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Dragonero - Il Ribelle 26: le fiamme della rivolta, recensione

Dragonero - Il Ribelle: Le fiamme della rivolta, si avvicina la resa dei conti con Leario

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a cura di Manuel Enrico

In sintesi

Dragonero - Il Ribelle: Le fiamme della rivolta, si avvicina la resa dei conti con Leario

Sempre più vicina la resa dei conti tra Leario e Ian Aranill, tra il nuovo ordine teocratico che governa l’Impero Erondariano e i Ribelli che si oppongono a questa ingiustizia. Le fiamme della rivolta, albo di dicembre di Dragonero – Il Ribelle, si colloca all’interno di quella che potremmo definire come l’alba dello scontro finale, una serie di rapidi eventi che hanno preso vita negli ultimi tempi, in particolare dopo la liberazione di Nahim, erede al trono imperiale, vista in L’assalto degli sparvieri. Un momento centrale nei piani della ribellione, che ha richiesto un piglio narrativo più rapido, che imprimesse a questa lotta una dinamica più intensa. Nei mesi passati, questa costruzione narrativa si è concentrata principalmente sulla caratterizzazione di alcuni personaggi, come Quando cantano le onde o La Ritornante, creando i presupposti per la presenza di nuove figure al fianco di Ian e dei Ribelli.

Non sono ovviamente mancati i riferimenti alla continuity della serie, tramite la presenza di sorprendenti rivelazioni legate a segreti a lungo taciuti o piccoli intrighi che hanno segnato in modo netto l’avanzare di questo capitolo della saga fantasy bonelliana. All’interno di volumi antologici, come Le fiamme della rivolta, si raccolgono i presupposti presentati in precedenti albi, consentendo ai lettori di vedere in azione personaggi come Gheal e Shōte, percependoli come parte integrante della compagine ribelle. Vietti ed Enoch, da buoni conoscitori della tradizione fantasy e forti di una minuziosa conoscenza di storia militare, non dimenticano che una ribellione passa da attacchi rapidi e divisivi, propedeutici a uno scontro campale tra eserciti imponenti. Prima di arrivare a quella che possiamo attenderci sarà una grande battaglia per il futuro dell’Erondar, i due autori raccontano quindi gli apparentemente minori attacchi al potere di Leario, che inseriti nel contesto più ampio della campagna contro il trono erondariano mostrano una validità fondamentale.

La fiamme della rivolta: i Ribelli verso lo scontro finale

Aspetto che nuovamente conferma la freschezza della narrativa di Dragonero. Non un semplice fantasy popolato di creature mitologiche o intriso di magia, quanto una saga in cui ci si lascia guidare da una ricerca di realismo, che passa dalle situazioni personali dei personaggi alla gestione di una campagna militare. Enoch e Vietti ci hanno sempre abituati a questa loro caratteristica, imbastendo l’Erondar come una realtà sociale autentica e realistica, divenuta un canovaccio narrativo in cui si sono inseriti in modo perfetto altri narratori. Un tratto distintivo che in Le fiamme della rivolta viene nuovamente valorizzato dalla presenza di Luca Barbieri, che non pago del già faticoso compito di curatore della serie, sempre più spesso si è cimentato nel ruolo di narratore con ottimi risultati , come In cammino verso il nulla.

Un trio autoriale, quello composto da Enoch, Vietti e Barbieri, che trova una sintonia funzionale in Le fiamme della rivolta. Il rispetto della continuity e dell’incedere della rivolta sono protetti con estrema attenzione, con una scansione dei tempi precisa, fatta di pianificazione accorta da parte di Ausofer e di una maliziosa elargizione di rivelazioni tramite dialoghi rivelatori che incuriosisce il lettore, spingendolo a rivedere sotto una nuova luce anche aspetti della saga visti in precedenza. La storia di cornice che ingloba questi racconti è firmata da Luca Enoch, autore anche della seconda avventura, mentre Vietti firma l’incursione di Ian (affidata ai disegni dell’esordiente Marco Itri), lasciando che il duo di veterani Barbieri- Bonesso sveli gli eventi di quella che sembra essere uno degli attacchi lampo più importanti della Ribellione.

Un albo corale, considerato che le tre diverse missioni raccontate in questo numero di Dragonero – il Ribelle sono state affidate a una team artistico ricco, capace di offrire a ogni situazione la giusta interpretazione grafica. Il passaggio da un disegnatore all’altro è abbastanza netto, ma non per questo si perde la coerenza narrativa della trama, complice l’aver inserito differenti missioni affidate ad altrettante squadre ribelli. Rizzato interpreta visivamente la storia di cornice, con una prova convincente, in cui mostra un’ispirata visione del racconto emotivo, cogliendo pose ed espressioni intense di Ausofer e Gwel, lasciando emergere il respiro epico tipico della serie.

Ad incuriosire maggiormente era la prova di Itri, alla sua prima esperienza con il mondo di Dragonero. Uno stile diverso dalla maestosa e iperdettagliata ritrattistica tipica di alcuni dei nomi più amati della collana, Itri convince per il suo approccio dinamico e muscolare. Ottima la sua gestione della bicromia, come elemento di drammaticità per le scene più intense, che diventa centrale nella caratterizzazione delle tavole subacquee, ma il lavoro di Itri mostra una personalità intrigante nel ritrarre le intense scene di combattimento, dove la sua sensibilità artistica valorizza al meglio l’utilizzo di armi di complessa gestione come martelli da guerra, che richiedono una diversa gestione di dinamica e pose di combattimento. Al netto di alcune piccole sbavature, l’esordio di Itri convince e incuriosisce per il suo futuro artistico.

Ludovica Ceregatti, tratto già visto all’opera in Dragonero, conferma la sua personalità, capace di enfatizzare le espressioni visive e gestire in modo suggestivo le movenze dei personaggi. Perfetta interprete per la storia di Enoch, autore che tende a valorizzare le eroine all’interno dei propri racconti, la Ceregatti non manca di dare a Gheal e Shōte una perfetta sintonia, espressiva durante i loro scambi e dinamica negli scontri. A Ludovica va riconosciuta la capacità di avere saputo lavorare al meglio sul non semplice viso di Shōte, dove la presenza di ben quattro occhi richiedeva un attento lavoro di coerenza grafica nel dare vita a espressioni credibili che tenessero conto di questa peculiarità del personaggio.

La battaglia per il Ponte dei Cento Passi, ultima missione di Le fiamme della rivolta, viene affidata Diego Bonesso. La storia firmata da Luca Barbieri trova nel tratto dell’artista veneto un ottimo interprete, chiamato a realizzare uno scontro fluviale in cui si apprezzano i suoi slanci nel ritrarre con dovizia di particolari sartiame e dettagli delle imbarcazioni, mostrando poi una padronanza stupefacente della cinetica nel raccontare visivamente l’emozionante carica di Nahim sul ponte stesso, culminata con una serie di vignette che rapidamente offrono al lettore un impatto visivo in cui convivono dramma, ironia ed epica.

Un albo corale di grande fascino

Immancabile la copertina firmata da Pagliarani e Francescutto. Pagliarani ritrae una carica a due, in cui Ian e Nahim sfondano le linee nemiche, emozionante e intensa, ma ricca di insidie che il disegnatore pare avere evitato in modo sublime. La vitalità dei due destrieri viene ritratta in modo convincente, con diverse movenze, che impongono anche differenti pose dei due cavallerizzi. Se Nahim si impunta sulle staffe per sventolare con maggior vigore il vessillo imperiale (da notare la posa del piede, parzialmente nascosto dal muso di cavallo di Ian), Aranill invece mantiene una posa meno eroica ma maggiormente legata alla cavalcata impetuosa della sua cavalcatura, con Pagliarani che lo coglie in un momento dinamico di grande slancio. Un momento di epica vitalità enfatizzata dalla colorazione di Francescutto, che imprime ulteriore dinamismo con una attenta transizione cromatica per le schegge volanti delle distrutte barricate, parte integrante di questa cinetica spinta che viene valorizzata da una colorazione in cui colori accesi imprimono la sensazione di imminente ferocia che seguirà a questo dirompente ingresso nella roccaforte nemica.

Le fiamme della rivolta è una lettura appassionante, preparatoria a una conclusione della ribellione che non dovrebbe essere oramai troppo lontana. Da leggere con particolare attenzione, specialmente per i dettagli inseriti da Enoch all’interno della sua storia di cornice nei dialoghi di Ausofer, questa volta fumettati da Luca Corda. L’attesa per il prossimo numero di Dragonero – Il Ribelle, Raccontato nella notte, può esser contenuta con la lettura di Tregua, il nuovo volume di Dragonero – Senzanima, in uscita in questi giorni.

Dall’ombra insorgiamo. Nel buio colpiamo.

Voto Recensione di Dragonero : Il Ribelle - Le fiamme della rivolta



Voto Finale

Il Verdetto di Tom's Hardware

Pro

  • - Storia corale ben gestita

  • - Cast artistico di buon livello

  • - Rispetto della continuity

Contro

  • - Non Pervenuti

Commento

Le fiamme della rivolta è una lettura appassionante, preparatoria a una conclusione della ribellione che non dovrebbe essere oramai troppo lontana. Da leggere con particolare attenzione, specialmente per i dettagli inseriti da Enoch all’interno della sua storia di cornice nei dialoghi di Ausofer

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