da solo dei suoi tre nipoti, rimasti orfani della madre poco prima della loro nascita. Dopo essersi imbattuto in una situazione bizzarra (e pericolosa) dopo l'altra, ci si stanca del mondo: alcuni interiorizzerebbero il dolore, altri come Paperino, lo fanno uscire tutto, di continuo, dimenandosi e starnazzando a squarciagola. E quando il mondo a malapena capisce quello che ha da dire (soprattutto se a doppiarlo sono le caratteristiche voci di Tony Anselmo in originale, e Luca Eliani in Italia), allora è normale scegliere di isolarsi e vivere in una casa galleggiante, lontano da tutto e da tutti.
È qui che DuckTales fa un ulteriore passo avanti immergendosi più in profondità nel background di Paperino: quando il marinaio venne che a sapere che da lì a poco avrebbe dovuto improvvisarsi padre, si decise a diventare il miglior genitore possibile che i ragazzi avrebbero mai potuto avere, incanalando quella rabbia in qualcosa di nuovo. Il lato paterno e protettivo di Paperino ha fatto spessissimo capolino in molte storie a fumetti, tanto americane quanto nostrane, ma mai come in questo nuovo adattamento emerge in modo così forte e potente: questo Paperino non solo ha sacrificato tutto per aiutare i suoi nipoti, ha cambiato la sua intera esistenza arrivando a trasformare quella rabbia e quel dolore in un forte istinto di protezione e difesa nei confronti di Qui, Quo e Qua. A rendere questo processo creativo ancora più potente è il modo in cui Paperino capisce e realizza il cambiamento, mostrando che ha accettato di andare in analisi e rivolgersi ad un terapista per la gestione della rabbia. Mostrare uno dei personaggi più amati, popolari e iconici targati Disney prendersi apertamente cura della sua sanità mentale per diventare un genitore migliore normalizzando e valorizzando positivamente la psicoterapia, è stato un gesto profondamente apprezzato tanto dai grandi, quanto i più piccini.
Certo, continuerà sempre ad apparirci come il solito goffo, impacciato, sfortunato ed irruento Paperino pronto a starnazzare di fronte alla sfortuna e ai soprusi di turno, ma adesso, ogni volta che lo vedremo arrabbiarsi, il cuore ci si scalderà un po' di più.
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